6′ Tavoletta [A] “Creare un Lavoratore primitivo”

Sinossi della 6′ Tavoletta  del Libro Perduto di Enki
[A] “Creare un Lavoratore primitivo”

Questo è ora il racconto di come si arrivò alla decisione di creare un Lulu, il lavoratore primitivo.

Creare un Lavoratore Primitivo, crearlo grazie al segno della nostra essenza! Così disse Enki ai capi.
L’Essere di cui avete pronunciato il nome esiste già!
Così Enki rivelò loro un segreto dell’Abzu.
Con stupore gli altri capi prestarono ascolto alle parole di Enki, dalle sue parole rimasero affascinati.
Vivono creature nell’Abzu, disse Enki, che camminano erette su due zampe. Usano gli arti anteriori come braccia, di mani sono provviste. Vivono fra gli animali della steppa. Non sanno cosa sia coprirsi con indumenti. Mangiano piante direttamente con la bocca, bevono l’acqua dei laghi e dei fossati. Ricoperto di peli è il loro corpo, simili alla criniera di un leone sono i capelli del loro capo. Competono con le gazzelle, si divertono con le creature di cui brulicano le acque! Con immenso stupore i capi ascoltavano le parole di Enki.
Mai prima si è vista una creatura simile nell’Eden! Così disse Enlil incredulo.
Eoni fa, su Nibiru, i nostri antenati avrebbero potuto essere come loro! Così affermò Ninmah. E un Essere, non una creatura! Aggiunse ancora Ninmah. Osservarlo deve essere eccitante!
Enki li condusse alla Casa della Vita; alcuni di questi esseri erano rinchiusi in solide gabbie.
Balzarono in piedi alla vista di Enki e degli altri, sulle sbarre della gabbia battevano i pugni.
Grugnivano e soffiavano; non pronunciavano parola.
Sono Maschio e Femmina! Così disse Enki; hanno organo maschile e quello femminile. Procreano come noi, che veniamo da Nibiru.
Ningishzidda, mio figlio, ha testato la loro Essenza della Creazione.E simile alla nostra, è intrecciata come due serpenti.
Quando la loro essenza sarà combinata con la nostra, il nostro segno resterà su di loro.
Sarà così creato un Lavoratore Primitivo! Comprenderà i nostri ordini. Userà i nostri attrezzi, eseguirà in vece nostra il lavoro faticoso degli scavi.
Nell’Abzu porterà sollievo agli Anunnaki!
Così diceva Enki, in preda all’entusiasmo; con foga pronunciava queste parole.
Enlil ascoltava titubante: la faccenda è di grande importanza!
Sul nostro pianeta la schiavitù è stata abolita da ormai molto tempo, gli strumenti sono nostri schiavi, non altri esseri!
Tu vuoi creare una nuova creatura, una mai prima d’ora esistita.
La Creazione è solo nelle mani del Padre di Tutto il Principio!
Così Enlil manifestava il proprio dissenso; le sue parole erano gravi.
Così Enki replicò al fratello: il mio progetto prevede aiutanti, non schiavi!
L’Essere esiste già! Così affermò Ninmah.
Il progetto mira a migliorarne le capacità! Non una nuova creatura, bensì una che esiste già; fatta soltanto più a nostra immagine! Così Enki disse con tono persuasivo.
La si può ottenere mediante piccoli cambiamenti, è necessaria solo una goccia della nostra essenza!
È una faccenda molto seria, non mi convince! Così diceva Enlil.
E contro le regole del viaggiare da pianeta a pianeta.Fu proibita dalle regole per la discesa sulla Terra.
Ottenere l’oro, quello era il nostro scopo; il nostro scopo non era quello di sostituire il Padre di tutto il Principio!
Dopo che Enlil ebbe così parlato, Ninmah fu colei che rispose:
Fratello mio! Così disse Ninmah a Enlil.
Di saggezza e discernimento il Padre di tutto il Principio ci ha dotati.
Per quale scopo siamo stati creati così perfetti se non per sfruttare queste nostre qualità al meglio?
Di saggezza e discernimento il Creatore di Tutto il Principio, la nostra essenza ha riempito.
Affinché la sfruttassimo nel modo migliore; non è forse questo il nostro destino?
Queste parole rivolse Ninmah a suo fratello Enlil.
Con ciò che ci è stato concesso nella nostra essenza, abbiamo perfezionato strumenti e carri.
Con le Armi del Terrore abbiamo frantumato le montagne, con l’oro stiamo risanando i cieli!
Così diceva Ninurta alla madre che gli aveva donato la vita.
Che la nostra saggezza crei nuovi strumenti, non nuovi esseri!
Che la fatica sia alleviata da nuovi strumenti, non da esseri schiavi!
Laddove ci porta il nostro discernimento, ecco a cosa siamo stati destinati!
Così diceva Ningishzidda, in pieno accordo con Enki e Ninmah.
Qualunque sia la nostra conoscenza, non possiamo evitarne l’uso! Così disse Ningishzidda.
Il Destino, invero, non lo si può alterare, dal Principio alla Fine è stato stabilito! Così parlava loro Enlil.
E stato il Destino, oppure il Fato a condurci su questo pianeta, per estrarre l’oro dall’acqua?
Per sfruttare gli Anunnaki facendoli scavare, per progettare di creare un Lavoratore Primitivo?
Questo, gente mia, è il quesito a cui rispondere! Così, diceva Enki grave.
E Destino o è Fato? Questo è quanto dobbiamo stabilire.
E stato decretato dal Principio o è stata una nostra scelta?
Decisero di sottoporre la questione ad Anu; Anu presentò la questione al Consiglio.
Gli anziani, i saggi e i comandanti vennero consultati.
Le discussioni furono lunghe e accese; si parlò di Vita e Morte, di Fato e di Destino.
Ci può essere un altro modo per estrarre l’oro? La sopravvivenza stessa è in pericolo!
Se si deve estrarre l’oro che sia creato l’Essere! Così decise il consiglio.
Che Anu rinunci alle regole dei viaggi planetari, che Nibiru sia salva!
La decisione venne irradiata sulla Terra dal palazzo di Anu; Enki se ne rallegrò.
Che Ninmah sia la mia aiutante, lei ha conoscenza di queste cose!
Così disse Enki, fissando Ninmah con desiderio.
Che così sia! Replicò Ninmah. Che così sia! Concluse Enki.
Ennugi comunicò la decisione agli Anunnaki nell’Abzu: Dovete tornare spontaneamente al lavoro fino a quando l’Essere non sarà creato! Così disse.
Vi fu delusione; non vi fu però ribellione; al lavoro gli Anunnaki fecero ritorno.

CONTINUA ==> Sinossi della 6′ Tavoletta  del Libro Perduto di Enki [B] “Primi Ominidi”

==> LIBRO PERDUTO DI ENKI

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