COMUNICARE CON I GATTI

COMUNICARE CON I GATTI

COMUNICARE CON I GATTI

Gli animali “sentono”, “vedono”, “comunicano” con altri sensi. Numerosi esperimenti incruenti dimostrano come gli animali percepiscano in modo nitido gli avvenimenti anche se “privati” dei normali sensi.
Vi sono montagne di prove che indicano le capacità extrasensoriali degli animali: animali domestici che sanno quando il padrone muore o è in pericolo anche se è lontano centinaia di chilometri; capacità di leggere nella mente; predizioni di terremoti, temporali e perfino bombardamenti molto tempo prima che abbiano luogo; capacità di attraversare un continente alla ricerca del padrone perduto; il loro ritorno dall’aldilà per avvisare i padroni di un pericolo; perfino preveggenza, come nello strano caso di Missie, il Boston Terrier che sapeva contare e dialogare con gli esseri umani secondo un linguaggio convenzionale.
Sono poteri che pochi di noi, la razza “superiore” del pianeta, possiedono. E forse gli animali fanno uno sforzo maggiore per comunicare con noi di quanto noi ne siamo consapevoli, e la maggior parte dei loro messaggi non ricevono mai la nostra attenzione.
COMUNICARE CON I GATTILa capacità degli animali a trasmettere e a ricevere messaggi telepatici, è una proprietà acquisita dell’organismo animale che precede la coscienza sensoriale. La telepatia potrebbe spiegare l’improvviso cambio di direzione di uno stormo d’uccelli che volano assieme, e potrebbe anche aiutarci a capire come mai cani e gatti sono in grado di ritrovare i loro padroni anche a grandi distanze, in luoghi dove non sono mai stati.

A coloro che convivono con cani e gatti si dà il seguente suggerimento: per abituare il vostro beniamino a capire la parola seduto, per esempio, chiedetegli di sedersi mentre lo visualizzate in quella posizione. Presto l’animale risponderà al “comando”, se lo desidera, quando avrà ricevuto l’immagine da voi. Mentre viene dato questo tipo di istruzione, avviene un tipo di comunicazione ESP, ovvero si conversa nel linguaggio degli animali. Quando diventerete abili, diventerà naturale “chiacchierare” col vostro Gatto (attraverso le immagini ESP). I Gatti, più di qualsiasi altro animale, sono in grado di leggere nel pensiero e di comunicare a livello inconscio con gli esseri umani, ma accade solo quando le onde elettromagnetiche di entrambi coincidono.

Nel corso della nostra vita quotidiana tutti noi sperimentiamo diversi “stati di coscienza”. Nell’arco di una giornata, tra la luce del mattino e il buio della notte, ci muoviamo da uno stato ordinario di veglia ai diversi stadi del sonno, tuttavia anche gli stati di coscienza “straordinari” fanno parte della nostra comune esperienza: quando ci sentiamo particolarmente “creativi”, insolitamente “intuitivi”, eccezionalmente “lucidi”, profondamente “rilassati”.
Ordinari o straordinari che siano, tutti gli stadi della nostra coscienza sono dovuti all’incessante attività elettrochimica del cervello, che si manifesta attraverso onde elettromagnetiche, le onde cerebrali, appunto.

La frequenza di tali onde, calcolata in cicli al secondo, o Hertz (Hz), varia a seconda del tipo di attività in cui il cervello è impegnato, e può essere misurata con apparecchi elettronici. Gli scienziati suddividono comunemente le onde inquattro bande, che corrispondono a quattro fasce di frequenza e che riflettono le diverse “attività del cervello”.

Tutti noi, anche se ignari, siamo dotati di uno strumento eccezionale che emette e capta onde elettromagnetiche. Uno strumento che, chiamato in gergo “corna del cervello”, rappresenta la proiezione della forza psichica al di fuori del corpo. Gli stati delle onde elettromagnetiche nell’uomo si dividono in:

Onde Delta (Centro di Potere Psichico)
ONDE DELTAStato di Coscienza: Sonno Profondo
Hanno una frequenza tra 0,1 e 4 Hz, e sono associate al più profondo rilassamento psicofisico. Le onde cerebrali a minore frequenza sono quelle proprie della mente inconscia, del sonno senza sogni, dell’abbandono totale; in questo senso vengono prodotte durante i processi inconsci di autogenerazione e di autoguarigione.
Come le Theta, sono l’elettricità nervosa del Centro di Potere Psichico, o della personalità inconscia.

Onde Theta (Potere Psichico)ONDE THETAStato di Coscienza: Sonno (REM)
La loro frequenza è tra i 4 ed i 8 Hz, e sono proprie della mente impegnata in attività di immaginazione, visualizzazione, ispirazione creativa. Tendono ad essere prodotte durante la meditazione profonda, il sogno ad occhi aperti, la fase REM del sonno (cioè, quando si sogna).
Nelle attività di veglia le onde Theta sono il segno di una conoscenza intuitiva e di una capacità immaginativa radicata nel profondo. Genericamente vengono associate alla creatività e alle attitudini artistiche.

Onde Alfa (Mente Subcosciente)ONDE ALPHAStato di Coscienza: Dormiveglia (Stato Alfa)
Hanno una frequenza che varia da 8 a 14 Hz, e sono associate ad uno stato di coscienza vigile, ma rilassata. La mente, calma e ricettiva, è concentrata sulla soluzione di problemi esterni, o sul raggiungimento di uno stato meditativo leggero.
Le onde Alfa dominano nei momenti introspettivi, o in quelli in cui più acuta è la concentrazione per raggiungere un obiettivo preciso. Sono tipiche, per esempio, dell’attività cerebrale di chi è impegnato in una seduta di meditazione, yoga, taiji. Esse sono l’elettricità nervosa del subcosciente, ovvero l’elettricità nervosa della personalità subconscia.

Onde Beta (Mente Cosciente)ONDE BETAStato di Coscienza: Veglia e Attenzione.
Hanno una frequenza che varia da 14 a 30 Hz, e sono associate alle normali attività di veglia, quando siamo concentrati sugli stimoli esterni. Le onde Beta sono infatti alla base delle nostre fondamentali attività di sopravvivenza, di ordinamento, di selezione e valutazione degli stimoli che provengono dal mondo che ci circonda.
Per esempio, leggendo queste righe il vostro cervello sta producendo onde Beta. Esse, poi, ci permettono la reazione più veloce e l’esecuzione rapida di azioni.
Nei momenti di stress o di ansia, le Beta ci danno la possibilità di tenere sotto controllo la situazione e dare veloce soluzione ai problemi. Sono l’elettricità nervosa della mente cosciente, cioè delle regioni dei sensi e dei muscoli del cervello. Esse sono anche l’elettricità nervosa della personalità conscia.

Onde Gamma (Potere Psichico Profondo)ONDE GAMMAStato di Coscienza: Iperattività.
Onde eccezionali, le onde Gamma sono le onde cerebrali del medium in «trance», e provengono dal Potere Psichico. Esse hanno una frequenza da 30 a 90 Hz e sono rarissime, sono l’elettricità nervosa della personalità totalmente inconscia.

ONDE CEREBRALI

I Gatti viaggiano sulle onde Alfa che, come abbiamo visto, altro non sono che uno stato di dormiveglia, esse sono proprie dello stato di leggero dormiveglia e di molte delle pratiche di auto-aiuto (autoipnosi, meditazione, training autogeno, e via dicendo).
Le Streghe “vivono” sempre questo stato, generalmente, ecco perché comunicano con i Gatti e sono loro più “affezzionati” amici (famiglio).
La frequenza delle fusa dei Gatti coincide con il limite di 30 Hz, circa, delle onde Beta.
In base ad un articolo del 18 Marzo 2001 del Telegraph di Londra di David Harrison:

“Le fusa dei gatti hanno un meccanismo naturale curativo … tra 27 e 44 Hz … sono le frequenze dominante per un gatto domestico, e 20/50 Hz per il puma, ocelot, serval, ghepardo e caracal.
Questi dati confermano che l’esposizione a frequenze di 20/50 Hz rinforza le ossa umane e le aiuta a crescere. Quasi tutti i gatti fanno le fusa, inclusi leoni e ghepardi, non le tigri.”

Comunque, in base alle informazioni sulla Tigre del Bengala:

Le tigri (del Bengala) fanno le fusa. I gatti domestici fanno le fusa quando inspirano ed espirano, le tigri fanno le fusa solo quando espirano. … Il ruggito della tigre del Bengala può essere sentito a 2 miglia di distanza. … La tigre Siberiana, cugina della tigre del Bengala, è il gatto più grande del mondo.”


PER VEDERE TUTTI GLI ARTICOLI CLICCA QUI


FONTE ==>> https://giardinodellefate.wordpress.com/creature-magiche/il-gatto/

SUPER VISIONE DEI GATTI

SUPER VISIONE DEI GATTI

SUPER VISIONE DEI GATTI

I gatti possono vedere qualcosa che noi non possiamo vedere. Ce lo dice la scienza.
Da sempre i gatti sono considerati animali mistici e misteriosi grazie al loro corpo elegante e super atletico e al loro sguardo in grado di catturare l’attenzione di chiunque.

Oggi ci sono degli studi che dimostrano che i gatti sono ancora più misteriosi e intriganti: riescono infatti a vedere cose che i ai nostri occhi sono invisibili come “striature psichedeliche” sui fiori e “colori stupendi” sulle ali degli uccelli.
Il segreto dietro la “Super Visione” dei nostri amici a quattro zampe è la luce UV . Secondo un recente studio i gatti , così come i cani e altri animali , possono percepire questo tipo di luce completamente invisibile all’occhio umano.

ronald douglas“Ci sono un sacco di cose che riflettono i raggi UV che alcuni animali sono in grado di vedere mentre noi no”

ha detto Ronald Douglas , professore di biologia della City University di Londra, autore dello studio . Per esempio i gatti possono vedere alcuni pattern sui fiori che mostrano dov’è il nettare e le tracce di urina di un animale. Inoltre , le renne vedono gli orsi polari immersi nella neve perchè quest’ultima riflette i raggi UV, al contrario della neve.
Quindi gatti, cani e renne sono in grado di individuare un animale con la pelliccia bianca laddove un essere umano vedrebbe solo una distesa di neve bianca.

ultraviolettiDa parecchi anni ormai la scienza ha confermato che molti invertebrati (ad esempio le Api) sono in grado di vedere la luce ultravioletta mentre si pensava che i mammiferi non ne fossero in grado perchè non hanno un pigmento visivo sensibile ai raggi UV bensì simile a quello umano che impedisce alla luce ultravioletta di penetrare nella retina.

Il professore ha spiegato che i pigmenti visivi assorbono la luce e la trasformano in attività elettrica che a sua volta viene trasmessa alle cellule nervose . Il suo studio però ha dimostrato che non sono sempre necessari per vedere la luce ultravioletta, in alcuni casi la cornea e il cristallino sono in grado di assolvere il compito dei pigmenti.
Questi risultati potrebbero spiegare come mai i gatti mostrano tanto interesse per oggetti comuni come un foglio di carta: le sostanze chimiche aggiunte alla carta, ai tessuti, ai detersivi per bucato , agli shampoo ecc rendono gli oggetti più brillanti e una volta che hanno assorbito la luce ultravioletta risultano molto interessanti agli occhi dei gatti bili ai raggi UV
E noi che pensavamo che fossero solo un po’ pazzerelli! Quante volte è capitato di fermarsi a osservare un gatto che faceva cose strane come osservare una parete bianca per 5 minuti di seguito?! Ora sappiamo il perchè.super visione dei gatti


PER VEDERE TUTTI GLI ARTICOLI CLICCA QUI


FONTE ==>> http://blog.pagine-verdi.com/i-gatti-vedono-cose-invisibili/

I GATTI NELLE EPOCHE

I GATTI NELLE EPOCHE

I GATTI NELLE EPOCHE

Origine del gatto domestico

Il gatto domestico ha origini africane ed è autorevole membro dei Felidi, probabile risultato dell’incrocio tra il Felis Sylvestris e il Felis Lybica. Appartiene ai mammiferi, all’ordine dei carnivori, alla famiglia dei felini, al genere Felis, alla specie Felis catus. Quando si insediò nell’Egitto dei Faraoni il gatto aveva sulle spalle cinquanta milioni di anni di vita e di esperienza ma di tutta la famiglia dei Felidi è il solo rappresentante ad aver accettato di convivere con l’uomo. Per questo il nome scientifico del gatto è “Felis domestica”. Una volta che l’uomo ne ha capito l’utilità il gatto è diventato presenza importante nella società, soprattutto per la caccia ai topi, portatori di epidemie.

50 Milioni di Anni Fa

MiacisCinquanta milioni di anni fa viveva un animale selvatico dal corpo allungato e dalle zampe corte denominato dalla scienza Miacis. Questa specie era l’antenato del gatto, del cane e dell’orso. Da una ramificazione di questa famiglia, oggi estinta, si è sviluppato il genere Felis al quale appartiene il gatto. Dal gruppo di questi Felidi e con la conseguente sua evoluzione si è sviluppato un felino chiamato Dinictis, un autentico gatto simile a quello moderno, ma di proporzioni più grandi, dalla forte dentatura e dal cervello non molto sviluppato. Attraverso lo studio di alcuni reperti si fa risalire la comparsa del Gatto Dinictis in alcune aree della terra a circa 10 milioni di anni fa, ancor prima dunque dell’apparizione dell’uomo, del cane, del cavallo, del bue, del maiale. Quando però questi animali iniziarono a far parte della vita dell’uomo nella preistoria, del gatto non si percepiva ancora la presenza. Il gatto continuava ad evolversi autonomamente, in modo indipendente senza lasciarsi schiavizzare. Nel momento in cui nel corso dei secoli il gatto si è avvicinato all’uomo lo ha fatto ad alto livello da “signore di corte”.

25 Milioni di Anni Fa

Smilodon_fatalis_SergiodlarosaCompare lo Smilodon detto anche “gatto con i denti a sciabola”, animale considerato antenato del gatto anche se somigliante di più ad una tigre che ad un gatto per la sua lunghezza superiore anche al metro. In Nord America furono trovati molti scheletri di Smilodon, esemplare di mammifero con denti grossi e cervello piccolo, diretto discendente dell’evoluzione dei “Titanotheres”, mammiferi del primo Cenozoico.

18 Milioni di Anni Fa

Pseudaelurus-11

Lo “Smilodon” si evolse in “Pseudaelurus”, molto più simile nell’aspetto al gatto dal quale derivò poi il primo animale moderno del genere Felis da cui discendono tutti i gatti: “l’Acinonyx“.

10 Milioni di Anni Fapallas

Nelle foreste iniziarono a vedersi felini come il leone, le tigri ed i leopardi mentre tra i primi gatti moderni comparve il Martelli, oggi estinto, e il gatto di Pallas”, esemplari con un corpo simile a quello degli attuali gatti con un cervello grande.

Tra i 900.000 ed i 600.000 Anni Fa

Nelle foreste c’era il Felis Silvestris, gatto selvatico europeo, dal carattere riservato e selvatico. Con le glaciazioni si spinse verso le regioni più interne diminuendo le sue dimensioni. Con il ritirarsi dei ghiacci questo gatto rimase isolato nei vari continenti. In Africa diventò Gatto del Deserto e Gatto Selvatico Africano, in Asia Gatto del Deserto Cinese e Gatto della Giungla. Mentre il gatto selvatico Europeo rimase a debita distanza dall’uomo, il gatto selvatico africano, Felis Lybica, iniziò ad avvicinarsi anche ai centri abitati, ragion per cui si pensa sia il gatto selvatico africano, originario della valle del Nilo, il progenitore dell’attuale gatto domestico.Tra i 900.000 ed i 600.000 Anni Fa

Nel 3000 a.C.

Questo antico animale intraprende il suo alto e dignitoso rapporto con l’uomo, facendosi persino divinizzare dagli antichi egizi. Gli antichi Egizi erano convinti che alcune divinità assumessero le sembianze del gatto e i grandi sacerdoti dal comportamento del gatto traessero messaggi divini. Era il Felis Lybica, il primo esemplare non ancora del tutto civilizzato ma molto vicino ad esserlo. Gli fu attribuito un nome onomatopeico “Mau”. Nel III millennio a.C. nasce l’Identità Domestica del gatto.

Dall’Egitto, alla Grecia, all’Europa, all’Asia

Tramite i contatti commerciali con gli Egizi il gatto fu conosciuto dai Greci. Allora in Europa i topi venivano combattuti dalle donnole e dalle puzzole, animali selvatici poco gradevoli.
Quando si scoprirono le qualità del gatto, bello, domestico, pulito, inodore e ottimo cacciatore, in Grecia lo avvolsero con entusiasmo. Siccome gli Egizi non vendevano i gatti perché considerati divini, i Greci furono costretti a rubarne cinque o sei coppie per portarle in patria.
Dopo qualche anno furono in grado di vendere gatti ai Romani, ai Galli, ai Britanni.
Dall’Egitto così il gatto arrivò in tutta Europa e in Asia.
In Giappone il gatto fu apprezzato per la sua bellezza e come simbolo di pace e fortuna. Anche gli Arabi ben presto iniziarono ad accogliere il gatto con stima e rispetto. Amato e divinizzato dagli Egizi, tenuto in alta considerazione estetica e spirituale in Asia, utilizzato e difeso in Europa, il gatto era tuttavia atteso da un periodo drammatico: il Medioevo.
In questo periodo venne coinvolto in stragi e persecuzioni perché considerato simbolo del Demonio e delle streghe.

Il Gatto e la Superstizione nel Medioevo

Gatti medioevoDurante il Medioevo i gatti furono solitamente temuti e odiati, soprattutto a causa delle loro abitudini notturne e solitarie, per le quali si credeva fossero degli inviati del demonio sulla terra. Nella mentalità popolare i gatti, soprattutto se neri, erano considerati animali satanici al servizio di streghe e fattucchiere. Questo accostamento con l’occulto e la stregoneria è stato responsabile di molti atti di crudeltà e persecuzione nei confronti dei gatti che subirono ingiustamente atroci sevizie e torture di ogni sorta, condividendo spesso il martirio con i loro padroni.

Nel ‘700

Demonizzato dalla Chiesa cattolica fin dal Medioevo il gatto dovette aspettare il Settecento per occupare un posto di rilievo nell’arte europea.
In epoca medievale infatti il gatto era visto come simbolo del maligno e compare in miniature di origine pagana più che cristiana. Nell’arte cristiana il gatto simboleggia l’inganno e il peccato come raffigura il Ghirlandaio e il Tintoretto nelle loro rappresentazioni dell’Ultima Cena dove il gatto si trova ai piedi di Giuda. Nella xilografia “Adamo ed Eva” di Durer il gatto viene associato ad Eva come simbolo di malvagità e peccato. Nel Settecento cambia lo stereotipo del gatto come immagine del peccato e compare nelle nature morte di J.B. Chardin dove viene evidenziata la golosità e l’opportunismo dei gatti. Nelle contemporanee stampe di W. Hogart vengono mostrati gli abusi fatti sui gatti dall’uomo. Il Tiepolo invece ne sottolinea la sensualità e frivolezza. Leonardo da Vinci prima e J.B.Oudry dopo raffigurano il gatto con estremo realismo e precisione. (( PER VEDERE LE OPERE CLICCA QUI))

Nell’800

PRIMA ESPOSIZIONE GATTI LONDRA 1871Nel 1800, superate le stragi del Medioevo, comincia il riscatto del gatto che torna ad essere un animale da compagnia, compagno dell’uomo e apprezzato per la sua bellezza e regalità tanto che ebbero inizio anche le Prime Esposizioni, la prima a Londra il nel 1871.
L’Ottocento vede emergere l’interesse per i ritratti di gatti soprattutto tra i pittori olandesi così come l’attenzione per il loro comportamento. La sensualità del felino sarà invece al centro della pittura degli impressionisti come Renoir e Manet, ad esempio nell’opera Olympia dove una prostituta è raffigurata accanto al gatto.

Nel ‘900

david-hockney-mr-and-mrs-clark-and-percy (1)Nel Novecento rinasce l’attenzione dell’arte verso il mondo felino. Gli espressionisti come F. Marc esasperano e stilizzano alcuni aspetti del comportamento dei gatti mentre in opere di P. Picasso vengono messe in luce le doti da predatore. Pittori surrealisti come l’inglese Leonora Carrington sono attratti dal fascino mistico del gatto. Marc Chagall combina invece l’arte popolare russa con le influenze di Parigi dando una interpretazione più personale. Il gatto più famoso dell’arte contemporanea è il bianco protagonista di “Mr and Mrs Clark and Percy”, opera molto amata dal pittore britannico David Hockney.


PER VEDERE TUTTI GLI ARTICOLI CLICCA QUI


FONTE ==>> http://www.tuttosuigatti.it/arte.html
FONTE ==>> http://www.veterinariogennaro.it/news.php?id=36
FONTE ==>> http://www.fanpage.it/i-gatti-piu-famosi-della-storia-dell-arte/

Translate »
Copy Protected by Chetan's WP-Copyprotect.