Dio, il Vero Ingannatore dell’Uomo

Dio, il Vero Ingannatore dell’Uomo

Dio, il Vero Ingannatore dell’Uomo

Attualmente la maggior parte della popolazione dell’emisfero occidentale, il Medio Oriente e il continente africano crede in una varietà di monoteismo abramitico e riconosce il Signore “El” come il Dio biblico creatore buono e giusto del nostro mondo.

Dio, il Vero Ingannatore dell'UomoGli ebrei vedono il loro Dio come il signore della giustizia che ha salvato il popolo israelita dando a Mosè la sua santa legge.
I cristiani affermano che lo stesso Dio è il padre amorevole che ha sacrificato il suo primogenito per salvare l’umanità dalle conseguenze del peccato.
Mentre i seguaci dell’Islam lo chiamano con il nome arabo Allah, e riconoscono questa divinità ebrea e cristiana come un Dio giusto e misericordioso.

L’idea che il Dio Biblico sia una grande figura di bene e giustizia ha lasciato un’impressione così radicata nelle menti collettive dei popoli occidentali, che persino i non credenti pensano che il carattere di “Yahweh” rappresenti la giustizia.
Tuttavia, sono sicuro che se i credenti iniziassero a leggere i “Sacri Testi” biblici, oggettivamente e senza i loro pregiudizi condizionati, molti di loro resterebbe inorriditi dal “moralità” di quel Dio. E finirebbero col capire che l’insegnamento che il Signore è un padre giusto e Benevolente è contrario alla ragione e, peggio ancora, è una menzogna flagrante.

Ma Chi è davvero Yahweh?

Nel corso della storia diversi piccoli gruppi hanno riconosciuto che il Dio biblico del giudaismo e del cristianesimo è il vero ingannatore dell’uomo.

Prima della cristianizzazione dell’Europa e la nascita dell’islam in Medio Oriente, le varie scuole esoteriche gnostiche come Ofitas in Siria e in Egitto e Naassenes in Palestina, hanno capito che Yahweh era un impostore e che aveva catturato l’uomo in un sistema di inganni; mentre il serpente ribelle dell’Eden, nella Genesi, era il vero benefattore dell’umanità. Colui che ci ha illuminati alla conoscenza e ci ha liberati dalla schiavitù del male del demiurgo Dio degli ebrei.

Dio, il Vero Ingannatore dell'Uomo

Gli gnostici lo chiamavano “Yaldabaoth” o “il falso Dio di questo mondo” e hanno riconosciuto il loro male. Conoscevano il grande segreto: il Dio degli ebrei era il vero Diavolo che aveva assunto il titolo di “Dio creatore” e invertito i ruoli del bene e del male attraverso l’inganno, presentando se stesso come il “padre benevolo” dell’umanità e calunniare il saggio Serpente come il “diavolo” e “nemico dell’uomo“. Questa inversione accusatoria iniziò con la creazione della Bibbia Cristiana alla fine del primo secolo, e avrebbe ingannato molte generazioni durante i millenni.

Perché gli gnostici credevano che Yahweh fosse un Dio falso e malevolo?

A differenza delle persone medievali che sono stati sottoposti alla teocrazia della Chiesa cattolica e non sapeva leggere la Bibbia stessa, gli intellettuali gnostici, dei primi secoli dell’era cristiana, ha avuto accesso a tutte le scritture bibliche e quindi hanno potuto studiarle liberamente. Sapevano che la Bibbia ebraica era piena di mali crudeli, genocidi spietati, richieste di sacrifici cruenti, atti di barbarie e comportamenti tirannici attribuiti a Yahweh. In altre parole, gli gnostici sapevano che il Dio biblico era un vero demone e le sue religioni erano brutali, sanguinarie, misantropiche e oscurantiste.


La verità è che la Bibbia stessa dà ampia testimonianza che il presunto padre amorevole degli ebrei e cristiani, ha una natura sadica, e il male e i suoi numerosi atti violenti sono documentati nelle Sacre Scritture.

Tutte le azioni compiute da Dio, sono così aberranti che la maggior parte della gente di oggi, se non sapesse che si parla di lui, penserebbe che sono caratteristici di un’entità demoniaca.

Leggendo la Bibbia oggettivamente, è chiaro che il Dio ebraico Yahweh ha un carattere bellicoso, assassino e depravato ed è chiaro che ha una grande mancanza di amore per l’umanità. Gli stessi testi biblici mettono in discussione la moralità e la benevolenza della divinità giudeo-cristiana e non fanno altro che confermare che Yahweh è il vero avversario dell’uomo.


Oggi non è più un segreto che il Dio della Bibbia sia un personaggio sanguinario e vendicativo.

Thomas Paine

Dal Rinascimento molti pensatori illuminati cominciarono a mettere in discussione la moralità, la depravazione, il desiderio di sangue, la misantropia e la deplorevole xenofobia di Yahweh.
Pertanto, molti filosofi dell’era moderna abbandonerebbero la religione giudaico-cristiana e favorirebbero visioni del mondo più umanistiche come il deismo e il naturalismo.
Ad esempio, l’intellettuale americano Thomas Paine, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, ha respinto il Dio biblico scrivendo in The Age of Reason (1794) che “la credenza in un Dio crudele rende l’uomo crudele“e sosteneva una teologia deista la cui divinità era il Dio della natura.


Nell’attuale era della scienza e di Internet, non è più una novità che il Dio dell’Antico Testamento sia un incubo abominevole.
In verità pochissime persone hanno una conoscenza completa del contenuto della Bibbia. Pochissimi credenti sono abbastanza onesti da analizzare la sua fede e il criterio morale del suo Dio in modo oggettivo.


Fonte: https://www.enkiptahsatya.com

GATTI E METAFISICA

Gatti e Metafisica

GATTI E METAFISICA

I Gatti sono ritenuti essere in grado di prevedere il tempo:

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Quando un Gatto trascorre l’intera giornata guardando fuori da una finestra, potrebbe significare che la pioggia è in arrivo;
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Quando il Gatto trascorre la giornata con la schiena al fuoco, indica una ondata di freddo;

 

 

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I marinai li tenevano sulle navi e ne osservavano spesso il comportamento per predire eventi meteorologici;

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Un gatto che si pulisce il pelo contro il grano sta predicendo grandine o neve.

 

 

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Molti Starnuti significa che un temporale è imminente;

Alcune persone credono che i Gatti possono predire la Morte. 

GATTI E METAFISICA

 

 

In Irlanda, c’è un racconto che se un Gatto Nero attraversa la Strada al chiaro di Luna significa che ci si cade vittima di un’epidemia o di peste.

 

 

 

 

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Nelle parte orientale dell’Europa invece si racconta la fiaba di un gatto che miagola continuamente nella notte e che avverte che il destino è in arrivo.

In molte tradizioni neopagane, gli operatori segnalano che i gatti passano spesso attraverso le aree designate dalla magia, come i Nodi di Hartmann, in cerchi, o in punti particolari, e che spesso sembrano curiosi di attività magiche e il più delle volte si posizionano nel mezzo di un altare o a volte si addormentano sulla cima di un Libro delle Ombre .


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FONTE==>> http://paganwiccan.about.com/od/othermagicspells/p/Cat-Magic-Legends-And-Folklore.htm

I GATTI NELL’ARTE DI TUTTO IL MONDO

I GATTI NELL’ARTE DI TUTTO IL MONDO

I GATTI NELL’ARTE DI TUTTO IL MONDO

Quale, tra i numerosi piccoli felini selvatici che vivono in Europa, Asia, Africa o America, avrà dato origine al gatto domestico? In quale periodo sarà avvenuta la domesticazione? La risposta a queste domande non è ancora sicura: vi sono infatti moltissime ipotesi.

FOSSILE GATTOAlcuni Fossili attestano la presenza del gatto in tempi antichissimi. Ossa di gatto risalenti a 10.000 anni fa, per esempio, sono state ritrovate assieme a quelle di altri animali in una grotta sui Monti Sandia, nel Nuovo Messico. Reperti archeologici di 8.000 anni fa, venuti alla luce nell’Anatolia sud-occidentale, ci dimostrano che a quell’epoca tra l’uomo e il gatto vi era già amicizia. La paleontologia, tuttavia, può accertare la presenza di un animale in un certo periodo, ma non aiuta a stabilire quando iniziò l’addomesticamento.

Arte orientale

In Oriente i gatti hanno sempre goduto di molta considerazione da parte degli artisti, dalla Persia e dall’India fino alla Cina divennero simboli di potere e comando. Man mano che si diffondeva verso est il gatto domestico conquistava un posto nell’arte.

Gatto dell’Antico Egitto.egitto.okkio

statuetta bronzea 722-332 a.C,
statuetta bronzea 722-332 a.C,

Le prime rappresentazioni pittoriche sono quelle che lo immortalano nelle vesti di una divinità, nell’antico Egitto, e da qui probabilmente trae origine il suo atteggiamento altezzoso e impertinente. 
 Animale sacro nell’Antica civiltà Egizia, il gatto veniva venerato e rappresentato, bellissimo e regale, in numerosi manufatti ed opere d’arte. Sono tante le antiche statuette feline provenienti dall’Antico Egitto: alcune di queste erano oggetti votivi, altre delle vere e proprie urne per piccole mummie di gatti. Quella in foto è una statuetta bronzea databile al periodo 722-332 a.C, conservata oggi al Museo Egizio di Torino.La dea Bast, conosciuta anche come dea Bastet, era il simbolo della femminilità nell’antico Egitto.

La dea Bastet o Bast era un’antica divinità della mitologia egizia raffigurata generalmente con il corpo di donna e la testa di gatto: una divinità dai tratti solari, simbolo della vita, della fecondità e della maturità, venerata per la sua forza e la sua agilità. Per ottenere un favore dalla dea Gatta gli Egizi avevano la consuetudine di offrire del pesce prelibato al proprio gatto, che amavano tenere in casa, vezzeggiato e trattato con ogni riguardo.

Talmud Babilonese

Non ci è giunta nessuna testimonianza di pitture o sculture Assiro Babilonesi che attestino o neghino l’esistenza dei gatti in quel periodo: sono stati rappresentati cani, tori e leoni, ma non c’è traccia di questi felini. Solo l’ antico Talmud Babilonese, uno dei testi sacri dell’ Ebraismo, redatto in aramaico nelle accademie rabbiniche della Mesopotamia, tra il III e il V secolo, tra i suoi insegnamenti civili e religiosi parla delle ammirevoli qualità dei gatti e ne incoraggia l’allevamento “per aiutare a mantenere pulite le case”.

Arte Araba

MUEZZAI musulmani tenevano il gatto in grande considerazione perché animale di Maometto, secondo un’antica leggenda. Le immagini dei gatti provenienti dal Medio Oriente sono molto rare perché l’Islam non ammette il concetto di arte figurativa. Nei dipinti di anonimi artisti ottomani del Trecento sono raffigurati gatti domestici in scene della Bibbia ma in ruoli secondari. Nell’arte orientale i gatti più ritratti sono quelli bicolore e gli squama di tartaruga con bianco, probabilmente perché i preferiti dai viaggiatori dell’epoca.

In Indiashashthi gatto

In India il gatto è simbolo di nobiltà e ricchezza. La maggior parte delle opere artistiche che ritraggono questi felini sono di natura religiosa, come ad esempio un’opera che ritrae la dea della fertilità Shashthi  a cavallo di un gatto.

In Thailandia

I thailandesi hanno sempre amato i gatti tanto che dipingevano magnifiche scene su papiri per illustrarne la varietà di colori e forme. Le numerose copie manoscritte dei Cat Book Poems, risalenti al Cinquecento, rappresentano gatti pointed e dai tanti colori.
Cat Book PoemsDurante la Dinastia Sung (960/1279) i gatti comparvero per la prima volta nell’arte cinese come simbolo di corte e prestigio, come nell’opera “Commedia Primaverile” in un giardino Tang che raffigura micetti che giocano tra i fiori. Nel Cinquecento il gatto diventò un soggetto comune negli smalti e nelle lampade di porcellana.

gatti giapponeIn GiapponeCatsTokaidoKUNIYOSHI

Nei dipinti e nelle xilografie dell’antico Giappone compaiono i gatti a squama di tartaruga in compagnia di bellissime donne. L’artista più rappresentativo fu Utagawa Kuniyoshi (1797/1861) che dipinse gatti con estrema precisione, la sua opera più celebrè Cinquantatre stazioni di Tokaido, dove ogni stazione è rappresentata da un gatto.

Nell’arte Americana

Nelle opere americane il gatto non era che una figura secondaria presente occasionalmente in quadri d’arte popolare. Daniel Merlin (Francia, 1861-1933)Ma l’inizio del Novecento segnò una nuova era, gli artisti americani scelsero spesso proprio i felini come soggetti delle loro opere. In America verso la fine dell’Ottocento il gatto non è più simbolo di paganesimo ma diventa simbolo di bellezza e modernità. I gatti sono ritratti nelle opere spesso in compagnia di bambini. L’opera più famosa a tema felino è Cats and Kittens di Daniel Merlin (Francia, 1861-1933) che raffigura una scena domestica con una gatta e i suoi cuccioli.

Nell’arte Europea

In epoca greco-romana i gatti passarono in secondo piano dopo leoni e tigri.

Cipro

E’stata scoperta una tomba risalente al 7.500 a. C. nella quale fu seppellito un gatto selvatico accanto a un essere umano.

Erotodo e Antica Grecia

gatto greciaNell’ antica Grecia il ruolo del gatto non fù mai così importante come quello del leone o del cane. Il gatto si ritagliò però un piccolo spazio nella letteratura greca di Erotodo (484-430 a. C.) che lo descrisse con senso favolistico e gusto estetico. Erotodo raccontò anche l’arrivo e la diffusione dei gatti in Grecia grazie ad abili mercanti che li rapirono agli egiziani causando non pochi incidenti diplomatici tra i due paesi. Persi i privilegi ed il suo ruolo divino, arrivando in Grecia il gatto venne apprezzato più come animale curioso, da compagnia, ma non come animale da utilità, poichè per la caccia ai topi si preferivano le piccole e fameliche donnole, solo più tardi si capì che il gatto poteva essere più adatto a questo scopo.

Antica Roma

Se i Greci furono i primi ad importare il gatto dall’Egitto, i Romani lo conobbero molto più tardi, ma ne seppero apprezzare subito le doti sia come animale da lavoro che da compagnia. In particolare negli scavi di Ercolano e Pompei, importanti città di epoca romana, sono stati rinvenuti resti di ogni genere di animale, ma non del gatto a dimostrazione che i felini, animali arguti, fuggirono alle prime avvisaglie del terremoto, mettendosi in salvo. Ma la loro esistenza è testimoniata dal ritrovamento di un mosaico che raffigura un gatto mentre afferra un volatile.

gatto pompei
Gatto della Casa del Fauno

 

Su un pannello musivo rinvenuto della casa del Fauno di Pompei, risalente al II secolo a.C., oggi al Museo Archeologico di Napoli, un piccolo gatto, in una forma antica di natura morta, azzanna un volatile per divorarlo. Piccolo e agile, il felino di epoca romana sta in realtà rubando dalla dispensa la cacciagione, ma è qui rappresentato con occhi dolci e con tenerezza che suggeriscono l’amore e l’indulgenza per il gatto, ormai già animale domestico.

Antica Francia

Gatto e nimismatica 1I GATTI NELL'ARTE DI TUTTO IL MONDONumismatica: Medaglia francese del 1968 con gatto. Sul dritto è rappresentato il muso di un gatto in basso rilievo visto di fronte. Sul retro è raffigurato un gatto in primo piano che doma un cobra. Sullo sfondo si stagliano le piramidi con i due simboli del sole e della luna e la scritta “Ami du Soleil Venu de la Nuit des Temps”.

Alcune tradizioni del Nord Europa prevedevano il seppellimento di gatti,vivi, nelle fondamenta della casa, in modo che il loro spirito potesse poi vegliare su chi abitava all’interno delle mura e in Polonia erano arsi vivi durante alcune cerimonia nuziali, come simbolo di buon augurio.


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FONTE ==>> http://www.tuttosuigatti.it/arte.html
FONTE ==>> http://www.veterinariogennaro.it/news.php?id=36
FONTE ==>> http://www.fanpage.it/i-gatti-piu-famosi-della-storia-dell-arte/
FONTE ==>> http://web.tiscali.it/acquabranda/origini_e_storia_del_gatto.htm

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