IL MISTERO DEL GATTO

IL MISTERO DEL GATTO

IL MISTERO DEL GATTO

Il mondo del fantastico, non sapendo mai esattamente dove finisce e dove inizia, è sorprendentemente ricco di Entità Fatate, anche di molti esseri simili agli animali che, per via della loro forma o della loro dimensione, o per gli atteggiamenti che assumono o per il ruolo che rivestono in storie e leggende, possono essere definiti “Animali Fatati”.
Tra tutti gli animali fatati la figura del Gatto assume un’eco particolare: esso viene definito l’animale più misterioso tra tutti, ed è come se fosse un “ponte tra la nostra dimensione e la dimensione del Fato”.

ponte tra la nostra dimensione e la dimensione del Fato

Chi possiede uno di questi animali può capire…Il Gatto è un animale speciale. A dirlo non sono solo gli amanti di questo felino da compagnia, ma una lunga storia di miti e leggende.
Un grande legame esoterico dal punto di vista della mitologia e della religione ha sempre caratterizzato il rapporto tra uomo e Gatto. In tutti i tempi e in tutti i luoghi, i Gatti hanno sempre rappresentato quel meraviglioso anello di congiunzione tra il mondo umano e qualcosa che va verso la trascendenza dello spirito, qualcosa che per noi è invisibile, ma forse per i nostri compagni felini non è poi così celato ai loro sensi. Basta osservare un Gatto, anche il più piccolo ed appena nato, per assimilare questa verità.
Una lunga tradizione di pensiero assegna al Gatto poteri magici, in quanto la sua sensibilità va oltre quella dei cinque sensi e gli permette di intuire cose che sfuggono alla nostra percezione.
La capacità di avvertire calamità naturali prima dell’uomo (molti hanno dichiarato di essere stati avvertiti dai propri gatti dell’arrivo di un terremoto), o la capacità di accorgersi di “presenze” immateriali, naturali o sovrannaturali che siano, sono solo alcune delle speciali qualità che vengono attribuite ai Gatti. Possiamo crederci o meno, ma è difficile rimanere impassibili di fronte al fascino felino. Fatevi catturare dal loro mistero, non potrete che venirne arricchiti…

Ben più che un luogo comune sono poi le proprietà terapeutiche dei Gatti. Rispetto ad altri animali il Gatto è dotato di una sensibilità particolare, riesce ad entrare in sintonia con l’uomo, comprenderne lo stato d’animo ed agire di conseguenza. Inoltre, accarezzare un gatto, così come un cane, fa sentire meglio, libera delle endorfine che agiscono positivamente sul nostro cervello, soprattutto quando siamo un po’ giù di morale.

La magia del Gatto consiste nella straordinaria e sorprendente capacità di affascinare, di farsi amare, di coinvolgere e di “imporsi” nel mondo degli uomini. Il Gatto è il simbolo vivente della bellezza, dell’invincibilità, della meraviglia, dell’orgoglio, della libertà, dell’autosufficienza, della squisita individualità e del godersi le cose piacevoli. Attraverso i suoi occhi di profondo osservatore e critico imparziale, egli intuisce profondamente ed accetta con indifferenza vizi e virtù del suo amico umano.
Non giudica mai ed è meno che mai un moralista, bensì un complice nella buona e nella cattiva sorte. Non è un compagno passivo, però. L’arrivo di un Gatto nella vita di un uomo ha significato sempre una svolta sia a livello esistenziale, sia creativo.
Perché un Gatto è una presenza magica, sempre, nella nostra vita. Molti si sono chiesti che cosa stiano guardando i Gatti quando si siedono così, fermi, apparentemente persi nei loro “pensieri”, o forse “a sognare ad occhi aperti”.

pensieri gatto

Loro stanno guardando dentro, guardano la trama della vita attraverso loro stessi. Stanno osservando l’affascinante connessione, lo svolgersi di vite dentro alle vite, mondi dentro ai mondi. Stanno ascoltando la dolce canzone della trama della vita, che li rassicura della bellezza senza fine. Quando vedete un Gatto in profonda meditazione, la ragione è sempre la stessa: ha la mente perduta in rapimento e in contemplazione del pensiero.

Esiste una canzone che nutre la trama della vita, è un ritornello bellissimo a cui tutti gli esseri aggiungono il proprio ritmo. Gli animali sono sempre connessi alla trama della vita, non ne perdono mai la consapevolezza, mai. Loro sanno esattamente in che modo la loro stessa “voce” si adatti nella canzone.
Questa voce, o la loro canzone personale, è semplicemente il loro modo di vibrare. Proviene da loro in ogni momento, e conoscendo questa canzone, essi sanno sempre in che modo adattarsi, sanno esattamente qual è la loro relazione con ogni altra forma di vita, istantaneamente. Perciò, diversamente dagli umani, loro non si perdono mai. Perché, non soltanto sanno in che modo relazionarsi con tutto ciò che li circonda, ma sanno anche in che modo la canzone del loro essere sublima la Creazione. Lo possono sentire, lo possono percepire sempre, in ogni momento. E tutta la creazione a loro risponde, mentre essi vivono e si muovono attraverso la loro vita.

IL MISTERO DEL GATTO | Gatto Mistico

Ogni volta che una persona si avvicina ad un animale con amore, si trova proprio davanti ad un’apertura verso l’esperienza della trama della vita, la trama della canzone, la trama dell’Amore, in cui ogni cosa vivente sa esattamente in che modo si adatta nel piano del Creatore.

Se lo guardate negli occhi e andate da lui con un cuore aperto, il Gatto può diventare il vostro portale verso la trama della vita. Allora vi potrà mostrare la meraviglia dei corridoi tra le stelle, i portali verso le altre dimensioni, e l’esistenza magica che gli esseri umani hanno dimenticato.
Le sue zampe possono davvero camminare attraverso il cielo stellato. Il sentiero della sua vita lo ha portato avanti e avanti e avanti, mentre è tenuto nelle braccia invisibili del Creatore. Questo sentiero su cui cammina continua per sempre, ma le impronte delle sue zampe diventano a volte più chiaramente visibili e, altre volte, di meno. Ci sono dei momenti in cui è in forma fisica (quando le impronte sono chiare e fisiche), ed altri in cui non lo è. Ma la cosa più importante è che la sua vita non cambia, continua sempre a giocare, è sempre vivo. È sempre un Gatto, vivo e sveglio, ed esprime ciò che è.
Quando è “qui”, come un essere fisico, questa parte di lui ha, ugualmente, soltanto una piccola parte della sua attenzione. Il resto della sua attenzione è sveglio verso tutta la Gloria dell’altra parte del cerchio. Poiché “Tutto Ciò Che È”, è un insieme in cui la coscienza, come anche ogni altro aspetto della vita, è completa. Rotonda. Una sfera della vita. Così, quando lui guarda o si ferma, quando è consapevole, lo è di tutto quanto in una volta.
Noi non siamo separati da loro, noi facciamo intimamente parte di questa “vita gloriosa”, pertanto loro ci possono facilmente mostrare quello che ci manca. E, oltre a vivere nella pienezza della trama della vita, che è un grande dono che ci possono portare, hanno un valore ancora maggiore nel periodo della trasformazione umana, in quanto sono un linguaggio di Dio attraverso cui Dio si manifesta.
Così, i Gatti, maestosi come sono, possono facilmente condurci alla contemplazione di Tutto Ciò Che È. TUTTO.

Se li osserverete attentamente, con una mente vuota, eccetto la ricerca del Tutto, la luce, ed un cuore completamente aperto, sarete attratti verso l’interno, attraverso il vostro Gatto come portale, nella trama della gloriosa e magnifica vita. Cambierete velocemente la vostra energia, riorganizzerete i vostri valori e capirete quale minuscola parte della realtà sia la vostra esistenza fisica. Nel momento in cui lo farete, sarete in armonia con la trama. Sentirete i toni vibranti dell’Amore mentre questi si muovono, vorticando, dentro e fuori da ogni essere vivente.

Pensate forse che il vostro Gatto stia seduto per delle ore a fissare semplicemente lo spazio?

Entrate… andate attraverso questo portale che lui è, che i Gatti sono, a conoscere la meravigliosa, gloriosamente viva danza e canzone di Amore in movimento, che è la verità della vostra esistenza, come anche della loro. Piangerete per la gratitudine… vi domanderete se il vostro cuore riuscirà ad espandersi abbastanza da contenerlo. Sarete meravigliati del fatto di poter vivere una tale magnificenza di Amore, di bellezza, di tenera cura ed elevazione e, più di tutto, di profonda, incrollabile connessione.
Allora capirete, partendo da qui, dal portale del loro mondo, la verità della vita, che è Unità. Afferrerete immediatamente che, ogni forma che voi avete usato per percepire qualunque forma di vita come separata da voi, è falsa, costruita su un’illusione. Voi tenderete, con il vostro cuore, ad abbracciare il Tutto e allora conoscerete Dio.

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Il Gatto è alla costante ricerca di dormire sopra i cosiddetti “Nodi di Hartmann”, ossia quelle particolari intersezioni delle linee del campo magnetico terrestre che avviluppano tutto il pianeta ad intervalli regolari.
Se un uomo sostasse a lungo sopra uno di questi nodi, proverebbe una sensazione di spossatezza e via via di malessere: non così il Gatto, che sembra al contrario rilassarsi in questi nodi evitati da tutti gli altri animali. Perché? Questa percezione del magnetismo è nota in tanti animali, come ad esempio tutti i migratori, ma il Gatto fa di più, è come se fosse in connessione con l’Energia Oscura che permea tutto l’Universo. È questo il segreto dei Gatti? È questo il calore curativo che ci trasmette quando stiamo male?
Se pensiamo che questa energia, teorizzata e dimostrata attraverso calcoli matematici ma non ancora “avvistata” per il deficit sensoriale degli esseri umani, è in relazione con i riti magici ancestrali legati al concetto della Dea Madre, si comprende come gli Egizi avessero potuto divinizzare il Gatto come esponente terreno della stessa divinità femminile universale.

Occorre dunque considerare il Gatto come un essere evoluto, intelligente e sensibile, forse anche più dell’Uomo a livello emotivo, e bisogna trattarlo in maniera sempre rispettosa e riverente, comportamento peraltro che si dovrebbe tenere con tutti gli esseri viventi. Ma più di tutto, occorre cogliere ed osservare le sue sfumature, per imparare da lui a percepire i mondi sottili, le dimensioni invisibili che ci circondano.

Chiunque viva con un Gatto non ha alcuna difficoltà a riconoscere le sue facoltà psichiche ed extrasensoriali. I Gatti, spesso, sono portatori di messaggi e presagi; medium e veggenti sono i primi a riconoscere in loro una capacità soprannaturale di percezione ed empatia, tale da indurli ad averli sempre al loro fianco come compagni fidati, ed utilizzarli come mezzi di collegamento tra ciò che è visibile e ciò che non lo è.

In molte culture ai Gatti viene riconosciuta la capacità di vedere e percepire l’invisibile, spiriti e fantasmi inclusi. Gli improvvisi scatti di gioco verso presenze invisibili, che spesso vengono spiegati con la presenza di moscerini od insetti a noi impercettibili, sono invece la manifestazione più emblematica di questo misterioso potere.
Alcune dottrine antroposofiche spiegano inoltre che molti animali e i Gatti in particolare, possiedono la capacità di vedere l’aura che circonda gli esseri umani, il corpo sottile, ovvero i colori che circondano una persona e che sono lo specchio dei suoi stati d’animo, delle sue paure e convinzioni, del suo stato emotivo e fisico. Questo spiega come spesso gli animali siano diffidenti nei confronti di alcune persone, mentre si dimostrano amichevoli e bendisposti nei confronti di altre.

La storia è costellata di episodi che confermano il forte valore simbolico ed evocativo del Gatto. Nessun animale ha conosciuto vicende tanto alterne, dalla venerazione come divinità alla persecuzione come incarnazione demoniaca, come questo animale.

MUEZZA
MUEZZA

Si narra il mito del Gatto di Maometto, Muezza, il primo Gatto con nove vite della storia. Questo Gatto privilegiato si addormentò sulla manica del padrone quando lo stesso dové allontanarsi e, non volendo disturbare il Gatto così profondamente addormentato, si tagliò la manica sulla quale esso dormiva.
Al ritorno di Maometto, Muezza s’inchinò in senso di gratitudine nei confronti del Profeta, e Maometto, commosso, gli riservò un posto in Paradiso, poi lo accarezzò tre volte sul dorso, e secondo alcune leggende questo gesto donò al Gatto la meravigliosa capacità di atterrare sano e salvo dall’alto sulle sue quattro zampe, senza farsi male. Il numero tre ha un significato importante poiché tre per tre volte, indica l’infinito, donando così al Gatto una vita infinita.

Bisogna chiedersi, per comprendere fino in fondo il significato della leggenda, che cosa potesse rappresentare il taglio della manica della veste, effettuato dal Profeta come offerta simbolica al Gatto. La manica destinata a Muezza altro non era che un dono destinato ai Gatti di tutto il mondo e di tutti i tempi, ma che cosa vi fosse racchiuso, nessuno lo sa.
Comunque apprezzabile è il fatto che sia stato destinato ai domestici felini quale segno di riconoscenza; analizzata in questo contesto la sacra eredità risulta essere veramente notevole, perché conferisce al Gatto dalle nove vite un’eternità di virtù: le azioni risultano essere sempre più forti delle parole.
Nella leggenda non è però molto chiaro il tipo di razza a cui appartenesse Muezza, pare potesse essere un’Abissino perché Gatto sacro ufficiale dell’antico Egitto.

tigre e gatto

Ma il suo fascino nasce anche dalla sua somiglianza con i feroci cugini felini (leoni, ghepardi, tigri, leopardi…), dalla fierezza con la quale preserva la sua indipendenza, ed anche perché capace di conquistarsi gesti di affetto e di tenerezza.

Occhi vivaci, un corpo snello, lucido, forte, un animo affettuoso e fiducioso, indipendenza, raffinatezza ed uno spirito saggio e saccente al contempo. Che il Gatto accanto a noi abbia il pelo lungo o corto, che sia soriano o color tartaruga, la nostra reazione è sempre la stessa: ne restiamo affascinati. I Gatti sono curiosi e complessi, “affettuosi” ma “indipendenti”, “addomesticati” ma “selvatici”, “riservati” e “premurosi”
Affascinante ed enigmatico, il Gatto ama il calore e la tranquillità, è un osservatore attento ma discreto, curiosissimo, che adora ficcare il muso nei nostri affari: si siede sul giornale quando lo stiamo leggendo, o su un foglio proprio nel momento in cui siamo intenti ad appuntarvi sopra qualcosa. È fatto così, non lo fa per dispetto, ma per un irrefrenabile desiderio di essere al centro delle nostre attenzioni.
Misteriosi ed eleganti, giocherelloni e teneri, i gatti sono le creature più “ingannatrici” che la nostra specie abbia mai “civilizzato”, ma, nel corso dei tempi, tutte le civiltà hanno faticato a capire i Gatti. Dolci, o riservati? Solitari, o socievoli? Meditativi, o funerei? Fisicamente i Gatti sono cambiati ben poco, è cambiato il nostro modo di vederli. Diversamente (e quanto diversamente…) dal cane, uno dei primi animali domestici, i Gatti si sono avvicinati all’uomo relativamente tardi, tuttavia si sono rifatti dei tempo perduto ed hanno occupato ben presto un posto non solo nelle nostre case, ma anche nei nostri cuori…

Il Gatto infatti non suscita sentimenti tiepidi: creatura magica e misteriosa, o lo si ama, o lo si detesta


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FONTE ==>> https://giardinodellefate.wordpress.com/creature-magiche/il-gatto/

NEL MITO E NELLA TRADIZIONE IL GATTO IMPERA

NEL MITO E NELLA TRADIZIONE IL GATTO IMPERA

NEL MITO E NELLA TRADIZIONE IL GATTO IMPERA

Il Gatto, soprattutto quello nero, è l’animale più adatto ad affiancare le Dee lunari della notte. Nero, silenzioso e furtivo si muove nell’oscurità, caccia abilmente, ha occhi che penetrano l’oscurità, brillano e, come le Dee lunari notturne, veglia mentre gli altri dormono.

Gli antichi Greci infatti, ritenevano il Gatto un animale sacro alla dea Artemide, Dea della Caccia e della Luna. Narra la leggenda che la Dea potesse liberamente trasformarsi in un Gatto.
Anche nell’antica Roma i Gatti erano sacri a Diana (Artemide in Grecia), si credeva che avessero poteri magici, concessi loro dalla Dea. Quando moriva un Gatto nero, veniva cremato e le sue ceneri sparse sui campi per propiziare un buon raccolto ed eliminare le erbe infestanti.

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Nella civiltà dell’antico Egitto, gli Egizi raffiguravano la loro Dea con sembianze feline, chiamata Bastet, avente corpo di donna e testa di Gatto, simbolo della vita della fecondità e della maturità. Gli Egizi onoravano ed idolatravano questo animale. Il Gatto era assurto a livello di divinità, venerato per la sua propensione alla caccia dei roditori che infestavano i granai, ed in quanto ottimo animale da compagnia.
Presso gli Egizi infatti, l’uccisione del gatto era punita più severamente di quella di qualsiasi altro animale, sia che avvenisse inavvertitamente o che fosse provocata di proposito. Chi uccideva un Gatto era sempre criminale, e tale crimine si espiava solo col supplizio.
Ma, quando un Gatto moriva naturalmente, dice Erodoto, le persone della casa piangevano il lutto come se fosse scomparso un membro della famiglia. Se moriva il Gatto di casa, tutta la famiglia egizia si rasava le sopracciglia, e il Gatto veniva imbalsamato e degnamente seppellito.
Nell’antico Egitto il Gatto era ritenuto animale sacro e divino, ed è quindi naturale che, alla loro morte, essi venissero imbalsamati e sepolti con ogni onore. Attraverso l’Egitto il Gatto giunse persino nei Paesi Arabi dove l’animale eletto era il cavallo, tuttavia anche il nostro amico felino venne preso in simpatia e la sua fama ben presto eguagliò quella equina.
Pare anche che, mentre il Gatto era sacro al Sole e a Osiride, la Gatta era sacra alla Luna e a Iside.

Il Gatto, la cui pupilla subisce delle variazioni che ricordavano le fasi della luna, veniva paragonato alla Sfinge per la sua natura segreta e misteriosa, e per la sensibilità alle manifestazioni magnetiche ed elettriche. Inoltre la sua abituale posizione raggomitolata e la facoltà di dormire per giornate intere ne facevano, agli occhi degli ierofanti (guida/sacerdote), l’immagine della meditazione, mostrata come esempio ai candidati all’iniziazione rituale.

Matou contro Apophis
Matou contro Apophis

Nel Libro dei Morti egizio, il Gatto è chiamato Matou allorché combatte contro Apophis, il serpente pitone della paludi, simbolo delle forze malvagie. Si affermava infine che il Gatto possedesse nove anime, e godesse di nove vite successive.

I Gatti erano quindi considerati sacri ed attorno a loro o alle loro immagini si svolgevano riti religiosi, danze e riti sessuali.

Questo culto, anche se meno sentito, venne mutuato anche dall’Impero Romano e, mentre il Gatto continuava a vivere pacificamente, attorno ad esso si scatenavano gli istinti più brutali dell’essere umano.

Ben presto il periodo di gloria dei Gatti fu destinato a tramontare, e nei loro occhi dove un tempo era stato visto il riflesso dello sguardo degli Dèi, furono temuti come se fossero l’espressione stessa del Demonio.

Con l’avvento del Cristianesimo i “gattofili” venivano guardati con sospetto, venne persino stabilita una relazione fra i Gatti e Satana, quindi i Gatti passarono dal rango di divinità a quello di Demoni minori. Da qui a farli passare per gli alleati, complici, confidenti delle Streghe, il passo non era lungo.

In Inghilterra i Gatti ed altri presunti Demoni al servizio delle Streghe vennero spesso esibiti come prove d’accusa nei processi del XVII secolo, con l’effetto di attirare sospetti sulle persone molto attaccate ai loro animali domestici.

I Gatti Celtici del mito irlandese diventarono pian piano miniature del demone che avanza, venuti a distruggere il mondo umano e ad oscurare la marea con il sangue del sacrificio: non erano amati perché considerati incarnazione di forze malvagie, i loro occhi mutevoli venivano ritenuti simbolo di falsità, ipocrisia e cattiveria, per cui era abituale che le cerimonie di purificazione si concludessero col sacrificio di un Gatto.

Oltre alle accuse dettate soltanto da gelosie o asti personali, consideriamo anche che una donna sola od uomo, che abbia come unica compagnia un animale, è portato a parlarci e a considerarlo quasi come un membro di una ipotetica famiglia, pertanto, in un periodo in cui gli animali erano considerati o carne da macello oppure esseri fondamentalmente inutili, questo atteggiamento nei confronti di alcuni animali faceva dunque nascere timori e sospetti: nella migliore delle ipotesi, la persona veniva considerata quantomeno bizzarra; nella peggiore delle ipotesi, finiva sul rogo poiché ritenuta una Strega. Del resto non si era ancora sviluppata la coscienza del legame profondo che può stabilirsi fra esseri umani ed animali. Durante la caccia alle Streghe, le donne sospettate di praticare la stregoneria venivano torturate e messe al rogo, ma anche i Gatti venivano arsi vivi, se ne sono contati otto milioni…

Un’antica leggenda ad esempio, dice che le Streghe usassero il cervello dei Gatti per provocare la morte del loro peggior nemico, ma solo se era direttamente minacciata la loro vita: il sacrificio del loro animale preferito era giustificato dalla gravità della situazione. E se il Gatto uccideva la Strega alla quale apparteneva, diventava invece un Demone quasi impossibile da eliminare, per merito delle sue nove vite.

Tuttavia i Gatti non erano gli unici animali che attiravano le attenzioni dell’Inquisizione: furetti, merli, gufi, civette, rospi e rane, venivano ugualmente ritenuti validi alleati delle Streghe.

Particolare attenzione fu data al Gatto nero: portatore di magia, egli era rappresentante delle tenebre, ma grazie alla pelliccia capace di assumere il bagliore luminoso del chiaro di luna, poteva contare su una duplice identità.

gatto neroInoltre il nero era un sottoprodotto del fuoco, che per gli antichi era una realtà positiva. Tutti questi aspetti erano, e sono ancora oggi, presenti nel Gatto nero e nelle leggende che ne derivano.

Nella mentalità occidentale viene visto in maniera sostanzialmente negativa, in quanto legato al buio delle tenebre, alla morte, al lutto, all’ignoto, ma in altre culture ha valenze positive: è il colore del vuoto primordiale, del principio, dell’assoluto che racchiude le potenzialità che precedono la creazione del mondo, quindi della creatività latente.
Era collegato alla morte anche per gli Egiziani, ma in senso positivo: infatti era il colore dell’aldilà, dove il defunto subiva le trasformazioni che gli avrebbero conferito la vita eterna. Osiride signore dell’Oltretomba era chiamato anche Il Nero.
Per le popolazioni classiche (greci e romani) era semplicemente il colore della notte con la Luna e le stelle. Era una delle tonalità preferite da Iside, la Dea della buona sorte dall’anima felina e, di conseguenza, il Gatto nero era il più sacro per suoi devoti.

Il nero era anche il colore del limo portatore di fertilità e rinnovamento, quindi era simbolo di rinascita e rigenerazione. 
Il nero, se indossato, assicura una certa inaccessibilità, una sorta di barriera protettiva. È il colore usato dalle Streghe per la sua capacità di ostacolare, assorbire e neutralizzare energie negative. Occorre fare però una distinzione fra il nero opaco, che è associato spesso a sensazioni negative (ad esempio il colore del lutto è opaco), e il nero lucido che ci trasmette sensazioni positive: è brillante, elegante e sensuale. Il Gatto nero, se in buona salute, ha un pelo lucidissimo che riflette la luce.

La prima donna, quando ancora Eva non era “nata”, la pura e la ribelle, Lilith, l’incontrollabile, l’imprevedibile, la vergine selvaggia, sovrana delle ombre, scelse per compagno lo spirito stesso della notte e del mistero: il Gatto.
Già ad opinione degli Gnostici, nel XVI secolo, il Gatto era legato a tutti gli aspetti diabolici della femminilità. “Il Gatto sta al cane”, dicevano, come “la donna sta all’uomo. La sua natura, la sua voluttà, la sua dolcezza, la sua astuzia sono simili a quelle della donna. Gatti dalle movenze sinuose, tanto da essere stati identificati con la femminilità, ma non la femmina positiva, madre e moglie, bensì quella seduttrice, misteriosa ed affascinante, affine alla notte e alle trame nascoste.

Il Gatto come “bestia satanica”

Partiamo dall’ovvio e con le dicerie che sentiamo oggigiorno: “il gatto nero che attraversa la strada porta sfortuna”; “guai a lasciar dormire il gatto sul letto accanto a sé, con il suo alito pestilenziale sarà causa di morte”; “il pelo del gatto è non soltanto nocivo, ma perfino velenoso”; “il gatto sparisce misteriosamente anche in una casa, riapparendo sempre altrettanto misteriosamente”; “il martedì grasso i gatti, essendo intenti a festeggiare con il demonio, non sono visibili in giro”; infine, essendo un animale infernale, “il gatto soffre particolarmente il freddo, quindi durante l’inverno ricerca il calore della fiamma del focolare, e perfino d’estate si crogiola al calore del sole”.
Queste sono soltanto alcune delle leggende luttuose o inquietanti che accompagnano il piccolo felino domestico, ne è passato di tempo da quando era deizzato nell’antico Egitto…

1090 SABBA2Fin dal primo Sabbah, di cui si ha notizia nel 1090, il Gatto fa la sua comparsa da protagonista, la Strega officiante infatti era travestita da gatto nero e le donne che partecipavano al festino danzavano attorno a Satana, con pelli di gatto o gatti appesi al corpo.
In uno Scritto del 1180 si descrive l’attesa per la discesa di un mostruoso gatto nero, personificazione del Demonio da parte degli eretici.

1231 Guillaume d’Auvergne
Guillaume d’Auvergne


Guillaume d’Auvergne, vescovo di Parigi (1231-1236), affermò senza ombra di dubbio che Satana si mostrasse ai suoi fedeli sotto forma di gatto.

1233 gregorioIX
Gregorio IX

 

 

Il Papa Gregorio IX, nella bolla Vox in Roma del 13 giugno 1233, fece menzione al gatto nero che cadde dal cielo, indicando in questa visione Lucifero, e che il giorno del giudizio si sarebbero visti i gatti arrampicarsi sui muri dell’inferno.

 

1427 San Bernardino da Siena
San Bernardino da Siena

San Bernardino da Siena, nel 1427, scrisse che le Streghe potevano trasformarsi in gatti tramite uno speciale unguento preparato la notte di San Giovanni, o la notte dell’Ascensione, a base di erbe cotte segrete.

Nel 1579 venne bruciata la strega Dewell di Windsor, il cui gatto Gille era stato testimone dei suoi patti col diavolo.

Nel 1586 anche la Strega Anna Winzelkipfel venne bruciata viva a Bergheim, in quanto colpevole di essersi introdotta, indossando pelli di gatto nero, nella camera di tale Jacques Potter per lanciargli il malocchio.
A Vesoul, nel 1620, la Strega Jeanne Boille confessò di essere in contatto con un potente demone che le appariva sotto le spoglie di un mostruoso gatto nero.
nel 1662, colpevole del medesimo crimine Isabel Gowdie, ad Auldearn, nella contea di Nairn, seguirà la medesima sorte di Jeanne sul rogo.

1681 JFRegnard
JFRegnard

 

Il drammaturgo Jean-François Regnard, a seguito di un viaggio nelle terre lapponi nel 1681, raccontò che in quella terra gli Stregoni vantavano di poter operare sulle persone malvagie una trasformazione: quella in gatti neri, poiché tali animali erano affini al demonio.

1764 voltaire
Voltaire

Qualcosa di diabolico in questo felino era trovato anche dall’illuminista Voltaire che, nel suo dizionario filosofico (1764), trattando delle costellazioni celesti fece notare che non vi si vede mai la costellazione di un gatto, ma sempre di altri animali, quasi i primi fossero perfino banditi dalla volta celeste.

 

 

Infine, non si può non menzionare un’assurda quanto crudele “ricetta” per ottenere una pozione per l’invisibilità: procurarsi una pentola nuova, una pietra d’agata, un gatto nero e dell’acqua attinta da una fontana a mezzanotte in punto. Mettere l’acqua nella pentola con l’agata, quindi metterci il gatto nero tenendo il coperchio con la mano sinistra (altrimenti la ricetta pare non si attivi), lasciar bollire per 24 ore, mettere la carne in un piatto nuovo, e gettarsela dietro le spalle. Guardatevi allo specchio e non vi vedrete più.

Non c’è limite alla crudeltà umana, e alla sua idiozia…!!!


NEL MITO E NELLA TRADIZIONE IL GATTO IMPERA


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