8′ Tavoletta [B] “Caino e Abele”

Sinossi della 8′ Tavoletta  del Libro Perduto di Enki
[B] “Caino e Abele”

Questo è ora il racconto dei discendenti di Adapa,
e di come Caino uccise Abele, e di quanto dopo accadde.

Mentre Ningishzidda istruisce Adapa, che sia io l’insegnante dei bambini!
Così Marduk chiese a Enki, suo padre, e a Enlil.
Che Marduk insegni a uno e Ninurta insegni all’altro! Così rispose allora Enlil.

A Eridu Adapa e Titi rimasero con Ningishzidda, ad Adapa insegnò i numeri e la scrittura.
Ninurta portò con sé il primo nato dei gemelli nella sua città, Bad– Tibira. Caino, Colui Che nel Campo Coltiva il Cibo, lo chiamò. Gli insegnò a scavare canali per irrigare, gli insegnò la semina e il raccolto. Per Caino Ninurta costruì un aratro con il legno degli alberi, perché potesse diventare coltivatore del suolo.
L’altro fratello, figlio di Adapa, fu portato da Marduk nei campi. Abele, Colui dei Terreni Allagati, da allora in poi questo fu il suo nome.
Marduk gli insegnò a costruire stalle; attesero il ritorno di Dumuzi per dare il via alla pastorizia.

Al completamento dello Shar, Dumuzi fece ritorno sulla Terra.
Portò con sé il seme dell’essenza delle greggi, portò con sé pecore da allevare.
Su di un altro pianeta, la Terra, trasportò animali a quattro zampe, originari di Nibiru!
Il suo ritorno con il seme dell’essenza e con le pecore fu motivo di grandi celebrazioni.
Dumuzi fece ritorno con il suo carico prezioso presso suo padre Enki.
I capi si riunirono, esaminarono come procedere con la nuova razza.
Mai prima d’ora una pecora aveva vissuto sulla Terra, sulla Terra mai un agnello era stato fatto discendere dai cieli.
Un ovino femmina non aveva mai partorito un piccolo.
La filatura della lana non era mai stata tentata in precedenza!
I capi degli Anunnaki, Enlil ed Enki, Ninmah e Ningishzidda, che erano i creatori, decisero di costruire la Camera della Creazione, la Casa della Creazione.
Sulla collina pura del Luogo dell’Atterraggio, fra le Montagne del Cedro fu costruita.
Vicino al luogo dove erano stati piantati i semi dell’elisir, portati da Ninmah, venne costruita la Camera della Creazione.
Lì, sulla Terra, ebbe inizio la moltiplicazione dei cereali e delle pecore.
Ninurta era il mentore di Caino per la semina e il raccolto.
Marduk era il mentore di Abele, per l’arte di allevare e pascolare pecore e agnelli.
Quando le prime colture vennero raccolte, quando le prime pecore raggiunsero l’età fertile, Che si festeggi con una Celebrazione dei Primi! Così decretò Enlil.
Al cospetto degli Anunnaki riuniti vennero presentati i primi cereali e i primi agnelli.
Ai piedi di Enlil ed Enki, Caino, guidato da Ninurta, depose le sue offerte.
Ai piedi di Enlil ed Enki Abele, guidato da Marduk, depose le sue offerte.
Enlil dette ai fratelli una gioiosa benedizione, lodò il loro lavoro.
Enki abbracciò Marduk, suo figlio, sollevò l’agnello perchè tutti lo vedessero:
Carne da mangiare, lana da indossare sono giunte sulla Terra! Così disse Enki.

Terminata la Celebrazione dei Primi, Caino era cupo in volto.
Era profondamente addolorato dalla mancata benedizione di Enki.
Quando i fratelli tornarono ai loro compiti, Abele si vantava davanti al fratello:
Sono colui che porta l’abbondanza, colui che sazia gli Anunnaki.
Colui che dà forza agli eroi, colui che fornisce la lana per i loro abiti!
Caino, offeso dalle parole del fratello, ribatté con veemenza alle sue vanterie:
Io sono colui che rende rigogliose le pianure, che arricchisce i solchi di cereali.
Io sono colui nei cui campi gli uccelli si moltiplicano, nei cui canali i pesci abbondano.
Il pane che dà sostegno io lo produco, io rendo varia la dieta degli Anunnaki con pesci e volatili
E così i gemelli continuarono a litigare, per tutto l’inverno continuarono a discutere.
Quando ebbe inizio l’estate, non aveva piovuto, i prati erano aridi, i pascoli diminuivano.
Abele condusse il suo gregge nei campi del fratello, affinché si dissetasse con l’acqua dei solchi e dei canali.
Immensa fu la collera di Caino; ordinò al fratello di portare via le greggi.
Contadino e pastore, fratello e fratello, si scambiarono parole di accusa.
Si trattarono con disprezzo, giunsero perfino a prendersi a pugni.
Fuori di sé Caino raccolse una pietra, con essa colpì forte Abele alla nuca.
Ripetutamente lo colpì, fino a quando Abele cadde, il sangue grondava copioso dal suo capo.
Quando Caino vide il sangue del fratello, così gridò: Abele, Abele, fratello mio!
Immobile giaceva Abele, disteso a terra, la sua anima lo aveva abbandonato.
Accanto al fratello che aveva ucciso rimase Caino, per lungo tempo rimase a piangere.
Titi fu colei che con una premonizione per prima seppe dell’uccisione: in sogno, mentre era addormentata, vide il sangue di Abele, le mani di Caino ne erano imbrattate.
Riscosse Adapa dal suo sonno, gli raccontò della visione.
Un profondo dolore riempie il mio cuore, è forse successo qualcosa di irreparabile?
Così disse Titi ad Adapa in preda a una grande agitazione.
Al mattino i due si misero in viaggio, lasciarono Eridu, andarono a cercare il luogo dove si trovavano Caino e Abele.
Nei campi trovarono Caino, ancora seduto accanto al corpo di Abele.
Un grido di angoscia sfuggì a Titi, Adapa gli cosparse il capo di fango.
Cos’hai fatto? Cos’hai fatto? Così urlarono a Caino.
Il suo silenzio rispose per lui; Caino si gettò a terra e pianse.
Adapa fece ritorno alla città di Eridu, a Enki raccontò l’accaduto.
Infuriato Enki affrontò Caino.
Che tu possa essere maledetto! Così gli disse.
Dall’Eden devi andare via, non puoi restare fra gli Anunnaki e i Terrestri Civilizzati!
Per quanto riguarda Abele, il suo corpo non può restare nei campi a cibare gli uccelli rapaci.
Com’è consuetudine degli Anunnaki, sarà sepolto in una tomba, sotto a un mucchio di pietre.
Enki mostrò ad Adapa e a Titi come seppellire Abele, non essendo a loro nota l’usanza.
Per trenta giorni e trenta notti Abele venne pianto dai propri genitori.
Caino venne condotto a Eridu per essere giudicato, Enki desiderava pronunciare la sentenza d’esilio.
Che lo stesso Caino sia ucciso per il suo atto! Così disse Marduk con collera.
Che siano riuniti i Sette Che Giudicano! Così disse Ninurta, mentore di Caino.
Chi ha mai udito di una simile assemblea? Così gridò Marduk.
Che i capi Anunnaki debbano essere chiamati a giudicare uno che non è di Nibiru?
Non basta forse che colui che ha avuto Ninurta come mentore abbia ucciso colui che era da me prediletto?
Non è forse che così come Ninurta sconfisse Anzu, allo stesso modo Caino si è levato contro il proprio fratello?
Che il fato di Anzu sia anche il fato di Caino, che il suo soffio vitale venga estinto!
Con queste parole colme di collera Marduk si rivolse a Enki, Enlil e Ninurta.
Ninurta dalle parole di Marduk fu rattristato; la sua risposta fu fatta di silenzio, non di parole.
Che io possa conferire in privato con Marduk, mio figlio! Così disse loro Enki.
Quando lui e Marduk si ritrovarono nelle stanze private di Enki: Figlio mio! Figlio mio!
Disse Enki dolcemente rivolgendosi a Marduk.
Grande è il tuo dolore. Che altro dolore non si aggiunga al dolore!
Lascia che ti riveli un segreto che mi pesa come un macigno sul cuore!
Accadde tanto tempo fa, mentre camminavo lungo il fiume, due fanciulle terrestri attirarono la mia attenzione.
Adapa e Titi sono nati da loro, concepiti dal mio seme.
Una nuova razza di Terrestri nacque così sulla Terra, l’Uomo Civilizzato.
Anu, il nostro re, non sapeva se erano in grado di moltiplicarsi.
Su Nibiru Anu e il consiglio se ne convinsero grazie alla nascita di Caino e Abele.
Una nuova fase della presenza di Anunnaki su questo pianeta fu ben accolta e approvata.
Ora che Abele è stato ucciso, e se anche Caino verrà fatto morire, la sazietà avrà fine, gli ammutinamenti si rinnoveranno, tutto ciò che è stato fatto verrà distrutto!
Non c’è da meravigliarsi se avevi a cuore Abele, era il figlio del tuo fratellastro!
Ora abbi pietà dell’altro, che la stirpe di Adapa sopravviva!
Con queste parole, profondamente rattristato, Enki svelò il proprio segreto a Marduk, suo figlio.
All’inizio Marduk rimase stupefatto dalla rivelazione, poi fu colto da una risata irrefrenabile.
Delle tue doti amatorie spesso mi era giunta voce, ora ne ho la prova!
Così sia, che sia risparmiata la vita di Caino, che sia esiliato ai confini della Terra!
Così disse Marduk al padre, passando dalla collera alla risata.
A Eridu Enki pronunciò la sentenza:
Che Caino sia esiliato, che per espiare il suo atto malvagio sia condannato a peregrinare verso oriente.
Che la vita gli venga risparmiata, lui e le generazioni che da lui discenderanno saranno distinte!
L’essenza vitale di Caino fu modificata da Ningishzidda.
Così che sulla sua faccia non crescesse più la barba.
Così Ningishzidda aveva modificato l’essenza vitale di Caino.
Con sua sorella Awan, come sposa, Caino partì dall’Eden, si diresse verso la Terra di Vagabondaggio.

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