IL SIMBOLISMO DEL GATTO SECONDO I CELTI
IL SIMBOLISMO DEL GATTO SECONDO I CELTI
IL SIMBOLISMO DEL GATTO SECONDO I CELTI
Quasi tutte le culture Sciamaniche credono negli animali come Alleati o Aiutanti. Talvolta gli animali diventano Protettori e Guide per lo Sciamano, sia nel regno fisico, sia durante il viaggio nei mondi sottili.
I Celti credevano negli animali come alleati, e attribuivano ai loro Clan intime associazioni con animali specifici. Ogni gruppo etnico si identificava con un animale e ogni membro del gruppo non solo pensava di discendere da un determinato animale (il Totem), ma pensava anche di potersi appropriare, con iniziazioni particolari, delle Qualità di questo animale. Alcuni gruppi etnici si chiamano “Figli dell’Orsa”, giacché simboleggiano, nel nome che portano, la loro discendenza dalla “Grande Madre”; altri invece si identificavano con il “Cigno” oppure con l’Oca dal piumato bianco, che rappresentavano il vestito di un Druido.
Ogni clan aveva striscioni sui quali erano raffigurate le immagini o il simbolo del loro animale di origine, come ad esempio le “bandiere dei Fianna”. I Fianna, erano guerrieri indipendenti che non rispondevano all’autorità dei re ma solo ai Bisogni del Popolo; erano tanto dei mercenari quanto una sorta di paladini dell’antico mondo celtico.
L’animale veniva anche dipinto sugli scudi e a volte, tatuato sul corpo. Queste tradizioni potrebbero essere all’origine dei simboli araldici che divennero così popolari in epoche successive. Talvolta un eroe si identificava con una figura animale.
Il Gatto è un’animale legato alla Luna, al Regno dei Morti, ai Poteri dell’Oltremondo, alla Profezia e alla Terra come “Madre Oscura in cui il seme si spacca”.
Nella tradizione celtica d’Irlanda il gatto non gode di buona reputazione, infatti molte leggende celtiche (Caoit, Cat) raffigurano il gatto come un animale feroce, una creatura del male, ma questo può derivare dal fatto che i gatti a quel tempo erano selvatici.
Tuttavia, Il gatto è un forte protettore, specialmente quando si deve affrontare uno scontro frontale, e per questo è stato considerato un Potente Totem Animale di diversi clan Celtici.
Alcune leggende irlandesi parlano di un’isola abitata da uomini con testa felina e da un Clan dei Gatti, chiamati “Caithness”; questi guerrieri incutevano grande timore ai loro nemici poiché indossavano elmi ricoperti dalla pelliccia di gatti selvatici. Inoltre si racconta che Mac Cumhail abbia combattuto proprio contro questo clan del Gatto.
Un Altro racconto Epico descrive le imprese del re irlandese Cairpre o Carbar, l’usurpatore del potere supremo che causa la rovina d’Irlanda, detto “Cenn Chaitt” (Testa di gatto).
Un proverbio irlandese dice che
“gli occhi del gatto sono la porta dell’ Altromondo”.
Il Guardiano delle “Porte di Tara”, la fortezza dei Tuatha Dé Danann, aveva un “Occhio di Gatto” che di notte lo teneva sveglio al rumore dei topi e degli uccelli, mentre di giorno, durante le guardie, lo faceva addormentare.
In Irlanda vi era probabilmente un culto legato al Gatto nel santuario della grotta di Clogh-magh-right-cat (la «grotta della piana della regina-gatto», oggi Clough, contea di Connacht, dove, si diceva, un vecchio gatto nero stava seduto su una sedia d’argento.
E Sembra che anche esistesse una Dea-Gatta di nome Palug o Gatta Palu, considerata uno dei tre flagelli dell’isola di Anglesey, bestia nata dalla dea-scrofa Henwen (letteralmente «Vecchia Bianca»). Forse era la dea Cerridwen che si poteva manifestare sia sotto forma di scrofa sia nelle sembianze di gatta.
In molte zone della Francia e della Germania un personaggio del folklore veniva chiamato lo Spirito-Gatto del Grano, che appariva durante le feste del raccolto. A prima vista sembra strana questa associazione del gatto con il raccolto, ma quando sappiamo che Henwen partorì un grano d orzo, uno di frumento e un ape, oltre a un lupo, un’ aquila e il gatto Palu, tutto risulta più chiaro.
È probabile che la dea sotto forma di gatto sia sopravvissuta anche nei racconti arturiani nelle sembianze del mostro Chapalu.
In diverse Leggende Celtiche, inoltre, viene detto che il gatto è anche un guardiano di tesori.
Un Racconto narra le avventure di Maelduin, figlio di una regina irlandese e di un gatto custode di grandi ricchezze; il significato di questo racconto mostra la differenza che esiste tra ricevere un dono e rubare.
Nel racconto gallese dopo un viaggio in mare Maelduin, il protagonista e i suoi 3 compagni giungono su un’isola dove si trova una fortezza deserta, pieno di tesori favolosi, apparentemente abbandonati, c’è solo un gattino che salta da un pilastro all’altro, che sembra essere molto inoffensivo.
Qui trovando una grande tavola imbandita, e Maelduin chiede al gatto il permesso di mangiare. Dopo averli osservati un attimo in silenzio, il felino torna ai suoi giochi. I giovani, rassicurati, si lasciano andare, si mettono a tavola e banchettano, dando così inizio ai festeggiamenti senza che nulla accada.
Ma prima di partire, nonostante gli avvertimenti di Maelduin, uno di loro non resiste alla tentazione di impadronirsi di una collana del tesoro; Immediatamente il gatto si trasforma in una creatura fiammeggiante che lancia al ladro una fiamma guizzata dagli occhi, folgorandolo all’istante e riducendolo un mucchietto di cenere.
Dopodichè il gattino torna subito dopo ai suoi giochi.
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FONTE==>> http://moak.altervista.org/articoli/simbolismo_degli_animali.htm
FONTE==>> http://www.cercoilgatto.it/site/News/2008/05/19/106-il-gatto-nella-tradizione-celtica.html