GATTI E METAFISICA

Gatti e Metafisica

GATTI E METAFISICA

I Gatti sono ritenuti essere in grado di prevedere il tempo:

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Quando un Gatto trascorre l’intera giornata guardando fuori da una finestra, potrebbe significare che la pioggia è in arrivo;
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Quando il Gatto trascorre la giornata con la schiena al fuoco, indica una ondata di freddo;

 

 

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I marinai li tenevano sulle navi e ne osservavano spesso il comportamento per predire eventi meteorologici;

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Un gatto che si pulisce il pelo contro il grano sta predicendo grandine o neve.

 

 

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Molti Starnuti significa che un temporale è imminente;

Alcune persone credono che i Gatti possono predire la Morte. 

GATTI E METAFISICA

 

 

In Irlanda, c’è un racconto che se un Gatto Nero attraversa la Strada al chiaro di Luna significa che ci si cade vittima di un’epidemia o di peste.

 

 

 

 

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Nelle parte orientale dell’Europa invece si racconta la fiaba di un gatto che miagola continuamente nella notte e che avverte che il destino è in arrivo.

In molte tradizioni neopagane, gli operatori segnalano che i gatti passano spesso attraverso le aree designate dalla magia, come i Nodi di Hartmann, in cerchi, o in punti particolari, e che spesso sembrano curiosi di attività magiche e il più delle volte si posizionano nel mezzo di un altare o a volte si addormentano sulla cima di un Libro delle Ombre .


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FONTE==>> http://paganwiccan.about.com/od/othermagicspells/p/Cat-Magic-Legends-And-Folklore.htm

IL SIMBOLISMO DEL GATTO SECONDO I CELTI

IL SIMBOLISMO DEL GATTO SECONDO I CELTI

IL SIMBOLISMO DEL GATTO SECONDO I CELTI

Quasi tutte le culture Sciamaniche credono negli animali come Alleati o Aiutanti. Talvolta gli animali diventano Protettori e Guide per lo Sciamano, sia nel regno fisico, sia durante il viaggio nei mondi sottili.totem celtici

I Celti credevano negli animali come alleati, e attribuivano ai loro Clan intime associazioni con animali specifici. Ogni gruppo etnico si identificava con un animale e ogni membro del gruppo non solo pensava di discendere da un determinato animale (il Totem), ma pensava anche di potersi appropriare, con iniziazioni particolari, delle Qualità di questo animale. Alcuni gruppi etnici si chiamano “Figli dell’Orsa”, giacché simboleggiano, nel nome che portano, la loro discendenza dalla “Grande Madre”; altri invece si identificavano con il “Cigno” oppure con l’Oca dal piumato bianco, che rappresentavano il vestito di un Druido.

Ogni clan aveva striscioni sui quali erano raffigurate le immagini o il simbolo del loro animale di origine, come ad esempio le “bandiere dei Fianna”. I Fianna, erano guerrieri indipendenti che non rispondevano all’autorità dei re ma solo ai Bisogni del Popolo; erano tanto dei mercenari quanto una sorta di paladini dell’antico mondo celtico.

L’animale veniva anche dipinto sugli scudi e a volte, tatuato sul corpo. Queste tradizioni potrebbero essere all’origine dei simboli araldici che divennero così popolari in epoche successive. Talvolta un eroe si identificava con una figura animale.Celtic shields

Il Gatto è un’animale legato alla Luna, al Regno dei Morti, ai Poteri dell’Oltremondo, alla Profezia e alla Terra come “Madre Oscura in cui il seme si spacca”.

Nella tradizione celtica d’Irlanda il gatto non gode di buona reputazione, infatti molte leggende celtiche (Caoit, Cat) raffigurano il gatto come un animale feroce, una creatura del male, ma questo può derivare dal fatto che i gatti a quel tempo erano selvatici.

Tuttavia, Il gatto è un forte protettore, specialmente quando si deve affrontare uno scontro frontale, e per questo è stato considerato un Potente Totem Animale di diversi clan Celtici.
Alcune leggende irlandesi parlano di un’isola abitata da uomini con testa felina e da un Clan dei Gatti, chiamati “Caithness”; questi guerrieri incutevano grande timore ai loro nemici poiché indossavano elmi ricoperti dalla pelliccia di gatti selvatici. Inoltre si racconta che Mac Cumhail abbia combattuto proprio contro questo clan del Gatto.

Un Altro racconto Epico descrive le imprese del re irlandese Cairpre o Carbar, l’usurpatore del potere supremo che causa la rovina d’Irlanda, detto “Cenn Chaitt” (Testa di gatto).

Un proverbio irlandese dice che

“gli occhi del gatto sono la porta dell’ Altromondo”.

Il Guardiano delle “Porte di Tara”, la fortezza dei Tuatha Dé Danann, aveva un “Occhio di Gatto” che di notte lo teneva sveglio al rumore dei topi e degli uccelli, mentre di giorno, durante le guardie, lo faceva addormentare.

In Irlanda vi era probabilmente un culto legato al Gatto nel santuario della grotta di Clogh-magh-right-cat (la «grotta della piana della regina-gatto», oggi Clough, contea di Connacht, dove, si diceva, un vecchio gatto nero stava seduto su una sedia d’argento.
E Sembra che anche esistesse una Dea-Gatta di nome Palug o Gatta Palu, considerata uno dei tre flagelli dell’isola di Anglesey, bestia nata dalla dea-scrofa Henwen (letteralmente «Vecchia Bianca»). Forse era la dea Cerridwen che si poteva manifestare sia sotto forma di scrofa sia nelle sembianze di gatta.
In molte zone della Francia e della Germania un personaggio del folklore veniva chiamato lo Spirito-Gatto del Grano, che appariva durante le feste del raccolto. A prima vista sembra strana questa associazione del gatto con il raccolto, ma quando sappiamo che Henwen partorì un grano d orzo, uno di frumento e un ape, oltre a un lupo, un’ aquila e il gatto Palu, tutto risulta più chiaro.
È probabile che la dea sotto forma di gatto sia sopravvissuta anche nei racconti arturiani nelle sembianze del mostro Chapalu.

IL SIMBOLISMO DEL GATTO SECONDO I CELTI
IL SIMBOLISMO DEL GATTO SECONDO I CELTI

In diverse Leggende Celtiche, inoltre, viene detto che il gatto è anche un guardiano di tesori.

Un Racconto narra le avventure di Maelduin, figlio di una regina irlandese e di un gatto custode di grandi ricchezze; il significato di questo racconto mostra la differenza che esiste tra ricevere un dono e rubare.

Nel racconto gallese dopo un viaggio in mare Maelduin, il protagonista e i suoi 3 compagni giungono su un’isola dove si trova una fortezza deserta, pieno di tesori favolosi, apparentemente abbandonati, c’è solo un gattino che salta da un pilastro all’altro, che sembra essere molto inoffensivo.
Qui trovando una grande tavola imbandita, e Maelduin chiede al gatto il permesso di mangiare. Dopo averli osservati un attimo in silenzio, il felino torna ai suoi giochi. I giovani, rassicurati, si lasciano andare, si mettono a tavola e banchettano, dando così inizio ai festeggiamenti senza che nulla accada.
Ma prima di partire, nonostante gli avvertimenti di Maelduin, uno di loro non resiste alla tentazione di impadronirsi di una collana del tesoro; Immediatamente il gatto si trasforma in una creatura fiammeggiante che lancia al ladro una fiamma guizzata dagli occhi, folgorandolo all’istante e riducendolo un mucchietto di cenere.
Dopodichè il gattino torna subito dopo ai suoi giochi.


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FONTE==>> http://moak.altervista.org/articoli/simbolismo_degli_animali.htm
FONTE==>> http://www.cercoilgatto.it/site/News/2008/05/19/106-il-gatto-nella-tradizione-celtica.html

IL MISTERO DEL GATTO

IL MISTERO DEL GATTO

IL MISTERO DEL GATTO

Il mondo del fantastico, non sapendo mai esattamente dove finisce e dove inizia, è sorprendentemente ricco di Entità Fatate, anche di molti esseri simili agli animali che, per via della loro forma o della loro dimensione, o per gli atteggiamenti che assumono o per il ruolo che rivestono in storie e leggende, possono essere definiti “Animali Fatati”.
Tra tutti gli animali fatati la figura del Gatto assume un’eco particolare: esso viene definito l’animale più misterioso tra tutti, ed è come se fosse un “ponte tra la nostra dimensione e la dimensione del Fato”.

ponte tra la nostra dimensione e la dimensione del Fato

Chi possiede uno di questi animali può capire…Il Gatto è un animale speciale. A dirlo non sono solo gli amanti di questo felino da compagnia, ma una lunga storia di miti e leggende.
Un grande legame esoterico dal punto di vista della mitologia e della religione ha sempre caratterizzato il rapporto tra uomo e Gatto. In tutti i tempi e in tutti i luoghi, i Gatti hanno sempre rappresentato quel meraviglioso anello di congiunzione tra il mondo umano e qualcosa che va verso la trascendenza dello spirito, qualcosa che per noi è invisibile, ma forse per i nostri compagni felini non è poi così celato ai loro sensi. Basta osservare un Gatto, anche il più piccolo ed appena nato, per assimilare questa verità.
Una lunga tradizione di pensiero assegna al Gatto poteri magici, in quanto la sua sensibilità va oltre quella dei cinque sensi e gli permette di intuire cose che sfuggono alla nostra percezione.
La capacità di avvertire calamità naturali prima dell’uomo (molti hanno dichiarato di essere stati avvertiti dai propri gatti dell’arrivo di un terremoto), o la capacità di accorgersi di “presenze” immateriali, naturali o sovrannaturali che siano, sono solo alcune delle speciali qualità che vengono attribuite ai Gatti. Possiamo crederci o meno, ma è difficile rimanere impassibili di fronte al fascino felino. Fatevi catturare dal loro mistero, non potrete che venirne arricchiti…

Ben più che un luogo comune sono poi le proprietà terapeutiche dei Gatti. Rispetto ad altri animali il Gatto è dotato di una sensibilità particolare, riesce ad entrare in sintonia con l’uomo, comprenderne lo stato d’animo ed agire di conseguenza. Inoltre, accarezzare un gatto, così come un cane, fa sentire meglio, libera delle endorfine che agiscono positivamente sul nostro cervello, soprattutto quando siamo un po’ giù di morale.

La magia del Gatto consiste nella straordinaria e sorprendente capacità di affascinare, di farsi amare, di coinvolgere e di “imporsi” nel mondo degli uomini. Il Gatto è il simbolo vivente della bellezza, dell’invincibilità, della meraviglia, dell’orgoglio, della libertà, dell’autosufficienza, della squisita individualità e del godersi le cose piacevoli. Attraverso i suoi occhi di profondo osservatore e critico imparziale, egli intuisce profondamente ed accetta con indifferenza vizi e virtù del suo amico umano.
Non giudica mai ed è meno che mai un moralista, bensì un complice nella buona e nella cattiva sorte. Non è un compagno passivo, però. L’arrivo di un Gatto nella vita di un uomo ha significato sempre una svolta sia a livello esistenziale, sia creativo.
Perché un Gatto è una presenza magica, sempre, nella nostra vita. Molti si sono chiesti che cosa stiano guardando i Gatti quando si siedono così, fermi, apparentemente persi nei loro “pensieri”, o forse “a sognare ad occhi aperti”.

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Loro stanno guardando dentro, guardano la trama della vita attraverso loro stessi. Stanno osservando l’affascinante connessione, lo svolgersi di vite dentro alle vite, mondi dentro ai mondi. Stanno ascoltando la dolce canzone della trama della vita, che li rassicura della bellezza senza fine. Quando vedete un Gatto in profonda meditazione, la ragione è sempre la stessa: ha la mente perduta in rapimento e in contemplazione del pensiero.

Esiste una canzone che nutre la trama della vita, è un ritornello bellissimo a cui tutti gli esseri aggiungono il proprio ritmo. Gli animali sono sempre connessi alla trama della vita, non ne perdono mai la consapevolezza, mai. Loro sanno esattamente in che modo la loro stessa “voce” si adatti nella canzone.
Questa voce, o la loro canzone personale, è semplicemente il loro modo di vibrare. Proviene da loro in ogni momento, e conoscendo questa canzone, essi sanno sempre in che modo adattarsi, sanno esattamente qual è la loro relazione con ogni altra forma di vita, istantaneamente. Perciò, diversamente dagli umani, loro non si perdono mai. Perché, non soltanto sanno in che modo relazionarsi con tutto ciò che li circonda, ma sanno anche in che modo la canzone del loro essere sublima la Creazione. Lo possono sentire, lo possono percepire sempre, in ogni momento. E tutta la creazione a loro risponde, mentre essi vivono e si muovono attraverso la loro vita.

IL MISTERO DEL GATTO | Gatto Mistico

Ogni volta che una persona si avvicina ad un animale con amore, si trova proprio davanti ad un’apertura verso l’esperienza della trama della vita, la trama della canzone, la trama dell’Amore, in cui ogni cosa vivente sa esattamente in che modo si adatta nel piano del Creatore.

Se lo guardate negli occhi e andate da lui con un cuore aperto, il Gatto può diventare il vostro portale verso la trama della vita. Allora vi potrà mostrare la meraviglia dei corridoi tra le stelle, i portali verso le altre dimensioni, e l’esistenza magica che gli esseri umani hanno dimenticato.
Le sue zampe possono davvero camminare attraverso il cielo stellato. Il sentiero della sua vita lo ha portato avanti e avanti e avanti, mentre è tenuto nelle braccia invisibili del Creatore. Questo sentiero su cui cammina continua per sempre, ma le impronte delle sue zampe diventano a volte più chiaramente visibili e, altre volte, di meno. Ci sono dei momenti in cui è in forma fisica (quando le impronte sono chiare e fisiche), ed altri in cui non lo è. Ma la cosa più importante è che la sua vita non cambia, continua sempre a giocare, è sempre vivo. È sempre un Gatto, vivo e sveglio, ed esprime ciò che è.
Quando è “qui”, come un essere fisico, questa parte di lui ha, ugualmente, soltanto una piccola parte della sua attenzione. Il resto della sua attenzione è sveglio verso tutta la Gloria dell’altra parte del cerchio. Poiché “Tutto Ciò Che È”, è un insieme in cui la coscienza, come anche ogni altro aspetto della vita, è completa. Rotonda. Una sfera della vita. Così, quando lui guarda o si ferma, quando è consapevole, lo è di tutto quanto in una volta.
Noi non siamo separati da loro, noi facciamo intimamente parte di questa “vita gloriosa”, pertanto loro ci possono facilmente mostrare quello che ci manca. E, oltre a vivere nella pienezza della trama della vita, che è un grande dono che ci possono portare, hanno un valore ancora maggiore nel periodo della trasformazione umana, in quanto sono un linguaggio di Dio attraverso cui Dio si manifesta.
Così, i Gatti, maestosi come sono, possono facilmente condurci alla contemplazione di Tutto Ciò Che È. TUTTO.

Se li osserverete attentamente, con una mente vuota, eccetto la ricerca del Tutto, la luce, ed un cuore completamente aperto, sarete attratti verso l’interno, attraverso il vostro Gatto come portale, nella trama della gloriosa e magnifica vita. Cambierete velocemente la vostra energia, riorganizzerete i vostri valori e capirete quale minuscola parte della realtà sia la vostra esistenza fisica. Nel momento in cui lo farete, sarete in armonia con la trama. Sentirete i toni vibranti dell’Amore mentre questi si muovono, vorticando, dentro e fuori da ogni essere vivente.

Pensate forse che il vostro Gatto stia seduto per delle ore a fissare semplicemente lo spazio?

Entrate… andate attraverso questo portale che lui è, che i Gatti sono, a conoscere la meravigliosa, gloriosamente viva danza e canzone di Amore in movimento, che è la verità della vostra esistenza, come anche della loro. Piangerete per la gratitudine… vi domanderete se il vostro cuore riuscirà ad espandersi abbastanza da contenerlo. Sarete meravigliati del fatto di poter vivere una tale magnificenza di Amore, di bellezza, di tenera cura ed elevazione e, più di tutto, di profonda, incrollabile connessione.
Allora capirete, partendo da qui, dal portale del loro mondo, la verità della vita, che è Unità. Afferrerete immediatamente che, ogni forma che voi avete usato per percepire qualunque forma di vita come separata da voi, è falsa, costruita su un’illusione. Voi tenderete, con il vostro cuore, ad abbracciare il Tutto e allora conoscerete Dio.

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Il Gatto è alla costante ricerca di dormire sopra i cosiddetti “Nodi di Hartmann”, ossia quelle particolari intersezioni delle linee del campo magnetico terrestre che avviluppano tutto il pianeta ad intervalli regolari.
Se un uomo sostasse a lungo sopra uno di questi nodi, proverebbe una sensazione di spossatezza e via via di malessere: non così il Gatto, che sembra al contrario rilassarsi in questi nodi evitati da tutti gli altri animali. Perché? Questa percezione del magnetismo è nota in tanti animali, come ad esempio tutti i migratori, ma il Gatto fa di più, è come se fosse in connessione con l’Energia Oscura che permea tutto l’Universo. È questo il segreto dei Gatti? È questo il calore curativo che ci trasmette quando stiamo male?
Se pensiamo che questa energia, teorizzata e dimostrata attraverso calcoli matematici ma non ancora “avvistata” per il deficit sensoriale degli esseri umani, è in relazione con i riti magici ancestrali legati al concetto della Dea Madre, si comprende come gli Egizi avessero potuto divinizzare il Gatto come esponente terreno della stessa divinità femminile universale.

Occorre dunque considerare il Gatto come un essere evoluto, intelligente e sensibile, forse anche più dell’Uomo a livello emotivo, e bisogna trattarlo in maniera sempre rispettosa e riverente, comportamento peraltro che si dovrebbe tenere con tutti gli esseri viventi. Ma più di tutto, occorre cogliere ed osservare le sue sfumature, per imparare da lui a percepire i mondi sottili, le dimensioni invisibili che ci circondano.

Chiunque viva con un Gatto non ha alcuna difficoltà a riconoscere le sue facoltà psichiche ed extrasensoriali. I Gatti, spesso, sono portatori di messaggi e presagi; medium e veggenti sono i primi a riconoscere in loro una capacità soprannaturale di percezione ed empatia, tale da indurli ad averli sempre al loro fianco come compagni fidati, ed utilizzarli come mezzi di collegamento tra ciò che è visibile e ciò che non lo è.

In molte culture ai Gatti viene riconosciuta la capacità di vedere e percepire l’invisibile, spiriti e fantasmi inclusi. Gli improvvisi scatti di gioco verso presenze invisibili, che spesso vengono spiegati con la presenza di moscerini od insetti a noi impercettibili, sono invece la manifestazione più emblematica di questo misterioso potere.
Alcune dottrine antroposofiche spiegano inoltre che molti animali e i Gatti in particolare, possiedono la capacità di vedere l’aura che circonda gli esseri umani, il corpo sottile, ovvero i colori che circondano una persona e che sono lo specchio dei suoi stati d’animo, delle sue paure e convinzioni, del suo stato emotivo e fisico. Questo spiega come spesso gli animali siano diffidenti nei confronti di alcune persone, mentre si dimostrano amichevoli e bendisposti nei confronti di altre.

La storia è costellata di episodi che confermano il forte valore simbolico ed evocativo del Gatto. Nessun animale ha conosciuto vicende tanto alterne, dalla venerazione come divinità alla persecuzione come incarnazione demoniaca, come questo animale.

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MUEZZA

Si narra il mito del Gatto di Maometto, Muezza, il primo Gatto con nove vite della storia. Questo Gatto privilegiato si addormentò sulla manica del padrone quando lo stesso dové allontanarsi e, non volendo disturbare il Gatto così profondamente addormentato, si tagliò la manica sulla quale esso dormiva.
Al ritorno di Maometto, Muezza s’inchinò in senso di gratitudine nei confronti del Profeta, e Maometto, commosso, gli riservò un posto in Paradiso, poi lo accarezzò tre volte sul dorso, e secondo alcune leggende questo gesto donò al Gatto la meravigliosa capacità di atterrare sano e salvo dall’alto sulle sue quattro zampe, senza farsi male. Il numero tre ha un significato importante poiché tre per tre volte, indica l’infinito, donando così al Gatto una vita infinita.

Bisogna chiedersi, per comprendere fino in fondo il significato della leggenda, che cosa potesse rappresentare il taglio della manica della veste, effettuato dal Profeta come offerta simbolica al Gatto. La manica destinata a Muezza altro non era che un dono destinato ai Gatti di tutto il mondo e di tutti i tempi, ma che cosa vi fosse racchiuso, nessuno lo sa.
Comunque apprezzabile è il fatto che sia stato destinato ai domestici felini quale segno di riconoscenza; analizzata in questo contesto la sacra eredità risulta essere veramente notevole, perché conferisce al Gatto dalle nove vite un’eternità di virtù: le azioni risultano essere sempre più forti delle parole.
Nella leggenda non è però molto chiaro il tipo di razza a cui appartenesse Muezza, pare potesse essere un’Abissino perché Gatto sacro ufficiale dell’antico Egitto.

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Ma il suo fascino nasce anche dalla sua somiglianza con i feroci cugini felini (leoni, ghepardi, tigri, leopardi…), dalla fierezza con la quale preserva la sua indipendenza, ed anche perché capace di conquistarsi gesti di affetto e di tenerezza.

Occhi vivaci, un corpo snello, lucido, forte, un animo affettuoso e fiducioso, indipendenza, raffinatezza ed uno spirito saggio e saccente al contempo. Che il Gatto accanto a noi abbia il pelo lungo o corto, che sia soriano o color tartaruga, la nostra reazione è sempre la stessa: ne restiamo affascinati. I Gatti sono curiosi e complessi, “affettuosi” ma “indipendenti”, “addomesticati” ma “selvatici”, “riservati” e “premurosi”
Affascinante ed enigmatico, il Gatto ama il calore e la tranquillità, è un osservatore attento ma discreto, curiosissimo, che adora ficcare il muso nei nostri affari: si siede sul giornale quando lo stiamo leggendo, o su un foglio proprio nel momento in cui siamo intenti ad appuntarvi sopra qualcosa. È fatto così, non lo fa per dispetto, ma per un irrefrenabile desiderio di essere al centro delle nostre attenzioni.
Misteriosi ed eleganti, giocherelloni e teneri, i gatti sono le creature più “ingannatrici” che la nostra specie abbia mai “civilizzato”, ma, nel corso dei tempi, tutte le civiltà hanno faticato a capire i Gatti. Dolci, o riservati? Solitari, o socievoli? Meditativi, o funerei? Fisicamente i Gatti sono cambiati ben poco, è cambiato il nostro modo di vederli. Diversamente (e quanto diversamente…) dal cane, uno dei primi animali domestici, i Gatti si sono avvicinati all’uomo relativamente tardi, tuttavia si sono rifatti dei tempo perduto ed hanno occupato ben presto un posto non solo nelle nostre case, ma anche nei nostri cuori…

Il Gatto infatti non suscita sentimenti tiepidi: creatura magica e misteriosa, o lo si ama, o lo si detesta


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FONTE ==>> https://giardinodellefate.wordpress.com/creature-magiche/il-gatto/

NEL MITO E NELLA TRADIZIONE IL GATTO IMPERA

NEL MITO E NELLA TRADIZIONE IL GATTO IMPERA

NEL MITO E NELLA TRADIZIONE IL GATTO IMPERA

Il Gatto, soprattutto quello nero, è l’animale più adatto ad affiancare le Dee lunari della notte. Nero, silenzioso e furtivo si muove nell’oscurità, caccia abilmente, ha occhi che penetrano l’oscurità, brillano e, come le Dee lunari notturne, veglia mentre gli altri dormono.

Gli antichi Greci infatti, ritenevano il Gatto un animale sacro alla dea Artemide, Dea della Caccia e della Luna. Narra la leggenda che la Dea potesse liberamente trasformarsi in un Gatto.
Anche nell’antica Roma i Gatti erano sacri a Diana (Artemide in Grecia), si credeva che avessero poteri magici, concessi loro dalla Dea. Quando moriva un Gatto nero, veniva cremato e le sue ceneri sparse sui campi per propiziare un buon raccolto ed eliminare le erbe infestanti.

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Nella civiltà dell’antico Egitto, gli Egizi raffiguravano la loro Dea con sembianze feline, chiamata Bastet, avente corpo di donna e testa di Gatto, simbolo della vita della fecondità e della maturità. Gli Egizi onoravano ed idolatravano questo animale. Il Gatto era assurto a livello di divinità, venerato per la sua propensione alla caccia dei roditori che infestavano i granai, ed in quanto ottimo animale da compagnia.
Presso gli Egizi infatti, l’uccisione del gatto era punita più severamente di quella di qualsiasi altro animale, sia che avvenisse inavvertitamente o che fosse provocata di proposito. Chi uccideva un Gatto era sempre criminale, e tale crimine si espiava solo col supplizio.
Ma, quando un Gatto moriva naturalmente, dice Erodoto, le persone della casa piangevano il lutto come se fosse scomparso un membro della famiglia. Se moriva il Gatto di casa, tutta la famiglia egizia si rasava le sopracciglia, e il Gatto veniva imbalsamato e degnamente seppellito.
Nell’antico Egitto il Gatto era ritenuto animale sacro e divino, ed è quindi naturale che, alla loro morte, essi venissero imbalsamati e sepolti con ogni onore. Attraverso l’Egitto il Gatto giunse persino nei Paesi Arabi dove l’animale eletto era il cavallo, tuttavia anche il nostro amico felino venne preso in simpatia e la sua fama ben presto eguagliò quella equina.
Pare anche che, mentre il Gatto era sacro al Sole e a Osiride, la Gatta era sacra alla Luna e a Iside.

Il Gatto, la cui pupilla subisce delle variazioni che ricordavano le fasi della luna, veniva paragonato alla Sfinge per la sua natura segreta e misteriosa, e per la sensibilità alle manifestazioni magnetiche ed elettriche. Inoltre la sua abituale posizione raggomitolata e la facoltà di dormire per giornate intere ne facevano, agli occhi degli ierofanti (guida/sacerdote), l’immagine della meditazione, mostrata come esempio ai candidati all’iniziazione rituale.

Matou contro Apophis
Matou contro Apophis

Nel Libro dei Morti egizio, il Gatto è chiamato Matou allorché combatte contro Apophis, il serpente pitone della paludi, simbolo delle forze malvagie. Si affermava infine che il Gatto possedesse nove anime, e godesse di nove vite successive.

I Gatti erano quindi considerati sacri ed attorno a loro o alle loro immagini si svolgevano riti religiosi, danze e riti sessuali.

Questo culto, anche se meno sentito, venne mutuato anche dall’Impero Romano e, mentre il Gatto continuava a vivere pacificamente, attorno ad esso si scatenavano gli istinti più brutali dell’essere umano.

Ben presto il periodo di gloria dei Gatti fu destinato a tramontare, e nei loro occhi dove un tempo era stato visto il riflesso dello sguardo degli Dèi, furono temuti come se fossero l’espressione stessa del Demonio.

Con l’avvento del Cristianesimo i “gattofili” venivano guardati con sospetto, venne persino stabilita una relazione fra i Gatti e Satana, quindi i Gatti passarono dal rango di divinità a quello di Demoni minori. Da qui a farli passare per gli alleati, complici, confidenti delle Streghe, il passo non era lungo.

In Inghilterra i Gatti ed altri presunti Demoni al servizio delle Streghe vennero spesso esibiti come prove d’accusa nei processi del XVII secolo, con l’effetto di attirare sospetti sulle persone molto attaccate ai loro animali domestici.

I Gatti Celtici del mito irlandese diventarono pian piano miniature del demone che avanza, venuti a distruggere il mondo umano e ad oscurare la marea con il sangue del sacrificio: non erano amati perché considerati incarnazione di forze malvagie, i loro occhi mutevoli venivano ritenuti simbolo di falsità, ipocrisia e cattiveria, per cui era abituale che le cerimonie di purificazione si concludessero col sacrificio di un Gatto.

Oltre alle accuse dettate soltanto da gelosie o asti personali, consideriamo anche che una donna sola od uomo, che abbia come unica compagnia un animale, è portato a parlarci e a considerarlo quasi come un membro di una ipotetica famiglia, pertanto, in un periodo in cui gli animali erano considerati o carne da macello oppure esseri fondamentalmente inutili, questo atteggiamento nei confronti di alcuni animali faceva dunque nascere timori e sospetti: nella migliore delle ipotesi, la persona veniva considerata quantomeno bizzarra; nella peggiore delle ipotesi, finiva sul rogo poiché ritenuta una Strega. Del resto non si era ancora sviluppata la coscienza del legame profondo che può stabilirsi fra esseri umani ed animali. Durante la caccia alle Streghe, le donne sospettate di praticare la stregoneria venivano torturate e messe al rogo, ma anche i Gatti venivano arsi vivi, se ne sono contati otto milioni…

Un’antica leggenda ad esempio, dice che le Streghe usassero il cervello dei Gatti per provocare la morte del loro peggior nemico, ma solo se era direttamente minacciata la loro vita: il sacrificio del loro animale preferito era giustificato dalla gravità della situazione. E se il Gatto uccideva la Strega alla quale apparteneva, diventava invece un Demone quasi impossibile da eliminare, per merito delle sue nove vite.

Tuttavia i Gatti non erano gli unici animali che attiravano le attenzioni dell’Inquisizione: furetti, merli, gufi, civette, rospi e rane, venivano ugualmente ritenuti validi alleati delle Streghe.

Particolare attenzione fu data al Gatto nero: portatore di magia, egli era rappresentante delle tenebre, ma grazie alla pelliccia capace di assumere il bagliore luminoso del chiaro di luna, poteva contare su una duplice identità.

gatto neroInoltre il nero era un sottoprodotto del fuoco, che per gli antichi era una realtà positiva. Tutti questi aspetti erano, e sono ancora oggi, presenti nel Gatto nero e nelle leggende che ne derivano.

Nella mentalità occidentale viene visto in maniera sostanzialmente negativa, in quanto legato al buio delle tenebre, alla morte, al lutto, all’ignoto, ma in altre culture ha valenze positive: è il colore del vuoto primordiale, del principio, dell’assoluto che racchiude le potenzialità che precedono la creazione del mondo, quindi della creatività latente.
Era collegato alla morte anche per gli Egiziani, ma in senso positivo: infatti era il colore dell’aldilà, dove il defunto subiva le trasformazioni che gli avrebbero conferito la vita eterna. Osiride signore dell’Oltretomba era chiamato anche Il Nero.
Per le popolazioni classiche (greci e romani) era semplicemente il colore della notte con la Luna e le stelle. Era una delle tonalità preferite da Iside, la Dea della buona sorte dall’anima felina e, di conseguenza, il Gatto nero era il più sacro per suoi devoti.

Il nero era anche il colore del limo portatore di fertilità e rinnovamento, quindi era simbolo di rinascita e rigenerazione. 
Il nero, se indossato, assicura una certa inaccessibilità, una sorta di barriera protettiva. È il colore usato dalle Streghe per la sua capacità di ostacolare, assorbire e neutralizzare energie negative. Occorre fare però una distinzione fra il nero opaco, che è associato spesso a sensazioni negative (ad esempio il colore del lutto è opaco), e il nero lucido che ci trasmette sensazioni positive: è brillante, elegante e sensuale. Il Gatto nero, se in buona salute, ha un pelo lucidissimo che riflette la luce.

La prima donna, quando ancora Eva non era “nata”, la pura e la ribelle, Lilith, l’incontrollabile, l’imprevedibile, la vergine selvaggia, sovrana delle ombre, scelse per compagno lo spirito stesso della notte e del mistero: il Gatto.
Già ad opinione degli Gnostici, nel XVI secolo, il Gatto era legato a tutti gli aspetti diabolici della femminilità. “Il Gatto sta al cane”, dicevano, come “la donna sta all’uomo. La sua natura, la sua voluttà, la sua dolcezza, la sua astuzia sono simili a quelle della donna. Gatti dalle movenze sinuose, tanto da essere stati identificati con la femminilità, ma non la femmina positiva, madre e moglie, bensì quella seduttrice, misteriosa ed affascinante, affine alla notte e alle trame nascoste.

Il Gatto come “bestia satanica”

Partiamo dall’ovvio e con le dicerie che sentiamo oggigiorno: “il gatto nero che attraversa la strada porta sfortuna”; “guai a lasciar dormire il gatto sul letto accanto a sé, con il suo alito pestilenziale sarà causa di morte”; “il pelo del gatto è non soltanto nocivo, ma perfino velenoso”; “il gatto sparisce misteriosamente anche in una casa, riapparendo sempre altrettanto misteriosamente”; “il martedì grasso i gatti, essendo intenti a festeggiare con il demonio, non sono visibili in giro”; infine, essendo un animale infernale, “il gatto soffre particolarmente il freddo, quindi durante l’inverno ricerca il calore della fiamma del focolare, e perfino d’estate si crogiola al calore del sole”.
Queste sono soltanto alcune delle leggende luttuose o inquietanti che accompagnano il piccolo felino domestico, ne è passato di tempo da quando era deizzato nell’antico Egitto…

1090 SABBA2Fin dal primo Sabbah, di cui si ha notizia nel 1090, il Gatto fa la sua comparsa da protagonista, la Strega officiante infatti era travestita da gatto nero e le donne che partecipavano al festino danzavano attorno a Satana, con pelli di gatto o gatti appesi al corpo.
In uno Scritto del 1180 si descrive l’attesa per la discesa di un mostruoso gatto nero, personificazione del Demonio da parte degli eretici.

1231 Guillaume d’Auvergne
Guillaume d’Auvergne


Guillaume d’Auvergne, vescovo di Parigi (1231-1236), affermò senza ombra di dubbio che Satana si mostrasse ai suoi fedeli sotto forma di gatto.

1233 gregorioIX
Gregorio IX

 

 

Il Papa Gregorio IX, nella bolla Vox in Roma del 13 giugno 1233, fece menzione al gatto nero che cadde dal cielo, indicando in questa visione Lucifero, e che il giorno del giudizio si sarebbero visti i gatti arrampicarsi sui muri dell’inferno.

 

1427 San Bernardino da Siena
San Bernardino da Siena

San Bernardino da Siena, nel 1427, scrisse che le Streghe potevano trasformarsi in gatti tramite uno speciale unguento preparato la notte di San Giovanni, o la notte dell’Ascensione, a base di erbe cotte segrete.

Nel 1579 venne bruciata la strega Dewell di Windsor, il cui gatto Gille era stato testimone dei suoi patti col diavolo.

Nel 1586 anche la Strega Anna Winzelkipfel venne bruciata viva a Bergheim, in quanto colpevole di essersi introdotta, indossando pelli di gatto nero, nella camera di tale Jacques Potter per lanciargli il malocchio.
A Vesoul, nel 1620, la Strega Jeanne Boille confessò di essere in contatto con un potente demone che le appariva sotto le spoglie di un mostruoso gatto nero.
nel 1662, colpevole del medesimo crimine Isabel Gowdie, ad Auldearn, nella contea di Nairn, seguirà la medesima sorte di Jeanne sul rogo.

1681 JFRegnard
JFRegnard

 

Il drammaturgo Jean-François Regnard, a seguito di un viaggio nelle terre lapponi nel 1681, raccontò che in quella terra gli Stregoni vantavano di poter operare sulle persone malvagie una trasformazione: quella in gatti neri, poiché tali animali erano affini al demonio.

1764 voltaire
Voltaire

Qualcosa di diabolico in questo felino era trovato anche dall’illuminista Voltaire che, nel suo dizionario filosofico (1764), trattando delle costellazioni celesti fece notare che non vi si vede mai la costellazione di un gatto, ma sempre di altri animali, quasi i primi fossero perfino banditi dalla volta celeste.

 

 

Infine, non si può non menzionare un’assurda quanto crudele “ricetta” per ottenere una pozione per l’invisibilità: procurarsi una pentola nuova, una pietra d’agata, un gatto nero e dell’acqua attinta da una fontana a mezzanotte in punto. Mettere l’acqua nella pentola con l’agata, quindi metterci il gatto nero tenendo il coperchio con la mano sinistra (altrimenti la ricetta pare non si attivi), lasciar bollire per 24 ore, mettere la carne in un piatto nuovo, e gettarsela dietro le spalle. Guardatevi allo specchio e non vi vedrete più.

Non c’è limite alla crudeltà umana, e alla sua idiozia…!!!


NEL MITO E NELLA TRADIZIONE IL GATTO IMPERA


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FONTE ==>> https://giardinodellefate.wordpress.com/creature-magiche/il-gatto/

 

L’ESOTERISMO DEL GATTO

L’ESOTERISMO DEL GATTO

L’ESOTERISMO DEL GATTO

Il micio è da diecimila anni compagno e amico dell’Uomo, ma i poteri che contraddistinguono questo piccolo carnivoro sono ancora tutti da scoprire.L'ESOTERISMO DEL GATTO

Chiunque ami i gatti sa che questi piccoli felini sono esseri viventi straordinari, capaci di sentimenti e condotte incredibili. Hanno comportamenti eccezionalmente comici che li rendono irresistibili ma compaiono spesso anche in vicende eroiche ai limiti dell’irreale. I poteri definiti impropriamente “magici” rendono questo animale domestico un vero mistero casalingo.

Il gatto infatti è un predatore abilissimo, dotato di capacità fisiche stupefacenti e in parte comunemente note.
gatto saltaBenché si tratti di uno dei più piccoli carnivori della Terra, il gatto è capace di saltare da fermo fino a tre metri d’altezza; può correre raggiungendo punte di cinquanta km orari ed effettuare salti di cinque-sei metri in orizzontale, può cadere da quindici metri senza grossi danni, è in grado di vedere nel buio attraverso “occhi sensibilissimi”, ed è dotato di “baffi-radar” (le vibrisse) in grado di farlo muovere nei cunicoli senza luce nel più assoluto silenzio, grazie ai cuscinetti carnosi posti sotto le zampe.
Le unghie sono sempre affilate grazie alla caratteristica di essere retrattili e hanno la potenza di coltelli. Udito incredibile (in grado di percepire il respiro di un topo a decine di metri sottoterra), olfatto paragonabile a quello di un cane benché soltanto a distanza ravvicinata completano il quadro di una macchina da guerra progettata per cacciare.

Se in natura il gatto selvatico è un animale solitario perché può trovare facilmente anfratti e rocce in cui ripararsi, il gatto addomesticato, nelle più pericolose città, invece ha sviluppato una vita sociale basata su Colonie Feline che possono comprendere decine e decine di individui, che si proteggono e si accudiscono a vicenda. colonia felinaLa vita casalinga in una famiglia umana altro non è che la riproposizione della società base del gatto, quella della mamma gatta che alleva i suoi cuccioli. Nella colonia felina il componente più importante sarà la femmina più anziana; nelle famiglie umane il capofamiglia sarà la persona che si occupa di preparare i pranzi (solitamente, la donna di casa).
Questo atteggiamento matriarcale ha fatto sì che il gatto storicamente fosse apprezzato maggiormente in quelle società più aperte e tolleranti nei confronti della donna, venendo ferocemente avversato in quelle più patriarcali.

Storicamente la sua incredibile giocosità e le sue prestazioni fisiche hanno incantato gli esseri umani fin dalla Preistoria e almeno da diecimila anni scheletri di gatti accompagnano quelli di esseri umani, anche se vi è il dubbio che un primo addomesticamento fosse già praticato dai Neanderthal circa 150mila anni fa.
Il fatto che popolazioni preistoriche umane dedite ai culti sacri alla “Dea Madre” avessero avuto, in tempi remoti, un rapporto forte con il gatto, è importante perché costituì una base culturale, in cui le prime società organizzate, svilupparono un forte legame religioso con questo bellissimo mammifero.

bastetIn Egitto, in Mesopotamia, in India ma anche nel Mediterraneo, tutte le società matriarcali primigenie iniziarono ad adorare il gatto come animale divino. L’esempio per eccellenza sicuramente è quello dell’Egitto, in cui il gatto era personificazione della Dea Bastet. Bastet era alter-ego di IsideHathor, quindi a tutti gli effetti la Dea Madre nel suo aspetto più dolce e materno, contrapposto alla forza spaventosa della Dea-leonessa Sekhmet.
Mentre questa rappresenta la crudeltà più incontrollabile, la mamma gatta Bastet viene raffigurata come una figura umana con la testa di gatto, con ai piedi una cesta piena di adorabili gattini.

Chiunque abbia avuto la fortuna di avere una gatta con i piccoli, sa che il sentimento di protettività assoluto della mamma gatta è qualcosa che non può che commuovere l’essere umano, una specie che analogamente ai felini presta moltissime cure alla prole.
mamma gatta

La mamma sviluppa verso i micini un rapporto simbiotico, quasi che la loro esistenza possa essere più importante della sua. In un ambiente naturale in cui solitamente l’istinto di conservazione è più forte di quello materno, salvo rare eccezioni, il gatto in questo senso diventa davvero un esempio di amore assoluto, come quello che prova la Dea Madre verso i suoi figli.

Anche in Estremo Oriente, specialmente nel Sud-Est asiatico, il gatto divenne un campione di sacralità diventando, anche grazie alle sue doti occulte paranormali, un tramite con la divinità.
Ancor oggi i siamesi sono sacri in Thailandia, per non parlare della razza del Sacro di Birmania, allevato da millenni nei monasteri buddhisti.

Un altro popolo che ebbe grande amore verso i gatti fu quello dei Fenici (e prima ancora i loro mentori, i Micenei), che adottarono i gatti a bordo delle loro navi. Iniziò qui il legame tra il gatto e il mare, elemento odiato da tutti i felini eppure uno dei fattori chiave che contribuì alla sua diffusione mondiale.
Il gatto selvatico africano infatti, addomesticato in Egitto, fu diffuso in tutta l’area mediterranea dalle navi che trasportavano merci già in tempi remoti. In Europa si fuse con il gatto selvatico europeo e qui, in epoche più recenti, fu ampiamente apprezzato anche dai Romani, fortemente patriarcali ma anche assai pratici nella mentalità, che lo impiegarono per la custodia dei granai, analogamente a quanto accadeva in Egitto e in Mesopotamia.
Il gatto “romano” visse un momento di gloria durante l’Impero, quando da animale da cortile divenne un elemento di decoro dello sfarzo imperiale. I Romani anche in questo caso copiarono le usanze orientali, in quanto da secoli in Persia e in India il gatto era partecipe della vita di sovrani e nobili, per via della sua intrinseca bellezza ed armonia.
Selezioni e accoppiamenti mirati crearono razze nuove e indubbiamente da animale utile ed evocativo della Dea Madre, il micio divenne anche uno status-symbol di lusso e prestigio.

gatti e stregheIn Oriente questo atteggiamento rimase fino a tempi moderni; in Europa invece il gatto divenne, a seguito degli assurdi strali dell’Inquisizione, un simbolo del Male, del Satanismo, delle Streghe.
Le Streghe sono state ideologicamente create dal Cristianesimo come figure negative, mentre al contrario erano sacerdotesse pagane, erboriste e guaritrici naturali che furono colpite nella loro condizione per realizzare il duplice scopo di estirpare il paganesimo e fornire al popolo sottomesso un capro espiatorio in cui incanalare le loro ansie e le loro paure.
Parimenti il Satanismo fu creato a tavolino come una religione del male da quella stessa Inquisizione che ipocritamente si faceva portabandiera degli ideali cristiani di amore e tolleranza: un atteggiamento criminoso che ancor oggi ha le sue vittime sacrificali in quei gatti neri che nelle notti attorno alla festa di Ognissanti, il 1° Novembre, vengono massacrati a migliaia dagli adoratori del presunto diavolo, figura ancora una volta inventata di sana pianta da un Cristianesimo degenerato come quello medievale. (Sembra assurdo, ma le associazioni animaliste arrivano al punto di non dare in adozione i gatti neri randagi nelle settimane precedenti questa ricorrenza).

La persecuzione cristiana contro i gatti raggiunse livelli assurdi a partire dalla metà del ‘200, quando vi fu un’estremizzazione della Chiesa contro le pratiche esoteriche, dovuta alla Crociata contro gli Albigesi in cui la Chiesa Romana vide il suo predominio in Occidente messo in pericolo dall’Eresia Catara. Questa radicalizzazione a cuì i contrasti con tutto quanto veniva percepito come una minaccia alla diffusione del Cristianesimo e i gatti finirono nel mirino come esponenti terreni di Satana. Per quanto assurda sia questa considerazione, vennero scritti trattati sulla pericolosità dei gatti, specialmente quelli neri. E così, milioni di felini in tutta Europa vennero rastrellati, uccisi bruciati in massa in enormi roghi nella festa di San Giovanni, il 26 giugno. Una data che come Halloween era una festività pagana legata alla vita e alla fecondità…

Un insulto all’Antica Religione e alla sacralità del simbolo, ma più ancora uno sterminio indiscriminato che ha portato il gatto domestico medievale all’estinzione totale. Il risultato? L’assenza di predatori specifici consentì la proliferazione del ratto nero, un roditore vorace e prolifico che proveniva direttamente dall’Asia portando con sé il terribile morbo della Peste Nera. Questa malattia, che ebbe tassi di mortalità altissimi, si diffuse inizialmente dall’assedio di Costantinopoli da parte di soldati saraceni, che portarono in quell’area i ratti contagiati; una nave genovese, con a bordo i roditori infetti, diffuse il morbo in vari porti.

Grazie alla sporcizia, le condizioni di malnutrizione e l’assoluta assenza di norme igieniche, la Peste Nera spopolò il continente europeo in meno di tre anni, uccidendo venti milioni di persone. L’antidoto fu anch’esso portato dall’Oriente: navi veneziane reintrodussero il gatto andandolo a recuperare direttamente a Bagdad, cuore deli regni musulmani che avevano imparato ad amare i gatti dall’Egitto.

MUEZZAE’ infatti risaputo che Maometto avesse una gatta chiamata Muezza a cui voleva un bene infinito e seguendo il loro Profeta i fedeli islamici presero l’abitudine di ospitare i gatti nelle proprie case.
I gatti soriani derivano il nome dal quartiere siriano della città, Sorian: le caratteristiche erano quelle che siamo abituati vedere nei gatti comuni, con un mantello grigio o marrone tigrato. Non a caso il termine inglese con cui si descrive questa tigratura, “tabby“, deriva dal nome stesso della regione di Bagdad, Attabiyah, che designava nel Medioevo l’attuale Irak.
Introdotto in Europa, il gatto tabby si accoppiò con quei pochi esemplari selvatici non ancora sterminati e in poco tempo riacquistò la sua diffusione originaria. Ma non è un caso che ai picchi di intolleranza e brutalità dell’Inquisizione e delle cacce alle streghe protestanti del Nord Europa faceva riscontro una maggior proliferazione delle epidemie di peste…

Ma perché questa paura, questo terrore dei vertici ecclesiastici per i gatti?
Si tratta dell’ennesima ipocrisia, perché al sicuro nei loro conventi i monaci cristiani allevavano gatti eccezionali come i Certosini che facevano della caccia al topo la loro particolare abilità. Ma al di fuori dei monasteri, la Chiesa temeva nel gatto il suo aspetto magico, la sua capacità di vedere l’invisibile e quindi di essere un valido ausilio nelle pratiche occulte. Come sostenevano gli Egizi, il gatto pare vedere gli spiriti dei morti (chiunque abbia un gatto può riferire come il micio di casa, sonnacchioso e pigro, qualche volta alzi lo sguardo, addirittura a volte ringhi o soffi furiosamente, verso qualcosa che il padrone non scorge). gatto e orbsFantasie del felino, sogni ad occhi aperti? Non proprio. La capacità che i mici riescano a vedere con i propri occhi quel particolare fenomeno che è costituito dagli Orbs, le sfere che appaiono nelle fotografie realizzate con le macchine digitali o con le pellicole più sensibili, è facilmente dimostrabile. Esistono varie foto che mostrano il gatto osservare con curiosità e interesse in direzione delle sfere Orbs, peraltro invisibili all’Uomo. Com’è possibile? Se si trattasse di un difetto ottico dovuto al pulviscolo, come sostengono gli scienziati, come potrebbe il gatto dimostrare interesse o paura per un semplice granello di polvere? Se viceversa si trattasse di entità diverse, non necessariamente spiritiche ma anche solo energetiche, allora la speciale abilità del gatto di percepire vibrazioni e frequenze ignote all’uomo potrebbe spiegarsi in termini scientifici. La particolare sensibilità sensoriale consentirebbe al micio di vedere oggetti e fenomeni che i sensi umani, non particolarmente sviluppati, non riescono a percepire. Non è detto che ciò che non si vede non debba esistere: solo perché gli scienziati non hanno gli strumenti per osservare un fenomeno, non vuol dire che non esista, come invece stupidamente molti di questi soloni affermano. questo potrebbe spiegare una serie di abilità specifiche del gatto, come la sua empatia. Sempre chi possiede un micio ha sicuramente sperimentato che quando non si sta bene, il nostro amico in qualche modo lo “senta” e cerchi di trasmettere energia alla parte malata. Esempio classico è un mal di stomaco, un disturbo intestinale: ecco che il nostro felino si accoccola sulla pancia, donandoci un calore e una sensazione di benessere incredibile. Non a caso oggi si utilizza questa empatia per la celebre Pet Therapy, che cura con successo svariati malanni anche psichici.

reticolo-di-hart

Non è il solo potere che dispone la nostra meraviglia a quattro zampe: caso unico tra gli animali, il gatto cerca di dormire sopra i cosiddetti Nodi di Hartmann, ossia quelle particolari intersezioni delle linee del campo magnetico terrestre che avviluppano tutto il pianeta a intervalli regolari.
Se un uomo sostasse a lungo sopra uno di questi nodi, proverebbe una sensazione di spossatezza: non così il micio, che sembra al contrario rilassarsi in questi nodi evitati da tutti gli altri animali. Perché? Questa percezione del magnetismo è nota in tanti animali, come ad esempio tutti i migratori. Ma il gatto fa di più, è come se fosse in connessione con l’Energia Oscura che permea tutto l’Universo. E’ questo il segreto dei gatti? E’ questo il calore curativo che ci trasmette quando stiamo male? Se pensiamo che questa energia, teorizzata e dimostrata attraverso calcoli matematici ma non ancora avvistata per il già citato deficit sensoriale degli esseri umani, è in relazione con i riti magici ancestrali legati al concetto della Dea Madre, si comprende come gli Egizi avessero potuto divinizzare il gatto come esponente terreno della stessa divinità femminile universale.

Ma in tutto questo, quali sono le conseguenze pratiche? Da un lato, occorre considerare il micio come un essere evoluto, intelligente e sensibile, forse anche più dell’Uomo a livello emotivo. Per tale motivo occorre trattarlo in maniera sempre rispettosa e riverente, comportamento peraltro che si dovrebbe tenere con tutti gli esseri viventi. E dall’altro osservare le sue sfumature e imparare a percepire i mondi sottili, le dimensioni invisibili che ci circondano.


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FONTE ==>> http://renovatio-zak.blogspot.it/2015/02/il-gatto-e-lesoterismo.html

L’ENERGIA MAGICA DEI GATTI

L’ENERGIA MAGICA DEI GATTI

L’ENERGIA MAGICA DEI GATTI

I Gatti hanno una connessione al mondo invisibile della magia.
Come i cani sono i nostri guardiani nel mondo fisico, i gatti sono i nostri protettori del mondo dell’energia.
Durante il tempo che passa sveglio, il gatto va a “ripulire” la casa dai poteri intrusivi, dalle energie negative.
Quando dorme, filtra e trasforma questa energia. Il gatto può stare spesso in luoghi con scarsa circolazione dell’energia vitale Prana o Chi e attiva questa zona.
Molte volte il gatto è totalmente concentrato che vede cose che noi non vediamo, come insetti microscopici o esseri di altre dimensioni.
Molte volte il gatto va in un posto isolato dalla casa e comincia a miagolare, non è solo attenzione che vuole, è una sorta di avvertimento che sta dando: deve migliorare la qualità dell’energia in quel posto.

I nostri problemi, il nostro sforzo quotidiano sono assorbiti dal gatto. Quando il posto è molto carico di energia negativa, non è raro che il gatto si ammala. Chiaro che il gatto non è il solo responsabile per il bilancio energetico della casa.
Quanto più armonia esiste nel vostro ambiente, meno energia negativa avrà bisogno di filtrare e di conseguenza sarà più felice, più sano.

Quando dormiamo i nostri corpi astrali sono separati dal corpo fisico e vanno nella quinta dimensione, la dimensione senza tempo e spazio: la dimensione in cui siamo quando sogniamo.
A causa della mancanza di formazione e preparazione, grande la maggior parte del tempo non vediamo questa dimensione come lei è, ma tendiamo a “travestire e codificare i contenuti inconsci e psichici”.
I gatti spesso ci accompagnano in questi viaggi astrali o proteggono il nostro corpo astrale, oltre a proteggerci da spiriti indesiderati quando noi stiamo dormendo. Queste sono le ragioni perché a loro piace dormire nel letto con noi.

L'ENERGIA MAGICA DEI GATTI

I Gatti monitorizzano la nostra evoluzione.

Durante la convivenza con noi, trasmettono informazioni a dimensioni superiori, perché fungono da radar e trasmettitori.
Inoltre, come trasformatori di potenza aiutano nella guarigione, giocando un ruolo simile a quello dei cristalli.

I Gattini sono insegnanti, ci insegnano ad amare. Un amore libero e non sottomesso, rispettosa delle differenze.
Perché così tante persone hanno difficoltà a vivere con i gatti?
In primo luogo, devi conquistare la fiducia del gatto. Poi, devi imparare a rispettarla. Esso vi mostrerà affetto quando davvero ve la meritate .
I Gatti riflettono amore.

Dal punto di vista energetico, le persone che hanno un’allergia ai gatti sono persone che hanno difficoltà a lasciare che l’amore entri nella loro vita.
Secondo Caroline Connor, se ci sono molte persone nella famiglia e un gatto unico, esso può essere sovraccaricato di tutte le negatività. Quindi è bene avere più di un gatto per dividere il carico – Se non avete un gatto e improvvisamente ne hai uno nella tua vita, è perché hai bisogno di un gattino in quel momento specifico. Il gatto è venuto a voi per qualche motivo.


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FONTE ==>> http://www.rivelazioni.com/riflessioni/gatti.shtml

SUPER VISIONE DEI GATTI

SUPER VISIONE DEI GATTI

SUPER VISIONE DEI GATTI

I gatti possono vedere qualcosa che noi non possiamo vedere. Ce lo dice la scienza.
Da sempre i gatti sono considerati animali mistici e misteriosi grazie al loro corpo elegante e super atletico e al loro sguardo in grado di catturare l’attenzione di chiunque.

Oggi ci sono degli studi che dimostrano che i gatti sono ancora più misteriosi e intriganti: riescono infatti a vedere cose che i ai nostri occhi sono invisibili come “striature psichedeliche” sui fiori e “colori stupendi” sulle ali degli uccelli.
Il segreto dietro la “Super Visione” dei nostri amici a quattro zampe è la luce UV . Secondo un recente studio i gatti , così come i cani e altri animali , possono percepire questo tipo di luce completamente invisibile all’occhio umano.

ronald douglas“Ci sono un sacco di cose che riflettono i raggi UV che alcuni animali sono in grado di vedere mentre noi no”

ha detto Ronald Douglas , professore di biologia della City University di Londra, autore dello studio . Per esempio i gatti possono vedere alcuni pattern sui fiori che mostrano dov’è il nettare e le tracce di urina di un animale. Inoltre , le renne vedono gli orsi polari immersi nella neve perchè quest’ultima riflette i raggi UV, al contrario della neve.
Quindi gatti, cani e renne sono in grado di individuare un animale con la pelliccia bianca laddove un essere umano vedrebbe solo una distesa di neve bianca.

ultraviolettiDa parecchi anni ormai la scienza ha confermato che molti invertebrati (ad esempio le Api) sono in grado di vedere la luce ultravioletta mentre si pensava che i mammiferi non ne fossero in grado perchè non hanno un pigmento visivo sensibile ai raggi UV bensì simile a quello umano che impedisce alla luce ultravioletta di penetrare nella retina.

Il professore ha spiegato che i pigmenti visivi assorbono la luce e la trasformano in attività elettrica che a sua volta viene trasmessa alle cellule nervose . Il suo studio però ha dimostrato che non sono sempre necessari per vedere la luce ultravioletta, in alcuni casi la cornea e il cristallino sono in grado di assolvere il compito dei pigmenti.
Questi risultati potrebbero spiegare come mai i gatti mostrano tanto interesse per oggetti comuni come un foglio di carta: le sostanze chimiche aggiunte alla carta, ai tessuti, ai detersivi per bucato , agli shampoo ecc rendono gli oggetti più brillanti e una volta che hanno assorbito la luce ultravioletta risultano molto interessanti agli occhi dei gatti bili ai raggi UV
E noi che pensavamo che fossero solo un po’ pazzerelli! Quante volte è capitato di fermarsi a osservare un gatto che faceva cose strane come osservare una parete bianca per 5 minuti di seguito?! Ora sappiamo il perchè.super visione dei gatti


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FONTE ==>> http://blog.pagine-verdi.com/i-gatti-vedono-cose-invisibili/

I GATTI HANNO POTERE DI GUARIGIONE E TRASFORMAZIONE

I GATTI HANNO POTERE DI GUARIGIONE E TRASFORMAZIONE

I GATTI HANNO POTERE DI GUARIGIONE E TRASFORMAZIONE

I Gatti con il loro misterioso fascino popolano i miti di tutto il mondo fin dall’antichità, ritenuti possedere poteri magici e qualità soprannaturali. La scienza oggi dimostra che non sono solo leggende, i gatti possono migliorare la qualità della nostra vita e dell’ambiente in cui viviamo.bastet_shasti

Nell’antico Egitto il gatto era legato principalmente alla dea Bast (o Bastet) ed era simbolo della femminilità, della sensibilità e della magia; proteggeva, inoltre, i bambini, l’amore, la fertilità, la famiglia e la casa. In tutte le culture antiche troviamo riferimento ai gatti e ad esempio in India la dea Shasti è una divinità felina simbolo di fertilità e maternità.

Gli scienziati hanno analizzato gli effetti terapeutici delle fusa scoprendo qualcosa che può davvero sorprendere chi non ha mai avuto gatti.

Le fusa, infatti, vibrano tra i 25 e i 50 hertz, dando sollievo a chi soffre di reumatismi infatti è la stessa frequenza usata in ortopedia. Per quanti soffrono di pressione alta, invece, può rivelarsi utile semplicemente accarezzare il proprio micio per veder diminuire il ritmo cardiaco. E’ stato dimostrato essere un valido rimedio contro lo stress, l’ansia e la depressione. Molto benefico anche per l’insonnia, la sua vicinanza costituisce uno dei più potenti sonniferi naturali.

veronique aiacheVéronique Aiache nel libro La Terapia delle Fusa afferma: “Sapevamo che accarezzare un gatto fa abbassare la pressione arteriosa e il ritmo cardiaco. Avevamo constatato anche che le fusa del gatto hanno un effetto calmante sul bambino che si muove nel ventre della madre. Studi più recenti rivelano che le fusa faciliterebbero inoltre la guarigione di disturbi osteoarticolari, muscolari, tendinei e respiratori”.

Ma il gatto avrebbe un ruolo ancora più sottile nel migliorare la nostra vita e koban maneki nekoproteggere la nostra casa. Sebbene non sia stato ancora dimostrato, nella cultura orientale dove sono comunemente accettati concetti di Prana e chi che descrivono l’energia sottile che penetra tutta la realtà, è risaputo che il gatto è fonte di energia positiva, assorbe le energie negative e le purifica armonizzando l’ambiente. Nella cultura orientale sono molto diffuse le statuine di “Maneki-neko” (il gatto portafortuna) oppure dei “bar dei gatti” giapponesi, veri e propri locali dove, oltre a prendersi un tè, si può accarezzare un gatto.

loris castagnoliLoris Castagnoli, terapeuta e dedito da anni al lavoro con le energie sottili, spiega come i gatti ci proteggono e assistono: “Proprio come i cani, che sono i nostri guardiani nel mondo fisico e darebbero la loro vita per salvarci, i gatti sono i nostri protettori dell’energia spirituale e farebbero di tutto per proteggerci quando la nostra energia si abbassa. Quando siamo svegli, il gatto “ripulisce” la nostra casa dalle energie intruse. Quando dormiamo, filtra e trasforma quest’energia. Spesso il gatto cerca e guarda nel “nulla”… vede le cose che noi non vediamo. Spesso, il gatto che va in una casa che non conosce inizia a miagolare, non lo fa solo per attirare l’attenzione, è una sorta di avvertimento che sta dando: sente che la qualità di energia deve migliorare in quel posto”.

I gatti di solito ci accompagnano e ci proteggono in questi Viaggi Astrali [durante il sonno il corpo astrale e fisico si staccano], oltre a prendersi cura di noi contro le energie spirituali indesiderate mentre dormiamo. Queste sono le ragioni per il quale a loro piace dormire con noi nel letto.
I GATTI HANNO POTERE DI GUARIGIONE E TRASFORMAZIONEIl gatto è un trasformatore di energia che aiuta nella guarigione. Ci insegna ad amare. Non a sottometterci, ci insegna quell’Amore gratuito che fa la differenza. Infatti tante persone hanno difficoltà a vivere con i gatti trovandoli “animali interessati”. In primo luogo, si deve guadagnare la fiducia del gatto. Quindi bisogna imparare a rispettarla. Dopo di ché vi mostrerà affetto quando si è realmente pronti.
Dal punto di vista energetico, le persone che sono allergiche ai gatti sono persone che nella loro vita hanno difficoltà a lasciarsi andare all’amore e alla sensibilità e sensualità. Secondo Caroline Connor, se ci sono molte persone nella famiglia e un solo gatto, questo può sovraccaricarsi ad assorbire tutte le negatività. In questi casi è bene avere più di un gatto per dividere il carico tra loro.
“Ho parecchi gatti attorno casa e la loro presenza silenziosa è decisamente positiva. Adoro accarezzarli e sentirli fare le fusa, sono momenti davvero gioiosi nella loro semplicità. Se non avete dei gatti forse ora avete parecchie buone ragioni per prenderli”.


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FONTE ==>> http://www.dionidream.com/i-gatti-hanno-un-potere-di-guarigione-e-trasformazione/

I GATTI NELLE EPOCHE

I GATTI NELLE EPOCHE

I GATTI NELLE EPOCHE

Origine del gatto domestico

Il gatto domestico ha origini africane ed è autorevole membro dei Felidi, probabile risultato dell’incrocio tra il Felis Sylvestris e il Felis Lybica. Appartiene ai mammiferi, all’ordine dei carnivori, alla famiglia dei felini, al genere Felis, alla specie Felis catus. Quando si insediò nell’Egitto dei Faraoni il gatto aveva sulle spalle cinquanta milioni di anni di vita e di esperienza ma di tutta la famiglia dei Felidi è il solo rappresentante ad aver accettato di convivere con l’uomo. Per questo il nome scientifico del gatto è “Felis domestica”. Una volta che l’uomo ne ha capito l’utilità il gatto è diventato presenza importante nella società, soprattutto per la caccia ai topi, portatori di epidemie.

50 Milioni di Anni Fa

MiacisCinquanta milioni di anni fa viveva un animale selvatico dal corpo allungato e dalle zampe corte denominato dalla scienza Miacis. Questa specie era l’antenato del gatto, del cane e dell’orso. Da una ramificazione di questa famiglia, oggi estinta, si è sviluppato il genere Felis al quale appartiene il gatto. Dal gruppo di questi Felidi e con la conseguente sua evoluzione si è sviluppato un felino chiamato Dinictis, un autentico gatto simile a quello moderno, ma di proporzioni più grandi, dalla forte dentatura e dal cervello non molto sviluppato. Attraverso lo studio di alcuni reperti si fa risalire la comparsa del Gatto Dinictis in alcune aree della terra a circa 10 milioni di anni fa, ancor prima dunque dell’apparizione dell’uomo, del cane, del cavallo, del bue, del maiale. Quando però questi animali iniziarono a far parte della vita dell’uomo nella preistoria, del gatto non si percepiva ancora la presenza. Il gatto continuava ad evolversi autonomamente, in modo indipendente senza lasciarsi schiavizzare. Nel momento in cui nel corso dei secoli il gatto si è avvicinato all’uomo lo ha fatto ad alto livello da “signore di corte”.

25 Milioni di Anni Fa

Smilodon_fatalis_SergiodlarosaCompare lo Smilodon detto anche “gatto con i denti a sciabola”, animale considerato antenato del gatto anche se somigliante di più ad una tigre che ad un gatto per la sua lunghezza superiore anche al metro. In Nord America furono trovati molti scheletri di Smilodon, esemplare di mammifero con denti grossi e cervello piccolo, diretto discendente dell’evoluzione dei “Titanotheres”, mammiferi del primo Cenozoico.

18 Milioni di Anni Fa

Pseudaelurus-11

Lo “Smilodon” si evolse in “Pseudaelurus”, molto più simile nell’aspetto al gatto dal quale derivò poi il primo animale moderno del genere Felis da cui discendono tutti i gatti: “l’Acinonyx“.

10 Milioni di Anni Fapallas

Nelle foreste iniziarono a vedersi felini come il leone, le tigri ed i leopardi mentre tra i primi gatti moderni comparve il Martelli, oggi estinto, e il gatto di Pallas”, esemplari con un corpo simile a quello degli attuali gatti con un cervello grande.

Tra i 900.000 ed i 600.000 Anni Fa

Nelle foreste c’era il Felis Silvestris, gatto selvatico europeo, dal carattere riservato e selvatico. Con le glaciazioni si spinse verso le regioni più interne diminuendo le sue dimensioni. Con il ritirarsi dei ghiacci questo gatto rimase isolato nei vari continenti. In Africa diventò Gatto del Deserto e Gatto Selvatico Africano, in Asia Gatto del Deserto Cinese e Gatto della Giungla. Mentre il gatto selvatico Europeo rimase a debita distanza dall’uomo, il gatto selvatico africano, Felis Lybica, iniziò ad avvicinarsi anche ai centri abitati, ragion per cui si pensa sia il gatto selvatico africano, originario della valle del Nilo, il progenitore dell’attuale gatto domestico.Tra i 900.000 ed i 600.000 Anni Fa

Nel 3000 a.C.

Questo antico animale intraprende il suo alto e dignitoso rapporto con l’uomo, facendosi persino divinizzare dagli antichi egizi. Gli antichi Egizi erano convinti che alcune divinità assumessero le sembianze del gatto e i grandi sacerdoti dal comportamento del gatto traessero messaggi divini. Era il Felis Lybica, il primo esemplare non ancora del tutto civilizzato ma molto vicino ad esserlo. Gli fu attribuito un nome onomatopeico “Mau”. Nel III millennio a.C. nasce l’Identità Domestica del gatto.

Dall’Egitto, alla Grecia, all’Europa, all’Asia

Tramite i contatti commerciali con gli Egizi il gatto fu conosciuto dai Greci. Allora in Europa i topi venivano combattuti dalle donnole e dalle puzzole, animali selvatici poco gradevoli.
Quando si scoprirono le qualità del gatto, bello, domestico, pulito, inodore e ottimo cacciatore, in Grecia lo avvolsero con entusiasmo. Siccome gli Egizi non vendevano i gatti perché considerati divini, i Greci furono costretti a rubarne cinque o sei coppie per portarle in patria.
Dopo qualche anno furono in grado di vendere gatti ai Romani, ai Galli, ai Britanni.
Dall’Egitto così il gatto arrivò in tutta Europa e in Asia.
In Giappone il gatto fu apprezzato per la sua bellezza e come simbolo di pace e fortuna. Anche gli Arabi ben presto iniziarono ad accogliere il gatto con stima e rispetto. Amato e divinizzato dagli Egizi, tenuto in alta considerazione estetica e spirituale in Asia, utilizzato e difeso in Europa, il gatto era tuttavia atteso da un periodo drammatico: il Medioevo.
In questo periodo venne coinvolto in stragi e persecuzioni perché considerato simbolo del Demonio e delle streghe.

Il Gatto e la Superstizione nel Medioevo

Gatti medioevoDurante il Medioevo i gatti furono solitamente temuti e odiati, soprattutto a causa delle loro abitudini notturne e solitarie, per le quali si credeva fossero degli inviati del demonio sulla terra. Nella mentalità popolare i gatti, soprattutto se neri, erano considerati animali satanici al servizio di streghe e fattucchiere. Questo accostamento con l’occulto e la stregoneria è stato responsabile di molti atti di crudeltà e persecuzione nei confronti dei gatti che subirono ingiustamente atroci sevizie e torture di ogni sorta, condividendo spesso il martirio con i loro padroni.

Nel ‘700

Demonizzato dalla Chiesa cattolica fin dal Medioevo il gatto dovette aspettare il Settecento per occupare un posto di rilievo nell’arte europea.
In epoca medievale infatti il gatto era visto come simbolo del maligno e compare in miniature di origine pagana più che cristiana. Nell’arte cristiana il gatto simboleggia l’inganno e il peccato come raffigura il Ghirlandaio e il Tintoretto nelle loro rappresentazioni dell’Ultima Cena dove il gatto si trova ai piedi di Giuda. Nella xilografia “Adamo ed Eva” di Durer il gatto viene associato ad Eva come simbolo di malvagità e peccato. Nel Settecento cambia lo stereotipo del gatto come immagine del peccato e compare nelle nature morte di J.B. Chardin dove viene evidenziata la golosità e l’opportunismo dei gatti. Nelle contemporanee stampe di W. Hogart vengono mostrati gli abusi fatti sui gatti dall’uomo. Il Tiepolo invece ne sottolinea la sensualità e frivolezza. Leonardo da Vinci prima e J.B.Oudry dopo raffigurano il gatto con estremo realismo e precisione. (( PER VEDERE LE OPERE CLICCA QUI))

Nell’800

PRIMA ESPOSIZIONE GATTI LONDRA 1871Nel 1800, superate le stragi del Medioevo, comincia il riscatto del gatto che torna ad essere un animale da compagnia, compagno dell’uomo e apprezzato per la sua bellezza e regalità tanto che ebbero inizio anche le Prime Esposizioni, la prima a Londra il nel 1871.
L’Ottocento vede emergere l’interesse per i ritratti di gatti soprattutto tra i pittori olandesi così come l’attenzione per il loro comportamento. La sensualità del felino sarà invece al centro della pittura degli impressionisti come Renoir e Manet, ad esempio nell’opera Olympia dove una prostituta è raffigurata accanto al gatto.

Nel ‘900

david-hockney-mr-and-mrs-clark-and-percy (1)Nel Novecento rinasce l’attenzione dell’arte verso il mondo felino. Gli espressionisti come F. Marc esasperano e stilizzano alcuni aspetti del comportamento dei gatti mentre in opere di P. Picasso vengono messe in luce le doti da predatore. Pittori surrealisti come l’inglese Leonora Carrington sono attratti dal fascino mistico del gatto. Marc Chagall combina invece l’arte popolare russa con le influenze di Parigi dando una interpretazione più personale. Il gatto più famoso dell’arte contemporanea è il bianco protagonista di “Mr and Mrs Clark and Percy”, opera molto amata dal pittore britannico David Hockney.


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FONTE ==>> http://www.tuttosuigatti.it/arte.html
FONTE ==>> http://www.veterinariogennaro.it/news.php?id=36
FONTE ==>> http://www.fanpage.it/i-gatti-piu-famosi-della-storia-dell-arte/

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