IRONIA BIBLICA

IRONIA BIBLICA

Secondo l’Art. 107 del Catechismo della Chiesa Cattolica I libri della Bibbia insegnano la verità. “Poiché‚ dunque tutto ciò che gli autori ispirati o agiografi asseriscono, è da ritenersi asserito dallo Spirito Santo, si deve dichiarare, per conseguenza, che i libri della Scrittura insegnano fermamente, fedelmente e senza errore la verità che Dio per la nostra salvezza volle fosse consegnata nelle sacre Lettere” [Conc. Ecum. Vat. II, Dei Verbum, 21].”

“fedelmente e senza errori”??!!….vediamo….


Dio ha creato prima l’uomo o gli animali?

Prima gli animali e poi l’uomo…
Genesi 1:25,26,27 “Dio fece le bestie selvatiche secondo la loro specie….E Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra (?) immagine, a nostra somiglianza, e domini [su tutti gli animali]. ….Dio creò l’uomo a sua immagine….”
…no, Prima l’uomo e poi gli animali!
Genesi 2:18,19 “Poi il Signore Dio disse: Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile. Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di bestie selvatiche e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati”

Uomo e donna insieme?
Genesi 1:27 Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò.
…no, Prima l’uomo e poi la donna!
Genesi 1:21,22 Allora il Signore Dio fece scendere un torpore sull’uomo, che si addormentò; gli tolse una delle costole e rinchiuse la carne al suo posto… Il Signore Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all’uomo, una donna e la condusse all’uomo.


 

Mangiando il frutto si muore?

Si!!
Genesi 1:16,17 “Il Signore Dio diede questo comando all’uomo: “Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti”.
…proviamo…
Genesi 3:6 Allora la donna …. prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò.
..No!!
Gensi 5:5 “L’intera vita di Adamo fu di novecentotrenta anni; poi morì.


Serpente: maledetto o sacro?

Maledetto!
Genesi 3:14 Allora il Signore Dio disse al serpente: “Poiché tu hai fatto questo, sii tu maledetto più di….. tutte le bestie selvatiche; sul tuo ventre camminerai e polvere mangerai per tutti i giorni della tua vita.
…..o forse no??…
Esodo 7:8,9 Il Signore disse a Mosè e ad Aronne:”Quando il faraone vi chiederà: Fate un prodigio a vostro sostegno! ….Prendi il bastone e gettalo davanti al faraone e diventerà un serpente!” …..Allora …anche i maghi dell’Egitto, …Gettarono ciascuno il suo bastone e i bastoni divennero serpenti. Ma il bastone di Aronne inghiottì i loro bastoni.
…..mmmm….
Esodo 34:17 Non ti farai un dio di metallo fuso.
Deuteronomio 5:8,9 Non ti farai idolo né immagine alcuna …Non ti prostrerai davanti a quelle cose e non le servirai. Perché io il Signore tuo Dio, sono un Dio geloso.
….quindi … sacro??
NUMERI 21,8 Il Signore disse a Mosè: “Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque, dopo essere stato morso, lo guarderà resterà in vita”.


Quanti animali sono saliti sull’arca?

Solo due paia per ogni specie…
Gensi 6:19 Di quanto vive, di ogni carne, introdurrai nell’arca
due di ogni specie, per conservarli in vita con te: siano maschio e femmina.
…no, Sette Paia di ogni specie
Genesi 7:2,3 D’ogni animale mondo prendine con te sette paia, …degli animali che non sono mondi un paio,…Anche degli uccelli mondi del cielo, sette paia, ….per conservarne in vita la razza su tutta la terra.


Lingua “unica” pre-distruzione della Torre di Babele?

No…
Genesi 10:31 Questi furono i figli di Sem secondo le loro famiglie e le loro lingue, nei loro territori, secondo i loro popoli.
… Si!
Genesi 11:1 Tutta la terra aveva una sola lingua e le stesse parole.


Quanti erano i parenti di Giuseppe?

70!
Genesi 46:27 ……Tutte le persone della famiglia di Giacobbe, che entrarono in Egitto, sono settanta.
…Si 70!
Esodo 1:5 Tutte le persone nate da Giacobbe erano settanta,…
…..No 75!!!
Atti 7:14 Giuseppe allora mandò a chiamare Giacobbe suo padre e tutta la sua parentela, settantacinque persone in tutto.


Saul consulto’ il Signore?

Certo!!
1Samuele 28:6 Saul consultò il Signore e il Signore non gli rispose né attraverso sogni, né mediante gli Urim, né per mezzo dei profeti.
No.
1Cronache 10:13,14 Così Saul morì a causa della sua infedeltà al Signore, perché non ne aveva ascoltato la parola e perché aveva evocato uno spirito per consultarlo. …Non aveva consultato il Signore; per questo il Signore lo fece morire e trasferì il regno a Davide figlio di Iesse.


Quanti erano i figli di Iesse?

8
1Samuele 16:10,11 Iesse presentò a Samuele i suoi sette figli … e Samuele chiese a Iesse: “Sono qui tutti i giovani?”. Rispose Iesse: “Rimane ancora il più piccolo (Davide) che ora sta a pascolare il gregge”
…No, 7!
1Cronache 2:13/15 Iesse generò Eliàb il primogenito, Abinadàb, secondo, Simèa, terzo, Netaneèl, quarto, Raddài, quinto, Ozem, sesto, Davide, settimo.


Furono allontanate le alture?

Si
2Cronache 14:1,2 Asa fece ciò che è bene e giusto agli occhi del Signore suo Dio. Allontanò gli altari stranieri e le alture; spezzò le stele ed eliminò i pali sacri.
No
1Re 15:13,14 ….Asa abbatté l’obbrobrio e lo bruciò nella valle del torrente Cedron. …Ma non scomparvero le alture,…


Chi spinse Davide al censimento?

Satana
1Cronache 21:1 Satana insorse contro Israele. Egli spinse Davide a censire gli Israeliti.
Dio
2Samuele 24:1 La collera del Signore si accese di nuovo contro Israele e incitò Davide contro il popolo in questo modo: “Su, fa’ il censimento d’Israele e di Giuda”.

…E QUANTI ERANO?
1.570.000 (1.100.000+470.000)
1Cronache 21:5 Ioab consegnò a Davide il numero del censimento del popolo. In tutto Israele risultarono un milione e centomila uomini atti alle armi; in Giuda risultarono quattrocentosettantamila uomini atti alle armi.
1.300.000 (800.000+500.000)
2Samuele 24:9 Ioab consegnò al re la cifra del censimento del popolo: c’erano in Israele ottocentomila guerrieri che maneggiavano la spada; in Giuda cinquecentomila.


Quanto e’ costato il campo?

600 sicli d’oro…
1Cronache 21:24,25 Ma il re Davide disse a Ornan: “No! Lo voglio acquistare per tutto il suo valore;… E così Davide diede a Ornan seicento sicli d’oro per il terreno.
…oppure 50 sicli d’argento?!!
2Samuele 24:24 Ma il re rispose ad Araunà: “No, io acquisterò da te queste cose per il loro prezzo ….Davide acquistò l’aia e i buoi per cinquanta sicli d’argento;


Quanto erano alte le colonne della reggia di Salomone?

18 cubiti
1Re 7:15 Fuse due colonne di bronzo, ognuna alta diciotto cubiti e dodici di circonferenza.
…No, 35 cubiti!
2Cronache 3:15 Di fronte al tempio eresse due colonne, alte trentacinque cubiti;


I peccati del padre li scontano anche i figli?

CERTO CHE NOO!!
Deuteronomio 24:16 Non si metteranno a morte i padri per una colpa dei figli, né si metteranno a morte i figli per una colpa dei padri; ognuno sarà messo a morte per il proprio peccato.
… e invece Si!!!
Esodo 20:5 Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, …
Deuteronomio 23:3 Il bastardo non entrerà nella comunità del Signore; nessuno dei suoi, neppure alla decima generazione,
2Samuele 12:13,14 Allora Davide disse a Natan: “Ho peccato contro il Signore!”. Natan rispose a Davide: “Il Signore ha perdonato il tuo peccato; tu non morirai. Tuttavia, poiché in questa cosa tu hai insultato il Signore…, il figlio che ti è nato dovrà morire”. 18 Ora, il settimo giorno il bambino morì ….
Isaia 14:21,22 Preparate il massacro dei suoi figli a causa dell’iniquità del loro padre …Io insorgerò contro di loro – parola del Signore degli eserciti


Chi fu il successore di Giosia?

Iocaz!
2Cronache 36:1 Il popolo del paese prese Ioacaz figlio di Giosia e lo proclamò re, al posto del padre, in Gerusalemme.
…No…Sallùm!
Geremia 22:11 Poiché dice il Signore riguardo a Sallùm figlio di Giosia, re di Giuda, che regna al posto di Giosia suo padre: …


Come morì Saul?

Suicida.
1Samuele 31:4 Allora Saul disse al suo scudiero: “Sfodera la spada e trafiggimi, prima che vengano quei non circoncisi a trafiggermi … Ma lo scudiero non volle, perché era troppo spaventato. Allora Saul prese la spada e vi si gettò sopra.
Ucciso da un Amalecita.
2Samuele 1:6,10 Il giovane (Amalecita) che recava la notizia rispose: …vidi Saul appoggiato alla lancia e serrato tra carri e cavalieri. …. Mi disse: Gettati contro di me e uccidimi: …Io gli fui sopra e lo uccisi,

…E DOVE FU SEPOLTO ??
…a Iabes??!!
1Cronache 10:12 12 tutti i loro guerrieri andarono a prelevare il cadavere di Saul e i cadaveri dei suoi figli e li portarono in Iabes; seppellirono le loro ossa sotto la quercia in Iabes,
…o a Zela?
2Samuele 21:14 14 Le ossa di Saul e di Giònata suo figlio, …furono sepolte nel paese di Beniamino a Zela, nel sepolcro di Kis, padre di Saul;


Dio può essere visto?

Si certo!!
Genesi 32:31 Allora Giacobbe chiamò quel luogo Penuel “Perché – disse – ho visto Dio faccia a faccia, eppure la mia vita è rimasta salva”.
Esodo 24:10 Essi videro il Dio d’Israele: sotto i suoi piedi vi era come un pavimento in lastre di zaffiro,
Esodo 33:11 Così il Signore parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla con un altro. …
…e invece No!!
Esodo 33:20 “Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo”.
….confermato dai Vangeli!
Giovanni 1:18 Dio nessuno l’ha mai visto:….
1Timoteo 6:16 il solo che possiede l’immortalità, che abita una luce inaccessibile; che nessuno fra gli uomini ha mai visto né può vedere….


LA PROMESSA DI DIO!!

Genesi 17:8 Darò a te (Abramo) e alla tua discendenza dopo di te il paese dove sei straniero, tutto il paese di Canaan in possesso perenne; sarò il vostro Dio”.

….secoli dopo….
Isaia:38:7 Da parte del Signore questo ti sia come segno che egli manterrà la promessa che ti ha fatto.
…e dopo….
Geremia 29:10 Pertanto dice il Signore: Solamente quando saranno compiuti, riguardo a Babilonia, settanta anni, vi visiterò e realizzerò per voi la mia buona promessa di ricondurvi in questo luogo.
…e dopo….
Baruc 2:34 Io li ricondurrò nella terra promessa con giuramento ai loro padri, ad Abramo, a Isacco, a Giacobbe;
…e dopo….
Atti 7:17 Mentre si avvicinava il tempo della promessa fatta da Dio ad Abramo, il popolo crebbe e si moltiplicò in Egitto
…e dopo….
Atti 26:6,7 (Paolo) Ed ora mi trovo sotto processo a causa della speranza nella promessa fatta da Dio ai nostri padri,… e che le nostre dodici tribù sperano di vedere compiuta, servendo Dio notte e giorno con perseveranza.
…e dopo….
Ebrei 11:8/13 Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì partendo per un luogo che doveva ricevere in eredità, …Per fede soggiornò… in una regione straniera, …come anche Isacco e Giacobbe, coeredi della medesima promessa. …Egli aspettava infatti la città dalle salde fondamenta, il cui architetto e costruttore è Dio stesso. …Per questo da un uomo solo, …nacque una discendenza numerosa…Nella fede morirono tutti costoro, pur non avendo conseguito i beni promessi, ma avendoli solo veduti e
salutati di lontano, dichiarando di essere stranieri e pellegrini sopra la terra.
….ma sta Terra “Promessa”????!!!!

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“Poiché‚ dunque tutto ciò che gli autori……asseriscono, è da ritenersi asserito dallo Spirito Santo, si deve dichiarare, per conseguenza, che i libri della Scrittura insegnano fermamente, fedelmente e senza errore la verità di Dio…..”

…..a voi le conclusioni!!!!

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FONTE ==> http://xoomer.virgilio.it/cosimama/

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LA NASCITA DI SATANA parte 2

LA NASCITA DI SATANA parte 2

Ogni religione è sempre stata accompagnata da conquiste territoriali e di potere, come ad esempio le crociate o la conquista degli spagnoli del centro america, sotto il comando della Chiea Cattolica, e la stessa cosa è accaduta millenni fa quando i primi re di popolazione semita riuscirono ad unificare sotto una unica bandiera, politica e religiosa, le terre del medioriente.
I primi semiti, infatti, dovevano ritrovare la propria identità dopo la distruzione di Gerusalemme e fu proprio durante questo periodo che vennero a conoscenza delle tradizioni babilonesi, che a loro volta avevano ereditato dai Sumeri, ma che loro riportareranno in chiave monoteista.
Questo nuova stirpe che si andava formando era il popolo Ebraico, il quale nella sua fase iniziale (II millennio a.C.) era per lo più una religione enoteista, cioè che aveva una divinità principale (El/Enlil), ma che riconosceva anche le divinità dei paesi in cui si diffondeva, come quella Camita di stampo Enkita (che adoravano Enki, fratello di Enlil), che comprendeva le popolazioni libanesi, egiziane, e dell’Africa centro-orientale, e col passare del tempo, quindi, l’ebraismo ebbe la meglio sulle altre religioni, imponendo il loro “Protettore” Yahwe come unico dio, per finire con la demonizzazione e col bando assoluto degli altri Dei non affini.

L’epilogo, se così si può dire, avvenne dopo l’Esodo, quando gli Israeliti che fuggirono dall’Egitto e quindi dal territorio Enkita, si ritrovarono in Mesopotamia che era territorio Enlilita, ed ecco che, automaticamente in virtù di questo trasferimento, Enki diventò “Saytan”, Satana per la Bibbia, ma che in lingua originale aramaica, significa semplicemente “Avversario”!
Poi successivamente la propaganda Cristiana Cattolica ha fatto tutto il resto.

EVOLUZIONE SATANA 2

Alla luce di tutto questo, possiamo comprendere che “Satana” non è altro che una e più divinità adorate da quei popoli che furono soggiogati dai semiti, i quali gli imposero il loro unico Dio.

E chi erano queste “divinità”??
Ma naturalmente le entità enkite, che vennero organizzate in una struttura gerarchica con a capo Enki/Satana (shaytan) il quale comandava le orde di “demoni”, cioè i suoi figli, più tutte le altre divinità minori loro seguaci, mentre dal punto di vista dell’iconografia questo passaggio viene evidenziato dalla reppresentazione dell’icona identificativa di Satana, il Serpente, che nella cultura mesopotamica rappresentava appunto Enki, divenendo così il simbolo dispregiativo per i nemici politici enkiti.

Nonostante, però, la figura di Satana sia stata identificata con Enki, il personaggio più demonizzato dall’ebraismo fu Marduk il ribelle, figlio di Enki.
Egli, infatti, fu protagonista di molte vicende che riguardano le contese Anunnake, dalla causa della Prima Guerra della Piramide, fino ad arrivare alla distruzione nucleare del Sinai; tutto questo perchè gli fu sempre negato il diritto di successione, e questo risentimento se l’è portato dietro per secoli.
Una vicenda famosa che accomuna Marduk con il Satana della Bibbia è nell’undicesimo capitolo della Genesi che parla della distruzione della Torre di Babele.
Sappiamo che Marduk aveva al suo seguito il popolo egiziano, il quale lo adorava come Ra, e che volle ribellarsi al dominio enlilita conquistando Babilonia, così insieme a suo figlio Nabu, prese la città dove edificò la sua dimora (L’Esagila) e per affermare la sua supremazia fece edificare una torre.
Fu a questo punto che, secondo la Bibbia, Yahwe/Enlil distrusse la torre di Babele e “confuse le lingue degli uomini”.

Tornando all’ebraismo, la sua fase monoteista si affermò anche quando tutti gli attributi e le opere di tutte le divinità precedenti vennero associati alla divinità unica Yahwe, non solo quelle enlilite ma anche quelle enkite. Troviamo quindi da una parte la demonizzazione della fazione enkita e della sua stirpe, e allo stesso tempo la privazione di queste divinità delle loro caratteristiche peculiari e delle loro opere, che vennero così attribuite a Jahwe.

Primo esempio tra tutti riguarda la creazione dell’uomo.
Paradossalmente, secondo gli scritti sumero-accadici fu proprio Enki (Satana), assieme a sua sorellastra Ninmah (La levatrice degli dei sumeri) a creare il primo uomo, e successivamente fu Enlil (Yahwe) a porlo nell’ E.Din/Eden, ed è comico come, nella fase di creazione del monoteismo ebraico, questa azione fu attribuita a Yahwe e immediatamente il creatore dell’uomo Enki fu chiamato “Satana”, cioè avversario di Jahwe.
(e da qui allora mi annovera una riflessione… secondo i racconti sumero-accadici l’uomo è una creazione di Satana?!!)
Sigillo della TentazioneLa storia continua con la vicenda della tentazione; il Serpente/Enki tenta Eva e gli fa mangiare il frutto dell’Albero della Conoscenza, poi Dio/Enlil caccia i due umani per impedirgli di mangiare anche dall’Albero della Vita.
Inutile dire che esiste un cilindro sumero, quello della “sigillo della tentazione”, realizzato molti secoli prima della stesura della Bibbia, che mostra la stessa scena!

Altro esempio eclatante è la storia del diluvio universale, dove Dio decide di sterminare la razza umana peccatrice, ma che subito dopo “cambia idea” e sceglie di salvare Noè con tutta la sua famiglia, poichè egli era “Puro” dinnanzi ai suoi occhi.
sigillo enki-noèQuesto dilemma ci viene spiegato accuratamente andando a leggere il “mito” sumero di Atra Hasis, e riportato in modo chiaro nel “sigillo del diluvio” (qui Enki, come nel sigillo precedente, viene rappresentato metà uomo e metà serpente), dove Ziusudra, la figura corrispondente a Noè, viene avvertito da Enki dell’imminente decisione di Enlil di sterminare l’umanità.
Quindi; Yahwe (Enlil) decide di sterminare l’umanità perchè peccatrice, ma subito dopo “cambia idea” (?) e avverte (Enki) noè.
(!!!)
Questa succinta narrazione ci costringe ad affrontare una nuova verità; fin quando vorremmo considerare i miti come semplici fantasie dei nostri progenitori e non come cronache di fatti realmente accaduti, troppe cose ci resteranno incomprensibili.
Purtroppo “nella storia delle religioni” abbondano le interpretazioni unilaterali e di conseguenza aberranti, mentre invece sembra proprio che tutte le più recenti scoperte dell’uomo non facciano altro che confermare le verità insite nei miti pagani e che in questo caso la religione cattolica collega il Serpente a Lucifero, il quale non fece altro che sciogliere i segreti degli “dei”.
Dopo l’attenta valutazione di tali letture è giocoforza accettare le nuove teorie dell’ultimo mezzo secolo, secondo cui gli antichi dèi non sarebbero altro che essere mortali di civiltà più evolute di noi, che ci hanno creato a loro immagine e somigliana attraverso l’utilizzo del loro e del nostro DNA.
Forse il loro compito è stato di elevare il livello spirituale di altri mondi, o forse il loro intento era semplicemente servirsi di noi per i loro scopi.
Sta di fatto che questo malizioso Serpente, non era nient’altro che un coraggioso e brillante astronauta che dopo averci creato “aprì gli occhi all’automa”, per dare così agli uomini quelle conoscenze che gli altri “dei” volevano serbare esclusivamente per loro, divenendo secoli dopo l’avversario di Dio, e quindi Satana.

FONTI ==> http://ningizhzidda.blogspot.it/2012/10/la-nascita-di-satana.html

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GLI DEI DELLA BIBBIA

Gli dèi della Bibbia

Negli elenchi di divinità mesopotamiche, compilati dagli Assiri intorno al 1000 aC, figurano circa 2000 nomi; altrettanti se ne contano in Egitto.
A volte le nuove e le vecchie divinità si sono fuse in una sola figura, a volte si sono “specializzate” differenziandosi in più figure, hanno cambiato nome o hanno moltiplicato le proprie competenze.

inanna-ishtarPer fare un solo esempio, Inanna (Ishtar), una delle principali divinità sumerico-assiro-babilonesi, era considerata la dea del sesso, delle prostitute, dell’amore, della fecondità femminile, della guerra, delle tempeste, del tuono, dei magazzini, della lana, della carne, del calendario, della pioggia, della fertilità, dei datteri, della morte, dei disastri, degli incendi, della gioia e delle lacrime, dell’amicizia e dell’ostilità.

Mai prima del cristianesimo, che si sappia, un popolo ha cercato di imporre ad altri i propri dèi; al contrario, gli dèi stranieri sono stati aggiunti a quelli tradizionali. Così è stato anche nella regione di Canaan, dove gli Israeliti erano presenti probabilmente prima del 1200 aC ed avevano adottato i culti di alcune importanti divinità: il dio-toro era presente in Egitto (col nome di Apis) ed in tutto il Vicino Oriente (come immagine di Baal e di Yhwh).
In Canaan il dio El è descritto come un vecchio, padre dell’umanità e di tutte le specie, dotato a volte di due grandi corna di toro.
El è anche uno dei nomi del dio della Bibbia ebraica (tradotto in italiano con Dio); le sue immagini come dio-toro sono chiamate “vitelli”, ma si riferiscono anche ad Yhwh e forse ad Api.
 Il sommo sacerdote Aronne costruisce un vitello d’oro, gli erige un altare e proclama che “domani sarà festa in onore dell’Eterno” (cioè di Yhwh, Esodo 32,5)
 
Il re Geroboamo istituisce il culto di due “vitelli” d’oro nei templi di Dan e di Betel, con sacerdoti e festa annuale: “O Israele, ecco i tuoi dèi, che ti hanno fatto uscire dal paese d’Egitto! (…) e il popolo andava fino a Dan per presentarsi davanti a uno di quei vitelli.” (1Re, 12:28-30).
 
Il culto del “vitello” venne mantenuto anche dal virtuoso re Jeu, che”non abbandonò i vitelli d’oro che erano a Betel e in Dan”. Da notare che fu premiato da Yhwh: “perché ti sei compiaciuto di fare ciò che è giusto ai miei occhi (…) i tuoi figli – fino alla quarta generazione – siederanno sul trono di Israele” (2Re, 10:28-30).
 
Si legge anche come l’eroe Sagmar sconfisse 600 Filistei usando “un pungolo per buoi”. Strano strumento di guerra, ma la traduzione esatta del testo è probabilmente “per mezzo del dio-toro” (per le possibilità d’interpretare il testo ebraico in diversi modi, v. testi biblici)
 
El (“il più alto”) era un antichissimo dio siriano (circa 2500 aC) presente in tutta l’area semitica, fino al nord della Mesopotamia (Hurriti). In Palestina era messo in relazione con l’egiziano Ptah (dio della capitale Menfi), del quale il dio-toro Apis (altrettanto antico di El) era un’incarnazione.
Per i Fenici era padre di Dagan, quindi nonno di Baal, forse identificabile con Baal-Ammone, suprema divinità di Cartagine.
Nella Bibbia ebraica compare circa 2000 volte come Eloah (plurale Elohim), El, Elahh.
Si trova al primo posto in tre liste di divinità ugaritiche (Siria), chiamato ripetutamente “El il toro” o “dio-toro”, abu bani ili (“padre degli dei”, gli Elohim) e abuadami (“padre dell’uomo”, v. l’Adamo della Bibbia).
In un inno hurrita è chiamato “El dell’alleanza”, cosa che lo collega al cananeo “Baal del patto” ed alle numerose “alleanze” di Yhwh-El-Elah-Elohim con gli eroi della Bibbia.
Sembra che a volte sia stato fuso con Baal.
In un testo ugaritico, Yhwh è citato come “figlio di El”. Giacobbe acquistò dal padre di Sichem un pezzo di terra, dove piantò la tenda e dove eresse un altare e lo chiamò “El, Dio d’Israele” (Genesi 33:20).
 
baal02Baal (Bel, Belo, El), altra figura centrale della religione ugaritica, era una delle divinità principali di Siriani, Fenici, Assiri, Babilonesi ed Israeliti. In Canaan era Baal Berit (Baal del patto), a cui era dedicato il tempio di Sichem, dove poi fu adorato anche Yhwh. E’ probabile quindi che l’altare eretto da Giacobbe in realtà fosse dedicato a Baal, poi “aggiustato” come El.
Citato 63 volte nella Bibbia, sempre come divinità alla quale il popolo ebreo rimane ostinatamente fedele, ma forse anche con il significato generico di “idolo” e con intenzione dispregiativa.

asherah02Asherah, citata 6 volte nella Bibbia (Asera), “sposa” di Baal e di Yhwh, è la Madre semitica che compare in numerosi testi in accadico e in ittita, dove è chiamata “creatrice degli dèi (Elohim)” ed è una delle diverse versioni della divinità conosciuta soprattutto come la fenicia Astarte (citata 43 volte nella Bibbia), l’egiziana Qadesh, la sumera-assira Inanna-Ishtar o la siriana Anath. In Grecia prese i nome di Afrodite, a Roma quello di Venere.
Questo personaggio, che nel perbenismo dei testi moderni è definito come dea “dell’amore”, era in realtà la dea del sesso a oltranza. Nei suoi templi si praticava laprostituzione sacra, che risale ai Sumeri (almeno dal 2000 aC), usanza cara anche agli Israeliti che poi fu proibita dalla Bibbia (Deuter. 23:17; 1Re 14:24, 15:12, 22:46; 2Re 23:7).
La Bibbia dice che era venerata dagli Ebrei come Astarte e come “Regina del cielo”.
“Non vedi che cosa fanno nelle città di Giuda e nelle strade di Gerusalemme? I figli raccolgono la legna, i padri accendono il fuoco e le donne impastano la farina per preparare focacce alla Regina del cielo” (Geremia, 7:17-18)
 “(…) bruceremo incenso alla Regina del cielo e le offriremo libazioni come abbiamo già fatto noi, i nostri padri, i nostri re e i nostri capi nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme” (geremia, 44:17)
 La Regina del cielo è superiore ad Yhwh, un buono a nulla che non ha saputo evitare le carestie e le sconfitte in guerra: …allora avevamo abbondanza di pane, stavamo bene e non vedevamo nessuna calamità; ma da quando abbiamo smesso di offrire profumi alla regina del cielo e di farle delle libazioni, abbiamo avuto mancanza di ogni cosa; siamo stati consumati dalla spada e dalla fame.
E le donne aggiunsero: “Quando noi donne bruciamo incenso alla Regina del cielo e le offriamo libazioni, forse che senza il consenso dei nostri mariti prepariamo per lei focacce con la sua immagine e le offriamo libazioni?” (Geremia, 44:18-19)
 

anath01Anath, anche lei moglie, ma anche sorella, di Baal, è nota soprattutto dai testi di Ugarit, dove in origine appare anche come vergine guerriera. Più tardi il suo culto e il suo stesso nome si fusero con quelli di Astarte. Infatti la si ritrova associata a Yhwh nel tempio di Elefantina, evidentemente come variante della coppia Yhwh-Asherah.
Fino all’epoca della riforma, a Gerusalemme veniva celebrato annualmente ilmatrimonio sacro tra Yhwh e Anat, interpretati rispettivamente dal sommo sacerdote e da una donna, forse una prostituta sacra (Raphael Patai, Man and Temple, citato da Belloni, pag. 62).

Ci sono dunque diversi elementi di analogia tra Baal e Yhwh, che hanno in comune le mogli, i templi e l’animale sacro; e sembra che il culto di Baal sia sopravvissuto per secoli, nonostante la sanguinosa opposizione dei sacerdoti di Yhwh.

APIS- DIO TOROApi o Apis era una delle più antiche divinità egiziane (3000 aC), un toro nero che poi fu considerato l’incarnazione di Ptah, protettore della capitale Menfi. E’ possibile che la sua figura abbia contribuito alla rappresentazione di Baal come dio-toro; se si accetta l’ipotesi che alcune tribù israelite provenivano dall’Egitto, potrebbe essere lui il “vitello d’oro” fabbricato da Aronne (v. sopra) mentre suo fratello Mosè si è assentato per parlare con Yhwh (Esodo, 32:5)

Moloch_the_godMolok (Moloch, Moloc, Molek) è una divinità cananea inventata dai redattori della Bibbia per attribuirle i sacrifici umani che in realtà erano compiuti dagli Ebrei in onore di Yhwh.
Altre invenzioni della Bibbia sembrano essere gli “abominevoli” Milcom (la versione ammonita di Moloch) e Chemosh, divinità analoga dei Moabiti. Di costoro non si hanno notizie da altre fonti. Il re Salomone aveva fatto erigere templi a questi dèi cannibali, come pure ad Astarte (2Re, 23:13, 1Re, 11:7). Molok era invece il nome del rito, le cui vittime erano bambini molto piccoli, che ad un certo punto venne proibito.

Nella Bibbia, Elohim compare circa 2000 volte. E’ un plurale maschile, e significa “gli Dèi”. In diverse occasioni viene usato per indicare collettività come gli angeli della corte celeste (Salmo 138,1) o i “figli di Dio” (Giobbe 1,6; 29,1; 89,7). Compare anche nelle forme singolari (Eloah, El, Elahh). Viene interpretato in diversi modi: per es. “colui che esiste di per sè”, oppure “colui che è forte e incute timore”, oppure “la loro potenza”. Per i devoti ebrei, questo nome è troppo sacro per essere pronunciato
A volte il plurale non è stato nascosto: Dio disse: “facciamo l’uomo, con la nostra immagine, a nostra somiglianza” […] “Ecco, l’uomo è diventato come uno di noi” (Genesi 1,26; 3,22)
La trovata della “immagine e somiglianza” diventò abbastanza imbarazzante quando Darwin (1871) dimostrò che i primi uomini somigliavano molto alle scimmie. Non si sa fino a che punto i credenti ne furono turbati, ma il rischio che ne emergesse l’ipotesi di un dio-scimmia con le corna da toro provocò una certa agitazione negli ambienti ecclesiastici.
 Yhwh compare circa 7000 volte ed è il “tetragramma” (quattro lettere) che è proibito pronunciare; non risulta che questo nome sia stato usato in altre religioni ed il suo significato, che sembra analogo a quello di “essere” o “esistere”, è stato reso con espressioni del genere “io sono chi sono”, oppure “io sono colui che è”. 
yahweh_asherahNei templi di Kuntillet Ajrud (Sinai) e di Lachis (costa della Palestina) il nome di Yhwh compare solo due volte, e in entrambi i casi per invocare la benedizione sua, di Asherah, di El e di Baal (tutte divinità cananee).

In un graffito del tempio di Taanach (Israele settentrionale) due figure in piedi sono accompagnate da un’iscrizione, interpretata nel senso che si tratta di Asherah e del suo consorte Yahweh.
Adonai: compare 439 volte. Significa “Eterno” ma viene tradotto anche con “Signore”. Non potendo pronunciare nè Elohim nè Yhwh, quando leggono questi termini i devoti se la cavano dicendo Adonai. Se si ammette l’ipotesi che almeno una delle tribù israelite (Beniamino) proveniva dalla Siria, Adonai potrebbe essere Adon, dio siriano del ciclo morte/rinascita che era adorato anche dai Fenici e che corrisponde all’egiziano Osiride ed al greco Adonis (Adone a Roma).
 

arca dell'alleanzaAngeli: in generale, appaiono come divinità minori al servizio di Yhwh. Va notato che non sono stati creati dagli Elohim (la Genesi li ignora completamente). 
Intesi in questo senso, provengono certamente dalla mitologia babilonese. in cui i cherubini sono sfingi alate messe a guardia dei templi, come fanno anche gli Ebrei nell’Arca dell’Alleanza e nel tempio di Gerusalemme; nelle raffigurazioni cristiane gli angeli sono identici a quello rappresentato in un bassorilievo della biblioteca di Assurbanipal (650 aC).
A quanto pare, queste divinità minori erano di sesso maschile ed apprezzavano le grazie delle donne mortali: Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, i figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero (…)
C’erano sulla terra i giganti a quei tempi – e anche dopo – quando i figli di Dio si univano alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell’antichità, uomini famosi” (Genesi, 6:2-4)
Degli Angeli ebbe modo di occuparsi anche la chiesa cristiana, quando nel Concilio di Efeso (431) stabilì che essi erano dotati di tre paia (!!!) di ali piumate: per volare, per velarsi il volto e per nascondere il proprio sesso, sul quale però i venerabili Padri conciliari non riuscirono a mettersi d’accordo: imperdonabile ignoranza della Genesi, che già aveva chiarito tutto. Conclusero che comunque il loro sapore era squisito.
In Mesopotamia, come poi anche in Grecia e quasi dappertutto, questi “matrimoni” misti erano frequenti: in genere i re si vantavano di essere figli o sposi di qualche divinità. Esempi celebri sono il re Gilgamesh, il pastore Dumuzi (Tammuz), Ercole, il re Minosse, Castore e Polluce, Elena di Troia, il re Creso, Enea, Achille.
 L‘Angelo del Signore invece è la forma umana sotto cui Yhwh si manifesta in alcune occasioni: si presenta inizialmente come messaggero, ma d’improvviso si mette a parlare in prima persona come dio.
L’Angelo ferma Abramo che sta per sacrificare Isacco, poi gli dice:Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male! Ora so che temi Dio e non mi hai rifiutato tuo figlio” (Genesi, 22:10)
Un angelo preannuncia ai genitori la nascita di Sansone; alla fine del colloquio, il futuro padre dice a sua moglie:Noi moriremo certamente, perché abbiamo visto Dio” (Giudici, 13:22)
Analoghi episodi si trovano in Genesi 16:7 e 21:18 (Agar e Ismaele), in Genesi, 19:1-21 (Lot e la distruzione di Sodoma), in Giudici, 6:11-23 (Gedeone).

…Alla faccia del “Dio” unico!!

FONTE ==> http://www.webalice.it/gangited/_A/Bibbia_B1.html

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IL PLAGIO DEI 10 COMANDAMENTI

IL PLAGIO DEI 10 COMANDAMENTI

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Tutti noi, quando da bambini siamo stati indotti, più o meno volontariamente, a frequentare le lezioni di catechismo, siamo stati indottrinati al contenuto dei dieci comandamenti consegnati, secondo la Bibbia, a Mosè sul monte Sinai, decalogo obbligatoriamente da rispettare affinché un fedele possa definirsi “Cattolico”.
Ma se vi dicessi che i dieci comandamenti che ci sono stati finora propinati sono stati quasi completamente inventati dalla Chiesa, perché nel decalogo della Bibbia originale… non esistono …la situazione come cambierebbe?

Innanzitutto bisogna dire che i comandamenti che sono arrivati a noi, ossia quelli che “Dio” dettò a Mosè in origine, sono stati ampliamente riveduti.
Ma non solo, queste regole sono state riprese in parte dal codice di Hammurabi (dove si fa uso della Legge del taglione, ben nota nel mondo giudaico-cristiano e alla base della legge del profeta biblico Mosè), ma sopratutto dalla formula magica n°125 del Libro Egizio dei Morti, un libro che parla di riti magici e dei vari stati dell’anima prima e dopo la morte, e che serviva alla risurrezione per raggiungere il campo dei giunchi, ovvero il paradiso.
Questo papiro conteneva vari artifizi per poter superare delle prove davanti agli dèi chiamate “confessioni in negativo”, che permettevano l’approdo alla porta successiva.

Davanti ad ogni porta, quindi, ci si trovava di fronte ad un dio, e l’uomo, o meglio la sua anima, rispondeva dicendo “non ho commesso furto”, “non ho ucciso gente”; e quindi, quello che nel papiro era “non ho commesso furto” diventa per la Bibbia “Non rubare”, “non ho ucciso gente” diventa “Non uccidere”, “non ho detto menzogne” diventa “Non dire false testimonianza” e via dicendo.
Superate le quarantadue porte infine, il defunto si trovava davanti ad Horus che, attraverso la pesa del cuore, decideva il suo destino. Il defunto estraeva il suo cuore da una scatolina ed Horus lo poneva sul piatto di una bilancia, controbilanciata dalla parte opposta da una piuma. Se la bilancia si manteneva in equilibrio l’uomo andava nel campo dei giunchi, altrimenti era…l’inferno, o la sua distruzione.

Gli alti dirigenti egizi pensarono bene di far credere ai loro polli che, in caso di risposta sbagliata, gli dèi li avrebbero puniti per l’eternità, questo per costringerli a comprare il papiro che permetteva di ingannare gli dèi celesti, anche con l’ausilio di altri amuleti.

Il costo del papiro era quasi la metà del lavoro di un anno di un artigiano, più il costo di altri amuleti che venivano venduti a parte per superare la prova finale, ossia ingannare gli dèi dalle bugie del morto.
(…nacque così il primo merchandising religioso da parte dei sacerdoti egizi, normali uomini che, per sbarcare il lunario, preferirono vendere un prodotto molto richiesto, ieri come oggi “l’illusione della vita eterna”)

Ed ecco quindi cosa è “probabilmente” successo, Mosè, per dare delle leggi al suo popolo che era molto disubbidiente, e lo dice la Bibbia “un popolo di dura cervice”, si è ritirato sul monte Sinai ed ha estrapolato e semplificato il testo egizio riassumendo il tutto in 10 semplici leggi chiamate comandamenti, e per dare credibilità alla cosa ha detto che era stato Dio a dettarle.
Ricordiamoci che Mosè è stato consigliere del Faraone in Egitto fino al momento dell’esodo, quindi conosceva molto bene i testi e i riti egiziani.

Ma torniamo alla Bibbia.
I Dieci Comandamenti possiamo leggerli nei libri dell’Esodo 20,3/17 e in Deuteronomio 5,6/21; ma, come è in “uso” dalla Chiesa, questi sono stati ancora una volta riveduti e semplificati, quindi quelli che noi tutti abbiamo imparato al catechismo non sono altro che la versione ulteriormente falsificata dai traduttori biblici.

Ma andiamo nello specifico:
10 COMANDAMENTI
Come è possibile constatare dalla tabella comparativa, nel “Primo Comandamento” del decalogo del Deuteronomio (il comandamento originale per intenderci), Dio comanda al suo popolo di “non avere altri dèi al di fuori di lui”, ammettendo implicitamente l’esistenza e la presenza di più dèi (Anunnaki??). Il vero motivo per cui l’ipotetico redattore della Bibbia (di certo un alto dirigente ebreo, e non Dio!) ha imposto agli ebrei questo comandamento è perché, nonostante vi fossero diversi tentativi di unificare il popolo ebraico ormai allo sbaraglio dopo la cacciata dall’Egitto, gli ebrei, infischiandosene altamente di ciò che diceva il loro dio, o di chi glielo voleva imporre, non furono mai fedeli a questa divinità dimostrando addirittura in molti casi di non conoscerla neppure, adorando ogni sorta di divinità egizia, sumera, assira, fenicia ed altre divinità di tutte le razze e religioni; tutte eccetto il dio biblico.
Per poter riparare a tutte queste chimeriche anomalie, poiché sarebbe potuto sembrare ridicolo agli occhi di un credente non ebreo che il dio Creatore dell’Universo fosse in competenza con altre divinità, la Chiesa decise di trasmutare grammaticalmente il “numero” della parola “dèi” dal plurale al singolare (dio), in modo tale da cambiare il significato all’intero contesto della frase.

Nel “Secondo Comandamento” originale Dio vieta di fare immagini, dipinti, statue e quindi ogni sorta di raffigurazioni “di ciò che è lassù in cielo, di ciò che è quaggiù sulla terra e di ciò che è nelle acque sotto la Terra”, ovvero di ogni eventuale immagine sacra e divina riguardante sia la presente religione sia le religioni straniere, alle quali era comunque vietato aderire, (pena la morte, altro che i tormenti dell’inferno!). Nel proseguo del comandamento lo stesso Dio, onnisciente e perfettissimo, ammette di essere un dio geloso e vendicativo, ponendo questa sua irascibilità come valido motivo per il quale agli ebrei era vietato fare immagini e raffigurazioni d’ogni genere e forma: “Perché io, il Signore tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione per quanti mi odiano”.
Il vero Secondo Comandamento, insomma, vieta alla religione cristiana di essere una religione idolatra; di conseguenza, se ci si attenesse alla lettera, paradossalmente per Dio chiunque abbia adorato almeno una volta nella vita una immagine od una rappresentazione della Madonna, del Crocifisso, di padre Pio, o qualunque sorta di immagine sacra riconosciuta o meno dalla religione Cattolica e Cristiana, compreso ovviamente chi si sia recato almeno una volta nella propria vita in un edificio sacro come una chiesa, dovrebbe essere immediatamente scaraventato all’inferno! Questo comandamento deciso dal dio biblico mette anche fine ad ogni discussione sull’eventuale presenza del simbolo del crocifisso nelle aule scolastiche e di tribunale; ed opporsi a questo vorrebbe dire rinnegare e mettersi contro le stesse leggi proclamate dal dio degli Ebrei.
Inoltre come può un’entità perfetta, onnipotente, onnipresente ed onnisciente, che dovrebbe quindi esulare da ogni legge fisica e terrestre, e perciò essere una forza trascendente, dichiarare per sua stessa ammissione di essere una entità gelosa e vendicativa, e peraltro farlo in un libro scritto da lei stessa colmo di incongruenze logiche ed anacronismi storici?
Se Dio è geloso non è perfetto, se Dio è perfetto allora non è il dio della Bibbia!
Poiché il secondo comandamento del decalogo del Deuteronomio va contro ogni etica e morale del Cattolicesimo, questo comandamento viene completamente soppresso ed eliminato dal Decalogo secondo la Chiesa Cattolica.

Con la stessa furbizia ed insostituibile acribia, il cupolone del Vaticano si è anche reso conto che probabilmente i credenti odierni non avrebbero più accettato e seguito ciecamente la religione Cattolica sapendo che le loro principali leggi avrebbero proclamato ed esacerbato la schiavizzazione dell’uomo, e così si è reso necessario un altro taglio della “pia forbice Cristiana” che ha dato una bella spuntata al “Quarto” ed al “Decimo Comandamento”; nel quarto troviamo, infatti, di non far lavorare il proprio schiavo e la propria schiava nel giorno di Sabato, mentre nel decimo di non desiderare lo schiavo o la schiava d’altri, relegando così gli schiavi alla pari della merce e calpestando ogni loro più bassa dignità.
Avendo rimosso completamente il Secondo comandamento originale, a questo punto la Chiesa si è ritrovata con soli nove comandamenti, anziché dieci; così, per riportare il numero dei comandamenti falsificati uguale a quello degli originali, i falsari hanno diviso in due il decimo comandamento, formando il nono dalla prima parte di esso ed il decimo dalla seconda parte, semplificandolo ed omettendo ovviamente le frasi dove venivano citati gli schiavi.
Così il comandamento “Non desiderare la moglie del tuo prossimo. Non desiderare la casa del tuo prossimo, né il suo campo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna delle cose che sono del tuo prossimo” viene diviso in due e trasformato in “Non desiderare la donna d’altri” nel nono comandamento ed in “Non desiderare la roba d’altri” nel decimo”.

Raggion per cui…La Bibbia è la negazione totale dei 10 Comandamenti! …che poi, stando sempre a ciò che ci racconta la Bibbia, è proprio Dio colui che non rispetta i suoi stessi comandamenti!

FONTE ==> http://www.altrogiornale.org/i-veri-dieci-comandamenti/

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LIBRO DEI MORTI

I quarantadue giudici del tribunale della sala delle due Maat
QUARANTA GIUDICI

“Sala della Giustizia” dal Libro dei Morti di Hunefer

Nel Libro dei morti viene rappresentata la pesatura del cuore durante la quale il defunto doveva prima rivolgere una dichiarazione di innocenza al dio Osiride e successivamente ad un tribunale rappresentato da quarantadue giudici, demoni o dei locali, i quali avevano il compito di denunciare e di punire una colpa o un peccato.
Questa seconda dichiarazione era chiamata “d’innocenza” poiché il defunto negava di aver commesso una delle colpe.

I quarantadue giudici:
1  Lungo di passo: “non ho commesso ingiustizia”
2  Colui che abbraccia la fiamma: non ho commesso furto o cattiverie
2  Nasuto: “non ho commesso cupidigia nel mio cuore”
4  Ingoia-ombre: non ho commesso furto
5  Dal volto ritorto: non ho ucciso gente
6  Doppio leone: non commesso frodi o diminuzioni nello staio
7  Occhi di selce: non ho commesso un atto indiretto
8  Fiammeggiante: non ho rubato beni del dio
9  Rompi-ossa: non ho detto menzogne
10 Getta-fuoco: non ho sottratto alimenti
11 Cavernoso: non sono stato avverso
12 Essere dai denti bianchi: non ho inviato nessuno presso Osiride
13 Mangia-sangue: non ho ucciso il grosso bestiame appartenente al dio
14 Mangia-visceri: non ho accapparato
15 Signore della Verità: non ho alterato le razioni di birra
16 Errante: non ho fatto la spia
17 Aady: non ho chiacchierato eccessivamente
18 Il malvagio: non ho ingannato, se non per i mie beni
19 Uammety: non ho avuto rapporti carnali con una donna sposata
20 Colui che vede ciò che egli sposta: non ho fornicato
21 Soprintendente dei Grandi: non ho causato timori
22 Distruttore: non ho trasgredito
23 Incantatore di voce: non mi sono accesso d’ira
24 Fanciullo: non reso il mio viso sordo alle parole di verità
25 Basty: non ho causato disturbo
26 Il viso suo è sulle sue spalle: non sono stato pederasta
27 Ardente di piede: non sono stato inconseguente
28 Oscuro: non ho insultato
29 Colui che porta la sua offerta: non sono stato violento
30 Signore dei volti: non sono stato impaziente
31 Serekhy: non ho trasgredito
32 Signore delle due Corna: non ho danneggiato le immagini del dio
33 Nefertem: non sono senza colpe
34 Tem-Sep: non ho proferito insulti contro il re
35 Colui che agisce secondo il suo desiderio: non ho camminato sull’acqua altrui
36 Colui che batte le acque: non ho alzato la voce
37 Colui che comanda la gente: non ho insultato il dio
38 Neheb_Neferet che concede cose buone: non ho prelevato nulla dalle offerte del dio
39 Neheb_kau colui che concede i ka: non ho rubato
40 Potente di testa: non ho portato via offerte agli akhu
41 Colui che solleva il braccio: non ho diffamato il dio della sua città
42 Colui che annuncia la voce, la decisione: non ho disturbato

FONTE ==> http://www.anticoegitto.net/tribunale.htm

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LA MOGLIE DI YAHWEH

LA MOGLIE DI YAHWEH 

Tre miliardi di persone guardano al loro Dio trascendente, creatore dell’Universo, onnipotente e metafisico ricercando in esso quei precetti di una spiritualità destinata alla salvezza della loro anima e del loro spirito, adeguandosi ai dogmi e agli insegnamenti delle grandi religioni monoteistiche mondiali. Questi sono cristiani, musulmani ed ebrei e il loro Dio è Yahweh.

asherah02Ciò che questi tre miliardi di individui non sanno è che il loro dio trascendente e metafisico… aveva dei genitori… e sposò sua madre. Qualcosa questo che non coincide con l’idea di un dio appartenente alla sfera spirituale metafisica.

Nel corso dei millenni, i Traduttori Biblici hanno oscurato una divinità che nei tempi antichi veniva messa alla pari del “nostro Creatore”: Asherah, una divinità femminile della fertilità che godeva delle stesse attenzioni da parte dei suoi adoratori.

Francesca Stavrakopoulou, ricercatrice del dipartimento di Teologia e Religione all’università di Exeter, ha indagato la connessione tra Yahweh e Asherah, cercando di svelare i motivi per cui la divinità femminile sia scomparsa quasi completamente dalla narrazione biblica.

“Forse lo conoscete come Yahweh, Allah o Dio, ma su un solo punto concordano ebrei, musulmani e cristiani, i popoli delle tre grandi religioni abramitiche: c’è un solo Dio” dice Stavrakopoulou. “E’ una figura solitaria, unica, creatore universale, non un Dio tra tanti…o forse è quello che ci piace credere. Dopo anni di ricerca specializzata nella storia e nella religione di Israele, sono giunta alla conclusione, che alcuni potrebbero giudicare scomoda, che Dio avesse una moglie”.

Stavrakopoulou basa la sua teoria su testi antichi, amuleti e statuette scoperte prevalentemente nella città costiera di Ugarit, elementi che mostrerebbero che il culto di Asherah sia stato parecchio diffuso tra le popolazioni israelite del tempo.

La teoria di una divinità femminile adorata parallelamente a Yahweh non è nuova: già nel 1967 Raphael Patai, orientalista e antropologo propose l’idea di un “doppio culto” di Yahweh e Asherah. Patai, ricercatore di fama internazionale che lavorò per le Nazioni Unite come direttore di progetti di ricerca antropologica in Siria, Libano e Giordania, Asherah sarebbe stata la “regina dei cieli”, come viene chiamata nel Libro di Geremia.

L’ipotesi che Dio potesse avere una moglie fu avanzata in passato da Patai e da altri ricercatori sulla base di un’iscrizione risalente all’ VIII° secolo a.C., e di riferimenti all’interno della Bibbia stessa. “L’iscrizione era una richiesta di benedizione” dice Stavrakopoulou. “L’iscrizione chiede una benedizione da Yahweh e Asherah”. Era la prova che presentava Yahweh e Asherah come una coppia divina. 

FRAMMENTO YAHWEHQuesto frammento ceramico è stato datato all’VIII sec. a.C recante sopra la rappresentazione di tre figure e un’iscrizione di richiesta di benedizione. Negli anni sessanta, durante uno scavo in una località remota del Sinai, denominata Kuntillet ‘Ajrud, è stata ritrovata una parete di anfora rotta che, con ogni probabilità, fu riutilizzata da un mercante o da un semplice viaggiatore come “foglio” su cui scrivere una richiesta di protezione,durante il suo tragitto, alle divinità.
Questo frammento, fortunatamente fotografato e documentato e di cui si è riuscito a realizzare una copia, è stranamente scomparso! Cosa c’era di tanto sconvolgente su questo manufatto riutilizzato?

Una richiesta di protezione durante il viaggio rivolta a Yahweh (il Dio della Bibbia) e alla sua paredra Asherah e due delle tre figure erano queste due divinità.

Qui si apre un mondo di discussioni, e ognuno potrebbe utilizzare tale frammento o copia a suffragare le proprie convinzioni, unica nota stonata è: come mai tale frammento e scomparso e l’archeologo di Tel Aviv è visto come un “simpatico vecchietto dalle idee un po’ balzane?”.
La sparizione da, ovviamente, adito a dei sospetti. Inoltre solo ora è stata ritrovata una manciata di altre iscrizioni, e tutte ci aiutano a rafforzare l’idea che il Dio della Bibbia avesse una moglie e che quindi le idee dell’archeologo di Tel Aviv non fossero così ‘balzane’.

FRAMMENTO YAHWEH- ASHERALa stessa Bibbia sembrerebbe confermare il culto di Ashera nel Libro dei Re, in cui si cita una statua di Asherah  nel Tempio di Yahweh a Gerusalemme. A questa statua venivano offerti oggetti di tessuto prodotti dal personale femminile del Tempio. Il testo usa anche il termine “asherah” in due sensi, per riferirsi ad un oggetto religioso, o per definire il nome della divinità. “Molte traduzioni in inglese preferiscono tradurre ‘Asherah’ con Albero Consacrato” dice Wright. “Questo sembra essere parzialmente dovuto ad un desiderio moderno, ispirato chiaramente dalla narrativa biblica, di nascondere Asherah dietro ad un velo ancora una volta”.
“Asherah non è stata completamente cancellata dalla Bibbia dai suoi editori maschili” dice J. Edward Wright, presidente del The Arizona Center for Judaic Studies e del The Albright Institute for Archaeological Research. “Alcune sue tracce rimangono, e basandosi su queste tracce, sulle prove archeologiche e sui riferimenti a questa dea nei testi provenienti dai territori confinanti con Israele e il Regno di Giuda, possiamo ricostruire il suo ruolo nelle religioni del Levante meridionale”.

Asherah non è una divinità che appartiene alle sole religioni abramitiche: nota anche come Ishtar e Astarte, era una divinità potente e celebrata in molte culture, dai Fenici ai Babilonesi, e le cui origini risalirebbero a ben oltre un millennio prima di Cristo. Le sue tracce si possono trovare in testi ugaritici risalenti a un periodo precedente al 1200 a.C., testi che la definiscono con il suo nome completo “Colei che cammina sul mare”. Ricorda qualcosa, non vi pare?

“I riferimenti alla dea Asherah nel Vecchio Testamento sono rari, e sono stati pesantemente modificati dagli antichi autori che hanno messo raccolto i testi sacri” aggiunge Aaron Brody, direttore del Bade Museum e professore associato alla Pacific School of Religion.

Brody è convinto del fatto che gli antichi israeliti fossero politeisti, con solo una piccola minoranza che venerava solo Yahweh prima degli eventi storici del 586 a.C., anno in cui venne distrutto il Tempio di Gerusalemme, cosa che secondo Brody “portò ad una visione più universale del monoteismo: un solo dio non solo per il Regno di Giuda, ma anche per le altre nazioni d’Israele”.

Nella rivisitazione del pantheon ugaritico cananeo lo stesso Brody riconosce la figura di Asherah, la moglie di El, come particolarmente affascinante. Una figura che i redattori e i traduttori dell’Antico Testamento hanno lentamente fatto scomparire nonostante le numerose statuine della dèa ritrovate e risalenti al Regno di Israele e a quello di Giuda a testimonianza, proprio, della popolarità di Asherah tra gli israeliti con il loro presunto monoteismo.

El (אל, אלהים) è uno dei tanti nomi di Dio nell’Antico Testamento. Gli autori si riferiscono a lui sia con El che con Yahweh (יהוה, oppure אדני). Pur di non citare Asherah (אשרה) nelle traduzioni, ovvero per nascondere la moglie della maggiore divinità israelita del nascente monoteismo, i traduttori si sono arrampicati sugli specchi.

Nella Bibbia ci sono circa 40 citazione del sostantivo Asherah (‘SHRH, אשרה). Ma sono state mascherate.
Ecco alcuni esempi:
Geremia, 7,17/18 “Non vedi che cosa fanno nelle città di Giuda e nelle strade di Gerusalemme? I figli raccolgono la legna, i padri accendono il fuoco e le donne impastano la farina per preparare focacce alla Regina del cielo…
 Geremia, 44:17 “…bruceremo incenso alla Regina del cielo e le offriremo libazioni come abbiamo già fatto noi, i nostri padri, i nostri re e i nostri capi nelle città di Giuda e per le strade di Gerusalemme…
Geremia, 44,18/19 “…allora avevamo abbondanza di pane, stavamo bene e non vedevamo nessuna calamità; ma da quando abbiamo smesso di offrire profumi alla regina del cielo e di farle delle libazioni, abbiamo avuto mancanza di ogni cosa; siamo stati consumati dalla spada e dalla fame.
E le donne aggiunsero: Quando noi donne bruciamo incenso alla Regina del cielo e le offriamo libazioni, forse che senza il consenso dei nostri mariti prepariamo per lei focacce con la sua immagine e le offriamo libazioni?”

Abbiamo detto più sopra come Asherah nel libro di Geremia venisse definita “Regina dei cieli” esattamente come si presentò l’entità riconosciuta universalmente come la Madonna di Fatima. Bene, a partire da questa premessa, siamo certi che l’entità apparsa fosse davvero la madre di Gesù Cristo? Ella ha parlato di un figlio, adirato nei confronti degli uomini per i loro comportamenti… sembrerebbe essere Enlil, oppure Enki, deluso dal mancato raggiungimento del suo progetto di sviluppo della civiltà umana, iniziato subito dopo il Diluvio.
La Madonna di Fatima potrebbe allora essere stata Ishtar? Inanna? O addiritura Nammu, che nei miti sumeri si rivolge al fratello Enki dicendo: «… O fratello mio, svegliati dal mio letto, dal mio sonno, fai ciò che è saggio, modella i servi per gli Dei, affinché possano produrne il loro pane…»

O ancora potrebbe essere la nostra Asherah, moglie e madre di Yahweh, un Elohim adirato da migliaia di anni per un torto subito decine di migliaia di anni fa, subito dopo il Diluvio. Un errore di valutazione da parte di Enki ed Enlil che costò la vita a più di 35 milioni di persone, uomini, donne, bambini uccise durante le guerre di Yahweh. Tante sono le vittime dei genocidi perpetrati direttamente dal “dio” adorato da tre miliardi di persone…

Che i templi israeliti fossero adibiti al culto contemporaneo di diverse divinità risulta dalla Bibbia, dove questo sacrilegio viene spostato a tempi recenti per essere attribuito alla corruzione del popolo ebreo (Geremia, 7:30) e specialmente di alcuni re (2Cronache, 28:1; Geremia, 32:34).
Il fatto, però, risale almeno a circa il 700 aC ed è attestato da prove archeologiche (cocci e graffiti su intonaco, in cui Yhwh viene invocato insieme ad altri dèi) e dalle immagini trovate nel tempio di Taanach, dove è rappresentata la coppia divina Yhwh-Asherah. Intorno al 400 aC, nel tempio di Elefantina Yhwh era tranquillamente adorato insieme a diverse divinità cananee, senza che le autorità di Gerusalemme muovessero obiezioni.
Del resto, di tutte le popolazioni cananee, compresi i Giudei e con la sola eccezione dei Fenici, non si sa praticamente nulla. Il loro contributo all’enorme patrimonio archeologico del Vicino Oriente consiste in pochissimi bronzetti votivi, in figurine di una donna munita di tamburello ed in grossolane statuette che vengono interpretate come immagini della dea Asherah (la moglie di Yhwh).
 La coppia Yhwh-Asherah è in un tempio di Taanach (Israele settentrionale). 

In breve, l’invenzione del monotesimo ebraico dalle divinità cananee ha portato con sé anche Asherah; consorte di El, moglie di Yahweh. La sposa del Dio di ebrei e cristiani.

FONTE ==> http://www.progettoatlanticus.net/2013/04/la-moglie-di-yahweh.html

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TRADUZIONE LETTERALE DELLA BIBBIA

TRADUZIONE LETTERALE DELLA BIBBIA FATTA DA MAURO BIGLINO

Da uno studio ad opera del Prof. Mauro Biglino che consiste nella “traduzione letterale” del Codice di Leningrado emergono ipotesi che stanno facendo riflettere.

Mauro Biglino approfondisce il suo precedente studio (“Il Libro che Cambiera’ per Sempre le Nostre Idee sulla Bibbia”) sull’interpretazione dell’Antico Testamento secondo la lettera Ebraica.
In questa nuova opera si analizza la consistenza reale delle basi ideologiche che, a partire dalla Bibbia, hanno generato l’immensa cornice etica, spirituale/religiosa, e sociale propria delle grandi religioni monoteistiche del mondo. 

A partire dai possibili significati del termine Elohim, tradotto come Dio (unico) ma in realta’ dalla radice Ebraica foriera di molteplici significati.

Se gli Elohim, i “Signori”, erano una pluralita’ di individui in carne e ossa, venuti sulla Terra per determinati scopi, da dove provenivano? 
E’ la domanda che l’autore si pone nel Capitolo 4, aggiungendo alle varie ipotesi piu’ o meno condivise da altri studiosi, quella Greca della traduzione “Giganti” [Nephilim] come figli del rapporto tra Elohim e Donne Adamitiche (Umane, Terrestri).
Biglino propone l’ipotesi dell’assonanza tra la parola Giganti e Orione, costellazione rappresentata come un gigante proprio dai Greci. Una semplice casualita’ o una conoscenza precisa andata perduta? 
Si passa poi ai temi principali del libro, e cioe’
– la creazione dell’uomo gia’ analizzata nel precedente volume, ma che qui affronta la tematica della creazione del primo uomo ad opera degli Elohim, e della successiva creazione da parte di Yahweh.
Interessante la traduzione e successiva interpretazione dei due termini Teema e Tiit dei racconti Sumeri (Epopea Gilgamesh), che nella Bibbia vengono tradotti come Tselem e Afar. Due traduzioni diverse di unici concetti, e cioe’ dell’operazione di mescolamento della sostanza vitale degli Anunnaki/Elohim con quella originaria dell’Adam (Ricordiamo che in tutti i testi Biblici e non, l’Adam/Uomo viene “creato” a partire da una creatura che gia’ esisteva sulla Terra). Si tratterebbe quindi di una vera e propria operazione di eugenetica da parte dei “Signori dell’Alto” nei confronti della creatura terrestre selezionata. Il parallelismo dei due testi (Sumero e Biblico) porta l’autore a sospettare una certa influenza del primo sul secondo, e di conseguenza la veridicita’ storica dell’Antico Testamento se letto come un vero e proprio resoconto cronologico di testimoni. 

– Il secondo importante argomento e’ quello del Monoteismo.
Nel Capitolo 6 l’Autore smonta ogni possibilita’ dell’esistenza del concetto del “Dio Unico e Onnipotente” nella Bibbia, attraverso due semplici criteri:

traduzione letterale del testo e logica.

Ci appare cosi’ il racconto di una molteplicita’ di esseri dotati di conoscenze e tecnologie avanzate, che discendono sulla Terra e si spartiscono il territorio controllando ogni settore personalmente, e poi in seguito assegnandolo a un loro rappresentante Adamitico.

La stessa cosa sarebbe successa con Yahweh, uno tra gli Elohim, che avrebbe ricevuto (o deciso di controllare) un territorio, e a sua volta avrebbe scelto un suo “esercito” (Tribu’ riunite sotto Mose’) per abitarlo e governarlo. Di qui il “patto” tra Yahweh e Mose’, un patto che si sarebbe dovuto rinnovare di generazione in generazione, o che si sarebbe potuto sciogliere (opzione non consigliabile vista la sorte che toccava ai “ribelli”). 

Interpretare l’Antico Testamento secondo l’antica lettera Ebraica (che, va detto, possiede la caratteristica del molteplice significato della parola) riduce di fatto la Bibbia a un testo che racconta la Genesi della Terra e poi il percorso delle tribu’ di Israele verso la conquista di un territorio particolarmente ambito dal loro Capo, Yahweh.
Non si tratterebbe dunque del Testo Sacro dell’umanita’ che riproduce la Parola di Dio inteso come entita’ spirituale, onnipresente e onniscente, che ha parlato all’Uomo dandogli la vita, la scienza, e il Mondo.
Non di monoteismo si dovrebbe parlare, come puntualizza l’autore, ma semmai di Monolatria, una forma particolare di Monolatria Anarchica intesa come la libera scelta di un “Dio” cui sottomettersi e obbedire, per ottenere vantaggi importanti come terre, potere, ricchezze, e in sintesi una vita di prosperita’. 

Questo scenario descritto dal punto di vista Ebraico sarebbe potuto benissimo essere visto dal punto di vista delle altre popolazioni che in quel tempo venivano governate dagli altri Elohim, e le cui vicende sarebbero potute essere registrate (o magari lo sono state) in altrettanti testi.
Pensiamo ai seguaci di Baal, ad esempio, menzionato nella Bibbia come un “Eloha” viaggiatore che si assentava per lungo tempo lasciando il suo popolo, i Fenici. 

Altro concetto importante analizzato nel libro e’ quello dell’esatto significato dei Cherubini, un duplice significato a seconda che essi vengano associati al Giardino dell’Eden o all’Arca dell’Alleanza. Un duplice significato che certamente non e’ quello fornito dalla Teologia corrente.

La stessa Arca dell’Alleanza, un mistero affascinante ancora oggi, sarebbe perfettamente descrita nell’originale testo della Bibbia come un apparecchio dai molteplici usi: condensatore elettrico, ricevitore radio, banca dati,… 

E che dire della “cacciata” di Adamo ed Eva dal Giardino dell’Eden e conseguente nascita del peccato originale su ogni uomo e donna?
Una pura invenzione teologica secondo l’autore, in quanto l’Eden sarebbe stato un luogo preciso a Est della Mesopotamia dove l’Eloha (forse il signore supremo Enlil?) teneva le sue prime creazioni, oltre a diversi strumenti della conoscenza della sua razza, e che solo l’intervento del “serpente” (il fratello Enki?) avrebbe causato la presa di coscienza dei terrestri riguardo la loro “nudita'” (intesa come consapevolezza della propria capacita’ riproduttiva) e di conseguenza la cacciata dall’Eden da parte dell’ Eloha/padrone. 

Dove sta, in tutto questo, l’immane costruzione spirituale avanzata nei secoli successivi al tempo di Cristo, e sempre piu’ orientata verso la divinizzazione dei testi sacri, la monoteizzazione di Dio??, e l’esasperazione dei concetti di Paradiso, Inferno, Angeli, Demoni, Satana, Lucifero? Concetti che ancora oggi sono la causa di guerre di religione, persecuzione, preghiere e suppliche, rituali satanici o appello ai miracoli, nonche’ la sterminata letteratura che ne consegue e la nascita di culture vere e proprie basate su tali elementi? 
Nella Bibbia non ve ne sarebbe traccia, anzi si tratterebbe di una interpretazione faziosa inserita dai primi creatori delle religioni quando gli Elohim, i “Signori dell’Alto”, lasciarono il Pianeta (o comunque interruppero i contatti diretti con gli uomini). C’era il bisogno di mantenere i popoli nella convinzione dell’esistenza (della persistenza) di un’entita’ che tutto vede e tutto puo’, piu’ potente dei singoli governanti terrestri, e che avrebbe potuto salvare o punire a seconda delle azioni compiute. Il bisogno di Religioni, paradossalmente, sarebbe nato con la scomparsa degli Dei. Dobbiamo quindi ridurre tutta la nostra evoluzione spirituale e di coscienza a mera costruzione post-Biblica? 
Io credo di no, anzi semmai e’ il contrario.
Se la Bibbia e’ solo il resoconto dell’arrivo di esseri da altri pianeti sulla Terra, e della creazione dell’Uomo secondo la loro scienza, questo rappresenta solo una sezione dell’Impianto multidimensionale in cui tutti noi siamo immersi.
L’interpretazione letterale della Bibbia non deve in alcun modo ridurre la nostra vita alle sole azioni materiali. Se e’ vero che la Terra e le sue creature viventi preesistevano all’arrivo di altre creature con un diverso livello di conoscienza, e’ presumibile pensare ad essi come dotati di una qualche forma di coscienza o concezione spirituale che si sarebbe trasferita nell’ominide divenuto Adamo. Accanto alla mescolanza del DNA degli Elohim, o si sarebbe trasferita anche la parte della coscienza e dello spirito, o questo gia’ esisteva nel DNA originario terrestre. Come altrimenti spiegare non tanto il bisogno di religione (bisogno instillato nelle nostre menti da false interpretazioni dei testi), quanto il bisogno di connettere la nostra piu’ intima sostanza con quella della Natura, linguaggio sulla Terra dell’Universo.
E’ difficile spiegare concetti astratti come questi, ma e’ innegabile che chi sente questo bisogno spirituale, puo’ comprendere quanto tale sensazione sia presente costantemente nella nostra vita. Lo era anche negli Elohim e per gli Elohim.
La Bibbia non ne parla, ma certamente l’accenno all’esistenza dell’Albero dei Viventi (Genesi 2:8,…) e l’Albero della Conoscenza del Bene e del Male. 
L’autore ci dice che la Bibbia localizza il primo ma non fa alcun cenno al secondo; poi ci viene detto che il primo non contempla la Morte, mentre il secondo abbraccia Bene e Male. Nell’interpretazione di Biglino questo avviene perche’ dove c’e’ vita non puo’ esserci morte, mentre Bene e Male sono due concetti presenti nella stessa sostanza. 
Al versetto 2:17 Yahweh proibisce agli Adam di mangiare dall’Albero della Conoscenza ma non da quello della vita. Ma quando Adamo e Eva mangiano da questi, Yahweh li caccia dall’Eden. Come e’ possibile questo, si domanda l’autore? Perche’ sarebbero dovuti essere cacciati per aver trasgredito un ordine che non era stato mai dato? 
La conclusione piu’ ovvia sarebbe quella di una confusione nata dai copisti, che avrebbero raddoppiato un albero che invece era unico. Altri errori sono effettivamente presenti nell’Antico Testamento, ma nessuno di questa portata.
La mia personalissima visione di questo concetto, che non solo rappresenta la Genesi dell’uomo come lo intendiamo oggi, ma a mio parere e’ la chiave per capire i nostri stessi creatori, e’ che gli “alberi” (se cosi’ possono essere definiti) potrebbero essere stati effettivamente due: quello della Vita (la parte biologica, chimica, genetica, scientifica in possesso degli Elohim) e quello della Conoscenza (forse il segreto dell’esistenza dello Spirito, dell’Anima, della Coscienza?). 
La Bibbia non parla del secondo forse perche’ gli Elohim non avevano nessuna intenzione di trasmettere all’Adam l’essenza dello Spirito e della Coscienza. Lo stesso “serpente”, anche se ben disposto nei confronti delle sue creature, si e’ guardato bene dall’offrire loro la Conoscenza, ma certamente li ha spinti all’indipendenza attraverso l’Albero della Vita (non dell’immortalita’ che, come scrive l’autore, non era in possesso degli Elohim visto che anche loro morivano – ma semmai del segreto dell’autonoma riproduzione sessuale). 
Sarebbe quindi l’Albero della Conoscenza del Bene e del Male l’unico accenno “spirituale” della Bibbia connesso agli Elohim? 
Siccome si e’ nel campo delle supposizioni, mi si conceda lo spazio per questa brevissima interpretazione basata sulla conoscenza dell’autore – certamente superiore della mia – della Bibbia Ebraica.

Il messaggio di Cristo è stato ampiamente disatteso e su questo non occorre soffermarci oltre.
Unendo la visione di Sitchin a quella di Biglino e mettendoci su una spruzzatina di Icke, se ne potrebbe dedurre che re, principi, imperatori, nobili, condottieri e alto clero siano stati e siano tuttora discendenti di quegli ibridi alieni-umani che hanno ampiamente dimostrato la loro malvagia natura. L’unica differenza è che nell’antichità erano d’alta statura, mentre oggi le loro sembianze sono simili alle nostre.
Biglino parla chiaro. A lui non interessa fare un discorso di fede, che deve essere libera e personale. A lui non interessa neanche parlare del Nuovo Testamento, che con il Vecchio c’entra come i cavoli a merenda. Tanto che anche gli gnostici se n’erano accorti e avanzavano l’ipotesi che quello del Vecchio e quello del Nuovo fossero addirittura due Dei diversi.
Anche se leggere la Bibbia era vietato, evidentemente gli gnostici avevano capito con secoli d’anticipo che le storie narrate nell’Antico Testamento non raffiguravano precisamente un Dio d’amore.
Il dottor Biglino non parla di Anunnaki, ma di Elohìm, ma i personaggi comunque sono riconoscibili.

Vi sono dei passi nel libro della Genesi in cui si parla di Elohìm al plurale – e questo si sapeva –
ma ve ne sono altri in cui si dice che muoiono anche loro.

Un esempio del primo caso è laddove, dopo l’attraversamento della penisola del Sinai, Giosuè riunisce i capi delle tribù e li esorta a seguire l’Elohìm dei loro padri, chiamato Yahwèh, come lui avrebbe fatto, e ad abbandonare definitivamente gli altri.
In quell’occasione parla di ben quattro Elohìm differenti, tra cui quello degli Amorrei.

Nel secondo caso, Biglino ha citato un versetto della Bibbia che dice espressamente che gli Elohìm muoiono, versetto rigorosamente tenuto nascosto dai propugnatori del monoteismo e di cui, come tutti, non sospettavo l’esistenza.
E inoltre, sono gli stessi esegeti ebrei della Torah, autori del Talmud, a spiegare che Yahwèh intendeva dire: “Non adorerai altri Elohìm finché io esisto”.
Dunque, abbiamo un Dio dotato della consapevolezza che prima o poi morirà anche lui. 
L’averlo reso eterno, invisibile e onnipotente è stata una scelta obbligata per coloro che ci videro un business, nonché lo strumento per detenere il potere sulle folle. I padri della Chiesa saranno stati anche vegliardi, ma non erano per niente rimbambiti!

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L’ORO NELLA BIBBIA

L’ORO NELLA BIBBIA

Ci sono nell’Antico Testamento vicende che si vanno componendo sotto gli occhi dei lettore e che si presentano nella loro completezza solo dopo ripetute letture.
Così succede per i passi in cui si parla dell’oro, il prezioso minerale. Questa espressione appare in 493 versetti.
La sua presenza è distribuita in vari libri e numerosi capitoli la cui lettura lascia una sensazione strana, una sorta di convinzione che vi sia un che di non detto, di sottaciuto. Si ha l’impressione che nei testi sia contenuto un qualcosa di non dicibile perché sarebbe eclatante e soprattutto inaccettabile per i lettori di un libro considerato sacro e portatore dell’infallibile parola divina.
Eppure qualcosa non convince: l’oro è importante, viene accumulalo e usato, ma forse non tutto e in un modo non così chiaro come il testo vorrebbe far credere.

Già dal secondo capitolo della Genesi si parla di questo metallo, quando viene spiegato dove si trova l’Eden, e ciò nei pressi dei 4 fiumi, Eufrate, Pishon, Ghihon, e Hiddekel: Genesi2,11 “Il nome del primo è Pishon, ed è quello che circonda tutto il paese di Havila, dov’è l’oro; 12 e l’oro di quel paese è buono; quivi si trovan pure il bdellio e l’ònice.”
(Genesi 13,2 – 24,22/34/53 – 41,42 – 44,8)

Nell’Esodo, quando Mosè e il suo popolo si preparano a partire e lasciare definitivamente l’Egitto, Yahweh fa un’osservazione e impartisce una disposizione precisa; dice che non li farà partire “a mani vuote”, ma soprattutto ordina Esodo 3,21 “E farò sì che questo popolo trovi favore presso gli Egiziani; e avverrà che, quando ve ne andrete, non ve ne andrete a mani vuote;
22 ma ogni donna domanderà alla sua vicina e alla sua casigliana degli oggetti d’argento, degli oggetti d’oro e dei vestiti; voi li metterete addosso ai vostri figliuoli e alle vostre figliuole, e così spoglierete gli Egiziani’.
11,2 “Di’ dunque al popolo, che ciascuno dal suo vicino e ciascuna dalla sua vicina si facciano dare oggetti d’argento e oggetti d’oro.”

In sostanza, per un viaggio che ufficialmente doveva durare tre soli giorni, Yahweh fa in modo che il suo popolo esca dal paese con un carico d’oro e di altri metalli. Lui ovviamente sapeva bene che l’uscita sarebbe stata definitiva, in realtà lo sapevano tutti, per cui ci poniamo alcune domande sulle incongruenze di questa situazione:
• Se gli Ebrei, come vuole fare credere la Bibbia, erano schiavi, come potevano pensare di chiedere e ottenere dai propri persecutori oro e altri oggetti fatti di metalli vari? Data l’evidente impossibilità di averlo con semplice richiesta, non è forse corretto pensare che abbiano venduto i loro beni facendosi pagare con oggetti di metallo prezioso?
• Ma gli schiavi possiedono beni liberamente vendibili?
• Questo commercio poteva essersi intrattenuto con il basso popolino o non dobbiamo piuttosto pensare che a disporre di oro in varie forme fossero le classi egizie agiate?
• Se così era, perché la Bibbia non dà conto della reazione degli egizi, che pare abbiano tranquillamente e miracolosamente (?) assecondato le richieste di quella gente che stava per partire?
• Perché caricarsi di un simile peso nella prospettiva di dovere fuggire e avendo la certezza di essere inseguiti?
• Perché caricarsi di un tale peso in prospettiva di fare un viaggio in una landa disabitata nella quale non vi erano certo possibilità d’intrattenere scambi commerciali tali da giustificare un simile accumulo? (Vedremo tra breve la quantità di oro di cui sono arrivati a disporre).
• A che cosa doveva servire dunque?
In Esodo 12 si dice chiaramente che gli Israeliti fecero come Yahweh aveva ordinato e: 35-36 “Or i figliuoli d’Israele fecero come Mosè avea detto: domandarono agli Egiziani degli oggetti d’argento, degli oggetti d’oro e de’ vestiti… Così spogliarono gli Egiziani.”

“Così spogliarono gli Egiziani.” e una volta ottenuto il permesso di partire, si pongono in viaggio e vivono quel famosissimo evento sempre presentato come straordinario e miracoloso.
La massa dei fuggitivi attraversa così il mare di canne [yam suf] in cui si impantanano gli inseguitori, prosegue il cammino e, conseguita la certezza della definitiva libertà, inizia l’organizzazione del campo, degli spostamenti, della vita quotidiana in quell’ambiente nuovo e probabilmente di non facile vivibilità.
Yahweh da parte sua non perde tempo, impartisce una serie di norme atte a regolare, che impone la convivenza e inizia la raccolta dell’oro ordinando al popolo, tramite di Mosè, di fare un’offerta a suo favore.

Per la verità la successione degli eventi relativi alle requisizioni forzose, o donazioni più o meno volontarie, non è sempre chiarissima, ma ciò che conta è la sostanza dell’intera operazione nel suo complesso.
Yahweh chiede espressamente oro, argento e bronzo;
Esodo 25,1 “L’Eterno parlò a Mosè dicendo: Di’ ai figliuoli d’Israele che mi facciano un’offerta;
3 E questa è l’offerta che accetterete da loro: oro, argento e rame;”

richiesta ripetuta in Es 35,5 “Prelevate da quello che avete, un’offerta all’Eterno; chiunque è di cuor volenteroso recherà un’offerta all’Eterno: oro, argento, rame;”
fino a che la quantità consegnata non viene dichiarata sufficiente Es 36,7 “Poiché la roba già pronta bastava a fare tutto il lavoro, e ve n’era d’avanzo.”

Nel frattempo però succede un fatto che il testo non descrive ma capiamo che fa irritare l’Elohim, o forse potremmo dire che Yahweh crea l’occasione per irritarsi: egli rimprovera il popolo, lo definisce di “dura cervice” e gli ordina di privarsi degli ornamenti.
Esodo 33,5 “Infatti l’Eterno avea detto a Mosè: ‘Di’ ai figliuoli d’Israele: Voi siete un popolo di collo duro; s’io salissi per un momento solo in mezzo a te, ti consumerei! Or dunque, togliti i tuoi ornamenti, e vedrò com’io ti debba trattare”

La raccolta dell’oro da parte di Yahweh era evidentemente un esigenza costante.
Vari brani ne descrivono gli utilizzi; dal capitolo 25 al 30 dell’Esodo Yahweh spiegherà come utilizzare tutto quest’oro
(Esodo 25,11/12/13/17/18/24/25/26/28/29/31/36/38/39       26,6/29/32/37/          28,5/6/8/11/13/14/15/20/22/23/24/26/27/33/34/36          30,3/4/5/      31,1/4/)
Es 25,23 e segg.: «Farai una tavola per la presentazione dei pani… la ricoprirai d’oro puro e le farai un bordo d’oro… e farai delle traversine e farai a esse un bordo doro… farai quattro anelli d’oro… farai le stanghe in legno d’acacia e le ricoprirai doro… farai in oro puro i piatti, le coppe, le anfore e le tazze…».
Es 25, 31 e segg.: «Farai un candelabro d’oro puro…».

Tutti questi arredi, con le suppellettili annesse, erano destinati alla dimora di Yahweh e al suo utilizzo personale: dovevano essere disponibili ogni volta che decideva di stabilirvisi per un qualche periodo.

Comprendiamo quindi che l’oro aveva una valenza speciale, non certo limitata al suo puro valore di scambio commerciale.

Peraltro non ci sono nell’Antico Testamento testimonianze che documentino scambi con altre popolazioni tanto intensi da giustificare un tale accumulo di ricchezza.
Possiamo intanto pensare che la requisizione del metallo prezioso, unitamente a quella delle altre suppellettili realizzate in argento o bronzo, abbia garantito il raggiungimento di un obiettivo importante: sottrarre la ricchezza a quella gente, concentrarla nelle mani della struttura di comando e togliere così ogni velleità e possibilità concreta di secessioni o abbandoni. Senza valori con cui scambiare le merci come avrebbero potuto procurarsi cibo, granaglie, pagare il transito nei territori occupati da altri, garantirsi autonomamente l’accesso a pascoli o pozzi che non fossero sotto il controllo diretto di Mosè cui erano con ogni probabilità concessi da suo suocero?
Spogliati di tutto non potevano andarsene, erano costretti a seguire quella ricchezza concentrata nella dimora di Yahweh da cui essi dipendevano ((Vaticano???!!!!))

Ma questo potrebbe essere solo uno dei motivi che portò alla spogliazione del popolo.
Non dobbiamo dimenticare che le proprietà tipiche di quel metallo ne possono spiegare anche in altro modo l’importanza: è duttile, malleabile, incorruttibile, non arrugginisce, inalterabile, omogeneo, buon conduttore di calore e di elettricità, non facilita lo sviluppo di batteri sulla sua superfìcie.
Ne possiamo quindi comprendere la scelta preferenziale da parte di un essere come Yahweh che aveva, tra le altre, la necessità di vivere in un ambiente che fosse il più asettico possibile, data la sua natura assolutamente diversa ed estranea rispetto al popolo.
Una diversità che comportava rischi non indifferenti, come ben sa chiunque si rechi a fare viaggi in paesi in cui l’igiene non corrisponde ai canoni cui è abituato.

Per onorare Yahweh fu costruita una dimora stabile e fìssa: il Tempio di Gerusalemme, dove al suo interno era conservata l’Arca dell’Alleanza, e che era slamente a lui riservata. Essa doveva essere rivestita con il prezioso metallo, come ci ricordano alcuni passi biblici:

I Re 6,19/22 “Salomone stabilì il santuario nell’interno, in fondo alla casa, per collocarvi l’arca del patto dell’Eterno…Salomone lo ricoprì d’oro finissimo; ..e ricoprì pur d’oro tutto l’altare che apparteneva al
santuario.”
Segue 6,28/30/32/35
Tobia 13,17: “Le porte di Gerusalemme saranno ricostruite di zaffiro e di smeraldo e tutte le sue mura di pietre preziose. Le torri di Gerusalemme si costruiranno con l’oro e i loro baluardi con oro finissimo. Le strade di Gerusalemme saranno lastricate con turchese e pietra di Ofir.”

• I Re 7,48/49/50/51/ e 2Cr 4,20 e segg.: «Salomone fece preparare tutte le suppellettili del tempio… l’altare d’oro, la tavola d’oro per i pani, i candelabri… i fiori, le lampade, gli smoccolatoi, le patere, i coltelli, i vassoi, le bacinelle, i mortai, gli incensieri, i bracieri, anche i cardini per i battenti erano d’oro… e di oro erano anche le porte interne che conducevano nella navata e nella parte più interna del tempio».

Si trattava forse di creare una specie di camera metallica in cui l’Arca, che abbiamo visto essere probabilmente un generatore o conduttore elettrico, potesse essere contenuta in una sorta di isolamento? Non lo sappiamo, ma l’oro, usato persino e inopinatamente per i cardini delle porte, induce a riflettere.

Per eventuali approfondimenti tecnici rimandiamo ad autori come Volterri, bat Adàm, Barbiero, i cui lavori sono citati in Bibliografìa; noi rimaniamo nel deserto, per tentare di capire le intenzioni di quel “Dio”.

Tornando quindi alla vicenda della fuga dall’Egitto e della permanenza nel Sinai, ci domandiamo:

• Quanto oro hanno accumulato gli Israeliti quando hanno spogliato gli Egiziani, come dice la Bibbia?

La risposta ci è fornita da Es 38,24: “Tutto l’oro che fu impiegato nell’opera per tutti i lavori del santuario, oro delle offerte, fu ventinove talenti e settecentotrenta sicli, secondo il siclo del santuario.”

Il talento aveva un peso variabile dai 34 fino ai 43 kg; ancora più difficoltoso è determinare con precisione il peso del siclo, che poniamo convenzionalmente intorno ai 10 grammi.

Abbiamo dunque 29 talenti di 38 kg circa (un peso medio tra i 34 e i 43) e 1775 sicli di 10 grammi, per un totale approssimativo di 1120 kg di oro!
Sono fuggiti dall’Egitto portando con sé più di una tonnellata d’oro che era anche molto scomodo da stoccare e trasportare, perché non era compattato in lingotti ma lavorato in monili, vasellame e utensili vari.
A questo dobbiamo aggiungere più di 100 talenti d’argento e più di 70 talenti di bronzo, per un totale complessivo (oro, argento e bronzo) di circa 7600 kg: 7 tonnellate e mezza di metalli che quella gente si portava nel deserto in attesa del suo utilizzo.
Metalli regolarmente contabilizzati: nulla doveva sfuggire al controllo del potere esercitato da Yahweh, Mosè e Aronne.

L’importanza dell’oro Yahweh si vede anche in Giosuè quando Dio manda il successore di Mosè a conquistare Gerico:
Giosuè 6,19 “Ma tutto l’argento, l’oro e gli oggetti di rame e di ferro saranno consacrati all’Eterno; entreranno nel tesoro dell’Eterno”.
24 Poi i figliuoli d’Israele diedero fuoco alla città…presero soltanto l’argento,
l’oro e gli oggetti di rame e di ferro, che misero nel tesoro della casa dell’Eterno.
L’ennesimo sterminio comandato dal “Dio Giusto e Onnipotente”, con la conseguente raccolta dei tesori.

Ma di versetti che riguardano l’ORO, la Bibbia ne è piena (http://www.laparola.net/ricerca.php?frase=oro&versione=C.E.I.&brano=gen1%3A1-ap22%3A21&nBraniInizio=51&nBraniFine=100 ), a volte sembra quasi che ne sia ossessionata e come al solito di questo la Chiesa non ce ne parla o al massimo si limita a metaforizzare il suo valore.
Ma cosa centra l’oro con un “Dio” trascendentale fatto di “Spirito” e “Gloria”? A cosa gli serve questo materiale prezioso se a lui interessa solo la nostra Anima??

Forse se proviamo a leggere la Bibbia per com’è senza dargli interpretazioni ecclesiastiche, e ci aggiungiamo un pò di storia antica, riusciremo a capire che “forse” quel “Dio” che ci esalta la Chiesa non è il vero Dio, ma è solo un personaggio antico che ha combattuto per conquistare qualche territorio.

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YAHWE

YAHWE

Quando si parla della figura di Yahweh ogni risorsa comunemente disponibile é strettamente legata alla tradizione biblica o, nei rari casi più antichi, alle manifestazioni del culto yahwista di poco precedente l’ epoca comunemente accettata per l’ origine dei libri biblici. Pur se i racconti della bibbia, in particolar modo l’ Esodo, si riferiscono a tempi di molto precedenti la redazione dei libri, e quindi si colloca il personaggio Yahweh in quei tempi, per trovare traccia scritta del nome di Yahweh in una lingua standardizzata bisognerà aspettare il VII secolo a.C. e stranamente il nome é scritto non in elamita o aramaico ma in assiro.
 YAHWE
Per intenderci, l’ Esodo che é stato collocato dai vari autori tra il 15e il 13 secolo a.C., ci presenta l’ esordio del nome di Yahweh, ma il libro che tratta di quest’ esodo é stato scritto circa 7 secoli dopo, dunque la testimonianza scritta del nome e della figura di Yahweh é relativamente recente rispetto a tutto l’ arco storico biblico.
Ciò rende difficile inquadrare la figura di Yahweh nel contesto della fase iniziale della storia del popolo di Israele, poichè nei secoli in cui si sarebbe verificato l’ esodo non ci sono testimonianze scritte riguardanti Yahweh stesso.
Se il personaggio Yahweh viene messo in relazione alle divinità semitiche dell’ ovest i cui nomi compaiono spesso nelle iscrizioni canaanite, aramee, babilonesi ed ebree (per esempio Ya, Yami, Yauwilum, Yaw) é possibile che si tratti di una delle divinità canaanite minori presenti in tavole cuneiformi ritrovate a Taanach e risalenti sicuramente a prima del 20 secolo a.C.; eppure non esistono prove conclusive e definitive di testimonianze di scrittura cuneiforme del nome Yahweh prima dell’ 8 secolo a.C.
Tuttavia sembra che Yahweh sia stato una delle divinità del deserto adorate dai Keniti prima di essere incontrato da Mosè nel periodo dell’ Esodo. Ciò ci giunge da un documento nel ‘regno del nord’ nel libro dell’ Esodo, e dalle tradizioni sacerdotali successive.
D’ altra parte nella narrativa giudaica si afferma che il personaggio Yahweh fosse conosciuto agli antenati di Israele sin dai tempi di Enoch. Si noti comunque che si tratta, come già detto, di una letteratura ‘postuma’. Le narrative di questo genere non spiegano come mai i regni del nord, non immersi nel Yahwismo fino al periodo dell’ Esodo, dovessero far risalire l’ origine del culto Sinaitico proprio a Yahweh. Se in fin dei conti, nel periodo risalente a circa il II millennio, i regni del nord di Israele non avevano un culto di Yahweh paragonabile a quello che aveva Mosè nel XV secolo, perchè questi stessi popoli fanno risalire a Yahweh il culto del Sinai? Una analisi di questa problematica viene affrontata dal professor H. Rowley il quale afferma che furono solo le tribù che condivisero l’ esodo con Mosè ad affermare e condividere il culto yahwista, ma nemmeno lui stabilisce un perchè. Ad ogni modo le narrative canaanite e giudaiche ci presentano la figura adorata nel culto yahwista come una figura profondamente diversa, per esempio, da quella di Osiride in Egitto o Tammuz e Marduk a Babilonia, o ancora Aleyan-Baal a Canaan. Fu solo quando la Palestina divenne ufficialmente la ‘terra di Yahweh’ che le tradizioni ebree e canaanite vengono assimilate come a formare il risultato di un miscelamento di tradizioni paragonabile a quello che si ha tra invasori e indigeni. Nell’ invasione ebraica nelle terre canaanite, gli ebrei impararono da loro le tradizioni agroculturali e ‘tecnologiche’ integrando la tradizione canaanita con la propria dottrina religiosa spirituale.
Questo interscambio di culture e tradizioni produce l’ avvento di un culto sinaitico marcatamente rivolto a tradizioni di fertilità, creando una sorta di parallelo con le altre figure divine presenti in Mesopotamia.
Ma quanto possiamo fidarci delle testimonianze del I millennio a.C. che descrivono il culto di Yahweh già in periodi risalenti al II millennio o ancora precedenti? Una traccia dell’ origine di Yahweh a mio avviso è rimasta in alcune frasi riportate nell’ Esodo. La frase che Yahweh pronuncia a Mosè: “Ad Abramo e Isacco mi presentai come El Shaddai […] ma il mio nome Jahwe loro non conobbero” ci riporta alla mente che la figura di El Shaddai era un ‘dio delle Montagne’ e del deserto, coerentemente con quanto tramandato dai regni del nord di Israele che lo propongono come divinità presso i Keniti. Questa tribù era provveniente dall’ asia minore e viene descritta come ‘gente abile nella lavorazione dei metalli’. Se si ritiene veritiera questa identificazione dei Keniti, la presenza di Yahweh (sotto altro nome) nella loro tradizione precedente l’ epoca di Jethro e Abramo può permetterci di ipotizzare che il culto di questo ‘proto-Yahweh’ venisse dalle regioni mediorientali più a est, quasi ai limiti dell’ Anatolia.
Questa serie di considerazioni e testimonianze provvenienti dalla tradizione si ricollegano ai concetti espressi nell’ articolo riguardante la ‘Nascita di Jahweh’ , in particolar modo rafforzando quanto in quell’ articolo detto sulle figure di Ish.Kur ed Enlil.

FONTE ==> http://gizidda.altervista.org/religioni/ancientyahweh.html

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I FIGLI DI “DIO”

I FIGLI DI “DIO”

Indipendentemente dal luogo e dal contesto storico ci sono dozzine di salvatori, nati da una vergine, crocifissi e resuscitati, che corrispondono alla descrizione biblica di Gesù Cristo.

gesuTutti sanno la storia di Gesù; nasce dalla vergine Maria il 25 dicembre a Betlemme; la sua nascita viene preannunciata da una stella dell’Est che tre re magi hanno seguito; a 12 anni parlava nel tempio; a 30 venne battezzato da Giovanni Battista; aveva 12 discepoli che lo seguivano; compiva miracoli; fu tradito dal discepolo Giuda e fu venduto per 30 denari; fu crocifisso e dopo 3 giorni resuscitò.

 

Ora vediamo altri “Figli di Dio”:

horusHORUS (Egitto 4000-3500 a.c.) è nato il 25 Dicembre dalla vergine Isis-Meri, la sua nascita fu accompagnata da una stella dell’est, che i re seguirono per trovare il neonato; all’età di 12 anni era già un prodigioso insegnante e all’età di 30 anni venne battezzato da Anup
poi decapitato come Giovanni Battista; Aveva 12 discepoli che lo seguivano; A lui venivano attribuiti appellativi come “la luce”, il figlio eletto di Dio, l’agnello di Dio, ecc.; Dopo essere stato tradito da Typhon venne crocifisso e dopo 3 giorni risuscitò; Nacque a Annu, il “posto del pane” e anche Bethleem significa la “casa del pane”;
Insieme a Iside e Osiride, Horus costituisce un membro della trinità egizia;
(Questa tesi di comparazione tra Horus e Gesù non è stata dimostrata da nessuno studio ufficiale, ma abbiamo solo un riferimento bibliografico “The Christ Conspiracy” redatto nel 1999 dalla storica e archeologa Dorothy M. Murdok il quale lavoro fu subito oggetto di grosse critiche dal mondo egittologo….)

ATTIS (Frigia 200 a.c.), nasce dalla vergine NANA il 25 Dicembre, il suo corpo viene mangiato simbolicamente in forma di pane dai suoi seguaci; fu crocifisso e dopo 3 giorni resuscitato.

krishna2KRISHNA (India 1400-1200 a.c.) nacque da Devaki (La Divinità) il 25 dicembre senza essere frutto di un rapporto sessuale; la sua nascita fu segnata da una stella dell’est la quale guidò i re fino al luogo della nascita; Krishna visse povero e amava i poveri; il discepolo amato di Krishna fu Arjuna o Ar-jouan (Giovanni); si trasfigurò davanti ai suoi discepoli; fu ucciso all’età di 30 anni, fu crocifisso e dopo 3 giorni resuscitò; appartiene ad una trinità;

 

dioniso2-1DIONISO (Grecia 250-200 a.c.) nasce il 25 dicembre da una vergine e viene deposto in una mangiatoia; tra i suoi epiteti troviamo il figlio unigenito, il salvatore, il redentore, remissore dei peccati ecc; compie miracoli tra i quali tramutare l’acqua in vino; durante le funzioni in suo onore i suoi seguaci mangiano il suo corpo rappresentato dal pane e bevono il suo sangue rappresentato dal vino; molto probabilmente questa iconografia eucaristica è stata adottata dai cristiani; fu crocifisso e dopo 3 giorni resuscitò;

MithrasMITHRA (Persia 2000-1000 a.c.) nasce il 25 dicembre da una vergine in una grotta ed è riscaldato da un toro; ha 12 discepoli; viene considerato il messia, il redentore, il salvatore; sacrifica se stesso per la pace nel mondo; durante la Cena affermò:” Coloro che non mangiano del mio corpo e non bevono del mio sangue in modo da essere una cosa sola con me ed io con loro non potranno essere salvi”; aveva 12 discepoli; muore nel solstizio di primavera e dopo 3 giorni resuscita; il giorno consacrato alla divinità è la Domenica, il giorno del Signore; nel suo culto esistono il battesimo, la benedizione e la confermazione (cresima);
Alcune notizie interessanti circa il culto di MITHRA:
Nei decenni antecedenti all’era cristiana era il culto pagano più diffuso e popolare nell’impero romano e sostenuto da molti imperatori. Nell’anno 376 d.c., precisamente il 25 dicembre, il prefetto di Roma su ordine dell’imperatore sopprime il culto di Mithra e consegna il tempio al culto cristiano, sulle quali rovine viene eretto il Vaticano, ed ancora oggi alcuni sotterranei appartengono all’antico complesso del tempio di Mithra. Anche la gerarchia del culto è simile a quella cristiana, con i padri che guidano i fedeli ed il capo dei padri chiamato “Pater Patratus” (Pontefice Massino), inoltre alcuni costumi del culto sono stati copiati dai cristiani quali: l’uso dell’acqua santa, il segnarsi la
fronte con le dita, l’uso dell’ostia;

ADONIS (Babilonia 2500-2000 a.c.) nasce dalla vergine MYRRHA il 25 dicembre; muore nel solstizio di primavera e dopo 3 giorni resuscita.

Iran_ZoroastroZOROASTRO (Persia 700-600 a.c.) nasce da una vergine in una grotta a Battra il 25 dicembre; una stella d’oriente preannuncia la sua nascita; i suoi seguaci lo considerano il Verbo fatto uomo; viene battezzato a 30 anni sulle rive di un fiume; compie miracoli ad esempio ridà la vista ad un cieco; viene tentato da un demone nel deserto; predica l’inferno e il paradiso, la resurrezione, la salvezza dell’anima, l’apocalisse; viene ucciso e dopo 3 giorni resuscita; il suo culto comprende l’eucarestia e la credenza negli angeli e demoni;


buddha2BUDDHA (India 600-500 a.c.) nasce dalla vergine MAYA il 25 dicembre; una stella preannuncia la sua nascita; alla nascita assistono tre uomini saggi; era di discendenza reale e un re voleva ucciderlo; a 12 anni parla in un tempio; viene battezzato con l’acqua; nutre 500 uomini con un piccolo canesto di pani; muore crocifisso e dopo 3 giorni resuscita; ritornerà sulla terra per restaurare l’ordine e giudicare i morti.

L’influenza del buddismo sul cristianesimo è più forte di quanto sembri ad esempio abbiamo in comune: la rinuncia alle ricchezze, al sesso e alla famiglia; la virtù della carità e della sopportazione; la conversione; la parabola del figliuol prodigo e molte altre parabole appartengono alla tradizione buddista.

ercoleERCOLE (Grecia 500 a.c.) nasce da una vergine il 25 dicembre; viene ucciso il giorno del solstizio di primavera e in seguito resuscita; muore su una collinetta, l’ETA, simile al GOLGOTA dove fu giustiziato Gesù; la vergine che partorì Ercole si chiamava ALCMENE, che deriva dall’ebraico ALMAH o “donna lupo” generatrice di sacri regnanti, titolo che fu in seguito attribuito anche a Maria madre di Gesù (Alma Mater).

 

PROMETEO (Grecia 400-300 a.c.) nasce da una vergine il 25 dicembre; aveva un amico molto amato, un pescatore di nome PETRAEUS che poi lo abbandonò; scende sulla terra in veste di un Dio incarnato per salvare il genere umano; muore crocifisso e in seguito resuscita.

 

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GESUITI: LA CREAZIONE DELL’ISLAM

Gesuiti: La creazione dell’Islam

Un cardinale gesuita di nome Agostino Bea ci ha mostrato con quanto accanimento la chiesa cattolica volesse Gerusalemme alla fine del terzo secolo. Per via della sua storia religiosa e della sua collocazione strategica la città santa era considerata un tesoro inestimabile. Bisognava studiare un piano per rendere Gerusalemme una città cattolica romana.

La grande fonte di manodopera non ancora sfruttata, ma che poteva compiere quest’opera, erano i figli di Ismaele. I poveri arabi caddero vittime di uno dei piani più astuti mai realizzati dai poteri delle tenebre! I primi discepoli del Messia diffusero ovunque la buona notizia creando piccole chiese. Ma incontrarono pesanti opposizioni. Sia gli ebrei che il governo romano perseguitarono i credenti nel Messia per fermare la loro diffusione.

Ma gli ebrei si ribellarono a Roma, e nel 70 d.C. l’esercito romano al comando del generale Tito distrusse Gerusalemme e il tempio che era al centro del culto religioso e spirituale ebraico, adempiendo così alla profezia del Messia in Matteo 24:2. In questo luogo sacro dove una volta sorgeva il tempio, oggi sorge la Cupola della Rocca, il secondo luogo sacro dell’Islam.

Grandi cambiamenti erano nell’aria. Corruzione, apatia, avidità, crudeltà, perversione e ribellione stavano corrodendo l’Impero Romano, che era sull’orlo del collasso. La persecuzione contro i discepoli era inutile, perché continuavano a rinunciare alle loro vite per il vangelo del Messia. L’unico modo che satana aveva per fermare questa stoccata, era di creare un duplicato di religione cristiana.

La soluzione era Roma. La loro religione derivava dall’antica Babilonia e aveva solo bisogno di qualche ritocco. Questo non avvenne in un giorno, ma cominciò con gli scritti dei “padri” della chiesa. Fu attraverso i loro scritti che prese forma una “NUOVA RELIGIONE?” La statua di “Giove” a Roma finì per rappresentare “S.Pietro” e la statua di “Venere” fu mutata in quella della “Vergine Maria”.

Il sito scelto come suo centro era su uno dei sette colli, quello detto “Vaticanus”, il luogo del serpente divinatore dove sorgeva il tempio satanico del “dio” Giano. La GRANDE “falsa religione era la chiesa cattolica romana, dal nome misterioso “Babilonia la grande città, madre delle prostituzioni e degli abomini di tutto il mondo” (Apocalisse 17:5). Essa fu creata per fermare la Verità, uccidere i messaggeri di Dio, fondare nuove religioni, creare guerre e ubriacare il mondo con il vino della sua “fornicazione con i poteri”, come vedremo.

Le tre principali religioni hanno una cosa in comune: ciascuna ha un luogo sacro a cui si rivolge.

La chiesa cattolica romana ha come città sacra il Vaticano,
gli ebrei il muro del pianto a Gerusalemme
e i mussulmani hanno come città sacra la Mecca.

Ciascun gruppo crede di ricevere particolari benedizioni per il resto della vita quando si reca in visita al proprio luogo sacro. In principio, i visitatori arabi portavano doni alla casa di Dio, e i custodi della Qaaba erano concilianti con tutti.

Alcuni portavano i loro idoli, e per non offenderli i custodi li collocavano nel santuario (Si dice ..) che gli ebrei guardassero alla Qaaba con venerazione, come ad un tabernacolo periferico del Signore, finché non venne contaminato dagli idoli. Durante una contesa tribale riguardo a un pozzo (zam zam), il tesoro della Qaaba e le offerte dei pellegrini furono gettate nel pozzo, che fu poi interrato e scomparve. 

Molti anni dopo, Abd Al-Mattalib ricevette visioni sul sito del pozzo e del suo tesoro. Egli divenne l’eroe della Mecca, colui che sarebbe diventato il “nonno” di Maometto. Prima di questi fatti, S. Agostino divenne vescovo del Nord Africa e riuscì a convertire gli Arabi al cattolicesimo. 

Fu tra questi convertiti arabi che venne fatta “sviluppare” l’idea di cercare un profeta arabo. Il padre di Maometto morì di malattia, e a quel tempo i figli delle famiglie arabe facoltose venivano mandati nel deserto per essere allattati, svezzati e per trascorrere parte della loro infanzia con le tribù beduine per essere addestrati, e ad evitare le malattie nelle città.

Dopo che furono morti anche sua madre e il nonno, Maometto era con suo zio quando un “monaco cattolico”..(?) profetizzò la sua identità e disse: “riporta il figlio di tuo fratello nel suo paese e preservalo dagli ebrei, perché se lo scoprono e sanno di lui quel che so io, gli faranno del male”. Perché: “grandi cose sono in serbo per questo tuo nipote” (detto da un monaco cattolico).

Questo “monaco cattolico” aveva creato la futura persecuzione degli ebrei per mano dei seguaci di Maometto. Il Vaticano voleva disperatamente Gerusalemme per il suo significato religioso, ma era ostacolato dagli ebrei. Un ulteriore problema erano i veri discepoli (Natsarym) che predicavano il vangelo in Nord Africa. Il cattolicesimo aveva un potere sempre maggiore e non tollerava opposizioni. In qualche modo doveva trovare il sistema per “ELIMINARE gli ebrei, e i veri discepoli” del Messia Yahushua che rifiutavano il cattolicesimo.

Guardando al Nord Africa, la chiesa cattolica identificò nelle masse di arabi la forza lavoro utile a fare il loro lavoro sporco. Alcuni Arabi erano “diventati cattolici” e potevano essere usati per riportare informazioni ai  Capi di Roma. Altri furono usati in una rete occulta di spionaggio per realizzare il piano generale di Roma, atto a “controllare” le grandi moltitudine di Arabi che avevano rifiutato il cattolicesimo. 

Quando S. Agostino apparve sulla scena religiosa, SAPEVA di questo “diabolico progetto segreto”. I suoi monasteri furono utilizzati come basi operative per cercare e distruggere i manoscritti della Bibbia “usati dai veri discepoli”. Il Vaticano voleva “creare un Messia per gli arabi”, qualcuno da poter allevare come un grande leader del mondo arabo, un uomo con grande carisma, da “addestrare” per poi unire tutti gli arabi non cattolici dietro di lui, creando una potente armata che avrebbe infine conquistato Gerusalemme per il Papa.

Il Cardinale Bea ci ha raccontato questa storia durante gli incontri in Vaticano. Una ricca “vedova araba”, (fedele seguace del Papa) giocò un RUOLO CHIAVE in questo piano diabolico, una vedova di nome Khadijah. Essa lasciò il suo patrimonio alla chiesa e si chiuse in un convento, ma ricevette un incarico. Doveva trovare un brillante giovane arabo, che potesse essere usato dal Vaticano, per creare una nuova religione e divenire il condottiero (Messianico) per i figli di Ismaele.

Khadaijah aveva un cugino di nome Waraquah, “anche lui fedele cristiano cattolico” che il Vaticano pose in un ruolo fondamentale “come consigliere di Maometto”. E questo ebbe una ENORME INFLUENZA su di lui. Al giovane Maometto furono inviati maestri, e ricevette un intenso addestramento. Maometto studiò le opere di S.Agostino, che lo prepararono alla GRANDE CHIAMATA. Il Vaticano fece diffondere dagli arabi la notizia del prossimo avvento di un profeta prescelto tra il popolo; da Allah.

Mentre Maometto veniva preparato, gli fu detto che i suoi nemici erano gli ebrei, e che “gli unici veri adoratori erano i cattolici” .. (???) gli insegnarono che tutti gli altri che si chiamavano “credenti” erano in realtà dei malvagi impostori da distruggere. Molti mussulmani credono tutt’oggi questo. Maometto iniziò a ricevere “rivelazioni divine” e Waraquah, il cugino cattolico di sua moglie, lo aiutò a interpretarle.

Così nacque il Corano. Nel quinto anno della missione di Maometto e i suoi seguaci erano perseguitati perché si rifiutavano di adorare gli idoli alla Qaaba. Maometto istruì alcuni di loro a fuggire in Abissinia, dove li accolse il re cristiano cattolico Negus, perché le vedute di Maometto sulla Vergine Maria erano molto vicine a quelle della chiesa di Roma. Questi mussulmani ricevettero protezione dai re cattolici grazie alle rivelazioni di Maometto.

Più tardi Maometto conquistò la Mecca e la Qaaba fu “epurata” dagli idoli. La storia dimostra che prima dell’avvento dell’Islam, i Sabei di Arabia adoravano la dea luna che era sposata con il dio sole. Essi avevano tre figlie che erano adorate in tutto il mondo arabo come “figlie di Allah”. Un idolo scoperto ad Hazor in Palestina nel 1950 mostra Allah seduto su un trono con mezzaluna sul petto.

Maometto sosteneva di aver avuto una visione da Allah, che gli diceva: “Tu sei il messaggero di Allah”. Così iniziò la sua carriera di profeta, e ricevette molti messaggi. Quando Maometto morì, la religione dell’Islam era in grande espansione. Le tribù nomadi arabe si stavano unendo nel nome di Allah e del suo profeta Maometto. Alcuni degli scritti di Maometto furono inseriti nel Corano, altri non furono mai pubblicati. Ora sono nelle mani di uomini “santi” che occupano alte posizioni nella fede islamica, gli Ayatollah.

Quando il Cardinale Bea si è confidato con noi in Vaticano, ci ha detto che questi “scritti sono tenuti segreti” perché contengono informazioni che legano il Vaticano alla CREAZIONE DELLA RELIGIONE ISLAMICA. Entrambe hanno così tante informazioni l’uno sull’altro che se divulgate, potrebbero creare un tale scandalo che sarebbe un’apocalisse per entrambe le religioni.

Nel loro libro “sacro”, il Corano, Cristo è considerato un semplice profeta. Se il Papa fosse il suo rappresentante, allora anche lui deve essere un profeta di Dio. Questo ha indotto i mussulmani a temere e rispettare il Papa come un altro “uomo santo”. Il Papa agì in fretta e pubblicò delle bolle papali che garantivano ai generali il permesso di invadere e conquistare le nazioni del Nord Africa. Il Vaticano contribuì a finanziare la formazione di questi grandi eserciti islamici in cambio di tre favori: 1) Eliminare gli Ebrei ed i veri discepoli del Messia Yahushua, che essi chiamarono “INFEDELI”; 2) proteggere i monaci agostiniani e cattolici romani; 3) Conquistare Gerusalemme per “Sua Santità” al Vaticano.

Con il passare del tempo il potere dell’Islam divenne enorme – gli Ebrei e i veri discepoli furono uccisi, e Gerusalemme cadde nelle mani degli arabi. Né i cattolici né i loro luoghi di culto furono attaccati, in quel periodo. Ma quando il Papa pretese Gerusalemme fu stupito dal loro rifiuto! I generali arabi avevano un tale successo che il Papa non poteva intimidirli. Niente poteva mettersi tra loro e il loro obiettivo. Sotto la direzione di Waraquah, Maometto scrisse che Abramo offrì Ismaele come sacrificio. La Bibbia dice che il sacrificio fu Isacco, ma Maometto fece cancellare il nome di Isacco e lo sostituì con quello di Ismaele.

A seguito di questa visione di Maometto, i mussulmani fedeli costruirono una moschea, la Cupola della Roccia, in onore di Ismaele, nel luogo dove sorgeva il Tempio ebraico distrutto nel 70 d.C. Questo fece di Gerusalemme il secondo luogo sacro per la fede islamica. Ma come potevano cedere al Papa un simile tempio sacro senza provocare una rivolta? Il Papa si rese conto di aver perso il controllo della sua creatura, quando seppe che gli arabi chiamavano “Santità” un infedele.  

I generali mussulmani erano determinati a conquistare il mondo ad Allah, ed ora si rivolgevano verso l’Europa. Alcuni ambasciatori islamici andarono dal Papa, e chiesero delle bolle papali con il permesso di invadere i paesi europei. Il Vaticano era scandalizzato, e la guerra inevitabile. Il potere temporale ed il controllo del mondo erano considerati diritti fondamentali del Papa. E non aveva intenzione di condividerle con coloro che considerava dei pagani.

Il Papa mise in campo i suoi eserciti, i “crociati”, per impedire ai figli di Ismaele di impadronirsi dell’Europa cattolica. Le crociate durarono secoli, e Gerusalemme sfuggì alle mani del Papa. La Turchia cadde insieme a Spagna e Portogallo, che furono così invase dalle forze islamiche. In Portogallo essi chiamarono “Fatima” un villaggio di montagna in onore della figlia di Maometto senza immaginare che sarebbe diventato famoso in tutto il mondo.

Anni dopo, con le truppe islamiche pronte ad invadere l’Italia attraverso la Sardegna e Corsica, si pose un problema serio. I generali Islamici si accorsero di essersi spinti troppo oltre. Era il tempo di trattare la pace. E uno dei negoziatori fu, Francesco d’Assisi. Quindi, ai mussulmani fu consentito di occupare la Turchia all’interno del mondo cristiano. Mentre ai cattolici fu concesso di occupare il Libano nel mondo arabo. Fu anche concesso agli arabi di costruire moschee nei paesi cattolici senza intromissioni, purché la chiesa cattolica potesse espandersi nei paesi arabi.

Il Cardinale Bea ci ha raccontato durante gli incontri segreti in Vaticano, che mussulmani e chiesa cattolica si accordarono per bloccare e distruggere l’opera del loro comune nemico I VERI DISCEPOLI del Vangelo, fedeli alla Bibbia. Attraverso questi concordati, Satana ha impedito ai figli di Ismaele di pervenire alla conoscenza delle Scritture e della Verità. Fu mantenuto un controllo “morbido” sui mussulmani, dagli Ayatollah, sacerdoti, monache e monaci islamici.

Il Vaticano dirige anche una campagna d’odio tra gli arabi mussulmani e gli ebrei. Ove in precedenza, essi avevano sempre convissuto in pace. La comunità islamica considera i missionari fedeli alla Bibbia come “demoni” che portano veleno ai figli di Allah. Questo spiega perché l’opera di anni di predicazioni in quei paesi ha avuto scarso successo. Il passo successivo era di controllare lo stesso Islam. Nel 1910, il Portogallo stava diventando socialista. Mentre apparivano le bandiere rosse, la chiesa cattolica stava affrontando gravi problemi. E un numero crescente si opponeva alla chiesa.

I Gesuiti volevano coinvolgere la Russia, e la collocazione della visione a Fatima poteva giocare un ruolo chiave nel trascinare l’Islam all’interno della Madre Chiesa. Nel 1917, la Vergine apparse proprio a Fatima, La “madre di Dio” ebbe un successo clamoroso, e attrasse folle oceaniche. Di conseguenza, i socialisti del Portogallo furono sconfitti. I cattolici di tutto il mondo cominciarono a pregare per la conversione della Russia, i Gesuiti inventarono le Novene di Fatima che potevano celebrare anche in Nord Africa, migliorando le relazioni col mondo islamico.

Nel “culto di Fatima” gli arabi credevano di rendere onore alla figlia di Maometto, e questo era proprio ciò che i Gesuiti volevano. Come risultato dell’apparizione di Fatima, Papa Pio XII ordinò al suo esercito nazista di schiacciare la Russia, la religione ortodossa e rendere la Russia cattolica romana. Alcuni anni dopo avewr perso la II guerra mondiale, Pio XII sorprese il mondo con la sua falsa visione del “sole danzante” per mantenere alla ribalta Fatima. Fu un grande show religioso e tutto il mondo ci cascò.   

Incredibilmente, Papa Pio XII fu l’unico a vedere quel miracolo. Con la conseguenza che un gruppo di seguaci divenne un Esercito Blu mondiale, con milioni di fedeli cattolici pronti a morire per la fede nella vergine santissima. Ma questo non è niente, i Gesuiti hanno programmato 4 o 5 apparizioni della Vergine Maria da tenersi in Cina e Russia, e un’importante apparizione negli Stati Uniti. 

Cosa c’entra tutto questo con l’Islam? Ascoltiamo le dichiarazioni del vescovo Sheen: “Le apparizioni di nostra signora a Fatima hanno segnato un punto di svolta nella storia dei centinaia di milioni di mussulmani nel mondo”. Perché dopo la morte di sua figlia, Maometto scrisse che lei era “la più santa tra le donne in Paradiso accanto alla Vergine Maria”. Egli (Maometto) credeva che la vergine Maria avesse scelto di farsi conoscere come nostra “Signora di Fatima”, come segno e testimonianza per i mussulmani che avessero creduto alla nascita del Messia da una Vergine, così avrebbero creduto anche alla sua “Divinità” (?!)

Il vescovo Sheen ha rimarcato che le statue di nostra “Signora di Fatima” donate ai pellegrini sono state ricevute con entusiasmo dai mussulmani in Africa, India e altrove e anche molti mussulmani stanno ora convertendosi alla chiesa cattolica romana!

Intanto nel mondo sta tornando lo spettro di una Jahad mondiale (guerra santa) combattuta in nome di Allah! Questa inizia proprio con Babilonia (Iraq) la sede secolare di una moltitudine di religioni pagane! Così il “segno” della profezia indica che la FINE della prostituta religiosa, collusa con i poteri forti internazionali sta per avvenire e con essa verrà vendicato il sangue dei Giusti, dei Santi e di TUTTI QUELLI CHE SONO STATI UCCISI SULLA TERRA. Rivelazione capitolo 18 

FONTE ==> http://ningishzidda.altervista.org/isacco-ismaele/

 

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DAL POLITEISMO AL MONOTEISMO

DAL POLITEISMO AL MONOTEISMO: LA NASCITA DI YAHWEH

DAL POLIT.AL MONOT.

La Genesi e gran parte del materiale contenuto nella Bibbia non sono altro che passaggi di eventi immortalati, su tavolette di argilla, precedentemente dai Sumeri, e questa cosa è ormai nota a tutti. La religione ebraica, nata dal culto del dio Enlil e della sua stirpe, è giunta a noi come religione monoteista e ha spianato la strada per il cristianesimo e l’islamismo, ma nella sua fase iniziale l’ebraismo non conosceva una singola divinità.
Quando leggiamo nella Bibbia il plurale Elohim non dobbiamo lasciarci ingannare dalle spiegazioni che ora ci vengono date dagli interpreti di una religione monoteista i quali asseriscono che Elohim è un plurale majestatis.
Allora se così fosse perché non vogliono spiegare perché in alcuni casi verrebbe usato questo plurale majestatis e altre volte invece la versione singolare?
Forse perché in alcuni casi si faceva riferimento ad una pluralità di individui mentre in altri si faceva riferimento al singolo?
La realtà è che il termine Elohim, plurale di Eloah (provenienti entrambi dalla radice El = Signore/Dio), indica una ‘collettività’ di dei e ciò è dimostrato dalle innumerevoli iscrizioni sumere in cui si parla di un ‘consiglio degli dei’, dei ‘sette che decretano i fati’ etc.
En.Lil, figlio di Anu, fratellastro di En.Ki, era considerato in Mesopotamia la maggiore divinità, anche se a capo del pantheon sumero stava Anu, ma la sua figura era più quella di un ‘patrono’ che quella di un Dio-guida.
Era una ‘carica onoraria’ in quanto padre delle due divinità principali, appunto En.Lil ed En.Ki i quali, assieme ai loro discendenti, fecero nascere ed evolvere la civiltà a Sumer.
Il nome En.Lil significa letteralmente ‘Signore del Vento/Aria’ ma il termine Lil ha anche il significato di ‘potere, comando’, da qui la traduzione di ‘Signore del Comando’ che viene fatta in molte tavolette sumere dedicate all’esaltazione della figura di questa divinità.
En.Lil veniva chiamato anche Ellil, nome da cui è nata poi la radice accadica Ilu per descrivere gli dei, e dalla quale a sua volta nacquero il termine ebraico El e quello arabo Allah.
El, dunque, non era un nome proprio di una divinità ma un termine descrittivo.
Uno degli appellativi accadici di En.Lil era Ilu.Kur.Gal, ovvero ‘Signore della Grande Montagna’, che è esattamente lo stesso epiteto che l’ebraismo usa per la sua divinità con il nome El Shaddai.
A questo punto è bene tenere presente una cosa: essendo l’ebraismo nato dalla devozione a En.Lil, è a lui che vengono attribuiti tutti gli eventi e le azioni principali e ‘positivi’ per la civiltà ebraica, a lui e alla sua progenie.

MIX GENETICONel racconto della creazione dell’ uomo, il testo biblico ci racconta che ‘Gli Elohim (quindi un numero minimo di 2 divinità) crearono Adamo dalla terra, […] maschio e femmina li crearono[…]’.
Successivamente si dice che ‘Allora Il Signore Dio (singolare) piantò un giardino nell’Eden a Oriente, e vi pose Adamo, perché lo coltivasse […]’.
Nelle bibbie moderne il tutto viene ridotto al singolare, ma è rimasta la differenza di denominazione tra i due passaggi infatti nel primo si parla di ‘Dio’ che rivolgendosi a qualcuno dice ‘Creiamo l’uomo a nostra immagine’, nel secondo si parla del ‘Signore Dio’ e i verbi sono al singolare.
Da una analisi attenta si comprende come un gruppo di dei nel primo passaggio crei l’ uomo, e come poi un singolo dio, nel secondo passaggio, lo ponga nel giardino dell’ Eden.
Andando a leggere le traduzioni di alcuni miti sumeri, troviamo una esatta corrispondenza difatti il primo passaggio della Genesi corrisponde a un testo che in forma ridotta è stato incluso nell’Enuma Elish e che racconta di una riunione di divinità (vengono menzionati Anu, En.Lil , En.Ki e poi Nin.Hur.Sag) durante la quale En.Ki propone di creare un essere che porti il fardello del lavoro che spettava agli dei.
Le parole usate d En.Ki e tramandate nel mito sono: “L’essere di cui parlo esiste già (Homo erectus?), dobbiamo solo imprimergli la nostra immagine, il nostro marchio – creiamo un essere a nostra immagine, che sia lui a portare il fardello degli dei”
Anche qui, come nel primo passaggio della Genesi, abbiamo un discorso tra varie divinità, l’uso del plurale, e l’intenzione di creare un essere umano ad opera di più divinità.

Il testo sumero continua con ‘Guardate, abbiamo qui Mami (uno degli epiteti di Ninmah e dalla quale parola deriva il termine MAMMA), che sia lei a dare vita al nuovo essere’ e con la risposta di Ninmah: ‘Da sola non posso farlo, abbiamo qui En.Ki dio di grande sapienza, che sia lui ad aiutarmi in questa impresa’, e anche in questo passaggio quindi si fa riferimento al fatto che la creazione avviene ad opera di almeno due diverse divinità.

Nel racconto biblico del Diluvio Universale, Dio decide di sterminare gli uomini a causa della loro ‘corruzione morale’ e decide di mandare un diluvio che avrebbe distrutto ogni forma di vita e simbolicamente lavato il peccato dal mondo, però improvvisamente leggiamo che ‘Noè trovò grazia nel cuore di Dio perché era un uomo giusto’.
Quindi Dio cambia idea e decide di salvare non solo Noè, ma anche sua moglie, i suoi 3 figli, e le 3 nuore, e quindi va da Noè e gli dà istruzioni per costruire una barca nella quale dovrà salire con la famiglia prima del diluvio, e stipare provviste animali e vegetali per poter far ripartire la vita dopo la catastrofe.
Ma stranamente il racconto sumero è molto più dettagliato e ci dice che è sempre En.Lil (Yahwe) che decide di distruggere i discendenti di Adamo a causa del loro proliferare: “Le loro voci mi arrecano fastidio, il loro accoppiarsi mi toglie il sonno, […] ma non posso fare niente contro loro per causa di mio fratello, Egli li protegge”. Successivamente En.Lil convoca En.Ki e gli intima di usare il suo potere per correggere i danni che la sua creazione aveva portato: <<” crea quindi un diluvio che spazzi via l’ uomo dalla terra”>>, ma En.Ki risponde che: <<“questo non è mio potere, non è una azione per me… è una azione per te, En.Lil, e tuo figlio Nin.Ur.Ta. Se vuoi un diluvio dì a Nin.Ur.Ta di aprire le porte del cielo”>>
La frase conclusiva del passaggio, pronunciata da En.Lil, è una trasposizione della frase del racconto biblico: “Ecco io allora lo farò da me… manderò il diluvio per spazzare l’ uomo dalla terra”.
sigillo enki-noèNel racconto sumero però troviamo una differenza significativa infatti mentre nella Genesi è Dio a cambiare idea all’ultimo momento e decidere di salvare Noè e la famiglia, nel corrispondente passaggio sumero è En.Ki (Satana) a voler salvare Noè, dirigendosi fuori dalla sua casa e facendo finta di parlare a un paravento di canne (in modo che comunque Noè potesse sentirlo), perché En.Lil (Yahwe) aveva fatto giurare agli altri dei di non rivelare la sua intenzione.
Le parole del testo sumero iniziano con:“O capanna di canne ascoltami! O Muro ascoltami! Abbatti questa casa, lascia qui ogni tuo bene terreno e costruisci una nave, riempila di tutto ciò che è vivo […]”.
Questa divisione dei ruoli di distruttore (EN.LIL)e di salvatore (EN.KI) nel testo sumero, nel momento in cui si sono attribuite a En.Lil (Yahwe) tutte le azioni ‘positive’ compiute da altri dei, è stata tradotta nell’improvviso quanto sospetto ‘cambiamento di idea’ che compare nella Genesi.

Anche il racconto della Torre di babele, nella Bibbia, seppur di poche righe, contiene una traccia utile a identificare En.Lil con Dio difatti mentre il popolo che si è stanziato nella ‘Valle di Shinar’ costruisce la città con la torre, “Il Signore venne giù a vedere la città e la torre che i figli degli uomini avevano costruito”.
A questo punto Dio, rendendosi conto che l’uomo era talmente civilizzato da pensare come un ‘popolo’ e non come gruppi di singoli o tribù, vede in questo un pericolo, e questa preoccupazione traspare dalle parole: <<“Guardate! Ora la gente è unita, con una sola lingua, ed ecco ciò che cominciano a fare. Compiendo questo niente sarà più loro impossibile di ciò che immagineranno”>>.
Il Signore prende quindi una decisione ed esorta altri non precisati dei a seguirlo: <<“Venite, scendiamo e confondiamo le loro lingue, così che non possano più comprendersi”>>.
La strategia di Dio è semplice ed efficace, se gli uomini fino ad allora parlando una lingua comune erano riusciti ad organizzarsi, ora con lingue diverse non ci sarebbero più riusciti.
La Genesi è un ultra condensato di racconti, e ciò fa sì che le varie parti del racconto della Torre di Babele siano riportate brevemente anche se descrivono momenti diversi distanti parecchio nel tempo,
difatti nella Bibbia subito dopo questa esortazione da parte del Signore, ci viene raccontato di come il Signore confuse le loro lingue, e scacciò gli uomini in varie zone della terra.
Ovviamente il ‘confondere’ le loro lingue non può essere un gesto immediato, e anche la dispersione degli uomini dalla valle di Shinar in altre terre non è una azione immediata, e per entrambe queste opere è richiesto un certo lasso di tempo che però viene eliminato nel racconto biblico che è appunto un sunto.
E’ bene notare come anche in questo racconto c’è un personaggio al singolare che parla a un gruppo di altri personaggi, ma agisce da solo e la distinzione singolare/plurale anche in questo passaggio è molto chiara, e abbiamo un corrispondente racconto sumero che racconta la medesima storia.
Esiste un racconto che contiene poche linee che descrivono un fatto molto simile a quello raccontato dalla Genesi, si tratta di un racconto della ‘biografia’ di Marduk, figlio di En.Ki che agli occhi di En.Lil (Yahwe) fu sempre sgradito per la sua pretesa regale.
Infatti bisogna ricordare che, quando furono divisi i regni sulla terra tra gli dei, il ruolo più importante fu dato a En.Lil, e nella ‘seconda generazione’, cioè quella dei figli di questi dei, il prescelto per il comando non fu Marduk come invece sarebbe dovuto essere, ma Nin.Ur.Ta, figlio di En.Lil.
BABELEIn questo racconto si parla di Marduk e del suo esilio e di come grazie a suo figlio Nabu tornò nelle sue terre a Canaan per raggruppare i suoi seguaci dirigendosi in Mesopotamia dove fondare una nuova città, Babilonia.
Il progetto di Marduk prevedeva una città con una grande ‘torre a gradini’ (una Ziggurat) chiamata E.Sag.Ila (Casa del grande dio), e fu allora che En.Lil, considerandolo un affronto al suo ruolo, decise di intervenire per scacciare Marduk.
Convocato suo figlio Nin.Ur.Ta, En.Lil dispose che: <<“Non più egli dovrà offendere il nostro potere, se ora il suo popolo lo eleggerà sovrano niente più potrà essergli impedito”>>.
En.Lil lancia dunque un appello a suo padre Anu, e non ottenendo il favore, si rivolge misteriosamente a Dam.Ki.Na, madre di Marduk, la quale però collerica risponde che: <<“‘Il suo numero […] il suo nome io sceglierò, al suo fianco starò”>>.
L’ enigmatica frase ‘Il suo numero’ è un riferimento al fatto che gli dei Anunnaki, come ci dicono i sumeri, avevano un grado di importanza definito da un numero, Anu che era il capo aveva rango 60, En.Lil 50, En.Ki 40 e Marduk solo 10.
A Nin.Ur.Ta, figlio di En.Lil, era stato dato lo stesso rango di suo padre quindi 50 e ciò fa capire l’astio di Marduk da cosa era dovuto.
Poche righe più avanti nel testo si legge quindi che: <<“Durante la notte il Signore del Cielo scese sulla terra ma gli uomini contro lui si scagliarono […] Egli rase allora al suolo la città, e il suo comando fu che fossero dispersi e le loro menti confuse”>>.
Al di la quindi degli epiteti e dei nomi, abbiamo gli stessi elementi che identificano il racconto biblico con quello sumero, la costruzione di una città con la torre, l’appello di un (singolare) dio ad altri dei (Nin.Ur.Ta, Anu, Dam.Ki.Na), distruzione della torre, la dispersione del popolo in varie terre, e la confusione (delle menti nel racconto sumero, nella bibbia delle lingue).
Nel racconto della Genesi si dice che: <<“‘allora questo posto fu chiamato Babele, perché qui il Signore Dio confuse le lingue dell’ uomo”>>, così il termine Babele prese da qui un significato di bolgia, confusione, che è arrivato fino a noi, ma questo termine non significa confusione ma bensì “Porta del Dio/degli dei” (Bab-ilu) quindi si vuole tramandare il nome della città assegnandogli un significato che non ha.

Finora abbiamo stabilito che, quando nella Bibbia, o meglio nel vecchio testamento, si fa riferimento al ‘Signore’ ci si riferisce a En.Lil e il nome generalmente usato in molti di questi racconti è El, e viene utilizzato sia come nome proprio sia come parte di un epiteto, come per esempio El Shaddai o anche El Elyon.
Da questa prima riflessione abbiamo visto 3 esempi in cui i resoconti biblici sono corrispondenti ad altrettanti racconti sumeri con protagonista proprio En.Lil.
Dobbiamo quindi concludere che El (Yahwe) è SEMPRE il dio sumero En.Lil?
No, perchè ci sono tantissimi altri episodi che, se presi singolarmente, identificano El (yahwe) con altre divinità, a volte discendenti di En.Lil, ma altre volte discendenti di En.Ki.
Abbiamo già visto che l’atto della Creazione di Adamo avvenne ad opera di En.Ki (Satana), e questo è il primo degli episodi che collega questa divinità al Dio ebraico.
Oltre a questo episodio abbiamo visto anche il suo intervento nel salvare la vita a Noè in procinto del diluvio, ci sono però anche altri riferimenti che sembrano identificare En.Ki (Satana) come probabile candidato a vestire i panni di Yahweh/El.
Innanzitutto En.Ki era il più saggio degli Anunnaki, era colui che deteneva tutti i segreti della scienza, della medicina, dell’estrazione mineraria etc., e nonostante tutti gli dei avessero conoscenze in questi ambiti ed alcuni addirittura eccellessero in determinati campi per cui venivano adorati, era En.Ki il più grande depositario di conoscenze.
Il simbolo di En.Ki era il serpente, e val la pena ricordare che Yahweh trasformò per prodigio il bastone di Mosè proprio in un serpente.
Uno dei nomi che veniva dato a En.Lil era Ilu.Kur.Gal che trova il suo corrispondente nell’ebraico El Shaddai, Signore delle Montagne, ma esisteva anche un altro ‘Signore delle Montagne’ nel territorio mesopotamico, precisamente nella parte più a est.
Era il figlio minore di En.Lil conosciuto dai sumeri come Ish.Kur e dagli accadi come Adad e il suo regno era la parte nord dell’Asia Minore, dove svetta la catena del Tauro.
Il nome Ish.Kur è legato alle montagne dalla radice Kur, ma il sillabico Ish è sempre stato controverso infatti può essere fatto derivare da Isha (Signore) che dunque comporrebbe con Kur proprio quel titolo di ‘signore della montagna’ di cui stiamo trattando.
Ma la parola Ish veniva tradotta in accadico con Shaddu, ed è da questo termine che deriva l’ebraico Shaddai, inoltre alcuni passi dei salmi (135:7) e del libro di Giobbe si parla di Dio come di colui che chiama la pioggia e le nubi durante l’Esodo, e in altri punti della Bibbia si parla di Dio dicendo: <<“Al suono della sua voce rombano le acque, […] egli produce i fulmini e le nubi […] e libera i venti dalle loro riserve>>”.
Dio era quindi legato alle tempeste, e Ish.Kur era appunto il dio delle tempeste e in tali veste era adorato come Adad dagli accadi e come Teshub dagli ittiti e hurriti.
La conoscenza medica e scientifica di En.Ki (Satana) venne trasmessa ai suoi due figli prediletti: Marduk e Nin.Gish.Zid.Da i quali erano venerati in Egitto con i nomi di Ra e Thot.
Uno dei lati più controversi che la Bibbia assegna a Dio era la sua capacità di guarire infatti ci sono innumerevoli riferimenti a questo ‘dio guaritore’.
Nel libro di Geremia si legge: <<” Guariscimi o Signore ed io sarò guarito […]”>>, mentre in Salmi 103:1-3 si legge: <<” Anima mia benedici il Signore, […] egli guarisce tutte le mie malattie”>>. Yahwe inoltre guarisce Ezechia salvandolo da morte certa e gli dona oltre 10 anni di vita in più e riportava in vita i morti, come in una visione di Ezechiele.
Inoltre era un architetto eccezionale, dato che diede istruzioni dettagliate per la costruzione del Tempio di Gerusalemme perfino sugli orientamenti, sugli arredamenti, sui materiali da usare.
La divinità sumera che più corrisponde a tutti questi tratti è Nin.Gish.Zid.Da, infatti fu lui che in qualità di Thot (Dio egizio) accorse in aiuto di Iside quando Horus fu morsicato da uno scorpione velenoso, e fu lui il rinomato architetto che progettò il tempio di Nin.Ur.Ta a Nippur, fu lui che secondo gli egizi progettò le piramidi e che secondo i sumeri aiutò suo padre En.Ki (Satana) a rendere i primi Lu.Lu (Adam biblici) creati capaci di procreare.

armi-atomicheC’è un episodio della Bibbia, quello della distruzione di Sodoma e Gomorra, che analizzato in alcuni dettagli (più che nella storia completa) ci rimanda a un lungo testo sumero chiamato Epica di Erra.
Entrambi i racconti contengono elementi che hanno quasi del fantascientifico: piogge di fuoco e zolfo, un vento maligno che semina morte, divinità iraconde, la distruzione di una zona geografica ben identificabile.
Nel racconto della Bibbia la distruzione arriva su Sodoma e Gomorra, due città ‘corrotte allo sguardo di Dio’, mentre nell’Epica di Erra ad essere distrutte sono Sumer e la zona del Mar Morto.
Nel racconto biblico è Dio che distrugge queste città dopo averne constatato la corruzione, mentre nel testo sumero a condurre l’attacco sono si due divinità distinte, ma delle quali una in particolare si accanisce in maniera spietata, appunto il dio Erra, questo nome è uno degli epiteti di Ner.Gal, figlio di En.Ki e fratello di Marduk.
La distruzione avviene a causa del tentativo di Marduk (ancora una volta) e di suo figlio Nabu di prendere il controllo della zona di Babilonia e di Nippur ed è per questo che Nin.Ur.Ta e Ner.Gal, chiamati rispettivamente nell’epica Ishum (colui che brucia) ed Erra (colui che annienta), vengono autorizzati a usare le ‘sette armi del terrore’ contro le città conquistate da Nabu.
Nel racconto biblico è famoso il passaggio in cui si descrive la morte della moglie di Lot che, fermatasi ad assistere alla distruzione delle città, venne tramutata in una ‘statua di sale’.
Il termine esatto che viene utilizzato nello scritto ebraico è “Netsiv Melah”, ma se come è probabile questo racconto è un eco della Epica di Erra, scritto in sumero, si deve chiarire che il termine Melah deriva dal sumero Ni.Mur che significava sia ‘sale’ che ‘vapore’.
Nell’epica di Erra, il dio Ner.Gal conducendo l’ attacco dichiara che: <<“Le genti io farò scomparire […] le loro anime tramuterò in vapore”>> e il termine utilizzato è proprio Ni.Mur.
Queste molteplici possibilità di identificare El con varie divinità, si spiega con il fatto che tra l’epoca sumero-accadica e l’avvento del monoteismo ebraico ci sono comunque oltre 1000 anni di storia, e tra la civiltà sumera e la stesura della Bibbia ci son oltre 2000 anni. Durante questo arco di tempo la Mesopotamia fu frazionata in tanti regni, si succedettero tante dinastie di re, tanti popoli, ognuno dei quali venerava un particolare dio derivato dal pantheon sumero. Questa venerazione avveniva sistematicamente riconoscendo anche gli altri dei, “enoteismo” ma eleggendone uno a ‘divinità principale o nazionale’, ed è questa la chiave che ci porta a comprendere la ‘nascita di Yahweh”.
Due popoli, con le rispettive religioni, sono essenziali in questo cammino, sono Gli Ittiti e gli Assiri.
Gli Ittiti erano un popolo proveniente dai balcani e si stabilrono nell’Anatolia del sud nel II millennio a.C., una epoca successiva all’espandersi della civiltà sumera e alla nascita del primo regno di Babilonia.
La prima vera fase in cui gli Ittiti si diffusero coincide con la adozione della città di Hattusa come loro capitale, e venendo in contatto con le popolazioni circostanti, gli Ittiti adottarono un pantheon misto che si rifaceva in gran parte alle divinità dei sumeri.
Nei loro scritti sono menzionati Utu e Teshub assieme ad altre divinità di più difficile identificazione, ma Utu è ben identificabile nell’omonimo dio del sole sumero, e Teshub è altrettanto identificabile nella versione hurrita di Ish.Kur/Adad.
Fu con gli Ittiti che molti degli dei ‘giovani’ sumeri trovarono un nuovo nome e un loro culto, ed è interessante notare che di volta in volta questi ‘dei nazionali’ venivano venerati attribuendogli opere di altri dei.
In parallelo a questa azione però gli Ittiti furono i primi a distaccarsi dalle tradizioni mesopotamiche e creare una nuova religione basata sul culto dei morti e su un nuovo concetti di aldilà, e furono con loro che gli dei, da esseri in carne ed ossa che vivevano con il popolo, diventarono delle entità da venerare come ‘incarnazioni’ di concetti astratti
Gli Assiri invece erano un popolo che abitava la zona a nord-est della Mesopotamia, ai piedi dei monti Zagros, erano fortemente imparentati con i babilonesi ed erano un popolo molto combattivo le cui tracce ci arrivano già a cavallo del 1900 a.C. con l’ inizio del loro primo regno.
La religione Assira era una versione quasi speculare di quella babilonese del periodo in cui Marduk era dio nazionale di Babilonia, il cui corrispondente assiro era Ashur, un dio molto violento, che veniva rappresentato con gli attributi di precedenti divinità sumero-accadiche.
Aleyan-BaalLa figura di Ashur successivamente si evolvette nel Aleyan-Baal, arrivato a noi tramite i fenici, ma adorato precedentemente da tutti i popoli canaanei.
Questo Baal é il punto focale della trasformazione degli dei mesopotamici nella figura che poi nell’ebraismo fu adorata come El/yahweh difatti il Baal della mitologia canaanita è la prima figura che prende su di se gli attributi di tutte le principali divinità precedenti.
Se tutte queste divinità erano ricondotte al nome El, che potremmo pensare come un ‘nome collettivo’, serviva una figura che potesse permettere il ‘grande passo’ nell’azione di creazione di una unica figura che rispondesse a tutte le caratteristiche degli dei precedenti, ma che allo stesso tempo non fosse identificabile come una ben precisa divinità tra tutte queste.
L’unico candidato possibile era il figlio di Baal e della sua sorellastra Asherah, e si chiamava, stranamente, Jaw.
Questo nome era una radice che iniziò ad apparire in molti epiteti divini e cronologicamente parlando non si hanno testimonianze di questa radice prima del 1400 a.C., ed è bene evidenziare che è questo, il XV secolo a.C., il lasso di tempo in cui si svolge l’esodo e yahweh fa la sua prima comparsa.
Nel suo apparire a Mosè, quando egli gli chiede quale nome dovesse dare agli Israeliti, rispose con le famose parole: <<“Il dio dei vostri padri mi ha mandato[…]”>>, e continuando Mosè: <<“ma se essi mi diranno: Chi è questo Dio? Come si chiama? – Io cosa risponderò loro?”>>, e yahweh gli risponde con l’ enigmatica frase: <“Io sono colui che sono![…] dirai al tuo popolo: Ehyeh mi ha mandato da voi. Questo è il mio nome, con questo titolo sarò ricordato di generazione in generazione”>>.
Ci sono ben due cose da notare in questo passaggio: innanzitutto il Dio dice a Mosè che sarà ricordato con un titolo, facendo intendere che si tratti di un epiteto e non di un nome proprio, inoltre la prima frase ‘Io sono colui che sono’ nell’originale ebraico è “Ehyeh asher Ehyeh”, che grammaticalmente non è un presente ma un futuro, e il significato letterale è “Io sono chiunque sarò”.
Questa frase è la chiave che ‘taglia’ tutte le figure divine delle varie divinità di El, e crea la figura di yahwe come unico Dio che funge da summa di tutte le precedenti.
Questa rottura è ben resa anche dal passaggio in cui yahwe dice a Mosè: <<“Ad Abramo e Isacco mi presentai come El Shaddai […] ma il mio nome yahweh loro non conobbero”>>, dando un chiaro segno di un momento, l’ incontro con Mosè, in cui questo Dio cambia identità da El a yahweh.
La frase “Io sono chiunque sarò” suona come una imposizione che vieta una ben precisa identificazione e pone un muro che taglia con le figure passate, rafforzato da quel passaggio da El Shaddai (e quindi El) a Yahweh.
Con questa serie di frasi si apre quindi una nuova era religiosa, in cui una nuova divinità viene creata raggruppando tutte le possibili divinità sotto il nome di El e cambiandogli nome in Yahweh eliminando, con la stessa definizione del nome, ogni riferimento al passato.

FONTE ==> http://gizidda.altervista.org/down/LA-NASCITA-DI-JAHWE.pdf

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IL PLAGIO DI SODOMA E GOMORRA

IL PLAGIO DI SODOMA E GOMORRA

C’è un episodio della Bibbia, quello della distruzione di Sodoma e Gomorra, che analizzato in alcuni dettagli (più che nella storia completa) ci rimanda a un lungo testo sumero chiamato Epica di Erra.
Entrambi i racconti contengono elementi che hanno quasi del fantascientifico: piogge di fuoco e zolfo, un vento maligno che semina morte, divinità iraconde, la distruzione di una zona geografica ben identificabile.
Nel racconto della Bibbia la distruzione arriva su Sodoma e Gomorra, due città ‘corrotte allo sguardo di Dio’, mentre nell’Epica di Erra ad essere distrutte sono Sumer e la zona del Mar Morto e il Sinai.
Nel racconto biblico è Dio che distrugge queste città dopo averne constatato la corruzione, mentre nel testo sumero a condurre l’attacco sono si due divinità distinte, ma delle quali una in particolare si accanisce in maniera spietata, appunto il dio Erra, questo nome è uno degli epiteti di Nergal, figlio di Enki e fratello di Marduk.
La distruzione avviene a causa del tentativo di Marduk (ancora una volta) e di suo figlio Nabu di prendere il controllo della zona di Babilonia e di Nippur ed è per questo che Ninurta e Nergal, chiamati rispettivamente nell’epica Ishum (colui che brucia) ed Erra (colui che annienta), vengono autorizzati a usare le ‘sette armi del terrore’ contro le città conquistate da Nabu.

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IL PLAGIO DEL PADRE NOSTRO

IL PLAGIO DEL PADRE NOSTRO

IL “PADRE NOSTRO” è la preghiera più importante per la religione cristiana che Gesù diede ai suoi discepoli (?) e tutti sappiamo cosa recita. Ebbene siamo ancora una volta in Egitto dove fu rinvenuto il “Papiro di ANI” risalente alla XVIII dinastia (1530-1290a.c.) che recitava testuali parole: «Il Dio di questa Terra è il governante dell’orizzonte, è Dio per fare grande il suo nome, lo dedica all’adorazione del suo nome.
Data la sua esistenza di Dio, Egli negozierà per te, la sua somiglianza sta sulla Terra, a Dio è dato incenso e come alimento offerte quotidiane, Dio giudicherà il vero e l’onesto e perdonerà i nostri debitori, Vigila contro le cose che Dio disdegna, mi preserva dal male, Dio è il re dell’orizzonte, della potenza, e della gloria, Egli fa crescere chiunque lo faccia crescere, permettimi che sia domani come oggi. Amon. Amon. Amon.»
Sembrano evidenti le somiglianze, però andiamo oltre e diamo uno sguardo adesso alla “Lode ad Amon”, una preghiera sempre dell’antico Egitto che recita: «Oh Amon, Amon, che sei nei cieli……Padre di chi non ha madre. Quanto è dolce pronunciare il tuo nome.
Dacci come la gioia di vivere, il sapore del pane per il bimbo, sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. Tu che mi hai fatto vedere le tenebre, crea la luce per me. Fammi dono della tua grazia, fa che io veda te ininterrottamente! Amon»

Impressionante le similitudini e anche la parola “Amen” detta a fine preghiera, che molti pensano sia latina, in realtà è egizia e veniva usata come vocativo nelle preghiere al Dio Ra (il Dio del sole) noto anche come Amon o Amon-Ra.
Le evidenze ci sono ed è impressionante come poi venga attribuita un’esclusività ad una preghiera, il Padre Nostro, quando invece è stata semplicemente copiata e leggermente modificata da versioni precedenti di molti secoli e rivolte ad un altro Dio.

Ma anche mi faccio qualche domanda…
….e rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori…..
…”debiti”??..”debitori”??….sembra quasi che parli di una Banca!
….e non ci indurre in tentazione……
“non ci indurre”??????….ma non è il “demonio” a indurci in tentazione???

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IL PLAGIO DELLA TORRE DI BABELE

Il plagio della Torre di Babele.

Anche questo racconto della Bibbia, seppur di poche righe, contiene una traccia utile a identificare la storia Sumera.
Nella Bibbia mentre Nimrod che con il suo popolo si è stanziato nella “Valle di Shinar”, costruisce una città con la torre, “Dio” dopo aver visto ciò che gli uomini avevano creato si rende conto che essi si erano totalmente civilizzati da pensare non più come un “popolo” o come tribù, e vede in questo un pericolo.
Il Signore prende quindi una decisione ed esorta altri non precisati dei a seguirlo (?): Gensi 11,7 Orsù, scendiamo e confondiamo quivi il loro linguaggio, sicché l’uno non capisca il parlare dell’altro!’
Subito dopo questa esortazione ci viene raccontato di come il Signore confuse le loro lingue, e scacciò gli uomini in varie zone della terra.

Il corrispondente racconto sumero racconta la medesima storia, ma qui il protagonista è Marduk che, dopo il suo esilio, insieme a suo figlio Nabu si dirige nelle terre di Canaan, dove raggruppa dei seguaci si avvia in Mesopotamia dove fonda una nuova città, Babilonia nella quale costruisce una grande torre a gradini (una Ziggurat). Fu allora che En.Lil, considerandolo un affronto al suo ruolo, decide di intervenire per scacciare Marduk, e lancia un appello a suo padre Anu e a Damkina, madre di Marduk, ma entrambi gli rifiutano il loro appoggio.
Infine Enlil insieme suo figlio Ninirta rade al suolo la città e disperse il popolo di Marduk.

Al di la quindi degli epiteti e dei nomi, abbiamo gli stessi elementi che identificano il racconto biblico con quello sumero; la costruzione di una città con la torre, l’appello di un (singolare) dio ad altri dei (Ninurta, Anu e Damkina), la distruzione della torre, e la dispersione del popolo in varie terre.

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