NEL MITO E NELLA TRADIZIONE IL GATTO IMPERA

NEL MITO E NELLA TRADIZIONE IL GATTO IMPERA

NEL MITO E NELLA TRADIZIONE IL GATTO IMPERA

Il Gatto, soprattutto quello nero, è l’animale più adatto ad affiancare le Dee lunari della notte. Nero, silenzioso e furtivo si muove nell’oscurità, caccia abilmente, ha occhi che penetrano l’oscurità, brillano e, come le Dee lunari notturne, veglia mentre gli altri dormono.

Gli antichi Greci infatti, ritenevano il Gatto un animale sacro alla dea Artemide, Dea della Caccia e della Luna. Narra la leggenda che la Dea potesse liberamente trasformarsi in un Gatto.
Anche nell’antica Roma i Gatti erano sacri a Diana (Artemide in Grecia), si credeva che avessero poteri magici, concessi loro dalla Dea. Quando moriva un Gatto nero, veniva cremato e le sue ceneri sparse sui campi per propiziare un buon raccolto ed eliminare le erbe infestanti.

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Nella civiltà dell’antico Egitto, gli Egizi raffiguravano la loro Dea con sembianze feline, chiamata Bastet, avente corpo di donna e testa di Gatto, simbolo della vita della fecondità e della maturità. Gli Egizi onoravano ed idolatravano questo animale. Il Gatto era assurto a livello di divinità, venerato per la sua propensione alla caccia dei roditori che infestavano i granai, ed in quanto ottimo animale da compagnia.
Presso gli Egizi infatti, l’uccisione del gatto era punita più severamente di quella di qualsiasi altro animale, sia che avvenisse inavvertitamente o che fosse provocata di proposito. Chi uccideva un Gatto era sempre criminale, e tale crimine si espiava solo col supplizio.
Ma, quando un Gatto moriva naturalmente, dice Erodoto, le persone della casa piangevano il lutto come se fosse scomparso un membro della famiglia. Se moriva il Gatto di casa, tutta la famiglia egizia si rasava le sopracciglia, e il Gatto veniva imbalsamato e degnamente seppellito.
Nell’antico Egitto il Gatto era ritenuto animale sacro e divino, ed è quindi naturale che, alla loro morte, essi venissero imbalsamati e sepolti con ogni onore. Attraverso l’Egitto il Gatto giunse persino nei Paesi Arabi dove l’animale eletto era il cavallo, tuttavia anche il nostro amico felino venne preso in simpatia e la sua fama ben presto eguagliò quella equina.
Pare anche che, mentre il Gatto era sacro al Sole e a Osiride, la Gatta era sacra alla Luna e a Iside.

Il Gatto, la cui pupilla subisce delle variazioni che ricordavano le fasi della luna, veniva paragonato alla Sfinge per la sua natura segreta e misteriosa, e per la sensibilità alle manifestazioni magnetiche ed elettriche. Inoltre la sua abituale posizione raggomitolata e la facoltà di dormire per giornate intere ne facevano, agli occhi degli ierofanti (guida/sacerdote), l’immagine della meditazione, mostrata come esempio ai candidati all’iniziazione rituale.

Matou contro Apophis
Matou contro Apophis

Nel Libro dei Morti egizio, il Gatto è chiamato Matou allorché combatte contro Apophis, il serpente pitone della paludi, simbolo delle forze malvagie. Si affermava infine che il Gatto possedesse nove anime, e godesse di nove vite successive.

I Gatti erano quindi considerati sacri ed attorno a loro o alle loro immagini si svolgevano riti religiosi, danze e riti sessuali.

Questo culto, anche se meno sentito, venne mutuato anche dall’Impero Romano e, mentre il Gatto continuava a vivere pacificamente, attorno ad esso si scatenavano gli istinti più brutali dell’essere umano.

Ben presto il periodo di gloria dei Gatti fu destinato a tramontare, e nei loro occhi dove un tempo era stato visto il riflesso dello sguardo degli Dèi, furono temuti come se fossero l’espressione stessa del Demonio.

Con l’avvento del Cristianesimo i “gattofili” venivano guardati con sospetto, venne persino stabilita una relazione fra i Gatti e Satana, quindi i Gatti passarono dal rango di divinità a quello di Demoni minori. Da qui a farli passare per gli alleati, complici, confidenti delle Streghe, il passo non era lungo.

In Inghilterra i Gatti ed altri presunti Demoni al servizio delle Streghe vennero spesso esibiti come prove d’accusa nei processi del XVII secolo, con l’effetto di attirare sospetti sulle persone molto attaccate ai loro animali domestici.

I Gatti Celtici del mito irlandese diventarono pian piano miniature del demone che avanza, venuti a distruggere il mondo umano e ad oscurare la marea con il sangue del sacrificio: non erano amati perché considerati incarnazione di forze malvagie, i loro occhi mutevoli venivano ritenuti simbolo di falsità, ipocrisia e cattiveria, per cui era abituale che le cerimonie di purificazione si concludessero col sacrificio di un Gatto.

Oltre alle accuse dettate soltanto da gelosie o asti personali, consideriamo anche che una donna sola od uomo, che abbia come unica compagnia un animale, è portato a parlarci e a considerarlo quasi come un membro di una ipotetica famiglia, pertanto, in un periodo in cui gli animali erano considerati o carne da macello oppure esseri fondamentalmente inutili, questo atteggiamento nei confronti di alcuni animali faceva dunque nascere timori e sospetti: nella migliore delle ipotesi, la persona veniva considerata quantomeno bizzarra; nella peggiore delle ipotesi, finiva sul rogo poiché ritenuta una Strega. Del resto non si era ancora sviluppata la coscienza del legame profondo che può stabilirsi fra esseri umani ed animali. Durante la caccia alle Streghe, le donne sospettate di praticare la stregoneria venivano torturate e messe al rogo, ma anche i Gatti venivano arsi vivi, se ne sono contati otto milioni…

Un’antica leggenda ad esempio, dice che le Streghe usassero il cervello dei Gatti per provocare la morte del loro peggior nemico, ma solo se era direttamente minacciata la loro vita: il sacrificio del loro animale preferito era giustificato dalla gravità della situazione. E se il Gatto uccideva la Strega alla quale apparteneva, diventava invece un Demone quasi impossibile da eliminare, per merito delle sue nove vite.

Tuttavia i Gatti non erano gli unici animali che attiravano le attenzioni dell’Inquisizione: furetti, merli, gufi, civette, rospi e rane, venivano ugualmente ritenuti validi alleati delle Streghe.

Particolare attenzione fu data al Gatto nero: portatore di magia, egli era rappresentante delle tenebre, ma grazie alla pelliccia capace di assumere il bagliore luminoso del chiaro di luna, poteva contare su una duplice identità.

gatto neroInoltre il nero era un sottoprodotto del fuoco, che per gli antichi era una realtà positiva. Tutti questi aspetti erano, e sono ancora oggi, presenti nel Gatto nero e nelle leggende che ne derivano.

Nella mentalità occidentale viene visto in maniera sostanzialmente negativa, in quanto legato al buio delle tenebre, alla morte, al lutto, all’ignoto, ma in altre culture ha valenze positive: è il colore del vuoto primordiale, del principio, dell’assoluto che racchiude le potenzialità che precedono la creazione del mondo, quindi della creatività latente.
Era collegato alla morte anche per gli Egiziani, ma in senso positivo: infatti era il colore dell’aldilà, dove il defunto subiva le trasformazioni che gli avrebbero conferito la vita eterna. Osiride signore dell’Oltretomba era chiamato anche Il Nero.
Per le popolazioni classiche (greci e romani) era semplicemente il colore della notte con la Luna e le stelle. Era una delle tonalità preferite da Iside, la Dea della buona sorte dall’anima felina e, di conseguenza, il Gatto nero era il più sacro per suoi devoti.

Il nero era anche il colore del limo portatore di fertilità e rinnovamento, quindi era simbolo di rinascita e rigenerazione. 
Il nero, se indossato, assicura una certa inaccessibilità, una sorta di barriera protettiva. È il colore usato dalle Streghe per la sua capacità di ostacolare, assorbire e neutralizzare energie negative. Occorre fare però una distinzione fra il nero opaco, che è associato spesso a sensazioni negative (ad esempio il colore del lutto è opaco), e il nero lucido che ci trasmette sensazioni positive: è brillante, elegante e sensuale. Il Gatto nero, se in buona salute, ha un pelo lucidissimo che riflette la luce.

La prima donna, quando ancora Eva non era “nata”, la pura e la ribelle, Lilith, l’incontrollabile, l’imprevedibile, la vergine selvaggia, sovrana delle ombre, scelse per compagno lo spirito stesso della notte e del mistero: il Gatto.
Già ad opinione degli Gnostici, nel XVI secolo, il Gatto era legato a tutti gli aspetti diabolici della femminilità. “Il Gatto sta al cane”, dicevano, come “la donna sta all’uomo. La sua natura, la sua voluttà, la sua dolcezza, la sua astuzia sono simili a quelle della donna. Gatti dalle movenze sinuose, tanto da essere stati identificati con la femminilità, ma non la femmina positiva, madre e moglie, bensì quella seduttrice, misteriosa ed affascinante, affine alla notte e alle trame nascoste.

Il Gatto come “bestia satanica”

Partiamo dall’ovvio e con le dicerie che sentiamo oggigiorno: “il gatto nero che attraversa la strada porta sfortuna”; “guai a lasciar dormire il gatto sul letto accanto a sé, con il suo alito pestilenziale sarà causa di morte”; “il pelo del gatto è non soltanto nocivo, ma perfino velenoso”; “il gatto sparisce misteriosamente anche in una casa, riapparendo sempre altrettanto misteriosamente”; “il martedì grasso i gatti, essendo intenti a festeggiare con il demonio, non sono visibili in giro”; infine, essendo un animale infernale, “il gatto soffre particolarmente il freddo, quindi durante l’inverno ricerca il calore della fiamma del focolare, e perfino d’estate si crogiola al calore del sole”.
Queste sono soltanto alcune delle leggende luttuose o inquietanti che accompagnano il piccolo felino domestico, ne è passato di tempo da quando era deizzato nell’antico Egitto…

1090 SABBA2Fin dal primo Sabbah, di cui si ha notizia nel 1090, il Gatto fa la sua comparsa da protagonista, la Strega officiante infatti era travestita da gatto nero e le donne che partecipavano al festino danzavano attorno a Satana, con pelli di gatto o gatti appesi al corpo.
In uno Scritto del 1180 si descrive l’attesa per la discesa di un mostruoso gatto nero, personificazione del Demonio da parte degli eretici.

1231 Guillaume d’Auvergne
Guillaume d’Auvergne


Guillaume d’Auvergne, vescovo di Parigi (1231-1236), affermò senza ombra di dubbio che Satana si mostrasse ai suoi fedeli sotto forma di gatto.

1233 gregorioIX
Gregorio IX

 

 

Il Papa Gregorio IX, nella bolla Vox in Roma del 13 giugno 1233, fece menzione al gatto nero che cadde dal cielo, indicando in questa visione Lucifero, e che il giorno del giudizio si sarebbero visti i gatti arrampicarsi sui muri dell’inferno.

 

1427 San Bernardino da Siena
San Bernardino da Siena

San Bernardino da Siena, nel 1427, scrisse che le Streghe potevano trasformarsi in gatti tramite uno speciale unguento preparato la notte di San Giovanni, o la notte dell’Ascensione, a base di erbe cotte segrete.

Nel 1579 venne bruciata la strega Dewell di Windsor, il cui gatto Gille era stato testimone dei suoi patti col diavolo.

Nel 1586 anche la Strega Anna Winzelkipfel venne bruciata viva a Bergheim, in quanto colpevole di essersi introdotta, indossando pelli di gatto nero, nella camera di tale Jacques Potter per lanciargli il malocchio.
A Vesoul, nel 1620, la Strega Jeanne Boille confessò di essere in contatto con un potente demone che le appariva sotto le spoglie di un mostruoso gatto nero.
nel 1662, colpevole del medesimo crimine Isabel Gowdie, ad Auldearn, nella contea di Nairn, seguirà la medesima sorte di Jeanne sul rogo.

1681 JFRegnard
JFRegnard

 

Il drammaturgo Jean-François Regnard, a seguito di un viaggio nelle terre lapponi nel 1681, raccontò che in quella terra gli Stregoni vantavano di poter operare sulle persone malvagie una trasformazione: quella in gatti neri, poiché tali animali erano affini al demonio.

1764 voltaire
Voltaire

Qualcosa di diabolico in questo felino era trovato anche dall’illuminista Voltaire che, nel suo dizionario filosofico (1764), trattando delle costellazioni celesti fece notare che non vi si vede mai la costellazione di un gatto, ma sempre di altri animali, quasi i primi fossero perfino banditi dalla volta celeste.

 

 

Infine, non si può non menzionare un’assurda quanto crudele “ricetta” per ottenere una pozione per l’invisibilità: procurarsi una pentola nuova, una pietra d’agata, un gatto nero e dell’acqua attinta da una fontana a mezzanotte in punto. Mettere l’acqua nella pentola con l’agata, quindi metterci il gatto nero tenendo il coperchio con la mano sinistra (altrimenti la ricetta pare non si attivi), lasciar bollire per 24 ore, mettere la carne in un piatto nuovo, e gettarsela dietro le spalle. Guardatevi allo specchio e non vi vedrete più.

Non c’è limite alla crudeltà umana, e alla sua idiozia…!!!


NEL MITO E NELLA TRADIZIONE IL GATTO IMPERA


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LA PROFEZIA DI CELESTINO

—– §§ – La Profezia di Celestino – §§ —–

– Libro – Trama – Premessa –  

La Profezia di Celestino

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 Dalla prima illuminazione
“Non guardare con gli occhi della mente, ma con quelli dell’anima. Poichè la vita che verrà è già davanti a noi, in attesa di svelarci la natura del mondo. Guarda con attenzione. Trova gli occhi per vedere”.

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La Profezia di Celestino è un romanzo di James Redfield del 1993, che intreccia parabola e avventura per offrire un proprio percorso d’iniziazione, focalizzandosi su varie idee psicologiche e spirituali. Il libro è narrato in prima persona e parla del proprio risveglio spirituale, della sua ricerca attraverso un periodo di transizione della propria vita.

Trama:

Tutto inizia con la scoperta di otto antichi manoscritti del VI secolo a.c. contenente nove chiavi per interpretare l’esistenza. Il governo e la Chiesa peruviani cercano in tutti i modi di distruggerli e perseguitano tutti coloro che sono in possesso di alcune sue parti. Un insegnante di storia statunitense si lascia coinvolgere nella ricerca del testo completo e per trovare il quale dovrà affidarsi al flusso delle coincidenze della vita di ogni giorno che, una volta interpretate, portano verso il proprio autentico destino. La ricerca comincia sulle Ande e porta a una scoperta tra le rovine nascoste nella profondità della foresta pluviale.
Una volta trovate e comprese tutte e nove le chiavi, si avrà una nuova visione della vita e di come sia possibile salvare il pianeta, le sue creature, la sua bellezza.



Premessa

I manoscritti profetizzano che a partire dagli ultimi anni del secolo XX si verificheranno aventi e grandiose trasformazioni per l’intera umanità, tutti i conflitti e il caos che ci sono al mondo ci stanno cambiando; ciò significa che la violenza ci sta aprendo gli occhi.
La profezia dice che inizierà tutto all’inizio di questo secolo, e parla di una svolta della comprensione umana, dice che stiamo per scoprire qualcosa, che ci farà vedere tutto in modo diverso.
(Sembra un’assurdità, ma ti prego, ascolta prima di giudicare.)

Questa profezia è divisa in 9 manoscritti, ciascuno contiene una rivelazione sulla propria esistenza (chiamate dai protagonisti illuminazioni), che verranno rivelate una dopo l’altra, prima ampliando le percezioni, poi trovando la guida ed infine scoprendo la vera ragione per cui siamo qui; e quando alla fine un numero adeguato di individui si interrogherà sul significato della vita, noi tutti cominceremo a scoprirlo, e tutti alla fine ne prenderemo coscienza.

“Io potrei spiegartele tutte le illuminazioni anche adesso, e tu ascolteresti le mie parole, ma è importante fare un passo in più, devi scoprire da solo ogni illuminazione, è la profezia che deve rivelarsi a te;

… devi imparare a vedere il mondo com’è veramente.
…. tu continua ad imparare, qualcuno ti aiuterà, troverai sempre aiuto,
la persona giusta incrocerà sempre il tuo cammino se saprai notarla.
Qualcosa succederà.”

Questo libro è una parabola piena di verità, e dà speranza e… brividi… perché le sue profezie si stanno già realizzando. È il momento giusto per ascoltare e per cominciare il viaggio che darà un senso nuovo alla vita.

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LIBRI

       

 

BIBBIA, Dubbi e Domande

BIBBIA, Dubbi e Domande

BIBBIA

La BIBBIA è un testo tramandato di generazione in generazione e il punto di riferimento è il cosiddetto Codice di Leningrado dei Masoreti, che sono i custodi della tradizione, dal quale derivano tutte le bibbie così come noi le conosciamo.

Secondo la religione cattolica il vecchio testamento è composto da 46 libri, “libri ispirati da Dio” e che “dobbiamo ritenere veri”, mentre secondo l’ebraismo i libri da ritenere attendibili sono soltanto 39.
Secondo la comunità cristiana-copta invece sono veri dei libri, che sia per il cristianesimo sia per l’ebraico sono falsi, come ad esempio il libro di Enoch.
Nelle nostre bibbie odierne sono citati ben 11 libri; libri che gli antichi autori biblici conoscevano e menzionavano e quindi ritenevano attendibili perché ispirati da Dio, ma che oggi sono scomparsi dalle Bibbie attuali. Questo perché nel corso della storia chi aveva in mano il potere di decidere della bibbia, decideva in base al momento storico quali erano le verità che dovevano essere conosciute e quindi di veicolare le masse verso una verità piuttosto che un’altra.
Ma allora se tutta la bibbia è ispirata da Dio quali sono i libri da ritenere attendibili? Perché non tutti i libri sono ritenuti veri? Chi decide quali sono i libri veri e quelli falsi?

Svelare la Bibbia è stato un esercizio secolare, e la maggior parte delle religioni e delle filosofie, che stanno ancora cercando queste verità assolute, hanno dato vita a incongruenze e contraddizioni tanto da rendere difficile la sua comprensione.
Ma chiunque abbia studiato la storia da vicino si rende conto che ogni vicenda viene inclinata a vantaggio degli autori stessi, e in questo caso gli eruditi Biblici l’hanno offuscata col mistero, abbandonandosi in spiegazioni utopistici tanto da imbambolare e spaventare l’umanità.

Quindi la Bibbia è realmente la Parola di Dio che non contiene errori di sorta?? In altre parole, la Bibbia è l’infallibile?

La chiesa ribadisce che la Bibbia va compresa, che quando leggiamo un versetto questo dev’essere interpretato, insomma quando dice una cosa ne intende dirne un’altra.
Ma se non fosse proprio così?? E se prendessimo atto che quando la Bibbia dice una cosa, sta esattamente dicendo quella cosa??!!

Così facendo possiamo scoprire cose molto interessanti, come ad esempio la cosa più semplice, ossia che la Bibbia è uno dei tanti libri di storia scritti nell’antichità, inoltre scopriremmo che quando ci parla di Elohim non si riferisce ai “Giudici”, agli “Idoli di Pietra” ecc.., ma semplicemente ad una molteplicità di individui dotati di un corpo materiale che camminavano, mangiavano, si riposavano e si lavavano come tutti; ma sopratutto quando ci racconta del “Dio Unico” o ” Signore Iddio” “YAHWEH”, non siamo di fronte “Alla Divinità Trascendentale” che ci hanno sempre fanno credere, ma egli è solamente uno degli Elohim fatti di carne ed ossa.
Di esso infatti, anche durante le messe, vengono letti dei passi in cui viene definito come” il Signore degli eserciti” … ma la gente deve interpretare, e quindi sorvola come se nulla fosse!!

Ma l’abbiamo mai davvero interpretata la Bibbia?? O meglio..l’abbiamo mai letta sul serio??

Si sa che la BIBBIA è il libro più venduto al mondo, ma è anche un dato di fatto che essa sia il testo meno letto dalla società, e per meno letto si intende il non limitarsi alla meccanica lettura dei Salmi durante la Messa.
Nessuno di noi ha mai avuto la necessità di leggerla poichè l’educazione religiosa a noi impartita, a scuola o in chiesa, è ricca di narrazioni colorite, e quindi quasi nessuno si è mai preso la briga di verificare ciò che ci è sempre stato raccontato in maniera così pittoresca e allegorica; e se poi aggiungiamo anche la cinematografia che ha contribuito ad arricchire la “nostra” conoscenza del testo biblico, non si vede effettivamente il perché si dovrebbe leggere ciò che si conosce così “bene” generando, in questo modo, in ognuno di noi l’errata convinzione di conoscere la materia senza alcuna ombra di dubbio.

Se riflettiamo, di interrogativi ce ne sono parecchi!

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IL PLAGIO DEI 10 COMANDAMENTI

IL PLAGIO DEI 10 COMANDAMENTI

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Tutti noi, quando da bambini siamo stati indotti, più o meno volontariamente, a frequentare le lezioni di catechismo, siamo stati indottrinati al contenuto dei dieci comandamenti consegnati, secondo la Bibbia, a Mosè sul monte Sinai, decalogo obbligatoriamente da rispettare affinché un fedele possa definirsi “Cattolico”.
Ma se vi dicessi che i dieci comandamenti che ci sono stati finora propinati sono stati quasi completamente inventati dalla Chiesa, perché nel decalogo della Bibbia originale… non esistono …la situazione come cambierebbe?

Innanzitutto bisogna dire che i comandamenti che sono arrivati a noi, ossia quelli che “Dio” dettò a Mosè in origine, sono stati ampliamente riveduti.
Ma non solo, queste regole sono state riprese in parte dal codice di Hammurabi (dove si fa uso della Legge del taglione, ben nota nel mondo giudaico-cristiano e alla base della legge del profeta biblico Mosè), ma sopratutto dalla formula magica n°125 del Libro Egizio dei Morti, un libro che parla di riti magici e dei vari stati dell’anima prima e dopo la morte, e che serviva alla risurrezione per raggiungere il campo dei giunchi, ovvero il paradiso.
Questo papiro conteneva vari artifizi per poter superare delle prove davanti agli dèi chiamate “confessioni in negativo”, che permettevano l’approdo alla porta successiva.

Davanti ad ogni porta, quindi, ci si trovava di fronte ad un dio, e l’uomo, o meglio la sua anima, rispondeva dicendo “non ho commesso furto”, “non ho ucciso gente”; e quindi, quello che nel papiro era “non ho commesso furto” diventa per la Bibbia “Non rubare”, “non ho ucciso gente” diventa “Non uccidere”, “non ho detto menzogne” diventa “Non dire false testimonianza” e via dicendo.
Superate le quarantadue porte infine, il defunto si trovava davanti ad Horus che, attraverso la pesa del cuore, decideva il suo destino. Il defunto estraeva il suo cuore da una scatolina ed Horus lo poneva sul piatto di una bilancia, controbilanciata dalla parte opposta da una piuma. Se la bilancia si manteneva in equilibrio l’uomo andava nel campo dei giunchi, altrimenti era…l’inferno, o la sua distruzione.

Gli alti dirigenti egizi pensarono bene di far credere ai loro polli che, in caso di risposta sbagliata, gli dèi li avrebbero puniti per l’eternità, questo per costringerli a comprare il papiro che permetteva di ingannare gli dèi celesti, anche con l’ausilio di altri amuleti.

Il costo del papiro era quasi la metà del lavoro di un anno di un artigiano, più il costo di altri amuleti che venivano venduti a parte per superare la prova finale, ossia ingannare gli dèi dalle bugie del morto.
(…nacque così il primo merchandising religioso da parte dei sacerdoti egizi, normali uomini che, per sbarcare il lunario, preferirono vendere un prodotto molto richiesto, ieri come oggi “l’illusione della vita eterna”)

Ed ecco quindi cosa è “probabilmente” successo, Mosè, per dare delle leggi al suo popolo che era molto disubbidiente, e lo dice la Bibbia “un popolo di dura cervice”, si è ritirato sul monte Sinai ed ha estrapolato e semplificato il testo egizio riassumendo il tutto in 10 semplici leggi chiamate comandamenti, e per dare credibilità alla cosa ha detto che era stato Dio a dettarle.
Ricordiamoci che Mosè è stato consigliere del Faraone in Egitto fino al momento dell’esodo, quindi conosceva molto bene i testi e i riti egiziani.

Ma torniamo alla Bibbia.
I Dieci Comandamenti possiamo leggerli nei libri dell’Esodo 20,3/17 e in Deuteronomio 5,6/21; ma, come è in “uso” dalla Chiesa, questi sono stati ancora una volta riveduti e semplificati, quindi quelli che noi tutti abbiamo imparato al catechismo non sono altro che la versione ulteriormente falsificata dai traduttori biblici.

Ma andiamo nello specifico:
10 COMANDAMENTI
Come è possibile constatare dalla tabella comparativa, nel “Primo Comandamento” del decalogo del Deuteronomio (il comandamento originale per intenderci), Dio comanda al suo popolo di “non avere altri dèi al di fuori di lui”, ammettendo implicitamente l’esistenza e la presenza di più dèi (Anunnaki??). Il vero motivo per cui l’ipotetico redattore della Bibbia (di certo un alto dirigente ebreo, e non Dio!) ha imposto agli ebrei questo comandamento è perché, nonostante vi fossero diversi tentativi di unificare il popolo ebraico ormai allo sbaraglio dopo la cacciata dall’Egitto, gli ebrei, infischiandosene altamente di ciò che diceva il loro dio, o di chi glielo voleva imporre, non furono mai fedeli a questa divinità dimostrando addirittura in molti casi di non conoscerla neppure, adorando ogni sorta di divinità egizia, sumera, assira, fenicia ed altre divinità di tutte le razze e religioni; tutte eccetto il dio biblico.
Per poter riparare a tutte queste chimeriche anomalie, poiché sarebbe potuto sembrare ridicolo agli occhi di un credente non ebreo che il dio Creatore dell’Universo fosse in competenza con altre divinità, la Chiesa decise di trasmutare grammaticalmente il “numero” della parola “dèi” dal plurale al singolare (dio), in modo tale da cambiare il significato all’intero contesto della frase.

Nel “Secondo Comandamento” originale Dio vieta di fare immagini, dipinti, statue e quindi ogni sorta di raffigurazioni “di ciò che è lassù in cielo, di ciò che è quaggiù sulla terra e di ciò che è nelle acque sotto la Terra”, ovvero di ogni eventuale immagine sacra e divina riguardante sia la presente religione sia le religioni straniere, alle quali era comunque vietato aderire, (pena la morte, altro che i tormenti dell’inferno!). Nel proseguo del comandamento lo stesso Dio, onnisciente e perfettissimo, ammette di essere un dio geloso e vendicativo, ponendo questa sua irascibilità come valido motivo per il quale agli ebrei era vietato fare immagini e raffigurazioni d’ogni genere e forma: “Perché io, il Signore tuo Dio, sono un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione per quanti mi odiano”.
Il vero Secondo Comandamento, insomma, vieta alla religione cristiana di essere una religione idolatra; di conseguenza, se ci si attenesse alla lettera, paradossalmente per Dio chiunque abbia adorato almeno una volta nella vita una immagine od una rappresentazione della Madonna, del Crocifisso, di padre Pio, o qualunque sorta di immagine sacra riconosciuta o meno dalla religione Cattolica e Cristiana, compreso ovviamente chi si sia recato almeno una volta nella propria vita in un edificio sacro come una chiesa, dovrebbe essere immediatamente scaraventato all’inferno! Questo comandamento deciso dal dio biblico mette anche fine ad ogni discussione sull’eventuale presenza del simbolo del crocifisso nelle aule scolastiche e di tribunale; ed opporsi a questo vorrebbe dire rinnegare e mettersi contro le stesse leggi proclamate dal dio degli Ebrei.
Inoltre come può un’entità perfetta, onnipotente, onnipresente ed onnisciente, che dovrebbe quindi esulare da ogni legge fisica e terrestre, e perciò essere una forza trascendente, dichiarare per sua stessa ammissione di essere una entità gelosa e vendicativa, e peraltro farlo in un libro scritto da lei stessa colmo di incongruenze logiche ed anacronismi storici?
Se Dio è geloso non è perfetto, se Dio è perfetto allora non è il dio della Bibbia!
Poiché il secondo comandamento del decalogo del Deuteronomio va contro ogni etica e morale del Cattolicesimo, questo comandamento viene completamente soppresso ed eliminato dal Decalogo secondo la Chiesa Cattolica.

Con la stessa furbizia ed insostituibile acribia, il cupolone del Vaticano si è anche reso conto che probabilmente i credenti odierni non avrebbero più accettato e seguito ciecamente la religione Cattolica sapendo che le loro principali leggi avrebbero proclamato ed esacerbato la schiavizzazione dell’uomo, e così si è reso necessario un altro taglio della “pia forbice Cristiana” che ha dato una bella spuntata al “Quarto” ed al “Decimo Comandamento”; nel quarto troviamo, infatti, di non far lavorare il proprio schiavo e la propria schiava nel giorno di Sabato, mentre nel decimo di non desiderare lo schiavo o la schiava d’altri, relegando così gli schiavi alla pari della merce e calpestando ogni loro più bassa dignità.
Avendo rimosso completamente il Secondo comandamento originale, a questo punto la Chiesa si è ritrovata con soli nove comandamenti, anziché dieci; così, per riportare il numero dei comandamenti falsificati uguale a quello degli originali, i falsari hanno diviso in due il decimo comandamento, formando il nono dalla prima parte di esso ed il decimo dalla seconda parte, semplificandolo ed omettendo ovviamente le frasi dove venivano citati gli schiavi.
Così il comandamento “Non desiderare la moglie del tuo prossimo. Non desiderare la casa del tuo prossimo, né il suo campo, né il suo schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il suo asino, né alcuna delle cose che sono del tuo prossimo” viene diviso in due e trasformato in “Non desiderare la donna d’altri” nel nono comandamento ed in “Non desiderare la roba d’altri” nel decimo”.

Raggion per cui…La Bibbia è la negazione totale dei 10 Comandamenti! …che poi, stando sempre a ciò che ci racconta la Bibbia, è proprio Dio colui che non rispetta i suoi stessi comandamenti!

FONTE ==> http://www.altrogiornale.org/i-veri-dieci-comandamenti/

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LIBRO DEI MORTI

I quarantadue giudici del tribunale della sala delle due Maat
QUARANTA GIUDICI

“Sala della Giustizia” dal Libro dei Morti di Hunefer

Nel Libro dei morti viene rappresentata la pesatura del cuore durante la quale il defunto doveva prima rivolgere una dichiarazione di innocenza al dio Osiride e successivamente ad un tribunale rappresentato da quarantadue giudici, demoni o dei locali, i quali avevano il compito di denunciare e di punire una colpa o un peccato.
Questa seconda dichiarazione era chiamata “d’innocenza” poiché il defunto negava di aver commesso una delle colpe.

I quarantadue giudici:
1  Lungo di passo: “non ho commesso ingiustizia”
2  Colui che abbraccia la fiamma: non ho commesso furto o cattiverie
2  Nasuto: “non ho commesso cupidigia nel mio cuore”
4  Ingoia-ombre: non ho commesso furto
5  Dal volto ritorto: non ho ucciso gente
6  Doppio leone: non commesso frodi o diminuzioni nello staio
7  Occhi di selce: non ho commesso un atto indiretto
8  Fiammeggiante: non ho rubato beni del dio
9  Rompi-ossa: non ho detto menzogne
10 Getta-fuoco: non ho sottratto alimenti
11 Cavernoso: non sono stato avverso
12 Essere dai denti bianchi: non ho inviato nessuno presso Osiride
13 Mangia-sangue: non ho ucciso il grosso bestiame appartenente al dio
14 Mangia-visceri: non ho accapparato
15 Signore della Verità: non ho alterato le razioni di birra
16 Errante: non ho fatto la spia
17 Aady: non ho chiacchierato eccessivamente
18 Il malvagio: non ho ingannato, se non per i mie beni
19 Uammety: non ho avuto rapporti carnali con una donna sposata
20 Colui che vede ciò che egli sposta: non ho fornicato
21 Soprintendente dei Grandi: non ho causato timori
22 Distruttore: non ho trasgredito
23 Incantatore di voce: non mi sono accesso d’ira
24 Fanciullo: non reso il mio viso sordo alle parole di verità
25 Basty: non ho causato disturbo
26 Il viso suo è sulle sue spalle: non sono stato pederasta
27 Ardente di piede: non sono stato inconseguente
28 Oscuro: non ho insultato
29 Colui che porta la sua offerta: non sono stato violento
30 Signore dei volti: non sono stato impaziente
31 Serekhy: non ho trasgredito
32 Signore delle due Corna: non ho danneggiato le immagini del dio
33 Nefertem: non sono senza colpe
34 Tem-Sep: non ho proferito insulti contro il re
35 Colui che agisce secondo il suo desiderio: non ho camminato sull’acqua altrui
36 Colui che batte le acque: non ho alzato la voce
37 Colui che comanda la gente: non ho insultato il dio
38 Neheb_Neferet che concede cose buone: non ho prelevato nulla dalle offerte del dio
39 Neheb_kau colui che concede i ka: non ho rubato
40 Potente di testa: non ho portato via offerte agli akhu
41 Colui che solleva il braccio: non ho diffamato il dio della sua città
42 Colui che annuncia la voce, la decisione: non ho disturbato

FONTE ==> http://www.anticoegitto.net/tribunale.htm

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