7′ Tavoletta [B] “Enki e Marduk sulla Luna”

Sinossi della 7′ Tavoletta  del Libro Perduto di Enki
[B] “Enki e Marduk sulla Luna”

Questo è ora il racconto del viaggio di Enki e Marduk fino alla Luna,
e di come Enki determinò le tre Vie del Cielo e le costellazioni.

Che il Luogo dei Carri sia fondato nei pressi di Bad–Tibira, la Città del Metallo.
Da lì, che a bordo dei carri l’oro della Terra sia trasportato direttamente a Nibiru a bordo dei carri!
Così parlò loro Ninurta, il comandante di Bad–Tibira.
Enlil diede ascolto alle parole di Ninurta, suo figlio; della saggezza di suo figlio andava fiero.
Enlil comunicò velocemente il piano ad Anu, il re, così gli parlò:
Che nell’Eden sia fondato un Luogo dei Carri Celesti.
Che sia costruito nei pressi del luogo dove il minerale di oro viene fuso e raffinato.
Che dalla Terra l’oro puro sia trasportato a bordo dei carri direttamente su Nibiru!
Che da Nibiru gli eroi e i rifornimenti giungano direttamente sulla Terra!
Il progetto di mio fratello è invero lodevole! Così confermò Enki ad Anu, loro padre.
Un grande punto debole però cela: la forza di attrazione della rete della Terra è di gran lunga maggiore di quella di Lahmu; per superarla si esauriranno i nostri poteri!
Prima di prendere una decisione affrettata, che sia valutata un’alternativa: accanto a sé la Terra ha una compagna, è la Luna!
La forza di attrazione della rete è minore, l’ascesa e la discesa richiederanno ben poco sforzo.
Che sia presa in considerazione l’idea di una stazione di passaggio, che io e Marduk possiamo ivi recarci!
Anu, il re, presentò ai consiglieri e ai saggi i due progetti, affinché li valutassero.
Che sia esaminata per prima la Luna. Così essi consigliarono al re.
Che sia esaminata per prima la Luna!
Così Anu irradiò la decisione a Enki ed Enlil.

Enki ne fu molto rallegrato; la Luna lo aveva sempre affascinato.
Si era sempre chiesto se, in qualche luogo, nascondeva delle acque, se possedeva un’atmosfera.
Nelle notti insonni, ammaliato, aveva osservato il suo disco argenteo dalla luce fredda.
Giocava col Sole, ora cresceva, ora calava; una meraviglia delle meraviglie egli la considerava.
Desiderava scoprire quali segreti custodiva sin dal Principio.

A bordo di una navicella spaziale Marduk ed Enki viaggiarono alla volta della Luna.
Per tre volte girarono intorno alla compagna della Terra, vi poterono osservare la profonda ferita infertale dal drago.
Il volto della Luna era segnato da molte cavità, opera di demoni distruttori.
Diressero la navicella spaziale verso un luogo di pendii collinari, vi atterrarono nel mezzo.
Da lì riuscivano a osservare la Terra e la distesa dei cieli.
Gli Elmetti d’Aquila dovettero indossare; l’atmosfera non era sufficiente per respirare.
Con facilità camminarono sulla sua superficie, in questa e quella direzione vagarono.
Il drago del male aveva causato aridità e desolazione.
E diversa da Lahmu, non è adatta a una stazione di passaggio! Così riferì Marduk al padre.
Abbandoniamo questo luogo, torniamo sulla Terra!
Non essere frettoloso, figlio mio! Così Enki rispose a Marduk.
Non sei dunque incantato dalla danza celeste di Terra, Luna e Sole?
La visuale è libera da qui, il quarto del Sole è vicino.
La Terra, come un globo, è sospesa nel vuoto.
Con i nostri strumenti possiamo scandagliare i cieli distanti.
In questa solitudine possiamo ammirare l’opera del Creatore di Tutte le Cose!
Restiamo, osserviamo i circuiti, ammiriamo come la Luna ruota intorno alla Terra.
Come la Terra compie i suoi circuiti attorno al Sole!
Così, emozionato da quanto vedeva, Enki parlò a suo figlio, Marduk.
Marduk fu convinto dalle parole del padre; a bordo della navicella spaziale stabilirono la loro dimora.
Per un circuito della Terra, per tre circuiti sulla Luna rimasero.
Misurarono i suoi movimenti attorno alla Terra, calcolarono la durata di un mese.
Misurarono l’anno della Terra per sei circuiti della Terra, per dodici circuiti attorno al Sole.
Annotarono come i due si intrecciavano facendo sparire le stelle.
Poi prestarono attenzione al quarto del Sole, studiarono i percorsi di Mummu e di Lahmu.
Lahmu costituiva il secondo quarto del Sole insieme alla Terra e alla Luna.
Sei erano i pianeti celesti del Mare Inferiore. Così spiegava Enki a Marduk.
Sei erano i pianeti celesti del Mare Superiore, oltre il limite, oltre il Bracciale Martellato.
Erano Anshar e Kishar, Anu e Nudimmud, Gaga e Nibiru; questi erano gli altri sei.
Dodici erano in tutto, il Sole e la sua famiglia ne contavano dodici.
Degli sconvolgimenti più recenti Marduk chiedeva spiegazioni a suo padre:
Perché sette pianeti celesti hanno preso posto in fila? Così chiedeva a suo padre.
Enki allora esaminò il loro circuito attorno al Sole.
Enki esaminò attentamente la loro grande fascia attorno al Sole, loro progenitore.
Enki segnò su di una mappa le posizioni della Terra e della Luna.
Tramite i moti di Nibiru, che non era un discendente del Sole, segnò l’ampiezza della grande cintura.
Enki decise di chiamarla la Via di Anu, dal nome del suo re.
Nella distesa dei cieli profondi, padre e figlio osservarono le stelle.
Enki era affascinato dalla loro vicinanza e dai loro raggruppamenti.
Riportò le immagini delle dodici costellazioni tramite i circuiti dei cieli, da orizzonte a orizzonte.
Nella Grande Fascia, la Via di Anu, appaiò ciascuno con la famiglia del Sole composta da dodici membri.
A ciascuno assegnò una stazione, per nome sarebbero state chiamate.
Poi nei cieli, sotto la Via di Anu, laddove Nibiru si avvicina al Sole, progettò una strada simile a una fascia, la chiamò la Via di Enki.
Destinò anche a essa dodici costellazioni, a seconda della loro forma.
I cieli sopra la Via di Anu, la Fila Superiore, li chiamò la Via di Enlil.
Anche lì riunì le stelle in dodici costellazioni.
Le costellazioni delle stelle erano trentasei, 4 nelle tre Vie erano situate.
D’ora in avanti, quando Nibiru si avvicina e si allontana dalla Terra, il suo corso sarà determinato secondo le stazioni delle stelle.
Così sarà la posizione della Terra, mentre ruota attorno al Sole!
Enki indicò a Marduk l’inizio del ciclo, la misura Tempo Celeste.
Quando giunsi sulla Terra, la stazione terminale Stazione dei Pesci la chiamai.
Quella che seguiva la chiamai con il mio attributo, Colui Che è delle Acque!
Così Enki, con soddisfazione e orgoglio, raccontava a suo figlio Marduk.
La tua saggezza abbraccia i cieli, i tuoi insegnamenti ampliano la mia conoscenza.
Ma sulla Terra e su Nibiru la conoscenza e il comando sono separati. Così disse Marduk a Enki, suo padre.
Figlio Mio! Figlio Mio! Cos’altro non sai? Cos’altro ti posso dare? Così gli chiese Enki.
Ho condiviso con te i segreti dei Cieli e i segreti della Terra!
Ahimé, padre mio! Rispose Marduk. Angoscia trapelava dalla sua voce.
Quando gli Anunnaki hanno cessato il lavoro nell’Abzu e hai creato il Lavoratore Primitivo, non mia madre, bensì Ninmah, la madre di Ninurta, fu convocata ad assisterti.
Non Io, bensì Ningishzidda, più giovane di me, fu invitato ad aiutarti.
Con loro, non con me, hai condiviso la tua conoscenza della vita e della morte!
Figlio Mio! Così Enki rispose a Marduk. A te fu dato il comando, per essere il supremo degli Igigi e di Lahmu!
Ahimé padre mio! Così Marduk gli disse. Della supremazia il Fato ci ha privati!
Tu, padre mio, sei il Primogenito di Anu; tuttavia è Enlil e non tu, a essere l’Erede Legittimo.
Tu, padre mio, fosti il primo ad ammarare e a fondare Eridu.
Tuttavia Eridu è nel dominio di Enlil, il tuo è nel lontano Abzu.
Io sono il tuo Primogenito, io nacqui su Nibiru dalla tua legittima sposa.
Tuttavia l’oro è raccolto nella città di Ninurta, da dove può essere inviato o trattenuto.
La sopravvivenza di Nibiru è nelle sue mani, non nelle mie.
Ora che ritorneremo sulla Terra, quale sarà il mio compito?
Sono destinato alla fama e alla regalità o a essere ancora umiliato?
In silenzio Enki abbracciò il proprio figlio, sulla Luna desolata gli fece una promessa:
Di ciò di cui sono stato privato, per te non io, bensì la sorte sarà a decidere!
Il tuo tempo celeste verrà, la mia stazione sarà accanto alla tua!

CONTINUA ==> Sinossi della 7′ Tavoletta  del Libro Perduto di Enki [C] “Sippar”

==> LIBRO PERDUTO DI ENKI

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