10′ Tavoletta [A] “Il sogno di Enki e l’Arca”

Sinossi della 10′ Tavoletta  del Libro Perduto di Enki
[A] “Il sogno di Enki e l’Arca”

A Sippar gli Anunnaki si riunirono in attesa del Giorno del Diluvio.
Fu a quell’epoca, mentre cresceva la tensione dell’attesa, che il dio Enki, assopito nella sua dimora, ricevette in sogno una visione.
Nella visione gli comparve l’immagine di un uomo, lucente e scintillante, come i cieli.
E non appena l’uomo gli si avvicinò, riconobbe nelle sue fattezze Galzu, l’emissario dai capelli bianchi!
Nella mano destra teneva uno stilo da incisione.
Nella mano sinistra una tavoletta di lapislazzuli, liscia e ben levigata.

Non appena si avvicinò al letto di Enki, Galzu aprì bocca e così disse:
Le tue accuse nei confronti di Enlil erano infondate, perché lui ha detto solo la verità.
La decisione che passerà alla storia come Decisione di Enlil non è sua, bensì decretata dal Destino.
Ora prendi il Fato nelle tue mani, perché i Terrestri erediteranno la Terra.
Convoca tuo figlio Ziusudra, senza infrangere il giuramento, rivelagli dell’imminente calamità.
Digli di costruire una barca in grado di resistere alla valanga di acqua, deve costruire una barca che possa essere sommersa.
Ti mostro il modello su questa tavoletta.
Che si salvino lui e la sua famiglia, e che prenda anche con sé i semi di tutto ciò che è utile, che siano piante o che siano animali.
Questa è la volontà del Creatore di Tutte le Cose!
E Galzu, nella visione, sulla tavoletta con lo stilo tracciò un’immagine. E depose la tavoletta così incisa accanto al letto di Enki.

Subito dopo l’immagine svanì, la visione si dissolse ed Enki si risvegliò con un brivido.
Enki rimase per un pò nel suo letto, con meraviglia rifletteva sulla visione: quale era il significato, quale il presagio?
Poi, non appena mise i piedi giù dal letto: Ecco! Guarda! C’è proprio la tavoletta. Quella che aveva visto nella visione si era materializzata accanto al suo letto!
Con mani tremanti il dio Enki sollevò la tavoletta. Su di essa vi era tracciato il disegno di una barca dalla forma strana.
Sui bordi della tavoletta vi erano segni di misurazioni, indicavano le dimensioni della barca!
In preda allo sgomento e alla speranza il dio Enki, subito all’alba, inviò i suoi emissari: Trovatemi Galzu, gli devo parlare!
Così disse loro. Al tramonto fecero tutti ritorno, a Enki riferirono: nessuno era stato in grado di trovare Galzu. Galzu, dissero, aveva fatto ritorno a Nibiru molto tempo prima!
Enki era molto sconcertato, cercava di comprendere il mistero e il suo presagio. Non era in grado di risolvere il mistero, però il messaggio gli era chiaro!
Quella notte Enki si recò furtivamente alla capanna di canne dove riposava Ziusudra.
Per non infrangere il giuramento, il dio Enki non parlò a Ziusudra, bensì alla parete della capanna:
Svegliati! Svegliati!
Così esortava Enki rivolgendosi al muro di paglia, parlava protetto dal paravento di canne.
Quando Ziusudra dalle parole fu risvegliato, Enki, protetto dal paravento di canne gli disse:
Capanna di canne, capanna di canne! Presta attenzione alle mie parole, presta attenzione alle mie istruzioni!
Su tutte le abitazioni, su tutte le città infurierà una tempesta catastrofica.
Sarà la distruzione dell’Umanità e dei suoi figli.
Questa è la decisione finale, il verdetto dell’assemblea che Enlil ha riunito.
Questa è la decisione di Anu, di Enlil e di Ninmah.
Ora ascolta le mie parole, rispetta il messaggio che ti affido: abbandona la tua casa, costruisci una barca; rinuncia a ciò che possiedi e salva la tua vita!
La barca che devi costruire e le sue misure sono indicate su di una tavoletta.
Lascerò la tavoletta accanto alla parete della capanna di canne.
Assicurati che la barca sia coperta ovunque, il Sole dal suo interno non si deve scorgere.
I cavi devono essere molto forti, gli ingranaggi forti e stretti per respingere l’acqua.
Che la barca sia in grado di girarsi e rovesciarsi, così da sopravvivere alla valanga d’acqua!
In sette giorni la costruirai, vi farai entrare la tua famiglia e i tuoi parenti.
Nella barca stipa cibo e acqua da bere, porta con te anche gli animali domestici.
Poi, il giorno prescelto, ti sarà dato un segnale.
Quel giorno, un nocchiero, che conosce bene le acque, da me incaricato, verrà da te.
Quel giorno dovrai entrare nella barca, sigillare il portello. Un Diluvio travolgente, proveniente da sud, devasterà le terre e ogni forma di vita. Solleverà la tua barca dagli ormeggi, la barca si girerà e si rigirerà. Non temere il nocchiero ti condurrà in un porto sicuro. Grazie a te i semi dell’Uomo Civilizzato sopravviveranno!
Quando la voce di Enki tacque, Ziusudra era in preda all’eccitazione, cadde prostrato sulle ginocchia:
Mio Signore! Mio Signore! Così urlò. Ho udito la tua voce. Che io possa scorgere il tuo volto!
Non ho parlato a te, Ziusudra, bensì al muro di canne ho parlato! Così disse Enki. Per decisione di Enlil, sono legato da un giuramento, vincolato da quanto giurarono gli Anunnaki. Se dovessi mai vedere il mio volto, certamente come tutti i Terrestri periresti! Ora, capanna di canne, dài ascolto alle mie parole: lo scopo della barca, deve rimanere un segreto fra te e gli Anunnaki! Quando la gente ti farà domande, così parlerai a loro: il dio Enlil si è infuriato con il mio dio Enki. Mi sto recando alla dimora di Enki nell’Abzu, perché Enlil possa essere placato! Calò poi il silenzio.

Ziusudra uscì da dietro il paravento di canne: vide una tavoletta di lapislazzuli brillare alla luce della Luna e la raccolse.
Vi era disegnata l’immagine di una barca, delle tacche ne indicavano le misure.
Ziusudra era il più saggio fra gli Uomini Civilizzati, comprese perciò quanto aveva udito.
Al mattino parlò così alla gente della sua città. Il dio Enlil si è infuriato con il mio dio Enki. Per questo motivo il dio Enlil mi è ostile.
In questa città non posso più restare, né posso più mettere piede nell’Eden.
Navigherò fino all’Abzu, il regno del dio Enki. Partirò da qui per sempre, a bordo di una barca che devo costruire in fretta.
Così la collera del dio Enlil si placherà, gli stenti avranno fine.
Da quel momento il dio Enlil su di voi riverserà abbondanza!
La mattina non era ancora terminata quando la gente si raccolse intorno a Ziusudra.
Si incoraggiarono a vicenda per aiutarlo a costruire in fretta la barca.
Gli anziani trasportavano il legname, i più giovani portavano il bitume prelevato nelle paludi.
Mentre i falegnami inchiodavano insieme le tavole, in un calderone Ziusudra fuse il bitume.
Con esso rese la barca a tenuta stagna sia all’interno che all’esterno.
La barca venne completata il quinto giorno, era proprio uguale al disegno inciso sulla tavoletta.
Ansiosa di vederla partire, la gente della città portò alla barca cibo e acqua.
Si tolsero da bocca il cibo; avevano fretta di placare Enlil!
Vennero introdotti nella barca anche gli animali a quattro zampe, gli uccelli del cielo vi entrarono di loro spontanea volontà.
Nella barca si rinchiusero Ziusudra, la sua sposa e i suoi figli, vennero anche le loro mogli e i loro figli.
Chiunque desideri venire alla dimora del dio Enki, che salga a bordo!
Così parlò Ziusudra alla gente lì radunata.
Pregustando l’abbondanza promessa loro da Enlil, solo pochi degli artigiani risposero all’invito.
Il sesto giorno Ninagal, il Signore delle Grandi Acque, giunse alla barca. Era un figlio di Enki, era stato scelto per essere il nocchiere.
Teneva fra le mani una scatola di legno di cedro, nella barca la tenne accanto a sé.
Contiene le essenze della vita e le uova della vita delle creature viventi, raccolte da Enki e da Ninmah.
Affinché siano protette dalla collera di Enlil, per far risorgere la vita se la Terra mai lo vorrà!
Così spiegò Ninagal a Ziusudra; tutte le bestie, a due a due, trovarono poi rifugio nella barca.
Ninagal e Ziusudra attesero così nella barca lo scoccare del settimo giorno.
Il Diluvio era atteso nel centoventesimo Shar.
Nel decimo Shar della vita di Ziusudra il Diluvio era imminente. Nella stazione della Costellazione del Leone incombeva la valanga.

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==> LIBRO PERDUTO DI ENKI

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