GESUITI: LA CREAZIONE DELL’ISLAM

Gesuiti: La creazione dell’Islam

Un cardinale gesuita di nome Agostino Bea ci ha mostrato con quanto accanimento la chiesa cattolica volesse Gerusalemme alla fine del terzo secolo. Per via della sua storia religiosa e della sua collocazione strategica la città santa era considerata un tesoro inestimabile. Bisognava studiare un piano per rendere Gerusalemme una città cattolica romana.

La grande fonte di manodopera non ancora sfruttata, ma che poteva compiere quest’opera, erano i figli di Ismaele. I poveri arabi caddero vittime di uno dei piani più astuti mai realizzati dai poteri delle tenebre! I primi discepoli del Messia diffusero ovunque la buona notizia creando piccole chiese. Ma incontrarono pesanti opposizioni. Sia gli ebrei che il governo romano perseguitarono i credenti nel Messia per fermare la loro diffusione.

Ma gli ebrei si ribellarono a Roma, e nel 70 d.C. l’esercito romano al comando del generale Tito distrusse Gerusalemme e il tempio che era al centro del culto religioso e spirituale ebraico, adempiendo così alla profezia del Messia in Matteo 24:2. In questo luogo sacro dove una volta sorgeva il tempio, oggi sorge la Cupola della Rocca, il secondo luogo sacro dell’Islam.

Grandi cambiamenti erano nell’aria. Corruzione, apatia, avidità, crudeltà, perversione e ribellione stavano corrodendo l’Impero Romano, che era sull’orlo del collasso. La persecuzione contro i discepoli era inutile, perché continuavano a rinunciare alle loro vite per il vangelo del Messia. L’unico modo che satana aveva per fermare questa stoccata, era di creare un duplicato di religione cristiana.

La soluzione era Roma. La loro religione derivava dall’antica Babilonia e aveva solo bisogno di qualche ritocco. Questo non avvenne in un giorno, ma cominciò con gli scritti dei “padri” della chiesa. Fu attraverso i loro scritti che prese forma una “NUOVA RELIGIONE?” La statua di “Giove” a Roma finì per rappresentare “S.Pietro” e la statua di “Venere” fu mutata in quella della “Vergine Maria”.

Il sito scelto come suo centro era su uno dei sette colli, quello detto “Vaticanus”, il luogo del serpente divinatore dove sorgeva il tempio satanico del “dio” Giano. La GRANDE “falsa religione era la chiesa cattolica romana, dal nome misterioso “Babilonia la grande città, madre delle prostituzioni e degli abomini di tutto il mondo” (Apocalisse 17:5). Essa fu creata per fermare la Verità, uccidere i messaggeri di Dio, fondare nuove religioni, creare guerre e ubriacare il mondo con il vino della sua “fornicazione con i poteri”, come vedremo.

Le tre principali religioni hanno una cosa in comune: ciascuna ha un luogo sacro a cui si rivolge.

La chiesa cattolica romana ha come città sacra il Vaticano,
gli ebrei il muro del pianto a Gerusalemme
e i mussulmani hanno come città sacra la Mecca.

Ciascun gruppo crede di ricevere particolari benedizioni per il resto della vita quando si reca in visita al proprio luogo sacro. In principio, i visitatori arabi portavano doni alla casa di Dio, e i custodi della Qaaba erano concilianti con tutti.

Alcuni portavano i loro idoli, e per non offenderli i custodi li collocavano nel santuario (Si dice ..) che gli ebrei guardassero alla Qaaba con venerazione, come ad un tabernacolo periferico del Signore, finché non venne contaminato dagli idoli. Durante una contesa tribale riguardo a un pozzo (zam zam), il tesoro della Qaaba e le offerte dei pellegrini furono gettate nel pozzo, che fu poi interrato e scomparve. 

Molti anni dopo, Abd Al-Mattalib ricevette visioni sul sito del pozzo e del suo tesoro. Egli divenne l’eroe della Mecca, colui che sarebbe diventato il “nonno” di Maometto. Prima di questi fatti, S. Agostino divenne vescovo del Nord Africa e riuscì a convertire gli Arabi al cattolicesimo. 

Fu tra questi convertiti arabi che venne fatta “sviluppare” l’idea di cercare un profeta arabo. Il padre di Maometto morì di malattia, e a quel tempo i figli delle famiglie arabe facoltose venivano mandati nel deserto per essere allattati, svezzati e per trascorrere parte della loro infanzia con le tribù beduine per essere addestrati, e ad evitare le malattie nelle città.

Dopo che furono morti anche sua madre e il nonno, Maometto era con suo zio quando un “monaco cattolico”..(?) profetizzò la sua identità e disse: “riporta il figlio di tuo fratello nel suo paese e preservalo dagli ebrei, perché se lo scoprono e sanno di lui quel che so io, gli faranno del male”. Perché: “grandi cose sono in serbo per questo tuo nipote” (detto da un monaco cattolico).

Questo “monaco cattolico” aveva creato la futura persecuzione degli ebrei per mano dei seguaci di Maometto. Il Vaticano voleva disperatamente Gerusalemme per il suo significato religioso, ma era ostacolato dagli ebrei. Un ulteriore problema erano i veri discepoli (Natsarym) che predicavano il vangelo in Nord Africa. Il cattolicesimo aveva un potere sempre maggiore e non tollerava opposizioni. In qualche modo doveva trovare il sistema per “ELIMINARE gli ebrei, e i veri discepoli” del Messia Yahushua che rifiutavano il cattolicesimo.

Guardando al Nord Africa, la chiesa cattolica identificò nelle masse di arabi la forza lavoro utile a fare il loro lavoro sporco. Alcuni Arabi erano “diventati cattolici” e potevano essere usati per riportare informazioni ai  Capi di Roma. Altri furono usati in una rete occulta di spionaggio per realizzare il piano generale di Roma, atto a “controllare” le grandi moltitudine di Arabi che avevano rifiutato il cattolicesimo. 

Quando S. Agostino apparve sulla scena religiosa, SAPEVA di questo “diabolico progetto segreto”. I suoi monasteri furono utilizzati come basi operative per cercare e distruggere i manoscritti della Bibbia “usati dai veri discepoli”. Il Vaticano voleva “creare un Messia per gli arabi”, qualcuno da poter allevare come un grande leader del mondo arabo, un uomo con grande carisma, da “addestrare” per poi unire tutti gli arabi non cattolici dietro di lui, creando una potente armata che avrebbe infine conquistato Gerusalemme per il Papa.

Il Cardinale Bea ci ha raccontato questa storia durante gli incontri in Vaticano. Una ricca “vedova araba”, (fedele seguace del Papa) giocò un RUOLO CHIAVE in questo piano diabolico, una vedova di nome Khadijah. Essa lasciò il suo patrimonio alla chiesa e si chiuse in un convento, ma ricevette un incarico. Doveva trovare un brillante giovane arabo, che potesse essere usato dal Vaticano, per creare una nuova religione e divenire il condottiero (Messianico) per i figli di Ismaele.

Khadaijah aveva un cugino di nome Waraquah, “anche lui fedele cristiano cattolico” che il Vaticano pose in un ruolo fondamentale “come consigliere di Maometto”. E questo ebbe una ENORME INFLUENZA su di lui. Al giovane Maometto furono inviati maestri, e ricevette un intenso addestramento. Maometto studiò le opere di S.Agostino, che lo prepararono alla GRANDE CHIAMATA. Il Vaticano fece diffondere dagli arabi la notizia del prossimo avvento di un profeta prescelto tra il popolo; da Allah.

Mentre Maometto veniva preparato, gli fu detto che i suoi nemici erano gli ebrei, e che “gli unici veri adoratori erano i cattolici” .. (???) gli insegnarono che tutti gli altri che si chiamavano “credenti” erano in realtà dei malvagi impostori da distruggere. Molti mussulmani credono tutt’oggi questo. Maometto iniziò a ricevere “rivelazioni divine” e Waraquah, il cugino cattolico di sua moglie, lo aiutò a interpretarle.

Così nacque il Corano. Nel quinto anno della missione di Maometto e i suoi seguaci erano perseguitati perché si rifiutavano di adorare gli idoli alla Qaaba. Maometto istruì alcuni di loro a fuggire in Abissinia, dove li accolse il re cristiano cattolico Negus, perché le vedute di Maometto sulla Vergine Maria erano molto vicine a quelle della chiesa di Roma. Questi mussulmani ricevettero protezione dai re cattolici grazie alle rivelazioni di Maometto.

Più tardi Maometto conquistò la Mecca e la Qaaba fu “epurata” dagli idoli. La storia dimostra che prima dell’avvento dell’Islam, i Sabei di Arabia adoravano la dea luna che era sposata con il dio sole. Essi avevano tre figlie che erano adorate in tutto il mondo arabo come “figlie di Allah”. Un idolo scoperto ad Hazor in Palestina nel 1950 mostra Allah seduto su un trono con mezzaluna sul petto.

Maometto sosteneva di aver avuto una visione da Allah, che gli diceva: “Tu sei il messaggero di Allah”. Così iniziò la sua carriera di profeta, e ricevette molti messaggi. Quando Maometto morì, la religione dell’Islam era in grande espansione. Le tribù nomadi arabe si stavano unendo nel nome di Allah e del suo profeta Maometto. Alcuni degli scritti di Maometto furono inseriti nel Corano, altri non furono mai pubblicati. Ora sono nelle mani di uomini “santi” che occupano alte posizioni nella fede islamica, gli Ayatollah.

Quando il Cardinale Bea si è confidato con noi in Vaticano, ci ha detto che questi “scritti sono tenuti segreti” perché contengono informazioni che legano il Vaticano alla CREAZIONE DELLA RELIGIONE ISLAMICA. Entrambe hanno così tante informazioni l’uno sull’altro che se divulgate, potrebbero creare un tale scandalo che sarebbe un’apocalisse per entrambe le religioni.

Nel loro libro “sacro”, il Corano, Cristo è considerato un semplice profeta. Se il Papa fosse il suo rappresentante, allora anche lui deve essere un profeta di Dio. Questo ha indotto i mussulmani a temere e rispettare il Papa come un altro “uomo santo”. Il Papa agì in fretta e pubblicò delle bolle papali che garantivano ai generali il permesso di invadere e conquistare le nazioni del Nord Africa. Il Vaticano contribuì a finanziare la formazione di questi grandi eserciti islamici in cambio di tre favori: 1) Eliminare gli Ebrei ed i veri discepoli del Messia Yahushua, che essi chiamarono “INFEDELI”; 2) proteggere i monaci agostiniani e cattolici romani; 3) Conquistare Gerusalemme per “Sua Santità” al Vaticano.

Con il passare del tempo il potere dell’Islam divenne enorme – gli Ebrei e i veri discepoli furono uccisi, e Gerusalemme cadde nelle mani degli arabi. Né i cattolici né i loro luoghi di culto furono attaccati, in quel periodo. Ma quando il Papa pretese Gerusalemme fu stupito dal loro rifiuto! I generali arabi avevano un tale successo che il Papa non poteva intimidirli. Niente poteva mettersi tra loro e il loro obiettivo. Sotto la direzione di Waraquah, Maometto scrisse che Abramo offrì Ismaele come sacrificio. La Bibbia dice che il sacrificio fu Isacco, ma Maometto fece cancellare il nome di Isacco e lo sostituì con quello di Ismaele.

A seguito di questa visione di Maometto, i mussulmani fedeli costruirono una moschea, la Cupola della Roccia, in onore di Ismaele, nel luogo dove sorgeva il Tempio ebraico distrutto nel 70 d.C. Questo fece di Gerusalemme il secondo luogo sacro per la fede islamica. Ma come potevano cedere al Papa un simile tempio sacro senza provocare una rivolta? Il Papa si rese conto di aver perso il controllo della sua creatura, quando seppe che gli arabi chiamavano “Santità” un infedele.  

I generali mussulmani erano determinati a conquistare il mondo ad Allah, ed ora si rivolgevano verso l’Europa. Alcuni ambasciatori islamici andarono dal Papa, e chiesero delle bolle papali con il permesso di invadere i paesi europei. Il Vaticano era scandalizzato, e la guerra inevitabile. Il potere temporale ed il controllo del mondo erano considerati diritti fondamentali del Papa. E non aveva intenzione di condividerle con coloro che considerava dei pagani.

Il Papa mise in campo i suoi eserciti, i “crociati”, per impedire ai figli di Ismaele di impadronirsi dell’Europa cattolica. Le crociate durarono secoli, e Gerusalemme sfuggì alle mani del Papa. La Turchia cadde insieme a Spagna e Portogallo, che furono così invase dalle forze islamiche. In Portogallo essi chiamarono “Fatima” un villaggio di montagna in onore della figlia di Maometto senza immaginare che sarebbe diventato famoso in tutto il mondo.

Anni dopo, con le truppe islamiche pronte ad invadere l’Italia attraverso la Sardegna e Corsica, si pose un problema serio. I generali Islamici si accorsero di essersi spinti troppo oltre. Era il tempo di trattare la pace. E uno dei negoziatori fu, Francesco d’Assisi. Quindi, ai mussulmani fu consentito di occupare la Turchia all’interno del mondo cristiano. Mentre ai cattolici fu concesso di occupare il Libano nel mondo arabo. Fu anche concesso agli arabi di costruire moschee nei paesi cattolici senza intromissioni, purché la chiesa cattolica potesse espandersi nei paesi arabi.

Il Cardinale Bea ci ha raccontato durante gli incontri segreti in Vaticano, che mussulmani e chiesa cattolica si accordarono per bloccare e distruggere l’opera del loro comune nemico I VERI DISCEPOLI del Vangelo, fedeli alla Bibbia. Attraverso questi concordati, Satana ha impedito ai figli di Ismaele di pervenire alla conoscenza delle Scritture e della Verità. Fu mantenuto un controllo “morbido” sui mussulmani, dagli Ayatollah, sacerdoti, monache e monaci islamici.

Il Vaticano dirige anche una campagna d’odio tra gli arabi mussulmani e gli ebrei. Ove in precedenza, essi avevano sempre convissuto in pace. La comunità islamica considera i missionari fedeli alla Bibbia come “demoni” che portano veleno ai figli di Allah. Questo spiega perché l’opera di anni di predicazioni in quei paesi ha avuto scarso successo. Il passo successivo era di controllare lo stesso Islam. Nel 1910, il Portogallo stava diventando socialista. Mentre apparivano le bandiere rosse, la chiesa cattolica stava affrontando gravi problemi. E un numero crescente si opponeva alla chiesa.

I Gesuiti volevano coinvolgere la Russia, e la collocazione della visione a Fatima poteva giocare un ruolo chiave nel trascinare l’Islam all’interno della Madre Chiesa. Nel 1917, la Vergine apparse proprio a Fatima, La “madre di Dio” ebbe un successo clamoroso, e attrasse folle oceaniche. Di conseguenza, i socialisti del Portogallo furono sconfitti. I cattolici di tutto il mondo cominciarono a pregare per la conversione della Russia, i Gesuiti inventarono le Novene di Fatima che potevano celebrare anche in Nord Africa, migliorando le relazioni col mondo islamico.

Nel “culto di Fatima” gli arabi credevano di rendere onore alla figlia di Maometto, e questo era proprio ciò che i Gesuiti volevano. Come risultato dell’apparizione di Fatima, Papa Pio XII ordinò al suo esercito nazista di schiacciare la Russia, la religione ortodossa e rendere la Russia cattolica romana. Alcuni anni dopo avewr perso la II guerra mondiale, Pio XII sorprese il mondo con la sua falsa visione del “sole danzante” per mantenere alla ribalta Fatima. Fu un grande show religioso e tutto il mondo ci cascò.   

Incredibilmente, Papa Pio XII fu l’unico a vedere quel miracolo. Con la conseguenza che un gruppo di seguaci divenne un Esercito Blu mondiale, con milioni di fedeli cattolici pronti a morire per la fede nella vergine santissima. Ma questo non è niente, i Gesuiti hanno programmato 4 o 5 apparizioni della Vergine Maria da tenersi in Cina e Russia, e un’importante apparizione negli Stati Uniti. 

Cosa c’entra tutto questo con l’Islam? Ascoltiamo le dichiarazioni del vescovo Sheen: “Le apparizioni di nostra signora a Fatima hanno segnato un punto di svolta nella storia dei centinaia di milioni di mussulmani nel mondo”. Perché dopo la morte di sua figlia, Maometto scrisse che lei era “la più santa tra le donne in Paradiso accanto alla Vergine Maria”. Egli (Maometto) credeva che la vergine Maria avesse scelto di farsi conoscere come nostra “Signora di Fatima”, come segno e testimonianza per i mussulmani che avessero creduto alla nascita del Messia da una Vergine, così avrebbero creduto anche alla sua “Divinità” (?!)

Il vescovo Sheen ha rimarcato che le statue di nostra “Signora di Fatima” donate ai pellegrini sono state ricevute con entusiasmo dai mussulmani in Africa, India e altrove e anche molti mussulmani stanno ora convertendosi alla chiesa cattolica romana!

Intanto nel mondo sta tornando lo spettro di una Jahad mondiale (guerra santa) combattuta in nome di Allah! Questa inizia proprio con Babilonia (Iraq) la sede secolare di una moltitudine di religioni pagane! Così il “segno” della profezia indica che la FINE della prostituta religiosa, collusa con i poteri forti internazionali sta per avvenire e con essa verrà vendicato il sangue dei Giusti, dei Santi e di TUTTI QUELLI CHE SONO STATI UCCISI SULLA TERRA. Rivelazione capitolo 18 

FONTE ==> http://ningishzidda.altervista.org/isacco-ismaele/

 

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DAL POLITEISMO AL MONOTEISMO

DAL POLITEISMO AL MONOTEISMO: LA NASCITA DI YAHWEH

DAL POLIT.AL MONOT.

La Genesi e gran parte del materiale contenuto nella Bibbia non sono altro che passaggi di eventi immortalati, su tavolette di argilla, precedentemente dai Sumeri, e questa cosa è ormai nota a tutti. La religione ebraica, nata dal culto del dio Enlil e della sua stirpe, è giunta a noi come religione monoteista e ha spianato la strada per il cristianesimo e l’islamismo, ma nella sua fase iniziale l’ebraismo non conosceva una singola divinità.
Quando leggiamo nella Bibbia il plurale Elohim non dobbiamo lasciarci ingannare dalle spiegazioni che ora ci vengono date dagli interpreti di una religione monoteista i quali asseriscono che Elohim è un plurale majestatis.
Allora se così fosse perché non vogliono spiegare perché in alcuni casi verrebbe usato questo plurale majestatis e altre volte invece la versione singolare?
Forse perché in alcuni casi si faceva riferimento ad una pluralità di individui mentre in altri si faceva riferimento al singolo?
La realtà è che il termine Elohim, plurale di Eloah (provenienti entrambi dalla radice El = Signore/Dio), indica una ‘collettività’ di dei e ciò è dimostrato dalle innumerevoli iscrizioni sumere in cui si parla di un ‘consiglio degli dei’, dei ‘sette che decretano i fati’ etc.
En.Lil, figlio di Anu, fratellastro di En.Ki, era considerato in Mesopotamia la maggiore divinità, anche se a capo del pantheon sumero stava Anu, ma la sua figura era più quella di un ‘patrono’ che quella di un Dio-guida.
Era una ‘carica onoraria’ in quanto padre delle due divinità principali, appunto En.Lil ed En.Ki i quali, assieme ai loro discendenti, fecero nascere ed evolvere la civiltà a Sumer.
Il nome En.Lil significa letteralmente ‘Signore del Vento/Aria’ ma il termine Lil ha anche il significato di ‘potere, comando’, da qui la traduzione di ‘Signore del Comando’ che viene fatta in molte tavolette sumere dedicate all’esaltazione della figura di questa divinità.
En.Lil veniva chiamato anche Ellil, nome da cui è nata poi la radice accadica Ilu per descrivere gli dei, e dalla quale a sua volta nacquero il termine ebraico El e quello arabo Allah.
El, dunque, non era un nome proprio di una divinità ma un termine descrittivo.
Uno degli appellativi accadici di En.Lil era Ilu.Kur.Gal, ovvero ‘Signore della Grande Montagna’, che è esattamente lo stesso epiteto che l’ebraismo usa per la sua divinità con il nome El Shaddai.
A questo punto è bene tenere presente una cosa: essendo l’ebraismo nato dalla devozione a En.Lil, è a lui che vengono attribuiti tutti gli eventi e le azioni principali e ‘positivi’ per la civiltà ebraica, a lui e alla sua progenie.

MIX GENETICONel racconto della creazione dell’ uomo, il testo biblico ci racconta che ‘Gli Elohim (quindi un numero minimo di 2 divinità) crearono Adamo dalla terra, […] maschio e femmina li crearono[…]’.
Successivamente si dice che ‘Allora Il Signore Dio (singolare) piantò un giardino nell’Eden a Oriente, e vi pose Adamo, perché lo coltivasse […]’.
Nelle bibbie moderne il tutto viene ridotto al singolare, ma è rimasta la differenza di denominazione tra i due passaggi infatti nel primo si parla di ‘Dio’ che rivolgendosi a qualcuno dice ‘Creiamo l’uomo a nostra immagine’, nel secondo si parla del ‘Signore Dio’ e i verbi sono al singolare.
Da una analisi attenta si comprende come un gruppo di dei nel primo passaggio crei l’ uomo, e come poi un singolo dio, nel secondo passaggio, lo ponga nel giardino dell’ Eden.
Andando a leggere le traduzioni di alcuni miti sumeri, troviamo una esatta corrispondenza difatti il primo passaggio della Genesi corrisponde a un testo che in forma ridotta è stato incluso nell’Enuma Elish e che racconta di una riunione di divinità (vengono menzionati Anu, En.Lil , En.Ki e poi Nin.Hur.Sag) durante la quale En.Ki propone di creare un essere che porti il fardello del lavoro che spettava agli dei.
Le parole usate d En.Ki e tramandate nel mito sono: “L’essere di cui parlo esiste già (Homo erectus?), dobbiamo solo imprimergli la nostra immagine, il nostro marchio – creiamo un essere a nostra immagine, che sia lui a portare il fardello degli dei”
Anche qui, come nel primo passaggio della Genesi, abbiamo un discorso tra varie divinità, l’uso del plurale, e l’intenzione di creare un essere umano ad opera di più divinità.

Il testo sumero continua con ‘Guardate, abbiamo qui Mami (uno degli epiteti di Ninmah e dalla quale parola deriva il termine MAMMA), che sia lei a dare vita al nuovo essere’ e con la risposta di Ninmah: ‘Da sola non posso farlo, abbiamo qui En.Ki dio di grande sapienza, che sia lui ad aiutarmi in questa impresa’, e anche in questo passaggio quindi si fa riferimento al fatto che la creazione avviene ad opera di almeno due diverse divinità.

Nel racconto biblico del Diluvio Universale, Dio decide di sterminare gli uomini a causa della loro ‘corruzione morale’ e decide di mandare un diluvio che avrebbe distrutto ogni forma di vita e simbolicamente lavato il peccato dal mondo, però improvvisamente leggiamo che ‘Noè trovò grazia nel cuore di Dio perché era un uomo giusto’.
Quindi Dio cambia idea e decide di salvare non solo Noè, ma anche sua moglie, i suoi 3 figli, e le 3 nuore, e quindi va da Noè e gli dà istruzioni per costruire una barca nella quale dovrà salire con la famiglia prima del diluvio, e stipare provviste animali e vegetali per poter far ripartire la vita dopo la catastrofe.
Ma stranamente il racconto sumero è molto più dettagliato e ci dice che è sempre En.Lil (Yahwe) che decide di distruggere i discendenti di Adamo a causa del loro proliferare: “Le loro voci mi arrecano fastidio, il loro accoppiarsi mi toglie il sonno, […] ma non posso fare niente contro loro per causa di mio fratello, Egli li protegge”. Successivamente En.Lil convoca En.Ki e gli intima di usare il suo potere per correggere i danni che la sua creazione aveva portato: <<” crea quindi un diluvio che spazzi via l’ uomo dalla terra”>>, ma En.Ki risponde che: <<“questo non è mio potere, non è una azione per me… è una azione per te, En.Lil, e tuo figlio Nin.Ur.Ta. Se vuoi un diluvio dì a Nin.Ur.Ta di aprire le porte del cielo”>>
La frase conclusiva del passaggio, pronunciata da En.Lil, è una trasposizione della frase del racconto biblico: “Ecco io allora lo farò da me… manderò il diluvio per spazzare l’ uomo dalla terra”.
sigillo enki-noèNel racconto sumero però troviamo una differenza significativa infatti mentre nella Genesi è Dio a cambiare idea all’ultimo momento e decidere di salvare Noè e la famiglia, nel corrispondente passaggio sumero è En.Ki (Satana) a voler salvare Noè, dirigendosi fuori dalla sua casa e facendo finta di parlare a un paravento di canne (in modo che comunque Noè potesse sentirlo), perché En.Lil (Yahwe) aveva fatto giurare agli altri dei di non rivelare la sua intenzione.
Le parole del testo sumero iniziano con:“O capanna di canne ascoltami! O Muro ascoltami! Abbatti questa casa, lascia qui ogni tuo bene terreno e costruisci una nave, riempila di tutto ciò che è vivo […]”.
Questa divisione dei ruoli di distruttore (EN.LIL)e di salvatore (EN.KI) nel testo sumero, nel momento in cui si sono attribuite a En.Lil (Yahwe) tutte le azioni ‘positive’ compiute da altri dei, è stata tradotta nell’improvviso quanto sospetto ‘cambiamento di idea’ che compare nella Genesi.

Anche il racconto della Torre di babele, nella Bibbia, seppur di poche righe, contiene una traccia utile a identificare En.Lil con Dio difatti mentre il popolo che si è stanziato nella ‘Valle di Shinar’ costruisce la città con la torre, “Il Signore venne giù a vedere la città e la torre che i figli degli uomini avevano costruito”.
A questo punto Dio, rendendosi conto che l’uomo era talmente civilizzato da pensare come un ‘popolo’ e non come gruppi di singoli o tribù, vede in questo un pericolo, e questa preoccupazione traspare dalle parole: <<“Guardate! Ora la gente è unita, con una sola lingua, ed ecco ciò che cominciano a fare. Compiendo questo niente sarà più loro impossibile di ciò che immagineranno”>>.
Il Signore prende quindi una decisione ed esorta altri non precisati dei a seguirlo: <<“Venite, scendiamo e confondiamo le loro lingue, così che non possano più comprendersi”>>.
La strategia di Dio è semplice ed efficace, se gli uomini fino ad allora parlando una lingua comune erano riusciti ad organizzarsi, ora con lingue diverse non ci sarebbero più riusciti.
La Genesi è un ultra condensato di racconti, e ciò fa sì che le varie parti del racconto della Torre di Babele siano riportate brevemente anche se descrivono momenti diversi distanti parecchio nel tempo,
difatti nella Bibbia subito dopo questa esortazione da parte del Signore, ci viene raccontato di come il Signore confuse le loro lingue, e scacciò gli uomini in varie zone della terra.
Ovviamente il ‘confondere’ le loro lingue non può essere un gesto immediato, e anche la dispersione degli uomini dalla valle di Shinar in altre terre non è una azione immediata, e per entrambe queste opere è richiesto un certo lasso di tempo che però viene eliminato nel racconto biblico che è appunto un sunto.
E’ bene notare come anche in questo racconto c’è un personaggio al singolare che parla a un gruppo di altri personaggi, ma agisce da solo e la distinzione singolare/plurale anche in questo passaggio è molto chiara, e abbiamo un corrispondente racconto sumero che racconta la medesima storia.
Esiste un racconto che contiene poche linee che descrivono un fatto molto simile a quello raccontato dalla Genesi, si tratta di un racconto della ‘biografia’ di Marduk, figlio di En.Ki che agli occhi di En.Lil (Yahwe) fu sempre sgradito per la sua pretesa regale.
Infatti bisogna ricordare che, quando furono divisi i regni sulla terra tra gli dei, il ruolo più importante fu dato a En.Lil, e nella ‘seconda generazione’, cioè quella dei figli di questi dei, il prescelto per il comando non fu Marduk come invece sarebbe dovuto essere, ma Nin.Ur.Ta, figlio di En.Lil.
BABELEIn questo racconto si parla di Marduk e del suo esilio e di come grazie a suo figlio Nabu tornò nelle sue terre a Canaan per raggruppare i suoi seguaci dirigendosi in Mesopotamia dove fondare una nuova città, Babilonia.
Il progetto di Marduk prevedeva una città con una grande ‘torre a gradini’ (una Ziggurat) chiamata E.Sag.Ila (Casa del grande dio), e fu allora che En.Lil, considerandolo un affronto al suo ruolo, decise di intervenire per scacciare Marduk.
Convocato suo figlio Nin.Ur.Ta, En.Lil dispose che: <<“Non più egli dovrà offendere il nostro potere, se ora il suo popolo lo eleggerà sovrano niente più potrà essergli impedito”>>.
En.Lil lancia dunque un appello a suo padre Anu, e non ottenendo il favore, si rivolge misteriosamente a Dam.Ki.Na, madre di Marduk, la quale però collerica risponde che: <<“‘Il suo numero […] il suo nome io sceglierò, al suo fianco starò”>>.
L’ enigmatica frase ‘Il suo numero’ è un riferimento al fatto che gli dei Anunnaki, come ci dicono i sumeri, avevano un grado di importanza definito da un numero, Anu che era il capo aveva rango 60, En.Lil 50, En.Ki 40 e Marduk solo 10.
A Nin.Ur.Ta, figlio di En.Lil, era stato dato lo stesso rango di suo padre quindi 50 e ciò fa capire l’astio di Marduk da cosa era dovuto.
Poche righe più avanti nel testo si legge quindi che: <<“Durante la notte il Signore del Cielo scese sulla terra ma gli uomini contro lui si scagliarono […] Egli rase allora al suolo la città, e il suo comando fu che fossero dispersi e le loro menti confuse”>>.
Al di la quindi degli epiteti e dei nomi, abbiamo gli stessi elementi che identificano il racconto biblico con quello sumero, la costruzione di una città con la torre, l’appello di un (singolare) dio ad altri dei (Nin.Ur.Ta, Anu, Dam.Ki.Na), distruzione della torre, la dispersione del popolo in varie terre, e la confusione (delle menti nel racconto sumero, nella bibbia delle lingue).
Nel racconto della Genesi si dice che: <<“‘allora questo posto fu chiamato Babele, perché qui il Signore Dio confuse le lingue dell’ uomo”>>, così il termine Babele prese da qui un significato di bolgia, confusione, che è arrivato fino a noi, ma questo termine non significa confusione ma bensì “Porta del Dio/degli dei” (Bab-ilu) quindi si vuole tramandare il nome della città assegnandogli un significato che non ha.

Finora abbiamo stabilito che, quando nella Bibbia, o meglio nel vecchio testamento, si fa riferimento al ‘Signore’ ci si riferisce a En.Lil e il nome generalmente usato in molti di questi racconti è El, e viene utilizzato sia come nome proprio sia come parte di un epiteto, come per esempio El Shaddai o anche El Elyon.
Da questa prima riflessione abbiamo visto 3 esempi in cui i resoconti biblici sono corrispondenti ad altrettanti racconti sumeri con protagonista proprio En.Lil.
Dobbiamo quindi concludere che El (Yahwe) è SEMPRE il dio sumero En.Lil?
No, perchè ci sono tantissimi altri episodi che, se presi singolarmente, identificano El (yahwe) con altre divinità, a volte discendenti di En.Lil, ma altre volte discendenti di En.Ki.
Abbiamo già visto che l’atto della Creazione di Adamo avvenne ad opera di En.Ki (Satana), e questo è il primo degli episodi che collega questa divinità al Dio ebraico.
Oltre a questo episodio abbiamo visto anche il suo intervento nel salvare la vita a Noè in procinto del diluvio, ci sono però anche altri riferimenti che sembrano identificare En.Ki (Satana) come probabile candidato a vestire i panni di Yahweh/El.
Innanzitutto En.Ki era il più saggio degli Anunnaki, era colui che deteneva tutti i segreti della scienza, della medicina, dell’estrazione mineraria etc., e nonostante tutti gli dei avessero conoscenze in questi ambiti ed alcuni addirittura eccellessero in determinati campi per cui venivano adorati, era En.Ki il più grande depositario di conoscenze.
Il simbolo di En.Ki era il serpente, e val la pena ricordare che Yahweh trasformò per prodigio il bastone di Mosè proprio in un serpente.
Uno dei nomi che veniva dato a En.Lil era Ilu.Kur.Gal che trova il suo corrispondente nell’ebraico El Shaddai, Signore delle Montagne, ma esisteva anche un altro ‘Signore delle Montagne’ nel territorio mesopotamico, precisamente nella parte più a est.
Era il figlio minore di En.Lil conosciuto dai sumeri come Ish.Kur e dagli accadi come Adad e il suo regno era la parte nord dell’Asia Minore, dove svetta la catena del Tauro.
Il nome Ish.Kur è legato alle montagne dalla radice Kur, ma il sillabico Ish è sempre stato controverso infatti può essere fatto derivare da Isha (Signore) che dunque comporrebbe con Kur proprio quel titolo di ‘signore della montagna’ di cui stiamo trattando.
Ma la parola Ish veniva tradotta in accadico con Shaddu, ed è da questo termine che deriva l’ebraico Shaddai, inoltre alcuni passi dei salmi (135:7) e del libro di Giobbe si parla di Dio come di colui che chiama la pioggia e le nubi durante l’Esodo, e in altri punti della Bibbia si parla di Dio dicendo: <<“Al suono della sua voce rombano le acque, […] egli produce i fulmini e le nubi […] e libera i venti dalle loro riserve>>”.
Dio era quindi legato alle tempeste, e Ish.Kur era appunto il dio delle tempeste e in tali veste era adorato come Adad dagli accadi e come Teshub dagli ittiti e hurriti.
La conoscenza medica e scientifica di En.Ki (Satana) venne trasmessa ai suoi due figli prediletti: Marduk e Nin.Gish.Zid.Da i quali erano venerati in Egitto con i nomi di Ra e Thot.
Uno dei lati più controversi che la Bibbia assegna a Dio era la sua capacità di guarire infatti ci sono innumerevoli riferimenti a questo ‘dio guaritore’.
Nel libro di Geremia si legge: <<” Guariscimi o Signore ed io sarò guarito […]”>>, mentre in Salmi 103:1-3 si legge: <<” Anima mia benedici il Signore, […] egli guarisce tutte le mie malattie”>>. Yahwe inoltre guarisce Ezechia salvandolo da morte certa e gli dona oltre 10 anni di vita in più e riportava in vita i morti, come in una visione di Ezechiele.
Inoltre era un architetto eccezionale, dato che diede istruzioni dettagliate per la costruzione del Tempio di Gerusalemme perfino sugli orientamenti, sugli arredamenti, sui materiali da usare.
La divinità sumera che più corrisponde a tutti questi tratti è Nin.Gish.Zid.Da, infatti fu lui che in qualità di Thot (Dio egizio) accorse in aiuto di Iside quando Horus fu morsicato da uno scorpione velenoso, e fu lui il rinomato architetto che progettò il tempio di Nin.Ur.Ta a Nippur, fu lui che secondo gli egizi progettò le piramidi e che secondo i sumeri aiutò suo padre En.Ki (Satana) a rendere i primi Lu.Lu (Adam biblici) creati capaci di procreare.

armi-atomicheC’è un episodio della Bibbia, quello della distruzione di Sodoma e Gomorra, che analizzato in alcuni dettagli (più che nella storia completa) ci rimanda a un lungo testo sumero chiamato Epica di Erra.
Entrambi i racconti contengono elementi che hanno quasi del fantascientifico: piogge di fuoco e zolfo, un vento maligno che semina morte, divinità iraconde, la distruzione di una zona geografica ben identificabile.
Nel racconto della Bibbia la distruzione arriva su Sodoma e Gomorra, due città ‘corrotte allo sguardo di Dio’, mentre nell’Epica di Erra ad essere distrutte sono Sumer e la zona del Mar Morto.
Nel racconto biblico è Dio che distrugge queste città dopo averne constatato la corruzione, mentre nel testo sumero a condurre l’attacco sono si due divinità distinte, ma delle quali una in particolare si accanisce in maniera spietata, appunto il dio Erra, questo nome è uno degli epiteti di Ner.Gal, figlio di En.Ki e fratello di Marduk.
La distruzione avviene a causa del tentativo di Marduk (ancora una volta) e di suo figlio Nabu di prendere il controllo della zona di Babilonia e di Nippur ed è per questo che Nin.Ur.Ta e Ner.Gal, chiamati rispettivamente nell’epica Ishum (colui che brucia) ed Erra (colui che annienta), vengono autorizzati a usare le ‘sette armi del terrore’ contro le città conquistate da Nabu.
Nel racconto biblico è famoso il passaggio in cui si descrive la morte della moglie di Lot che, fermatasi ad assistere alla distruzione delle città, venne tramutata in una ‘statua di sale’.
Il termine esatto che viene utilizzato nello scritto ebraico è “Netsiv Melah”, ma se come è probabile questo racconto è un eco della Epica di Erra, scritto in sumero, si deve chiarire che il termine Melah deriva dal sumero Ni.Mur che significava sia ‘sale’ che ‘vapore’.
Nell’epica di Erra, il dio Ner.Gal conducendo l’ attacco dichiara che: <<“Le genti io farò scomparire […] le loro anime tramuterò in vapore”>> e il termine utilizzato è proprio Ni.Mur.
Queste molteplici possibilità di identificare El con varie divinità, si spiega con il fatto che tra l’epoca sumero-accadica e l’avvento del monoteismo ebraico ci sono comunque oltre 1000 anni di storia, e tra la civiltà sumera e la stesura della Bibbia ci son oltre 2000 anni. Durante questo arco di tempo la Mesopotamia fu frazionata in tanti regni, si succedettero tante dinastie di re, tanti popoli, ognuno dei quali venerava un particolare dio derivato dal pantheon sumero. Questa venerazione avveniva sistematicamente riconoscendo anche gli altri dei, “enoteismo” ma eleggendone uno a ‘divinità principale o nazionale’, ed è questa la chiave che ci porta a comprendere la ‘nascita di Yahweh”.
Due popoli, con le rispettive religioni, sono essenziali in questo cammino, sono Gli Ittiti e gli Assiri.
Gli Ittiti erano un popolo proveniente dai balcani e si stabilrono nell’Anatolia del sud nel II millennio a.C., una epoca successiva all’espandersi della civiltà sumera e alla nascita del primo regno di Babilonia.
La prima vera fase in cui gli Ittiti si diffusero coincide con la adozione della città di Hattusa come loro capitale, e venendo in contatto con le popolazioni circostanti, gli Ittiti adottarono un pantheon misto che si rifaceva in gran parte alle divinità dei sumeri.
Nei loro scritti sono menzionati Utu e Teshub assieme ad altre divinità di più difficile identificazione, ma Utu è ben identificabile nell’omonimo dio del sole sumero, e Teshub è altrettanto identificabile nella versione hurrita di Ish.Kur/Adad.
Fu con gli Ittiti che molti degli dei ‘giovani’ sumeri trovarono un nuovo nome e un loro culto, ed è interessante notare che di volta in volta questi ‘dei nazionali’ venivano venerati attribuendogli opere di altri dei.
In parallelo a questa azione però gli Ittiti furono i primi a distaccarsi dalle tradizioni mesopotamiche e creare una nuova religione basata sul culto dei morti e su un nuovo concetti di aldilà, e furono con loro che gli dei, da esseri in carne ed ossa che vivevano con il popolo, diventarono delle entità da venerare come ‘incarnazioni’ di concetti astratti
Gli Assiri invece erano un popolo che abitava la zona a nord-est della Mesopotamia, ai piedi dei monti Zagros, erano fortemente imparentati con i babilonesi ed erano un popolo molto combattivo le cui tracce ci arrivano già a cavallo del 1900 a.C. con l’ inizio del loro primo regno.
La religione Assira era una versione quasi speculare di quella babilonese del periodo in cui Marduk era dio nazionale di Babilonia, il cui corrispondente assiro era Ashur, un dio molto violento, che veniva rappresentato con gli attributi di precedenti divinità sumero-accadiche.
Aleyan-BaalLa figura di Ashur successivamente si evolvette nel Aleyan-Baal, arrivato a noi tramite i fenici, ma adorato precedentemente da tutti i popoli canaanei.
Questo Baal é il punto focale della trasformazione degli dei mesopotamici nella figura che poi nell’ebraismo fu adorata come El/yahweh difatti il Baal della mitologia canaanita è la prima figura che prende su di se gli attributi di tutte le principali divinità precedenti.
Se tutte queste divinità erano ricondotte al nome El, che potremmo pensare come un ‘nome collettivo’, serviva una figura che potesse permettere il ‘grande passo’ nell’azione di creazione di una unica figura che rispondesse a tutte le caratteristiche degli dei precedenti, ma che allo stesso tempo non fosse identificabile come una ben precisa divinità tra tutte queste.
L’unico candidato possibile era il figlio di Baal e della sua sorellastra Asherah, e si chiamava, stranamente, Jaw.
Questo nome era una radice che iniziò ad apparire in molti epiteti divini e cronologicamente parlando non si hanno testimonianze di questa radice prima del 1400 a.C., ed è bene evidenziare che è questo, il XV secolo a.C., il lasso di tempo in cui si svolge l’esodo e yahweh fa la sua prima comparsa.
Nel suo apparire a Mosè, quando egli gli chiede quale nome dovesse dare agli Israeliti, rispose con le famose parole: <<“Il dio dei vostri padri mi ha mandato[…]”>>, e continuando Mosè: <<“ma se essi mi diranno: Chi è questo Dio? Come si chiama? – Io cosa risponderò loro?”>>, e yahweh gli risponde con l’ enigmatica frase: <“Io sono colui che sono![…] dirai al tuo popolo: Ehyeh mi ha mandato da voi. Questo è il mio nome, con questo titolo sarò ricordato di generazione in generazione”>>.
Ci sono ben due cose da notare in questo passaggio: innanzitutto il Dio dice a Mosè che sarà ricordato con un titolo, facendo intendere che si tratti di un epiteto e non di un nome proprio, inoltre la prima frase ‘Io sono colui che sono’ nell’originale ebraico è “Ehyeh asher Ehyeh”, che grammaticalmente non è un presente ma un futuro, e il significato letterale è “Io sono chiunque sarò”.
Questa frase è la chiave che ‘taglia’ tutte le figure divine delle varie divinità di El, e crea la figura di yahwe come unico Dio che funge da summa di tutte le precedenti.
Questa rottura è ben resa anche dal passaggio in cui yahwe dice a Mosè: <<“Ad Abramo e Isacco mi presentai come El Shaddai […] ma il mio nome yahweh loro non conobbero”>>, dando un chiaro segno di un momento, l’ incontro con Mosè, in cui questo Dio cambia identità da El a yahweh.
La frase “Io sono chiunque sarò” suona come una imposizione che vieta una ben precisa identificazione e pone un muro che taglia con le figure passate, rafforzato da quel passaggio da El Shaddai (e quindi El) a Yahweh.
Con questa serie di frasi si apre quindi una nuova era religiosa, in cui una nuova divinità viene creata raggruppando tutte le possibili divinità sotto il nome di El e cambiandogli nome in Yahweh eliminando, con la stessa definizione del nome, ogni riferimento al passato.

FONTE ==> http://gizidda.altervista.org/down/LA-NASCITA-DI-JAHWE.pdf

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IL PLAGIO DI SODOMA E GOMORRA

IL PLAGIO DI SODOMA E GOMORRA

C’è un episodio della Bibbia, quello della distruzione di Sodoma e Gomorra, che analizzato in alcuni dettagli (più che nella storia completa) ci rimanda a un lungo testo sumero chiamato Epica di Erra.
Entrambi i racconti contengono elementi che hanno quasi del fantascientifico: piogge di fuoco e zolfo, un vento maligno che semina morte, divinità iraconde, la distruzione di una zona geografica ben identificabile.
Nel racconto della Bibbia la distruzione arriva su Sodoma e Gomorra, due città ‘corrotte allo sguardo di Dio’, mentre nell’Epica di Erra ad essere distrutte sono Sumer e la zona del Mar Morto e il Sinai.
Nel racconto biblico è Dio che distrugge queste città dopo averne constatato la corruzione, mentre nel testo sumero a condurre l’attacco sono si due divinità distinte, ma delle quali una in particolare si accanisce in maniera spietata, appunto il dio Erra, questo nome è uno degli epiteti di Nergal, figlio di Enki e fratello di Marduk.
La distruzione avviene a causa del tentativo di Marduk (ancora una volta) e di suo figlio Nabu di prendere il controllo della zona di Babilonia e di Nippur ed è per questo che Ninurta e Nergal, chiamati rispettivamente nell’epica Ishum (colui che brucia) ed Erra (colui che annienta), vengono autorizzati a usare le ‘sette armi del terrore’ contro le città conquistate da Nabu.

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IL PLAGIO DEL PADRE NOSTRO

IL PLAGIO DEL PADRE NOSTRO

IL “PADRE NOSTRO” è la preghiera più importante per la religione cristiana che Gesù diede ai suoi discepoli (?) e tutti sappiamo cosa recita. Ebbene siamo ancora una volta in Egitto dove fu rinvenuto il “Papiro di ANI” risalente alla XVIII dinastia (1530-1290a.c.) che recitava testuali parole: «Il Dio di questa Terra è il governante dell’orizzonte, è Dio per fare grande il suo nome, lo dedica all’adorazione del suo nome.
Data la sua esistenza di Dio, Egli negozierà per te, la sua somiglianza sta sulla Terra, a Dio è dato incenso e come alimento offerte quotidiane, Dio giudicherà il vero e l’onesto e perdonerà i nostri debitori, Vigila contro le cose che Dio disdegna, mi preserva dal male, Dio è il re dell’orizzonte, della potenza, e della gloria, Egli fa crescere chiunque lo faccia crescere, permettimi che sia domani come oggi. Amon. Amon. Amon.»
Sembrano evidenti le somiglianze, però andiamo oltre e diamo uno sguardo adesso alla “Lode ad Amon”, una preghiera sempre dell’antico Egitto che recita: «Oh Amon, Amon, che sei nei cieli……Padre di chi non ha madre. Quanto è dolce pronunciare il tuo nome.
Dacci come la gioia di vivere, il sapore del pane per il bimbo, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Tu che mi hai fatto vedere le tenebre, crea la luce per me. Fammi dono della tua grazia, fa che io veda te ininterrottamente! Amon»

Impressionante le similitudini e anche la parola “Amen” detta a fine preghiera, che molti pensano sia latina, in realtà è egizia e veniva usata come vocativo nelle preghiere al Dio Ra (il Dio del sole) noto anche come Amon o Amon-Ra.
Le evidenze ci sono ed è impressionante come poi venga attribuita un’esclusività ad una preghiera, il Padre Nostro, quando invece è stata semplicemente copiata e leggermente modificata da versioni precedenti di molti secoli e rivolte ad un altro Dio.

Ma anche mi faccio qualche domanda…
….e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori…..
…”debiti”??..”debitori”??….sembra quasi che parli di una Banca!
….e non ci indurre in tentazione……
“non ci indurre”??????….ma non è il “demonio” a indurci in tentazione???

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IL PLAGIO DELLA TORRE DI BABELE

Il plagio della Torre di Babele.

Anche questo racconto della Bibbia, seppur di poche righe, contiene una traccia utile a identificare la storia Sumera.
Nella Bibbia mentre Nimrod che con il suo popolo si è stanziato nella “Valle di Shinar”, costruisce una città con la torre, “Dio” dopo aver visto ciò che gli uomini avevano creato si rende conto che essi si erano totalmente civilizzati da pensare non più come un “popolo” o come tribù, e vede in questo un pericolo.
Il Signore prende quindi una decisione ed esorta altri non precisati dei a seguirlo (?): Gensi 11,7 Orsù, scendiamo e confondiamo quivi il loro linguaggio, sicché l’uno non capisca il parlare dell’altro!’
Subito dopo questa esortazione ci viene raccontato di come il Signore confuse le loro lingue, e scacciò gli uomini in varie zone della terra.

Il corrispondente racconto sumero racconta la medesima storia, ma qui il protagonista è Marduk che, dopo il suo esilio, insieme a suo figlio Nabu si dirige nelle terre di Canaan, dove raggruppa dei seguaci si avvia in Mesopotamia dove fonda una nuova città, Babilonia nella quale costruisce una grande torre a gradini (una Ziggurat). Fu allora che En.Lil, considerandolo un affronto al suo ruolo, decide di intervenire per scacciare Marduk, e lancia un appello a suo padre Anu e a Damkina, madre di Marduk, ma entrambi gli rifiutano il loro appoggio.
Infine Enlil insieme suo figlio Ninirta rade al suolo la città e disperse il popolo di Marduk.

Al di la quindi degli epiteti e dei nomi, abbiamo gli stessi elementi che identificano il racconto biblico con quello sumero; la costruzione di una città con la torre, l’appello di un (singolare) dio ad altri dei (Ninurta, Anu e Damkina), la distruzione della torre, e la dispersione del popolo in varie terre.

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IL PLAGIO DEL DILUVIO UNIVERSALE

Il plagio del Diluvio Universale.

La testimonianza di Grande Alluvione è onnipresente nel mondo antico con oltre 200 differenti citazioni in differenti periodi ed epoche, ad esempio la Leggenda di Gilgamesh risalente che parla di una Grande Alluvione ordinata da Dio, di un’arca che trasportava animali e perfino della liberazione e il ritorno di una colomba che corrispondono del tutto alla storia biblica.
Ma tuttavia, diversamente dalla Bibbia, la storia di Gilgamesh è sempre stata considerata una leggenda.

Nel racconto biblico Dio decide di sterminare gli uomini a causa della loro ‘corruzione morale’ e decide di mandare un diluvio che avrebbe distrutto ogni forma di vita e simbolicamente lavato il peccato dal mondo, però improvvisamente leggiamo che ‘Noè trovò grazia nel suo cuore perché era un uomo giusto’.
Quindi Dio cambia idea, va da Noè e gli dà istruzioni per costruire una barca nella quale dovrà salire con la famiglia e stipare provviste, animali e vegetali per poter far ripartire la vita dopo la catastrofe.
Il racconto sumero però è molto più dettagliato e ci dice che è En.Lil che decide di distruggere i discendenti di Adamo a causa del loro proliferare: “Le loro voci mi arrecano fastidio, il loro accoppiarsi mi toglie il sonno, […]
Nel racconto sumero però troviamo una differenza significativa infatti mentre nella Genesi è Dio a cambiare idea all’ultimo momento e decidere di salvare Noè e la famiglia, nel corrispondente passaggio sumero è En.Ki (Satana) a voler salvare Ziusutra (Noè), dirigendosi fuori dalla sua casa e facendo finta di parlare a un paravento di canne (in modo che comunque Ziusutra potesse sentirlo), perché En.Lil (Yahwe) aveva fatto giurare agli altri dei di non rivelare la sua intenzione.

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IL PLAGIO DELL’EDEN

Il Plagio dell’Eden e del Paradiso Terrestre.

Secondo i Testi Sumerici quando gli Anunnaki arrivarono sulla terra costruirono un “giardino” che chiamarono E.Din “la casa dei giusti”, dove piantarono ogni sorta di piante e alberi da frutto, e in Genesi 2,8-9 troviamo scritto che “l’Eterno Iddio piantò un giardino in Eden, in “oriente”, …e fece spuntare dal suolo ogni sorta d’alberi piacevoli a vedersi e il cui frutto era buono da mangiare…

EDENLa Bibbia ci parla di “Oriente”, il che è esatto dato che la regione di cui sta parlando è proprio la Mesopotamia, e questo si evince poco più avanti quando descrive i 4 fiumi: Genesi 2,10-11-13-14 “E un fiume usciva d’Eden per adacquare il giardino, e di là si spartiva in quattro bracci… Il nome del primo è Pishon,… Il nome del secondo fiume è Ghihon,… Il nome del terzo fiume è Hiddekel, ed è quello che scorre a oriente dell’Assiria. E il quarto fiume è l’Eufrate.”
Le generazioni che vissero in epoca biblica sapevano bene dove si trovasse questo “giardino”, ovvero in una terra in cui scorrevano quattro grandi fiumi, tra i quali il Tigri e l’Eufrate.
Non vi è alcun dubbio quindi che il Libro della Genesi lo collocasse proprio sugli altipiani da cui nascevano questi fiumi, ossia nel nord-est della Mesopotamia.

Possiamo quindi asserire che gli Anunnaki/Elohim siano stati i fondatori del giardino dell’Eden, Bibbia e scienza dunque, sono in perfetto accordo, manca solo l’ufficializzazione.
Lo stesso Vaticano sta intensificando le sue attività in tale direzione per prepararsi a gestire il momento in cui la possibile verità non potrà più essere nascosta.

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IL PLAGIO DELLA CREAZIONE DELLA TERRA

IL PLAGIO DELLA CREAZIONE DELLA TERRA

“Nel principio Iddio creò i cieli e la terra”

Il primo plagio che riscontriamo nella Bibbia è in Genesi 1, dove viene descritta la creazione dei Cieli e della Terra.

Uno testi Sumerici, racconta di come, il Dio Ea (Enki), i primi giorni organizzò il luogo dell’atterraggio.
Con il suo “Carro” (astronave) ammarò nelle aque del Golfo Persico, e con la sua muta si tuffò nella palude per raggiungere la riva. Come si evince già dai primi versetti biblici la similitudine è molto chiara: Genesi 1,2 “E la terra era informe e vuota, …e lo spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque.”
Il 2′ giorno Ea esamina le acque, e valuta come poter procurasi acqua da bere. Nomina dei suoi sottoposti affinche costruissero argini e e fossati così da poter raccogliere e separare le acque salate da quelle dolci.
Anche il Dio biblico si adopera in questa operazione: Genesi 1,6-7 “Poi Dio disse: ‘Ci sia una distesa tra le acque, che separi le acque dalle acque’….E Dio fece la distesa e separò le acque ch’erano sotto la distesa, dalle acque ch’erano sopra la distesa….Così fu sera, poi fu mattina: e fu il secondo giorno.”
Il mattino dopo Ea esaminò tutto ciò che cresceva nell’E.din, e affidò il compito di procurare il cibo da piante e alberi ad un’altro suo sottoposto. Genesi 1,11-12-13 Poi Dio disse: ‘Produca la terra della verdura, dell’erbe che faccian seme e degli alberi fruttiferi…Così fu sera, poi fu mattina: e fu il 3′ giorno.
Per il 4′ giorni i racconti si discostano completamente, poichè le tavolette sumere ci dicono di come Ea ordina di costruire delle dimore per l’accampamento, mentre nel testo biblico viene raffigurata la creazione del sole, della luna e delle stelle. Qui per gli autori biblici, in effetti, era parecchio difficile trascrivere il fatto, poichè “Dio” non aveva ancora “creato” l’uomo.
Il quinto giorno vengono esaminati pesci e uccelli; vennero create barriere per separare i pesci buoni da quelli cattivi e costruite gabbie per distinguere i volatili commestibili da quelli immangiabili.
Gensi 1,21/23 E Dio creò i grandi animali acquatici… secondo la loro specie, ed ogni volatile secondo la sua specie. E Dio vide che questo era buono. Così fu sera, poi fu mattina: e fu il quinto giorno.
Il sesto giorno Ea si occupò di distinguere le varie specie di animali, da quelle che strisciano e quelle che camminano, e accortosi delle belve più feroci ordinò che l’accampamento fosse finito in fretta e che fosse circondato da uno steccato per protezione.
Anche stavolta la Bibbia ci dice che Dio ha creato gli animali: Genesi 1,24/31 “Poi Dio disse: ‘Produca la terra animali viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali salvatici della terra, secondo la loro specie’.” ma ancora una volta viene omessa la vicenda dell’accampamento, e in compenso i “traduttori” aggiungono, e anticipano, la vicenda della “crezione” di Adamo.
Infine l’ultimo giorno, il settimo, Dio finito di compiere l’opera, si riposa, Genesi 2, 2-3 “Il settimo giorno, Iddio compì l’opera che aveva fatta, e si riposò il settimo giorno….E Dio benedisse il settimo giorno e lo santificò, perché in esso si riposò da tutta l’opera che aveva creata e fatta.”
Questo è l’ennesimo scopiazzamento della Bibbia, poichè in questo giorno gli eroi Anunnaki si riuniscono nell’accampamento che verrà chiamato Eridu, ed Ea dichiara che ogni 7 giorni tutti dovranno riposare.

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ERE ZODIACALI NELLA BIBBIA

ERE ZODIACALI NELLA BIBBIA

La Bibbia, come già detto, è uno dei tanti libri di storia che racconta le vicende accadute ad un popolo nell’antichità e dovrebbe essere letta per com’è, senza interpretazioni o metafore come ci impone tutt’oggi la chiesa.

Tra le molte “metafore” (come ci dice la chiesa, ma che mai ci spiega) che riscontriamo in questo Testo “Sacro”, una molto importante riguarda l’astrologia, e più precisamente si riferisce alle ERE, ossia la suddivisione dell’età del mondo su base zodiacale, resa possibile dal fenomeno astronomico della precessione degli equinozi.
Secondo Charles Dupuis, un erudito illuminista, e molti altri studiosi, i riferimenti a questo argomento sono numerosi, e affermano inoltre che nella Bibbia sarebbero delineate le transizioni fra quattro ere.
La curiosità è che “per coincidenza”, anche altre culture parlano di ERE, come quella Sumera che racconta di Tempi e di Domini, ad ogni Era, un “Dio” dominava. Ad Enlil, capo degli Anunnaki apparteneva la costellazione del Toro, a Marduk quella dell’ Ariete, a Inanna la Vergine e così via.
Nella Bibbia la Prima Era che riscontriamo è quella del Toro e la troviamo in Esodo 32, quando gli Israeliti venerano un falso idolo, il vitello d’oro, e questo Totem bovino in effetti rappresenta Taurus, ossia il Toro (3400-2150 a.c.), mentre Mosè rappresenta la nuova Era di Aries, l’Ariete (2150 a.c. – 1 d.c.) e questa è la ragione per cui gli Ebrei ancora oggi suonano il corno di Ariete.
Mosè rappresenta la nuova era e con la nuova era tutti devono abbandonare quella vecchia, e Gesù quindi è la figura che introduce l’era successiva a quella di Mosè (Aries): l’Era dei Pesci (1-2150 d.c.).
Il Pesce è un simbolismo molto comune nel Nuovo Testamento, essendo Gesù conosciuto come il Grande Pescatore che ha sfamato 5000 persone con pane e due pesci (Matteo 14:17); inoltre la Mitra (cappello) del Papa è incontrovertibilmente una testa di pesce che rappresenta quindi l’Era dei Pesci di jesus lives2Gesù; e credo che tutti conosciamo il simbolo del pesce “Jesus Lives” ma pochi sanno realmente cosa significa veramente, esso è un simbolo astrologico pagano per il Regno del Sole durante l’Era dei Pesci.
In Luca (22:10), quando i discepoli chiedono a Gesù dove si preparerà la Pasqua dopo la sua morte, Gesù replicò:” Appena entrati in città, vi verrà incontro in uomo che porta una brocca d’acqua. Seguitelo nella casa dove entrerà.”
Questa scrittura è di gran lunga uno fra i più significativi riferimenti astrologici della Bibbia, l’uomo che porta la brocca d’acqua è l’Acquario che è sempre rappresentato come un uomo che versa acqua da una brocca.
Esso rappresenta l’era dopo i Pesci, e quando il Sole, il “Dio Sole”, lascerà l’era dei Pesci (Gesù) entrerà nella Casa (Era) dell’Acquario (2150-4300 d.c.), dato che Acquario segue i Pesci nella Precessione degli Equinozi.
Gesù sta solo dicendo ai suoi discepoli che dopo l’Era dei Pesci, arriverà l’Era dell’Acquario, quindi nessuna fine dei tempi o fine del mondo, perchè in Matteo (28:20) dove Gesù disse: “Io sarò con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”, la traduzione della parola “mondo” è errata, (assieme a molti altri errori di traduzione che ritroviamo nella Bibbia), o meglio è stata sostituita, in quanto la parola originale del versetto è “AEON”, che significa “ERA” pertanto: “Io sarò con voi fino alla fine dell’era”, è solamente la personificazione dell’Era dei Pesci in Gesù-Sole che terminerà quando il Sole entrerà nell’Era dell’Acquario e quindi l’intero concetto di fine dei tempi e di fine del mondo è un errore di interpretazione.

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LA RELIGIONE E IL CULTO DEL SOLE

LA RELIGIONE E IL CULTO DEL SOLE

Uno dei vari argomenti che accomuna la nascita delle Religioni è il “Sole”.

In seguito al Diluvio Universale (10.000 a.c.) tutti i popoli del mondo hanno iniziato a venerare e adorare questo lucente oggetto del cielo per il semplice fatto che ogni giorno il sole sorge, illumina e riscalda e quindi “porta la vita”; ed è da questo “Potere di dare la Vita” che si crea l’appellativo di “salvatore” o “Creatore” e quindi accomunato a “Dio”.
Insieme allo studio delle stelle, della luna e dei pianeti, l’evoluzione del Sole viene ordinato e registrato dando così vita alle più antiche raffigurazioni della storia umana, le Costellazioni; queste sono state antropomorfizzate, ovvero personificate come persone o animali, reali o fantastici, che si manifestano in quel preciso periodi dell’anno, come ad esempio L’Aquario, che è l’uomo che versa l’acqua, e che pertanto porta le piogge di primavera. Da qui infatti l’etimologia del nome che deriva dal greco ζῳδιακός, “zōdiakòs”, parola a sua volta composta da ζῷον,zòon, “animale, essere vivente” e ὁδός, hodòs, “strada, percorso”.
Le Costellazioni saranno quindi raggruppati in quella che noi oggi chiamiamo “Croce dello Zodiaco”.
La croce dello Zodiaco quindi, rappresenta il viaggio del sole che attraversa le 12 costellazioni, oltre che a rappresentare i 12 mesi dell’anno, le 4 stagioni, i solstizi e gli equinozi.

Come già detto, tutte le Religioni del mondo, quasi contemporaneamente, hanno iniziato a venerare e antropomorfizzare la figura del “Dio Sole”, e questo è abbastanza strano, ma ancor più irreale è il fatto che, nononstante i nomi diversi, tutte queste culture gli abbiano attribuito caratteristiche e sopratutto “immagini” quasi del tutto identiche, in quanto queste divinità solari sembrano avere tutte la stessa struttura mitologica generale.

In Egitto abbiamo prima Iside, poi Horus col simbolo del Sole Alato; in seguito verrà venerato Ra; in Africa la Tribù dei Munsh considera il Sole figlio dell’essere supremo Awondo, la tribù dei Barotse invece crede che il Sole sia abitato dalla divinità del cielo Nyambi. Nella mitologia azteca abbiamo Tonatiuh (Nahuatl: Ollin Tonatiuh, “Movimento del Sole”), mentre in quella Inca c’è Inti, nei Veda Sanscriti degli Indù invece moltissimi inni sono dedicati a Surya/Mitra la personificazione del Sole, i Buddisti adorano la Dea Marici, mentre gli Giapponesi venerano Amaterasu, primordiale dea del sole. Nella Mesopotamia Accadica c’era Utu/ Shamash, mentre nella religione Cananea c’era Shapash, la dea del sole; e così via per il resto del mondo e dei millenni.


chiesa e sole pagano2Inoltre, questo “Emblema dello Zodiaco”, che rappresenta graficamente i movimenti del sole, viene adottato dai Pagani come simbolo spirituale, “una Croce con al centro un cerchio”; possiamo dire quindi che è tutto fuorchè cristiano, poichè è antecedente ad esso.

Ma la Cristianità se nè appropriata quasi subito associandolo a Gesù raffigurandolo nell’arte sacra sempre con la sua testa nella Croce, giustificandosi in quanto Gesù è il Sole, il Sole di Dio, la Luce del Mondo, il Salvatore Risorto che ritornerà ancora, come ritorna ogni giorno il Sole e può essere visto “arrivare dalle nuvole”, “lassù in cielo” (Giovanni 3:13), con la sua “corona di spine” o raggi solari (Giovanni 19:5).

Tutte queste strane somiglianze sono sempre state giustificate dalla Chiesa come opera del demonio per sviare i cristiani dalla vera fede, ma se tutte queste divinità sono antecedenti alla nascita di Gesù, chi e su cosa voleva sviare il demonio se la venuta di Cristo non era stata ancora predette e quindi il Cristianesimo non era ancora nato?
Forse prima di studiare teologia si dovrebbe studiare un pò di storia delle religioni.

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I racconti Bibblici non sono altro che copie dei racconti Mesopotamici

I racconti Bibblici non sono altro che copie dei racconti Mesopotamici.

I Testi Sumerici sono gli scritti tra i più antichi del pianeta e quindi molto più precedenti di quelli Bibblici, e come tali i racconti Bibblici non sono altro che copie dei racconti mesopotamici.
Anche se la civiltà Sumera si è ormai estinta da migliaia di anni, la Religione Mesopotamica sopravvive tutt’oggi influenzando le varie religioni più o meno moderne.

La Genesi e gran parte del materiale contenuto nella Bibbia non sono altro che passaggi di eventi immortalati su tavolette di argilla precedentemente dai Sumeri, e questa cosa è ormai nota a tutti.
La religione ebraica, nata dal culto del dio Enlil e della sua stirpe, è giunta a noi come religione monoteista e ha spianato la strada per il cristianesimo e l’islamismo, ma nella sua fase iniziale l’ebraismo non conosceva una singola divinità.
A questo punto è bene tenere presente che essendo l’ebraismo nato dalla devozione a En.Lil, è a lui che vengono attribuiti tutti gli eventi e le azioni principali e ‘positivi’ per la civiltà ebraica, a lui e alla sua progenie.

Storie e azioni, coerenti con i più vecchi antichi miti mesopotamici, le possiamo riscontrare nel Giudaismo, nel Cristianesimo, nell’ Islam ecc… in particolarmodo nella Creazione, nel Giardino dell’Eden, nel Diluvio Universale, nella Torre di Babele, e in personaggi biblici come Nimrod con Marduk (Dio Sumerico; Ra per gli Egiziani) o Mosè con Sargon di Akkad; per non parlare dei 10 Comandamenti che rispecchiano antichi codici legali assiro-babilonesi.

Ma vediamo alcuni esempi.

testi sumero-biblici

Quindi mi chiedo..come mai i racconti delle prime civiltà umane sono solo dei “Miti” mentre le storie raccontate (ricopiate e rivedute) della Bibbia sono le sole “Verità” “ispirate da Dio”??

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LA BIBBIA, Dubbi e Domande

LA BIBBIA, Dubbi e Domande

BIBBIA

La BIBBIA è un testo tramandato di generazione in generazione e il punto di riferimento è il cosiddetto Codice di Leningrado dei Masoreti, che sono i custodi della tradizione, dal quale derivano tutte le bibbie così come noi le conosciamo.

Secondo la religione cattolica il vecchio testamento è composto da 46 libri, “libri ispirati da Dio” e che “dobbiamo ritenere veri”, mentre secondo l’ebraismo i libri da ritenere attendibili sono soltanto 39.
Secondo la comunità cristiana-copta invece sono veri dei libri, che sia per il cristianesimo sia per l’ebraico sono falsi, come ad esempio il libro di Enoch.
Nelle nostre bibbie odierne sono citati ben 11 libri; libri che gli antichi autori biblici conoscevano e menzionavano e quindi ritenevano attendibili perché ispirati da Dio, ma che oggi sono scomparsi dalle Bibbie attuali. Questo perché nel corso della storia chi aveva in mano il potere di decidere della bibbia, decideva in base al momento storico quali erano le verità che dovevano essere conosciute e quindi di veicolare le masse verso una verità piuttosto che un’altra.
Ma allora se tutta la bibbia è ispirata da Dio quali sono i libri da ritenere attendibili? Perché non tutti i libri sono ritenuti veri? Chi decide quali sono i libri veri e quelli falsi?

Svelare la Bibbia è stato un esercizio secolare, e la maggior parte delle religioni e delle filosofie, che stanno ancora cercando queste verità assolute, hanno dato vita a incongruenze e contraddizioni tanto da rendere difficile la sua comprensione.
Ma chiunque abbia studiato la storia da vicino si rende conto che ogni vicenda viene inclinata a vantaggio degli autori stessi, e in questo caso gli eruditi Biblici l’hanno offuscata col mistero, abbandonandosi in spiegazioni utopistici tanto da imbambolare e spaventare l’umanità.

Quindi la Bibbia è realmente la Parola di Dio che non contiene errori di sorta?? In altre parole, la Bibbia è l’infallibile?

La chiesa ribadisce che la Bibbia va compresa, che quando leggiamo un versetto questo dev’essere interpretato, insomma quando dice una cosa ne intende dirne un’altra.
Ma se non fosse proprio così?? E se prendessimo atto che quando la Bibbia dice una cosa, sta esattamente dicendo quella cosa??!!

Così facendo possiamo scoprire cose molto interessanti, come ad esempio la cosa più semplice, ossia che la Bibbia è uno dei tanti libri di storia scritti nell’antichità, inoltre scopriremmo che quando ci parla di Elohim non si riferisce ai “Giudici”, agli “Idoli di Pietra” ecc.., ma semplicemente ad una molteplicità di individui dotati di un corpo materiale che camminavano, mangiavano, si riposavano e si lavavano come tutti; ma sopratutto quando ci racconta del “Dio Unico” o ” Signore Iddio” “JAHWEH”, non siamo di fronte “Alla Divinità Trascendentale” che ci hanno sempre fanno credere, ma egli è solamente uno degli Elohim fatti di carne ed ossa.
Di esso infatti, anche durante le messe, vengono letti dei passi in cui viene definito come” il Signore degli eserciti” … ma la gente deve interpretare, e quindi sorvola come se nulla fosse!!

Ma l’abbiamo mai davvero interpretata la Bibbia?? O meglio..l’abbiamo mai letta sul serio??

Si sa che la BIBBIA è il libro più venduto al mondo, ma è anche un dato di fatto che essa sia il testo meno letto dalla società, e per meno letto si intende il non limitarsi alla meccanica lettura dei Salmi durante la Messa.
Nessuno di noi ha mai avuto la necessità di leggerla poichè l’educazione religiosa a noi impartita, a scuola o in chiesa, è ricca di narrazioni colorite, e quindi quasi nessuno si è mai preso la briga di verificare ciò che ci è sempre stato raccontato in maniera così pittoresca e allegorica; e se poi aggiungiamo anche la cinematografia che ha contribuito ad arricchire la “nostra” conoscenza del testo biblico, non si vede effettivamente il perché si dovrebbe leggere ciò che si conosce così “bene” generando, in questo modo, in ognuno di noi l’errata convinzione di conoscere la materia senza alcuna ombra di dubbio.

Se riflettiamo, di interrogativi ce ne sono parecchi!

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ENLILITI ed ENKILITI

ENLILITI ed ENKILITI

Gli Anunnaki aveva due fazioni in lotta tra di loro sul futuro dell’umanità. (Questo è stato codificato nei libri come il Giardino dell’Eden) :

Gli ENKILITI (seguaci di Enki) principalmente scienziati, coordinatori delle attività delle missioni quali genetisti, architetti, fisici, chimici, genetisti, ingegneri, simboleggiati dal caduceo dove possiamo distinguere il cerchio alato simboleggiante Nibiru accompagnato dalla doppia elica del DNA idealizzato da due serpenti, attraverso il quale è stato creato l’homo sapiens. Il simbolo del caduceo è utilizzato ancora oggi in ambito scientifico in particolare in medicina.

caduceo ENLILITI ed ENKILITIIl Caduceo, simbolo Enkilita (si notino i serpenti avvinghiati come il DNA)

Il retaggio della spiritualità Enkilita, necessaria a uno sviluppo sostenibile del genere umano in armonia con le risorse e le capacità del pianeta terra, è riscontrabile nelle tradizioni mistiche e spirituali di alcune culture misteriche e correnti esoteriche attuali (new age, nativi americani, tradizioni orientali,…)

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Sull’altro fronte abbiamo gli ENLILITI (seguaci di Enlil), appartenenti alla famiglia reale, principalmente soldati, generali, preposti al controllo delle attività della missione e a garanzia del raggiungimento degli obiettivi del governo Annunako presieduto da Anu.

ENLIL ENLILITI ed ENKILITIIl cerchio alato, simbolo della famiglia reale Anunnaka presieduta da Enlil

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Vi erano nella missione terra anche gli IGIGI (coloro che vedono e osservano), ovvero gli Annunaki preposti al lavoro in miniera, nelle fabbriche o nei campi agricoli. Gli Igigi sono anche i preposti agli spazioporti di Nazca, Baalbek, Isola di Pasqua e alle basi spaziali di Luna e Marte. In particolar modo da Marte, approfittando della ridotta gravità, partivano i razzi diretti verso Nibiru.
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Dopo la creazione dell’Uomo i lavori più pesanti vengono assegnati a quest’ultimo consentendo agli Igigi di concentrarsi sulle mansioni con maggiore valore aggiunto ottenendo così maggiore efficienza ed efficacia nel conseguimento degli obiettivi della Missione Terra Annunaka.

Gli Igigi allora si dividono tra Enkiliti ed Enliliti in egual misura a seconda della loro personale visione politica.

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Il problema della gestione del genere umano da parte Enkilita ed Enlilita.

Se è vero che Enki e i suoi scienziati e seguaci hanno risolto forse il più grave problema che stava per compromettere l’intera missione, è altresì vero che l’inserimento della nuova specie animale (Homo Sapiens) nell’ecosistema terrestre, circa 300.000 anni fa, comportava tutta una serie di nuove problematiche di gestione degli stessi.

Il dualismo tra Enkiliti ed Enliliti si accentua nel momento in cui gli Enkiliti contravvenendo al volere di Enlil, il quale rimaneva comunque il capo di tutta la missione e vicario di An, suo padre, con il conferimento all’uomo della capacità di procreare, fatto impossibile per le specie ibride. Ciò fu fatto per il semplice motivo che in questo modo si potevano ottenere numerosi nuovi lavoratori naturalmente, senza dover continuare al ricorso all’ingegneria genetica, costosa e poco efficiente. Rappresentava anche una necessità, considerando il ridotto ciclo vitale dei Sapiens.

Enlil e i suoi soldati percepivano invece una serie di grossi rischi che portarono alla cacciata dell’Uomo dai campi di Eden:
-Enlil non voleva gli esseri umani erano uguali a loro.
– la possibilità che Enki costituisse un esercito di Sapiens antagonista agli Enliliti per prendere il potere;
– l’incapacità dei sapiens di autogestirsi e il pericolo che questo comportava per il pianeta e le sue risorse (è importante notare come la Terra essendo un pianeta particolarmente adatto alla vita, viene tenuto in grande considerazione dagli Annunaki e non solo);
– la possibilità che i Sapiens, aumentati di numero possano un giorno ribellarsi al potere Annunako.

– Enki, invece, era favorevole a consentire agli umani un auto-dominio, il rispetto e l’uguaglianza, al fine di garantire ogni beneficio alla loro discendenza.
Gli Enkiliti, infatti, ritengono che gli uomini, se debitamente istruiti, possano diventare una risorsa importante per gli Annunaki e auspicano un futuro nel quale saranno proprio gli uomini a governare il pianeta in armonia con la natura e il proprio spirito sfruttando quelle capacità cerebrali insite nel DNA ibrido Homo-Annunaki. Certamente questo percorso prevede una ‘guida’ evolutiva di lungo periodo (decine di migliaia di anni) che però gli Annunaki Enkiliti desiderano voler percorrere.

Lo scontro tra le due fazioni e la rottura definitiva avviene verso la fine della missione Annunaka quando elementi Enkiliti si uniscono fisicamente con elementi Sapiens generando quelli che la tradizione biblica e cabalistica ebraica definisce come Nephilim, Giganti, Figli di Anak, ovvero i semi-dei, uomini famosi (così come la Bibbia stessa li descrive) che verranno utilizzati dagli Enkiliti per guidare l’evoluzione del genere umano trasferendo ad essi determinate conoscenze descritte nei miti di Lucifero, Prometeo e in generale di tutti quegli dei o semi-dei che portano luce (o fuoco) all’uomo conferendogli determinate particolari conoscenze.

Gli Enliliti non possono accettare ciò, ma non fanno in tempo a procedere altrimenti, poiché la morte di Anu e il concomitante passaggio di Nibiru, mettono fine alla missione Annunaka circa 100.000 anni fa.
Enki allora, approfittando della situazione, nonostante la decisione di Enlil di dichiarare conclusa la Missione e di ricondurre tutti gli Annunaki verso Nemesis, decide di rimanere sulla Terra avviando il suo sogno di condurre l’uomo a un livello evolutivo pari a quello dei creatori Annunaki. Enlil è contrario ma non può scatenare una guerra contro il fratello in una situazione particolare come quella che il popolo Annunako sta vivendo dopo la morte del sovrano Anu e pertanto concede a Enki questa libertà lasciando sul pianeta un avamposto con il compito di controllare l’operato di Enki, gli IGIGI; quegli stessi IGIGI celebrati dai Mohai sull’isola di Pasqua.
La permanenza di Enki e della sua fazione a partire da 100.000 anni fa darà il via a ciò che i miti ricordano come l’età dell’oro…
Questo dualismo, chiaro nelle religioni sumero-assiro-babilonesi, viene decisamente meno nella tradizione giudaico-cristiana, condizionata dalla cattività babilonese.

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In seguito al Diluvio Universale Enlil vide che nemmeno questa grande catastrofe fu in grado di estinguere l’uomo, e comprese la tenacia che questi possiedono e di conseguenza decise di concedere all’uomo la sovranità sul pianeta e vedere cosa succede.
La narrazione biblica in particolare si conclude con il dialogo tra Dio e Noè e i suoi figli con lui, dicendo:

(Genesi 9:8-11)
«Quanto a me, ecco, stabilisco il mio patto con voi, con i vostri discendenti dopo di voi e con tutti gli esseri viventi che sono con voi: uccelli, bestiame e tutti gli animali della terra con voi; da tutti quelli che sono usciti dall’arca, a tutti gli animali della terra. Io stabilisco il mio patto con voi; nessun essere vivente sarà più sterminato dalle acque del diluvio e non ci sarà più diluvio per distruggere la terra».

Il patto menzionato nel versetto biblico corrisponde al patto di tregua tra Enliliti ed Enkiliti dove i primi concedono all’umanità il pianeta Terra per un limitato periodo di tempo la cui scadenza è prevista in ciò che noi conosciamo come “Giudizio Universale”; agli Enkiliti è concesso di iniziare il genere umano alla civiltà nei luoghi che hanno resistito alla furia del diluvio.
L’accordo prevede:
– il divieto assoluto di conferire tecnologie Annunaki troppo evolute al fine di garantire armonia nello sviluppo della civiltà umana e evitare i potenziali rischi di un utilizzo spropositato.
– il divieto assoluto di perseguire unioni miste Annunaki-Umani
– e la riduzione graduale dell’intervento Annunako Enkilita nello sviluppo umano.
– infine il ruolo dell’avamposto Enlilita di controllo viene preso dagli uomini sumeri di Ur la cui discendenza diventerà, a partire da Abramo, gli Ebrei.

Se l’uomo si dimostrerà degno allora verrà concessa definitivamente la sovranità sul pianeta, in caso contrario verranno distrutti e nemmeno Enki questa volta potrà intervenire per salvarli; questo è quanto narrato nell’Apocalisse di Giovanni relativamente agli eventi dell’ultimo giorno e al Giudizio Universale, e viente rammentato dallo stesso Gesù Cristo anche nei vangeli gnostici.

Gli Enkiliti hanno tempo circa 3.600 anni, equivalenti a un’orbita di Nibiru, per portare a compimento la ‘Rinascita’ del genere umano (periodo post-diluviano), dopo di che anche gli Enkiliti torneranno su Nibiru e in patria, lasciando il pianeta in attesa del ‘Giudizio’ sugli uomini.

ANUNNAKI

ANUNNAKI

Il termine Anunnaki significa “coloro che dal cielo scesero sulla terra“;

Anunnaki1
I signori provenienti da Nibiru, hanno avuto un ruolo importante nella veloce evoluzione della civiltà umana; e sarebbero scesi sulla Terra per sfruttare le risorse minerarie del nostro pianeta.

Anunnaki per i Sumeri – Nephilim per i versi della Bibbia – Neteru li chiamarono gli Egiziani – e Signori delle Stelle per il Mesoamerica.

 – Nella mitologia sumerica il termine Anunna, poi reso in akkadico come Anunnaki/Anunnaku, indica l’insieme degli dèi sumeri, e più tardi assiro-babilonesi.
Nelle cronache giornaliere, compilate dai Sumeri, con abbondanti particolari, gli Anunnaki venivano spesso menzionati mediante un altro epiteto, i Din.Gir. letteralmente ” I Puri dei razzi fiammeggianti“,

– Nella bibbia ebraica invece trovano riscontro negli equivalenti “NEPHILIM” (termine il cui significato è “coloro che sono stati buttati giù”)

– La bibbia italiana gli Annunaki vengono descritti come giganti nei miti dei nostri antenati;
cita in Genesi, cap.6, vers.1, i “famosi eroi giganti”, nati da un incrocio tra le figlie degli uomini e i figli di dio; “Numeri 13,33 e Deuteronomio 9,2 addirittura si citano i figli di Anak, della razza dei giganti.

I vertici di questo popolo presiedeva un’assemblea, composta dai 7 dei supremi; ne facevano parte: i 4 principali Creatori, AN ( il dio del cielo),ENLIL ed ENKI ( figli di AN), e NINHURSAG; con l’aggiunta di INANNA, UTU e NANNA.
Inoltre vi erano 50 dei minori, detti IGIGI.

La monarchia di allora era basata su un concetto matematico di Ereditarieta’ Esagesimale :
Anu aveva il rango di 60
ENLIL ( figlio successore non primogenito ) avevea il rango di 50
ENKI ( primogenito ) fu’ declassato al rango di 40 ( non si conoscono le ragioni)

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Si racconta anche che spesso indossavano maschere e abiti strani e possedevano alcune abilità sorprendenti. Avevano lati buoni e anche alcuni lati davvero terribili, ed erano dotati di una tecnologia incomprensibile per l’essere umano di quel tempo.
Secondo il Libro di Enoch, il popolo Anunnako aveva dei tratti fisici ben precisi; erano molto alti con corporatura talmente imponente da terrorizzare i piccoli umani che vi avevano contatto, e avevano la pelle color del latte quindi bianca. I loro visi splendevano come il sole e i loro occhi chiari/azzurri come lampade. I loro piedi erano purpurei e le loro mani più bianche della neve. Capelli molto chiari dal biondo al rossiccio e la testa probabilmente allungata.

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Secondo alcune teorie e ipotesi, La civilità Annunaka si sviluppò a partire da milioni di anni fa sul pianeta Annunakia, un pianeta orbitante attorno alla nana bruna Nemesis orbitante a sua volta a 300-400 UA; unità di misura pari a circa la distanza media tra il pianeta Terra e il Sole (circa 150 milioni di km) dal Sole.

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A partire da 10 milioni di anni fa, quando gli ANUNNAKI avessero già un grado tecnologico sufficiente da costituire sul proprio pianeta delle colonie autosufficienti ed autosostenibili. Iniziarono a esplorare i pianeti orbitanti attorno a Nemesis colonizzando quelli adatti alla vita (NIBIRU fu già 600.000 anni fa), e sfruttando le risorse degli altri (Sedna ed Hercobulus a partire da 200.000 anni fa).
Ma per consentire meglio il sostentamento della vita su NIBIRU, (450.000 anni fa) dato che andava lentamente estinguendosi a causa dell’erosione dell’atmosfera del pianeta, gli Annunaki hanno avuto bisogno di molte più risorse naturali quali oro, uranio e altri minerali, oltre che del prezioso elio-3.
E così, sfuttando le orbite di questi ultimi pianeti più esterni, e utilizzandoli come “Astronavi Generazionali”, gli ANUNNAKI riuscirono a raggiungere il nostro sistema solare.

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In un tempo, che per comodità definiremo pre-diluviano e che abbraccia un arco temporale che va da 500.000 anni fa a 100.000 anni fa, quando il pianeta Nibiru giunse nel punto della sua orbita più vicino alla Terra, questi esseri ancestrali misero piede su KI (Terra), colonizzandola alla ricerca di un materiale molto prezioso, l’oro, che doveva servire per rigenerare l’atmosfera di NIBIRU, gravemente compromessa, e quindi per la sopravvivenza del proprio mondo.

Ecco spiegata l’importanza riconosciuta all’ORO da parte degli ANUNNAKI, ed ecco perchè, forse, spiegata la tanta devozione da parte dei nostri antichi antenati umani nei confronti di questa pietra, che in realtà doveva apparire del tutto inutile non avendo quegli scopi pratici che invece sono tipici di società più avanzate; basti pensare all’utilizzo dell’oro nei circuiti integrati dell’industria elettronica odierna.

I popoli antichi consideravano così importante l’oro perchè lo collegavano agli dei, e possederne in quantità era per loro motivo di vanto, perché permetteva loro di assomigliarli ed esercitare il potere sulle genti.
Pensiamo ai sovrani Egizi, ai Sumeri o ai Maya, essi si ricoprivano di monili d’oro, nonostante fosse un materiale perfettamente inutile.
L’oro traeva importanza sul semplice fatto che la sua raccolta era uno degli scopi principali della Missione Terra Annunaka e ciò è rimasto come retaggio nelle prime civiltà umane.

 

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