6′ Tavoletta [C] “Adamo e Ti.Amat”

Sinossi della 6′ Tavoletta  del Libro Perduto di Enki
[C] “Adamo e Ti.Amat”

Questo è ora il racconto di come questa creatura venne chiamata Adamo,
e di come venne creata per lui una femmina, Ti–Amat.

In verità di cosa parli? Da lui esigeva una risposta. Parlo del grembo materno! Così le rispose Enki. Di colei che nutre l’ovulo fecondato, di colei che dà la nascita. Perché abbia le nostre sembianze, forse è necessario il grembo di una femmina Anunnaki!
II silenzio calò nella Casa della Vita;
Enki pronunciava parole mai dette prima! Si osservarono l’un l’altro, per capire cosa ciascuno pensasse in cuor suo.
Le tue parole sono sagge, fratello mio! Disse infine Ninmah. Forse la mistura giusta è stata inserita nel grembo sbagliato. Dove è dunque la femmina Anunnaki che offrirà il suo grembo? Per creare forse il Lavoratore Primitivo, per portare forse nel proprio grembo un mostro? Così domandava Ninmah con voce tremante.
Che io chieda questo sacrificio a Ninki, la mia sposa! Così diceva Enki.
Che sia convocata alla Casa della Vita, che le sia esposto il problema.
Stava per andarsene, quando Ninmah gli pose la mano sulla spalla:
No! No! Così Ninmah supplicò Enki.
Io ho creato le misture, a me spettano sia la ricompensa che i rischi!
Sarò io a offrire l’utero Anunnaki, per affrontare il fato nel bene e nel male!
Enki chinò il capo, dolcemente la abbracciò. Che così sia! Così le disse.
Prepararono ancora una volta la mistura nel contenitore di argilla.
L’ovulo di una femmina terrestre combinarono con l’essenza di un maschio Anunnaki.
Enki inserì l’ovulo così fecondato nell’utero di Ninmah; vi fu concepimento!
Quanto durerà la gravidanza, così concepita con una mistura? Così si interrogavano.
Saranno nove mesi di Nibiru, o saranno nove mesi della Terra?
Più tardi di quello della Terra, più in fretta di quello di Nibiru giunse il momento del travaglio; Ninmah dette alla luce un maschio!
Enki teneva nelle sue mani il bambino; era l’immagine stessa della perfezione.
Batté il bambino sul sederino; il bambino emise un bel vagito!
Depose il neonato fra le braccia di Ninmah; lei lo tenne fra le mani.
Le mie mani l’hanno fatto! Così esclamò vittoriosa!

I capi esaminarono attentamente il volto e gli arti della creatura. La forma delle orecchie era buona, gli occhi non erano cisposi. Gli arti erano perfetti, quelli posteriori avevano forma di gambe, quelli anteriori avevano forma di mani. Non era irsuto come gli esemplari selvatici,
i capelli erano corvini. Liscia era la pelle, era liscia come quella degli Anunnaki.
II colorito era come il sangue rosso scuro, era come l’argilla dell’Abzu.
Guardarono anche il suo fallo: strana era la sua forma, la parte anteriore era ricoperta da uno strato di pelle. Il suo fallo era diverso da quello degli Anunnaki, sul davanti vi era un’escrescenza di pelle! Che quest’organo sia il segno della distinzione fra il terrestre e noi Anunnaki. Così disse Enki.
Il neonato iniziò a piangere; Ninmah lo avvicinò al seno. Il seno gli offrì; il seno di lei iniziò a succhiare. Abbiamo ottenuto la perfezione! Così esultò Ningishzidda. Enki fissava la sorella; vedeva una madre e suo figlio, non vedeva Ninmah e l’Essere. Gli darai un nome? Così le chiese Enki.
E un Essere, non una creatura! Ninmah posò la mano sul corpo del neonato, con le dita ne carezzò la pelle rosso scura.
Adamo lo chiamerò! Così disse Ninmah. Colui Che è l’Argilla della Terra, questo sarà il suo nome! Costruirono una culla per il piccolo Adamo, lo deposero in un angolo della Casa della Vita. Abbiamo davvero forgiato il modello di Lavoratore Primitivo! Così esclamò Enki.

Abbiamo davvero forgiato il modello di Lavoratore Primitivo! Così esclamò Enki.
Ora serve una schiera di Lavoratori come lui! Così rammentò Ningishzidda ai suoi vecchi. Fungerà da modello; per quanto riguarda lui, poiché è il Primo Nato, come tale sarà trattato. Lui stesso sarà protetto dal lavoro, solo la sua essenza fungerà da stampo!
Così disse Enki; Ninmah fu molto compiaciuta dal suo decreto.
Quale utero ospiterà d’ora in poi gli ovuli fecondati? Così chiese Ningishzidda.
I capi rifletterono; Ninmah offrì una soluzione.
Dalla sua città, Shurubak, Ninmah convocò le guaritrici, spiegò il compito che veniva loro richiesto. Le condusse alla culla di Adamo, affinché vedessero con i loro occhi il Terrestre neonato. Non posso obbligarvi a svolgere questo compito! Così Ninmah disse loro. Decidete secondo il vostro volere! Delle femmine Anunnaki riunite, sette fecero un passo avanti, sette accettarono il compito.
Che i loro nomi vengano ricordati per l’eternità! Così disse Ninmah a Enki.
II loro compito è invero eroico, grazie a loro nascerà una razza di Lavoratori Primitivi! Le sette guaritrici fecero un passo avanti, ciascuna pronunciò il proprio nome; Ningishzidda ne annotò i nomi: Ninimma, Shuzianna, Ninmada. Ninbara, Ninmung, Musardu e Ningunna. Questi erano i nomi delle sette guaritrici che, per loro stesso volere, sarebbero diventate madri. Avrebbero concepito e procreato Terrestri, così da creare Lavoratori Primitivi. In sette contenitori forgiati con l’argilla dell’Abzu, Ninmah introdusse gli ovuli delle femmine bipedi.
Estrasse l’essenza vitale di Adamo, frammento dopo frammento la inserì nei contenitori.
Poi, nell’organo maschile di Adamo praticò un’incisione, ne fece stillare una goccia di sangue. Che sia un Segno di Vita, che proclami per sempre ciò che la Carne e lo Spirito hanno unito!
Schiacciò l’organo per far uscire il sangue; in ciascun contenitore, alla mistura aggiunse una goccia di sangue.
In questa mistura di argilla, i Terrestri saranno così legati agli Anunnaki!
Così diceva Ninmah, pronunciando una formula magica:
Che le due essenze si uniscano a formarne una, una del cielo, una della Terra, che vengano unite.
Quella della Terra e quella di Nibiru che siano legate da una parentela di sangue!
Queste parole pronunciò Ninmah; le sue parole Ningishzidda annotò.
Gli ovuli fecondati vennero così inseriti nell’utero delle eroine madri.
Vi fu il concepimento.
Con trepidazione si fece il conto del tempo previsto.
Al momento previsto vi furono le nascite!
Al momento previsto nacquero sette Terrestri di sesso maschile.
Le loro caratteristiche fisiche erano perfette, emettevano i giusti vagiti; erano allattati dalle eroine.
Sono stati creati Sette Lavoratori Primitivi! Così disse Ningishzidda.
Ripetiamo la procedura, altri sette per compiere il lavoro!
Figlio mio! Così gli disse Enki. Nemmeno altri sette saranno sufficienti.
Troppo si richiede alle eroine guaritrici, questo loro compito sarà eterno!
Invero il compito è faticoso, va ben oltre la sopportazione! Così disse loro Ninmah.
Dobbiamo creare anche delle femmine! Così disse Enki. Che siano il complemento dei maschi.
Che si possano conoscere per divenire una sola carne.
Che possano da soli procreare, che da soli facciano nascere i figli.
Che possano dare vita ai Lavoratori Primitivi, sollevando da questo compito le eroine Anunnaki!
Devi cambiare le formule del ME, devi modificarle da maschile in femminile! Così disse Enki a Ningishzidda.
Perché sia creata una copia femminile di Adamo, il concepimento deve avvenire nell’utero di una femmina Anunnaki!
Così replicò Ningishzidda al proprio padre.
Enki rivolse lo sguardo a Ninmah; prima che potesse parlare, alzò la mano.
Questa volta lasciami chiamare Ninki, la mia sposa! Disse con voce ferma.
Se lei acconsente, che sia lei a creare lo stampo per la femmina Terrestre!
Convocarono Ninki all’Abzu, alla Casa della Vita.
Le mostrarono Adamo, le spiegarono ogni cosa importante.
Le fornirono spiegazioni sul compito a lei richiesto, le fecero un resoconto, sia dei successi, che dei pericoli.
Ninki ne rimase affascinata. Che così sia! Disse loro.
Ningishzidda apportò delle modifiche alle formule del ME, con la mistura un ovulo venne fecondato.
Enki lo inserì nell’utero della sua sposa; lo fece con molta delicatezza.
Vi fu concepimento; al tempo previsto Ninki entrò in travaglio; ma non ci fu nascita.
Ninki contò i mesi, Ninmah contò i mesi.
Giunsero al decimo mese, un mese di fato maligno.
Ninmah, la Signora la cui Mano ha Aperto Uteri, con un bisturi praticò un’incisione.
La sua testa era coperta, sulle mani indossava una protezione.
Con perizia praticò il taglio, all’improvviso il suo volto si illuminò: colei che era nell’utero, dall’utero uscì.
Una femmina! E nata una femmina! Esclamò esultante a Ninki.
Il volto e gli arti della neonata vennero esaminati con attenzione.
La forma delle orecchie era buona, gli occhi non erano cisposi.
Gli arti erano perfetti, quelli posteriori avevano forma di gambe, quelli anteriori avevano forma di mani.
Non era irsuta come gli esemplari selvatici, i capelli erano del colore della sabbia della spiaggia.
Liscia era la pelle, era liscia e del colore di quella degli Anunnaki.
Ninmah tenne fra le mani la bambina.
Le batté sul sederino; la neonata emise un bel vagito!
Porse la neonata a Ninki, sposa di Enki, perché fosse allattata, fosse nutrita, fosse cresciuta.
Le darai un nome? Enki chiese alla propria sposa. E un Essere, non è una Creatura.
È a tua immagine e somiglianza.
E perfetta, hai forgiato il modello per le Lavoratrici femmine!
Ninki posò la mano sul corpo della neonata, con le dita ne carezzò la pelle.
Che il suo nome sia Ti–Amat, la Madre della Vita! Così disse Ninki.
Che sia chiamata come il vecchio pianeta dal quale si formarono Terra e Luna.
Altre madri verranno forgiate dalle essenze vitali del suo utero.
A una moltitudine di Lavoratori Primitivi darà perciò vita!
Così diceva Ninki; gli altri pronunciarono parole di approvazione.

Dopo che Ti–Amat fu creata nel grembo di Ninki, in sette contenitori, forgiati con l’argilla dell’Abzu, Ninmah introdusse gli ovuli delle femmine bipedi. Estrasse l’essenza vitale di Ti–Amat, frammento dopo frammento nei contenitori li inserì.
Nei contenitori plasmati con l’argilla dell’Abzu, Ninmah preparò una mistura.
Pronunciò formule magiche come vuole la procedura.
Gli ovuli fecondati vennero inseriti nell’utero delle eroine madri.
Ci fu concepimento, al tempo previsto ebbero luogo le nascite.
Al tempo previsto, sette femmine terrestri vennero alla luce.
Le loro caratteristiche fisiche erano perfette, emettevano i giusti vagiti.
Nacquero così sette femmine, sette copie per i Lavoratori Primitivi.
I quattro capi avevano creato sette maschi e sette femmine.

CONTINUA ==> Sinossi della 6′ Tavoletta  del Libro Perduto di Enki [D] “L’Essenza Vitale, Dna”

==> LIBRO PERDUTO DI ENKI

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