I Sacrifici Umani di Dio

I Sacrifici Umani di Dio

I Sacrifici Umani di Dio

Oggi qualsiasi persona sana di mente e ragionevole potrebbe pensare che atti religiosi come l’immolazione di animali innocenti, per placare l’ira di un dio superiore, o un sacrificio umano, lo spargimento di sangue per il perdono degli errori, l’uccisione di massa di bambini e neonati, il genocidio di interi popoli stranieri, sono crimini abominevoli e depravati di un culto satanico e perpetrati solo dalle persone più malate e demonizzate.

Risultati immagini per sacrifici umani bibbiaQualsiasi uomo di buon senso considererebbe tutte queste pratiche raccapriccianti, il ​​picco della perversione. La maggior parte delle persone normali crederebbe che tutte le atrocità sopra elencate siano azioni di Satana stesso.

Tuttavia, è interessante notare il fatto che tutte queste pratiche orribili sono stati stabiliti dal Dio biblico nella prima religione ebraica, e costituiscono la parte centrale del giudaismo autentico e sono documentati ampiamente nella Bibbia stessa e attribuiti al Signore.

I praticanti del giudaismo credono che Yahweh è giusto, e i seguaci del cristianesimo affermano che il loro dio è un essere perfetto e infinitamente benevolo e il padre amorevole dell’uomo.
Sulle pareti delle chiese cristiane si trovano spesso placche propagandistiche che dicono “Dio è amore” o “il Signore è misericordioso“.

I cristiani in genere citano versetti della Bibbia come Giovanni 3:16 che dice “il Signore ama il mondo, che ha sacrificato il suo Figlio unigenito per la salvezza” e 1 Giovanni 4: 7-12 il cui messaggio è che “il Signore è la fonte dell’amore“.
Tuttavia, è evidente che non conoscono la Bibbia nella sua interezza, non la leggono in modo onesto e obiettivo e credono ciecamente nelle dichiarazioni ingannevoli dei loro sacerdoti e pastori che sono basate su versetti selettivi.

La Bibbia letta nella sua interezza non insegna che Yahweh è amore! Questa è solo una pia menzogna della teologia cristiana ortodossa.

La Bibbia dice chiaramente che Yahweh è un dio arrabbiato e intollerante (Salmo 78), belicoso e militarista (Es 15: 3; Ps 2: 1-12; Dt 7: 23-24), omicida (2 Re 2: 23-24), genocida (Esodo 32: 27-28; Deuteronomio 20: 11-17), insensibile e crudele (1 Samuele 15: 2-3), infido (Ezechiele 20: 25-26 ), infanticida (Sal 135: 8; 137 : 9; Esodo 12:29) e intossicato dalla sua concupiscenza per il sanguinoso sacrificio (Levitico 1: 5-9).

La Bibbia chiarisce che il dio degli ebrei non è un dio di amore ma un tiranno violento, sanguinario e spietato.

Lo disse anche Gesù, quando i Farisei lo accusavano di adorare il Diavolo:
Giovanni 8:39 … “Il nostro padre è Abramo”. … 41 “noi abbiamo un solo Padre, Dio (Yahweh)!”…. 48 “Non diciamo con ragione noi che sei un Samaritano e hai un demonio?”.
42 Disse loro Gesù: “Se Dio fosse vostro Padre, certo mi amereste… 44 voi che avete per padre (Yahweh) il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui. Quando dice il falso, parla del suo, perché è menzognero e padre della menzogna.

Se qualcuno crede ancora che la divinità giudeo-cristiana sia un’entità benevola e amorevole, allora si sta imbrogliando, ha inghiottito una menzogna professionale e non è onesto a livello intellettuale.

La stessa Bibbia rivela che Yahweh è un vero demone!

La verità è che l’immoralità e la crudeltà del Dio biblico non conoscono limiti.
Lontano dalla fantasia dei piccoli pastori e teologi evangelici che pensano che il loro dio è l’epitome di amore e gentilezza, il Signore Yahweh è in realtà un dio guerrafondaio e tirannico, con una sete insaziabile di conquista.

Non solo gode nell’invadere territori stranieri, ma arraffa sadicamente anche molte prede grazie alle vittime del suo popolo eletto. Secondo la Bibbia, il Signore comanda gli israeliti, non solo di uccidere i guerrieri uomini dei villaggi circostanti, ma anche di massacrare spietatamente donne disarmate, indifesi anziani, bambini piccoli e anche i neonati (1 Samuele 15: 2-3; Deuteronomio 2: 33-34; 07:16; 13:15; Giosuè 6:21; Ezechiele 9: 5-7; Isaia 13: 15-18).

Immagine correlataIn aggiunta, lo stesso dio demone e depravato, consiglia ai suoi eletti che, nel momento in cui abbiano conquistato un popolo e ucciso tutti i ragazzi e immolate tutte le donne “deflorate“, essi, per legge di Dio, devono prendere per se stessi tutte le ragazze vergini, come se fossero stivali da guerra (Numeri 31: 17-18).

Yahweh permette ai suoi guerrieri ebrei di rapire e violentare le vergini straniere.

A peggiorare le cose, il dio degli ebrei è un sionista militarista originale, poiché il suo piano per il suo popolo ebraico è sempre stato il dominio del mondo ebraico e la conquista di tutte le nazioni gentili della terra:
Salmo 2: 8 “Chiedi a me, ti darò in possesso le genti e in dominio i confini della terra. 9Le spezzerai con scettro di ferro, come vasi di argilla le frantumerai”.

In breve, la divinità giudeo-cristiana Yahweh è, secondo la Bibbia, un’entità belligerante che gode dell’uccisione di innocenti e addirittura esige l’uccisione di bambini piccoli e neonati.

Che tipo di mostro potrebbe chiedere l’uccisione di un bambino innocente e indifeso?

Se alcuni di voi credono ancora che un infanticida degenerato come Yahweh sia un dio d’amore e degno di lode, allora non avete onestà e vi dico che avete sacrificato la vostra umanità per una menzogna flagrante.

Qualunque persona civile sa che il sacrificio della vita innocente è totalmente immorale. Infatti, per la maggior parte delle persone il massacro rituale degli esseri viventi è una pratica che è associata alle sette sataniche del nostro tempo.

Tuttavia, troppe persone hanno dimenticato che il sacrificio animale è sempre stata la questione centrale e il nucleo essenziale dell’ebraismo biblico.
La verità è che il culto di Yahweh è caratterizzato dalla continua immolazione di creature come pecore e buoi. Nei templi di Yahweh il sacrificio animale veniva offerto ogni giorno per placare la sua rabbia ardente ed espiare la trasgressione della legge mosaica.

Nel giudaismo antico sono stati eseguiti almeno cinque diversi tipi di pratiche sacrificali:

I Sacrifici Umani di Dio1) Olocausto: un “olocausto perenne” di animali (maschi senza difetti) presso l’altare del tempio e il tabernacolo, al momento di preghiera, allo scopo di lodare Yahweh e mostrargli amore e devozione (Numeri 28/29 – Levitico 1);

2) Oblazione di cibo: usata in ambito secolare, per esempio quando si portava un dono ad un sovrano, o quando si voleva onorare (per rispetto o timore) qualcuno. Era un atto di dedicazione e consacrazione a Dio come Salvatore e garante del patto. Era simbolo di ringraziamento e obbedienza (Levitico 2 – Numeri 28/29)

3) Sacrificio di Ringraziamento: (maschi o femmine senza difetti) era un’offerta di pace, un occasione per essere gioiosi di fronte a Dio (a dire dei credenti). Un sacrificio di festa il cui scopo era ringraziare la presunta grazia e la misericordia del Dio d’Israele
Ad un atto di benedizione di Dio l’uomo rispondeva con un sacrificio di ringraziamento/pace (Levitico 3)

4) Sacrificio per il peccato: (giovenco senza difetto) era un’offerta di espiazione, una pratica sacrificale particolarmente sanguinosa in cui il peccatore immolava un animale del suo bestiame sull’altare del Signore per il perdono dei suoi peccati o la trasgressione di uno dei comandamenti o delle leggi che riguardano Dio (Levitico 4)

5) Riparazione per la Trasgressione: (pecora o capra femmina) se qualcuno peccava contro qualcosa di santo che apparteneva a Dio, o dava una falsa testimonianza, commetteva un furto, o un inganno, ecc… , doveva sacrificare una pecorella e una capretta per avere il perdono (Levitico 5)!

Non sarebbe un’esagerazione se dicessimo che il continuo spargimento di sangue in modo rituale era il fondamento della religione ebraica biblica.

Infatti, la Bibbia spiega apertamente che Yahweh si compiace dei sacrifici sanguinosi e macabri (Genesi 8: 20-21, Levitico 1: 5-9, Numeri 18: 17-19). È come se fosse affascinato dall’immolazione della vita innocente.
È evidente che il dio degli ebrei è un’entità carnivora e di natura predatoria poiché nella Genesi rifiuta l’offerta vegetale di Caino e si diletta nel sacrificio animale di Abele (Genesi 4: 3-5).

Inoltre, a volte le immolazioni rituali jehovitiche divennero enormi ecatombe.
Il Primo Libro dei Re racconta che il re Salomone e il suo sacerdozio regale jehovítico hanno ucciso più di 22.000 bovini e 120.000 pecore nel tempio del Signore in un periodo di due settimane (1 Re 8: 62-64).

Il dio ebraico ha sempre avuto sete di sangue immolato!

Tuttavia, a prescindere dal fatto che il sacrificio di animali per lavare via i peccati è qualcosa di totalmente immorale e abominevole, pochissime persone sanno che uno dei segreti inquietante della Bibbia è che Dio (Yahweh) a volte chiedeva e accettava il sacrificio degli umani .

In Esodo, il secondo libro del Pentateuco, abbiamo trovato alcuni riferimenti agghiaccianti riguardanti la pratica dell’infanticidio rituale ordinato da Yahweh stesso, in cui i fedeli hanno dovuto sacrificare i loro figli primogeniti come offerta al loro signore, proprio come fanno per i primogeniti del loro bestiame, al fine di commemorare l’uccisione dei primogeniti maschi in Egitto: 

Esodo 13: 1 Il Signore disse a Mosè: 2″Consacrami ogni primogenito, il primo parto di ogni madre tra gli Israeliti – di uomini o di animali -: esso appartiene a me”.; … anche 12-15.

In Levitico, lo stesso dio sanguinario spiega che nessun uomo, animale o di un campo in possesso di proprietà di un Ebreo che è stato consacrato a lui possono essere salvati,

ma sicuramente muoiono senza remissione:

Levitico 27: 28 Nondimeno quanto uno avrà consacrato al Signore con voto di sterminio, fra le cose che gli appartengono: persona, animale o pezzo di terra del suo patrimonio, non potrà essere né venduto né riscattato; ogni cosa votata allo sterminio è cosa santissima, riservata al Signore. 29 Nessuna persona votata allo sterminio potrà essere riscattata; dovrà essere messa a morte.

Nel primo libro dei Re, vediamo di come Yahweh chiede l’immolazione della vita dei figli degli Ebrei per la santificazione delle città, al momento della sua ricostruzione. Questi versetti dicono che Chiel di Betel ricostruì Gèrico, ed esso ricevette il castigo annunziato da Giosuè 6:26 .. “Maledetto davanti al Signore l’uomo che si alzerà e ricostruirà questa città di Gèrico! Sul suo primogenito ne getterà le fondamenta e sul figlio minore ne erigerà le porte!”
e così fù…
1 Re 16: 34 “Nei suoi giorni Chiel di Betel ricostruì Gèrico; gettò le fondamenta sopra Abiram suo primogenito e ne innalzò le porte sopra Segub suo ultimogenito …”

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L’archeologia biblica rivela, che questa pratica barbara di seppellire i corpi dei bambini sacrificati nelle fondamenta degli edifici, era molto comune nelle regioni di Megiddo, Gerico e Guerer in Palestina (B.A. Turaiev, ‘The East classica’).

L’esempio più spaventoso della pratica di sacrificio umano si trova nel libro dei Giudici, in cui l’Israelita Jefte, dopo essere stato istigato dallo spirito del Signore, fece voto a Yahweh promettendo di sacrificare in olocausto la prima persona che lasciare la propria casa, in cambio della vittoria nella guerra contro i nemici di Israele

Giudici 11:30 Iefte fece voto al Signore e disse: “Se tu mi metti nelle mani gli Ammoniti, 31la persona che uscirà per prima dalle porte di casa mia per venirmi incontro, quando tornerò vittorioso dagli Ammoniti, sarà per il Signore e io l’offrirò in olocausto”.

Yahweh adempì alla sua promessa e Iefte tornò alla sua casa vittoriosa. Tuttavia, purtroppo la prima persona che ha lasciato la sua casa non era altro che la sua amata figlia, e il povero Jefte fù stato costretto ad offrirla in olocausto al suo dio depravato (Giudici 11: 34-40).

La verità è che uno studio approfondito della Bibbia ebraica rivelerà che il sacrificio umano era un’usanza comune nel culto ebraico originale.
Questa orribile rivelazione non dovrebbe sorprendere gli studiosi che hanno una buona comprensione della storia della regione della Palestina.

Studi archeologici dimostrano che anche nel 2′ millennio aC la divinità semitica El, il re del pantheon levantina e precursore di El-Yahweh della Bibbia, era un dio associato a rituali di sacrifici umani, e il cui culto è stato caratterizzato dall’olocausto del primogenito (Olyan Saul, 1988).
Lo stesso culto sacrificale continuerà tra gli ebrei nel giudaismo primitivo (Smith, 2002).

Vediamo che il sacrificio cruento sia animale che umano, è sempre stato saldamente radicato nella religione jehovítica originale.

I Sacrifici Umani di DioÈ più probabile che Yahweh non solo abbia goduto dei sacrifici per il proprio divertimento, ma abbia anche avuto bisogno di nutrire la sua energia a livello astrale.

Ricorda che nel corso della storia alcune scuole esoteriche, come quello gnostico, insegnano che il male Yaldabaoth, demiurgo associato al Dio ebraico Yahweh ed i suoi predatori Arconti, si nutrono della sofferenza umana e l’energia viene trasferita attraverso i culti religiosi demiurgici.

Gli ebrei e i cristiani hanno fatto tutto il possibile per nascondere questo segreto vergognoso della proprio religione, e inventano qualsiasi scusa e menzogna pur di convincerci che non ci sono sacrifici umani nelle Sacre Scritture, e garantiscono invece che tutti i versetti biblici citati qui, ad esempio, sono “fraintesi”!

… anche se diversi passaggi della Bibbia stessa affermano chiaramente che ci sono stati molti sacrifici umani ordinati da Yahweh e persino descritti con dei raccapriccianti dettagli.

Gli apologeti nelle chiese citano spesso la Bibbia in modo selettivo e quindi i loro ministeri sono ingannevoli.
Sono disposti a dire qualsiasi cosa per giustificare il comportamento malvagio del loro dio misantropo. Impiegano tutti i loro sforzi per difendere qualcosa che è completamente immorale, e lo presentano come qualcosa di morale e giusto. Così hanno solo sacrificato la propria umanità e il loro comportamento è alquanto vergognoso!

Ma il suo orrore non finisce qui;

oltre alle sue orrende richieste, Yahweh mente al suo popolo istigandolo ad offrirgli sacrifici infanticidi, solo perchè non avevano adempiuto alle sue leggi, ma fatto l’orribile atto, Dio non li perdona lo stesso!

Ezechiele 20:25 Allora io diedi loro perfino statuti non buoni e leggi per le quali non potevano vivere. 26 Feci sì che si contaminassero nelle loro offerte facendo passare per il fuoco ogni loro primogenito, per atterrirli, perché riconoscessero che io sono il Signore.

Come sappiamo già, la frase biblica di “passare per il fuoco ogni loro primogenito” è un riferimento all’olocausto dei bambini, un tipo di sacrificio in cui la vittima viene completamente bruciata e offerta al Signore. …. Tale è la contorta moralità del malvagio Dio degli ebrei!

Molte persone ingenue considerano la cultura giudeo-cristiana una fonte di sani valori morali.

Queste persone difendono la Bibbia per ragioni etiche.
Nelle società occidentali siamo condizionati a credere che le cosiddette Sacre Scritture sono un manuale per raggiungere la santità.

Tuttavia, una volta pienamente compresa la legge biblica, che il Signore ha rivelato a Mosè sul monte Sinai, comprendiamo che non è in alcun modo un codice morale autentico, ma piuttosto un manifesto politico, quasi il cui vero scopo è la giustificazione per la dittatura tirannica del despota cosmico Yahweh.

10 comandamentiLa Legge mosaica sembra essere un manuale etico a prima vista, ma in realtà non tenta di stabilire un sistema morale autentico e coerente, ma cerca solo di giustificare le discutibili usanze del culto Jehovitico. La moralità di Yahweh non ha coerenza.

Ad esempio come 5′ comandamento dice di “Non Uccidere“, ma allo stesso tempo ordina genocidi a destra e a manca; o il decimo “Non desiderare la roba d’altri“, e ordina di continuo di andare e conquistare territori, persone e cose.

La verità è che la legge biblica è solo una tortura sadica per l’uomo.

Questo presunto “padre amorevole” richiede inoltre, di lapidare a morte chiunque accendi una fiamma o raccolga un legno nel giorno del sabato, il giorno sacro del Signore (Esodo 31: 12-15; Numeri 15: 32-36);
ed inoltre richiede ai credenti di uccidere i loro parenti e/o amici, se essi lasciare il culto di Yahweh e seguono altri percorsi spirituali (Deuteronomio 13: 6-10).

Allo stesso modo, la teologia del Nuovo Testamento insegna che tutti coloro che non seguono la religione barbara di Dio, e del suo presunto figlio Gesù, saranno processati e bruciati in un lago di fuoco (Apocalisse 20: 10-14; Giovanni 8:24; 2 Tessalonicesi 1 : 8-9; 2: 11-12 ).
Yahweh non è un dio benevolo ma un mostro aberrante, e il suo dannato libro sacro non è altro che uno strumento malvagio per la distruzione dell’umanità!

Oltre ad essere un soggetto estremamente malvagio con un carattere sadico, il Dio ebraico Yahweh è anche un avversario che ha sempre opposto l’illuminazione dell’uomo.

La storia del Giardino dell’Eden nel Libro della Genesi inizia con una proibizione del frutto dell’Albero della Conoscenza (Genesi 2:17).

Nel terzo capitolo il Signore mente sul fatto che se Adamo avesse mangiato il Frutto, sarebbe sicuramente morto, cosa che, come tutti sappiamo, non accade! Infatti il Serpente dice all’uomo che “Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio (Genesi 3: 4-22), e verrà confermato da Dio stesso nel ventiduesimo versetto “Ecco
l’uomo è diventato come uno di noi, per la conoscenza del bene e del male.

Chiaramente il Signore non ha mai voluto che l’uomo si svegliasse e apprendesse la stessa conoscenza degli esseri divini; egli voleva mantenere l’uomo come uno schiavo ignorante nel suo santuario terreno.

La politica dell’oscurantismo di Yahweh non finisce qui.

La Legge mosaica proibisce qualsiasi tipo di conoscenza spirituale dalla magia e dalla divinazione alla comunicazione con spiriti familiari o entità interdimensionali (Levitico 19:26, 19:31, Deuteronomio 18: 10-12).

Perché Yahweh teme così queste pratiche, tanto da proibire ai popoli di comunicare con esseri interdimensionali?
La risposta è che Yahweh temeva che gli uomini potessero avere un contatto con i loro dei ancestrali e che quindi conoscessero la verità sulla sua autentica identità.

Ironia della sorte il Libro di Enoch, un testo apocrifo di notevole importanza nel giudaismo del Secondo Tempio, rivela che le arti e le tecniche di divinazione magiche sono radicate in cielo, e sono state insegnate alle figlie degli uomini e degli angeli, i quali avevano “tradito” dio per essersi uniti con le umane (Enoc 7: 1, 8: 3).
Gli angeli del Signore poi accusano gli angeli ribelli di aver rivelato agli uomini i “segreti del mondo che si compiono nei cieli” (Enoc 9: 6).

Risultati immagini per libro di enochDio, per tutta risposta, manda il Diluvio.

Allo stesso modo durante l’episodio della Torre di Babele, in Genesi 11, il Signore si spaventa del sorprendente progresso spirituale degli uomini, la cui torre (allegoricamente) è in procinto di raggiungere il cielo. Dio ammette con i suoi compagni divini, gli altri Dei Elohim, che nulla sarà in grado di fermarli (Genesi 11: 6).
Qui Yahweh teme che l’uomo raggiunga il regno divino e diventi un rivale. Così lui e i suoi scagnozzi celesti scendono sulla terra e confondono il linguaggio (spirituale) dell’umanità.

Questo è molto interessante dal momento che alcuni dei più antichi testi sumeri, su cui si basano molti dei racconti biblici, dicono che il più alto dio in cielo si oppose alla rivelazione della scienza del disegno del cielo e della terra all’uomo (Legend of Adapa).
La verità è che Yahweh è sempre stato contro l’illuminazione dell’umanità e quindi deve essere considerato il nemico della nostra razza.

In breve, lontano dalle fantasie di pastori evangelici e le loro vittime ingannate, il Dio della Bibbia non è il nostro padre amorevole, ma un incubo del male per l’umanità.

Può essere solo il vero diavolo.

Apologisti cristiani che hanno qualsiasi scusa per giustificare il loro dio, ignorano l’infinità di versetti biblici che raccontano il male del Signore.
Fantasticano sul fatto che questa divinità giudeo-cristiana è perfetta, benevola e infinitamente amorevole, ma a dir mio sono in malafede e ingannano solamente loro stessi. Sono caduti nella trappola dell’inversione accusatoria e ingannevole della religione sionista di Yahweh.

Anche se la Bibbia stessa è molto chiara e ne fa testimonianza sul fatto che il Signore Yahweh, ha tutti gli attributi di una entità demoniaca. La maggior parte delle persone ancora ingenuamente crede che il serpente della saggezza è il nemico dell’umanità.
In realtà, il serpente dell’Eden, il grande “Ushumgal di Eridu” e il nostro benevolo Enki; è il vero sostenitore e benefattore della razza umana e si è ribellato contro la tirannia e crudeltà del malvagio Lord Enlil per giusta causa. ….. ma questa è un’altra storia!


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fonte: https://www.enkiptahsatya.com

BIBBIA: Copiata e Riveduta

BIBBIA: Copiata e Riveduta

Il Cristianesimo conta  il 17,7% della popolazione mondiale, e come tutti sanno la Bibbia è la fonte della conoscenza di Dio. Forse tu sei uno di quelli che costituisce il 32% della suddetta popolazione, che non loda o disprezza, ma semplicemente rispetta la cosiddetta Bibbia; e sicuramente, pensi che questi “libro sacro” sia “l’originale” e “ispirato da Dio”, una morale e persino un esempio da seguire!

La verità è che le sacre scritture sono un plagio di testi più antichi di quelli cristiani chiamati culti barbarici.

Scritti zoroastriani dieci secoli prima della creazione della Bibbia, hanno parlato di come Ormuz abbia creato il mondo e i primi due esseri umani in sei giorni e si sia riposato il settimo. I nomi di questi due esseri umani erano Adama ed Evah.

 

L’epopea di Gilgamesh parla di come viene creato l’uomo, e che dopo avrebbe abitato in un paradiso, e di come verrà creata una donna che in seguito gli darà da mangiare un “frutto” per il quale sarà costretto a lasciare il paradiso. Tutto questo 1600 anni prima della realizzazione della prima Bibbia.

 

Un uomo viene avvertito di un’imminente inondazione da parte di un dio e viene incaricato di costruire una grande nave per sopravvivere. Le dimensioni della nave sono di 120 cubiti, i materiali di costruzione sono in legno, tono e canne. Dopo l’alluvione l’uomo manda una serie di uccelli per trovare terra asciutta, quindi la barca si arena sulla cima di una montagna. Infine tutte le persone e gli animali possono andare via liberi dopo il sacrificio al dio che lo ha salvato. Ora, anche se questi dettagli sembrano essere stati presi direttamente dal Libro della Genesi, sono in realtà scritti nella storia di Utnapishtim, che si trova nell’epopea di Gilgamesh, 16 secoli prima della Bibbia.

Ci sono un certo numero di sorprendenti somiglianze tra il Libro dei Proverbi della Bibbia e le Istruzioni di Amenemope. Si ritiene che tutti i testi superstiti delle Istruzioni di Amenemope, furono composte durante la dodicesima dinastia (1990 a.C. al 1780 a.C.). Vi è stato un ampio dibattito su questo argomento, ma gli studiosi moderni concordano sul fatto che vi siano sufficienti prove convincenti a sostegno dell’originalità di questi Testi.

Nella Bibbia, i dieci comandamenti furono dati a Mosè sul monte Sinai e furono scritti su tavole di pietra, apparentemente per mano di Dio stesso. Si pensava che questo avvenisse intorno al 1490 aC Tuttavia, quando si esamina il capitolo 125 del Libro Egiziano dei Morti (circa 2600 aC), sembra che possa aver avuto un po ‘di ispirazione. Il libro egiziano dei morti legge i dieci comandamenti 3000 anni prima della prima bibbia. (Leggi qui l’Articolo)

Esiste un’interessante correlazione tra i Gathas di Zarathustra Yasna (i testi sacri degli zoroastriani) e il capitolo della Creazione e il Libro di Isaia nell’Antico Testamento. Ciò può essere attribuito in gran parte all’influenza che i mesopotamici hanno impresso sugli israeliti durante il periodo in cui gli israeliti vivevano a Babilonia. È interessante notare che il libro di Yasna pone domande a cui viene data risposta direttamente nel libro di Isaia. Ci sono molti esempi di influenze zoroastriane, ma questo è molto convincente.

L’idea di “Angeli” e “Demoni” non è originariamente biblica, bisogna dire che ci sono stati diversi modi in cui l’ebraismo e il cristianesimo sono stati influenzati dallo Zoroastrismo. Uno degli esempi principali è l’esistenza, la struttura e la gerarchia di angeli e demoni. Secondo gli studiosi, gli

zoroastriani furono i primi a credere negli angeli, l’idea di Satana e la battaglia in corso tra le forze del bene e del male. È interessante notare che l’arte di Zoroastro ritrae il profeta Zarathustra come circondato dallo stesso alone di luce in cui spesso vengono raffigurate figure cristiane.L’esistenza di un paradiso per il bene e un inferno per il cattivo è stato gia descritto molto prima della creazione della Bibbia, parlando di testi del Mitraismo persiano centinaia di anni prima.

Il Nuovo Testamento cita in Matteo l’esistenza di una Trinità composta dello Spirito Santo + Padre + Figlio, ma quello che pochi sanno è che di questa trinità ne hanno già parlato i testi egiziani (come a Menfi con Ptah/Sekhmet/Nefertum; o a Tebe con Amon/Mut/Khonsu) e quelli Sumeri (triade cosmica formata da An/Enlil/Enki, o la triade astrale formata da Nanna/Utu/Inanna; o ancora Ishtar/Baal/Tammuz;) migliaia di anni prima.

L’idea di “Messiah” o “Salvatore“, un semidio metà umano, metà divina, è venuto nel mondo per salvare l’uomo, ed è presente nelle prime religioni della storia, e il Nuovo Testamento è una raccolta di miti avatar come:

Hermes (200 anni A.C.)
Dionisio (500 anni A.C.)
Buddha (563 anni prima di JC)
Krishna (900 anni A.C.)

 

 

 

 

Mitra (600 anni A.C.)

 

 

 

 

Horus (3.000 anni A.C.)

 

 

Ercole (800 anni A.C.)
Tammuz (400 anni A.C.)

 

Adone (200 anni A.C.)

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FONTE:http://www.unsurcoenlasombra.com/la-biblia-es-un-plagio/

LA NASCITA DI SATANA parte 2

LA NASCITA DI SATANA parte 2

Ogni religione è sempre stata accompagnata da conquiste territoriali e di potere, come ad esempio le crociate o la conquista degli spagnoli del centro america, sotto il comando della Chiea Cattolica, e la stessa cosa è accaduta millenni fa quando i primi re di popolazione semita riuscirono ad unificare sotto una unica bandiera, politica e religiosa, le terre del medioriente.
I primi semiti, infatti, dovevano ritrovare la propria identità dopo la distruzione di Gerusalemme e fu proprio durante questo periodo che vennero a conoscenza delle tradizioni babilonesi, che a loro volta avevano ereditato dai Sumeri, ma che loro riportareranno in chiave monoteista.
Questo nuova stirpe che si andava formando era il popolo Ebraico, il quale nella sua fase iniziale (II millennio a.C.) era per lo più una religione enoteista, cioè che aveva una divinità principale (El/Enlil), ma che riconosceva anche le divinità dei paesi in cui si diffondeva, come quella Camita di stampo Enkita (che adoravano Enki, fratello di Enlil), che comprendeva le popolazioni libanesi, egiziane, e dell’Africa centro-orientale, e col passare del tempo, quindi, l’ebraismo ebbe la meglio sulle altre religioni, imponendo il loro “Protettore” Yahwe come unico dio, per finire con la demonizzazione e col bando assoluto degli altri Dei non affini.

L’epilogo, se così si può dire, avvenne dopo l’Esodo, quando gli Israeliti che fuggirono dall’Egitto e quindi dal territorio Enkita, si ritrovarono in Mesopotamia che era territorio Enlilita, ed ecco che, automaticamente in virtù di questo trasferimento, Enki diventò “Saytan”, Satana per la Bibbia, ma che in lingua originale aramaica, significa semplicemente “Avversario”!
Poi successivamente la propaganda Cristiana Cattolica ha fatto tutto il resto.

EVOLUZIONE SATANA 2

Alla luce di tutto questo, possiamo comprendere che “Satana” non è altro che una e più divinità adorate da quei popoli che furono soggiogati dai semiti, i quali gli imposero il loro unico Dio.

E chi erano queste “divinità”??
Ma naturalmente le entità enkite, che vennero organizzate in una struttura gerarchica con a capo Enki/Satana (shaytan) il quale comandava le orde di “demoni”, cioè i suoi figli, più tutte le altre divinità minori loro seguaci, mentre dal punto di vista dell’iconografia questo passaggio viene evidenziato dalla reppresentazione dell’icona identificativa di Satana, il Serpente, che nella cultura mesopotamica rappresentava appunto Enki, divenendo così il simbolo dispregiativo per i nemici politici enkiti.

Nonostante, però, la figura di Satana sia stata identificata con Enki, il personaggio più demonizzato dall’ebraismo fu Marduk il ribelle, figlio di Enki.
Egli, infatti, fu protagonista di molte vicende che riguardano le contese Anunnake, dalla causa della Prima Guerra della Piramide, fino ad arrivare alla distruzione nucleare del Sinai; tutto questo perchè gli fu sempre negato il diritto di successione, e questo risentimento se l’è portato dietro per secoli.
Una vicenda famosa che accomuna Marduk con il Satana della Bibbia è nell’undicesimo capitolo della Genesi che parla della distruzione della Torre di Babele.
Sappiamo che Marduk aveva al suo seguito il popolo egiziano, il quale lo adorava come Ra, e che volle ribellarsi al dominio enlilita conquistando Babilonia, così insieme a suo figlio Nabu, prese la città dove edificò la sua dimora (L’Esagila) e per affermare la sua supremazia fece edificare una torre.
Fu a questo punto che, secondo la Bibbia, Yahwe/Enlil distrusse la torre di Babele e “confuse le lingue degli uomini”.

Tornando all’ebraismo, la sua fase monoteista si affermò anche quando tutti gli attributi e le opere di tutte le divinità precedenti vennero associati alla divinità unica Yahwe, non solo quelle enlilite ma anche quelle enkite. Troviamo quindi da una parte la demonizzazione della fazione enkita e della sua stirpe, e allo stesso tempo la privazione di queste divinità delle loro caratteristiche peculiari e delle loro opere, che vennero così attribuite a Jahwe.

Primo esempio tra tutti riguarda la creazione dell’uomo.
Paradossalmente, secondo gli scritti sumero-accadici fu proprio Enki (Satana), assieme a sua sorellastra Ninmah (La levatrice degli dei sumeri) a creare il primo uomo, e successivamente fu Enlil (Yahwe) a porlo nell’ E.Din/Eden, ed è comico come, nella fase di creazione del monoteismo ebraico, questa azione fu attribuita a Yahwe e immediatamente il creatore dell’uomo Enki fu chiamato “Satana”, cioè avversario di Jahwe.
(e da qui allora mi annovera una riflessione… secondo i racconti sumero-accadici l’uomo è una creazione di Satana?!!)
Sigillo della TentazioneLa storia continua con la vicenda della tentazione; il Serpente/Enki tenta Eva e gli fa mangiare il frutto dell’Albero della Conoscenza, poi Dio/Enlil caccia i due umani per impedirgli di mangiare anche dall’Albero della Vita.
Inutile dire che esiste un cilindro sumero, quello della “sigillo della tentazione”, realizzato molti secoli prima della stesura della Bibbia, che mostra la stessa scena!

Altro esempio eclatante è la storia del diluvio universale, dove Dio decide di sterminare la razza umana peccatrice, ma che subito dopo “cambia idea” e sceglie di salvare Noè con tutta la sua famiglia, poichè egli era “Puro” dinnanzi ai suoi occhi.
sigillo enki-noèQuesto dilemma ci viene spiegato accuratamente andando a leggere il “mito” sumero di Atra Hasis, e riportato in modo chiaro nel “sigillo del diluvio” (qui Enki, come nel sigillo precedente, viene rappresentato metà uomo e metà serpente), dove Ziusudra, la figura corrispondente a Noè, viene avvertito da Enki dell’imminente decisione di Enlil di sterminare l’umanità.
Quindi; Yahwe (Enlil) decide di sterminare l’umanità perchè peccatrice, ma subito dopo “cambia idea” (?) e avverte (Enki) noè.
(!!!)
Questa succinta narrazione ci costringe ad affrontare una nuova verità; fin quando vorremmo considerare i miti come semplici fantasie dei nostri progenitori e non come cronache di fatti realmente accaduti, troppe cose ci resteranno incomprensibili.
Purtroppo “nella storia delle religioni” abbondano le interpretazioni unilaterali e di conseguenza aberranti, mentre invece sembra proprio che tutte le più recenti scoperte dell’uomo non facciano altro che confermare le verità insite nei miti pagani e che in questo caso la religione cattolica collega il Serpente a Lucifero, il quale non fece altro che sciogliere i segreti degli “dei”.
Dopo l’attenta valutazione di tali letture è giocoforza accettare le nuove teorie dell’ultimo mezzo secolo, secondo cui gli antichi dèi non sarebbero altro che essere mortali di civiltà più evolute di noi, che ci hanno creato a loro immagine e somigliana attraverso l’utilizzo del loro e del nostro DNA.
Forse il loro compito è stato di elevare il livello spirituale di altri mondi, o forse il loro intento era semplicemente servirsi di noi per i loro scopi.
Sta di fatto che questo malizioso Serpente, non era nient’altro che un coraggioso e brillante astronauta che dopo averci creato “aprì gli occhi all’automa”, per dare così agli uomini quelle conoscenze che gli altri “dei” volevano serbare esclusivamente per loro, divenendo secoli dopo l’avversario di Dio, e quindi Satana.

FONTI ==> http://ningizhzidda.blogspot.it/2012/10/la-nascita-di-satana.html

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LA NASCITA DI SATANA

LA NASCITA DI SATANA

Siamo tutti abituati a considerare Satana come un’entità malvagia, dotata di determinati poteri che ha lo scopo fondamentale di combattere Dio, sottrargli le nostre anime, e per mezzo della tentazione ci fa peccare e quindi ci condanna all’Inferno.
Questo “essere maligno” ci viene sempre descritto, e raffigurato, come un essere ferino, mezzo uomo e mezzo animale, con gambe e corna da caprone, e a volte munito di ali piumate o di pipistrello, ma stranamente egli era l’Angelo più amato e splendente di Dio, che in seguito alla sua ribellione è stato cacciato dal paradiso e “buttato giu” sulla terra.
Quindi questo Satana/Lucifero/Belzebù, che ci racconta la Chiesa, è un essere “splendido”? o è una “bestia immonda”??

Immagine
Risposta….. “Era Bellissimo e Perfetto” e dopo la caduta, è diventato “Immondo”!! (??) …
… e questa “mutazione”, infatti, la osserviamo perfettamente col passare dei secoli, e vediamo che, inizialmente, all’epoca paleocristiana, aveva un bell’aspetto ed era più incantevole, fino ad tramutarsi nel tardo medioevo in quell’essere animalesco che tutti conosciamo (simile all’antico dio agreste Pan? …si, esso influì moltissimo a conferire l’aspetto bestiale e terrificante al diavolo).

Ma da dove arriva questo mito?
In effetti, della sua origine ne sappiamo ben poco, o meglio ancora per sentito dire.
Nella Bibbia la parola “Satana” appare solo 47 vole, e si vuole attribuire la sua origine nei versetti di Isaia, 14,12 “Come mai sei caduto dal cielo, o astro mattutino (Lucifero), figliuol dell’aurora?! Come mai sei atterrato, tu che calpestavi le nazioni?!”
Ma questi versetti, che continuano fino al num. 20, in realtà alludono alla caduta del re di Babilonia, Baldassar, che va in rovina con tutta la sua arroganza (ennesima incongruena -copiata, scritta e riveduta- del Libro Sacro ispirato da Dio).

Ma passiamo ora ad un Simbolo/Icona fondamentale di Satana, cioè il “Serpente”.

Inannzitutto è doveroso dire che il serpente in passato e in moltissime culture, ha sempre avuto un valore positivo, esso cambia le pelle e si rinnova, ma in ognuno di noi richiama alla memoria il “tentatore” per antonomasia, colui che tentò Eva nell’Eden.
Nelle prime raffigurazioni sumere, questo animale, viene chiamato Bur o Buzur, parola che in quell’antica lingua significa “dio che scioglie i segreti”.
In ebraico serpente viene tradotto “Nahash”, ma in realtà il suo vero significato è, guarda caso, “colui che scioglie i segreti”.
In arabo invece lo stesso termine si dice “Al Ayyah” che darà poi inizio al culto di ad Allah e significa “vivificante” ossia “colui che da la vita”.

Ma solo se andiamo ad analizzare la storia archeologica possiamo capire cosa sia successo 4000 anni fa quando iniziò a diffondersi l’ ebraismo, e ad avere il sopravvento sulle altre religioni della Mesopotamia.

Sappiamo che l’ebraismo, nella sua fase iniziale (II millennio a.C.) era per lo più una religione enoteista, cioè che aveva una divinità principale (El/Enlil) ma che riconosceva anche le divinità dei paesi in cui si diffondeva, come quella camita di stampo Enkita (che adoravano Enki, fratello di Enlil), ma col passare del tempo questa ebbe la meglio sulle altre religioni finendo per bandire le divinità non affini e quindi diventare monoteista, fino ad arrivare a qualche secolo fa, con un gruppo di individui che ha voluto creare due personaggi fittizzi, Yahweh e Satana, che hanno portato avanti, con metodi subdoli, una nuova concezione di “Santo” e “Demone” e che dura fino ai giorni nostri.

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Pur essendo Satana un personaggio “relativamente nuovo”, che nasce iconograficamente con il Cristianesimo, le antiche e recenti fonti ci vengono in aiuto per quanto riguarda l’ identificazione dei due personaggi principali; la personalità di Yahweh viene creata fondendo diversi “dei” Anunnaki, di entrambe le stirpi, mentre per forgiare il personaggio di Satana ne sono stati usati fondamentalmente quattro, i cui caratteri sono stati fusi in un’ unica entità dalle presunte e molteplici sfaccettature. 

Questi sono Enki e i suoi tre figli, Marduk, Ningishzidda e Dumuzi.

enkiIl primo e più importante dei 4 è Enki, uno dei massimi signori Anunnaki, il grande scienziato, sapiente signore che conosceva ogni cosa (…se c’era, a Sumer, un personaggio dal quale Yahweh poteva rubare la caratteristica dell’onniscenza, era proprio Enki), e figlio maggiore di Anu, ma non era l’ erede ufficiale poichè il titolo spettava ad Enlil (Signore del vento); ed Enlil era il padre di Ishkur (anche loro identificati con Yahweh).

Enki era un signore benevolo, giusto, rigoroso anche se parecchio libertino, ben disposto nei confronti degli uomini, fu lui infatti, insieme alla sorellastra Ninmah, a creare l’ uomo, inoltre salvò l’ umanità dal Diluvio, e donò ai popoli due importanti conquiste: la scrittura e il calcolo del tempo.

Nei sigilli veniva rappresentato quasi sempre con dei getti d’ acqua che fuoriuscivano dalle spalle contenenti dei pesci, ma il simbolo che lo rappresentava per antonomasia era il SERPENTE.
Sigillo della TentazioneLa sua più famosa raffigurazioni è forse quella di una tavoletta chiamata ‘Sigillo della Tentazione’, in cui Enki compare seduto dinanzi a una donna, tra loro un albero, e dietro il dio appunto un serpente.
(Facile dedurre che Enki é il ‘proto-satana’ per eccellenza)

 


Poi abbiamo MARDUK, che era il figlio primogenito di Enki, nato dall’ unione con Damkina. Sposato con Sarpanit (mezza umana) aveva almeno un figlio: Nabu.

marduk con dragoneMarduk era assocciato all’ ariete in Egitto, ove era venerato con il nome di Ra e poi Amon-Ra (il Ra nascosto / lontano), e nelle sue rappresentazioni é quasi sempre accompagnato dal serpente dragone Mushushu.
Eterno rivale della fazione Enlilita, Marduk caratterialmente era iracondo, guerrafondaio, superbo, orgoglioso e ribelle, ed è dunque servito a modello per la creazione di Satana.

Un’altro modello perfetto per identificare Satana, è Ningishzidda, ma non nella concezione di “diavolo” o “demone” medievale, ma piuttosto in quella di “donatore di luce” e quindi il Lucifero Paleocristiano.

Tutti i sumerologi concordano nel collegare Ningishzidda all’Abzu, il “mondo inferiore”, territorio enkita.
Una delle sue rarissime rappresentazioni lo ritrae con due serpenti cornuti che spuntano dalle sue spalle, oppure con un bastone al quale stanno attorcigliati due serpenti (Caduceo).
A questo signore Anunnako si attribuisce la costruzione di almeno tre centri megalitici sparsi per il globo: le piramidi di Giza, Teotihuacan, e Stonehenge.
drago apocalisse-alatoPer gli Egiziani egli era il dio Thot, mentre per per gli Aztechi era Quetzalcoatl, il dio ‘serpente piumato’ o ‘serpente alato’. Il serpente era il simbolo della sua appartenenza alla dinastia enkita mentre l’ uccello rappresentava il falco degli dei sumeri e l’Ibis egiziano (in effetti non possiamo non pensare al Drago Leviatano e al fatto che Satana nell’ Apocalisse venga descritto come drago con 7 teste, 10 corna, e 7 diademi).

Quindi ciò che lega Ningishzidda a Satana/Lucifero sono le sue sapienti conoscenze, il suo essere così pratico del “mondo di sotto” (espressione e figura mitologica che serviranno secoli dopo a creare il concetto di “Inferno”) e l’ associazione con i serpenti cornuti e con i draghi. 
 

dumuziInfine abbiamo DUMUZI figlio minore di Enki e famoso per il suo fidanzamento con Inanna.
Nella lista degli Dei sumeri egli viene ricordato come “il Dio Pastore”, egli era infatti strettamente legato ai campi, agli animali, alle attività della terra.
Anche lui era associato al serpente, ma anche agli animali come la capra, e non c’ é dubbio che sia stato proprio lui a servire per la creazione del dio Pan e, forse, addirittura del Kernunno.
Era quindi il personaggio perfetto dal quale attingere per creare quel lato ‘pagano’ di Satana tanto caro a stregoni, studiosi di occultismo e di paganesimo inteso come contatto con le “forze della natura”.

EVOLUZIONE SATANA

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Dunque finora abbiamo trovato le tracce di alcune delle caratteristiche fondamentali di Satana:
 – il Serpente, simbolo che contraddistingue tutta la stirpe enkita.
 – la parte creatrice e libertina attraverso Enki;
 – la parte guerrafondaia, superba, orgogliosa, battagliera attraverso Marduk;
 – il legame con il mondo di sotto e la sapienza delle cose scientifiche e civilizzanti attraverso Ningishzidda;
 – e infine il lato Pagano delle forze della natura di Dumuzi;
Le basi per un’entità ostile ci sono, manca solo la demonizzazione del “Serpente”; e questo avvenne a Babilonia durante la schiavitù ebraica.

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DAL POLITEISMO AL MONOTEISMO

DAL POLITEISMO AL MONOTEISMO: LA NASCITA DI YAHWEH

DAL POLIT.AL MONOT.

La Genesi e gran parte del materiale contenuto nella Bibbia non sono altro che passaggi di eventi immortalati, su tavolette di argilla, precedentemente dai Sumeri, e questa cosa è ormai nota a tutti. La religione ebraica, nata dal culto del dio Enlil e della sua stirpe, è giunta a noi come religione monoteista e ha spianato la strada per il cristianesimo e l’islamismo, ma nella sua fase iniziale l’ebraismo non conosceva una singola divinità.
Quando leggiamo nella Bibbia il plurale Elohim non dobbiamo lasciarci ingannare dalle spiegazioni che ora ci vengono date dagli interpreti di una religione monoteista i quali asseriscono che Elohim è un plurale majestatis.
Allora se così fosse perché non vogliono spiegare perché in alcuni casi verrebbe usato questo plurale majestatis e altre volte invece la versione singolare?
Forse perché in alcuni casi si faceva riferimento ad una pluralità di individui mentre in altri si faceva riferimento al singolo?
La realtà è che il termine Elohim, plurale di Eloah (provenienti entrambi dalla radice El = Signore/Dio), indica una ‘collettività’ di dei e ciò è dimostrato dalle innumerevoli iscrizioni sumere in cui si parla di un ‘consiglio degli dei’, dei ‘sette che decretano i fati’ etc.
En.Lil, figlio di Anu, fratellastro di En.Ki, era considerato in Mesopotamia la maggiore divinità, anche se a capo del pantheon sumero stava Anu, ma la sua figura era più quella di un ‘patrono’ che quella di un Dio-guida.
Era una ‘carica onoraria’ in quanto padre delle due divinità principali, appunto En.Lil ed En.Ki i quali, assieme ai loro discendenti, fecero nascere ed evolvere la civiltà a Sumer.
Il nome En.Lil significa letteralmente ‘Signore del Vento/Aria’ ma il termine Lil ha anche il significato di ‘potere, comando’, da qui la traduzione di ‘Signore del Comando’ che viene fatta in molte tavolette sumere dedicate all’esaltazione della figura di questa divinità.
En.Lil veniva chiamato anche Ellil, nome da cui è nata poi la radice accadica Ilu per descrivere gli dei, e dalla quale a sua volta nacquero il termine ebraico El e quello arabo Allah.
El, dunque, non era un nome proprio di una divinità ma un termine descrittivo.
Uno degli appellativi accadici di En.Lil era Ilu.Kur.Gal, ovvero ‘Signore della Grande Montagna’, che è esattamente lo stesso epiteto che l’ebraismo usa per la sua divinità con il nome El Shaddai.
A questo punto è bene tenere presente una cosa: essendo l’ebraismo nato dalla devozione a En.Lil, è a lui che vengono attribuiti tutti gli eventi e le azioni principali e ‘positivi’ per la civiltà ebraica, a lui e alla sua progenie.

MIX GENETICONel racconto della creazione dell’ uomo, il testo biblico ci racconta che ‘Gli Elohim (quindi un numero minimo di 2 divinità) crearono Adamo dalla terra, […] maschio e femmina li crearono[…]’.
Successivamente si dice che ‘Allora Il Signore Dio (singolare) piantò un giardino nell’Eden a Oriente, e vi pose Adamo, perché lo coltivasse […]’.
Nelle bibbie moderne il tutto viene ridotto al singolare, ma è rimasta la differenza di denominazione tra i due passaggi infatti nel primo si parla di ‘Dio’ che rivolgendosi a qualcuno dice ‘Creiamo l’uomo a nostra immagine’, nel secondo si parla del ‘Signore Dio’ e i verbi sono al singolare.
Da una analisi attenta si comprende come un gruppo di dei nel primo passaggio crei l’ uomo, e come poi un singolo dio, nel secondo passaggio, lo ponga nel giardino dell’ Eden.
Andando a leggere le traduzioni di alcuni miti sumeri, troviamo una esatta corrispondenza difatti il primo passaggio della Genesi corrisponde a un testo che in forma ridotta è stato incluso nell’Enuma Elish e che racconta di una riunione di divinità (vengono menzionati Anu, En.Lil , En.Ki e poi Nin.Hur.Sag) durante la quale En.Ki propone di creare un essere che porti il fardello del lavoro che spettava agli dei.
Le parole usate d En.Ki e tramandate nel mito sono: “L’essere di cui parlo esiste già (Homo erectus?), dobbiamo solo imprimergli la nostra immagine, il nostro marchio – creiamo un essere a nostra immagine, che sia lui a portare il fardello degli dei”
Anche qui, come nel primo passaggio della Genesi, abbiamo un discorso tra varie divinità, l’uso del plurale, e l’intenzione di creare un essere umano ad opera di più divinità.

Il testo sumero continua con ‘Guardate, abbiamo qui Mami (uno degli epiteti di Ninmah e dalla quale parola deriva il termine MAMMA), che sia lei a dare vita al nuovo essere’ e con la risposta di Ninmah: ‘Da sola non posso farlo, abbiamo qui En.Ki dio di grande sapienza, che sia lui ad aiutarmi in questa impresa’, e anche in questo passaggio quindi si fa riferimento al fatto che la creazione avviene ad opera di almeno due diverse divinità.

Nel racconto biblico del Diluvio Universale, Dio decide di sterminare gli uomini a causa della loro ‘corruzione morale’ e decide di mandare un diluvio che avrebbe distrutto ogni forma di vita e simbolicamente lavato il peccato dal mondo, però improvvisamente leggiamo che ‘Noè trovò grazia nel cuore di Dio perché era un uomo giusto’.
Quindi Dio cambia idea e decide di salvare non solo Noè, ma anche sua moglie, i suoi 3 figli, e le 3 nuore, e quindi va da Noè e gli dà istruzioni per costruire una barca nella quale dovrà salire con la famiglia prima del diluvio, e stipare provviste animali e vegetali per poter far ripartire la vita dopo la catastrofe.
Ma stranamente il racconto sumero è molto più dettagliato e ci dice che è sempre En.Lil (Yahwe) che decide di distruggere i discendenti di Adamo a causa del loro proliferare: “Le loro voci mi arrecano fastidio, il loro accoppiarsi mi toglie il sonno, […] ma non posso fare niente contro loro per causa di mio fratello, Egli li protegge”. Successivamente En.Lil convoca En.Ki e gli intima di usare il suo potere per correggere i danni che la sua creazione aveva portato: <<” crea quindi un diluvio che spazzi via l’ uomo dalla terra”>>, ma En.Ki risponde che: <<“questo non è mio potere, non è una azione per me… è una azione per te, En.Lil, e tuo figlio Nin.Ur.Ta. Se vuoi un diluvio dì a Nin.Ur.Ta di aprire le porte del cielo”>>
La frase conclusiva del passaggio, pronunciata da En.Lil, è una trasposizione della frase del racconto biblico: “Ecco io allora lo farò da me… manderò il diluvio per spazzare l’ uomo dalla terra”.
sigillo enki-noèNel racconto sumero però troviamo una differenza significativa infatti mentre nella Genesi è Dio a cambiare idea all’ultimo momento e decidere di salvare Noè e la famiglia, nel corrispondente passaggio sumero è En.Ki (Satana) a voler salvare Noè, dirigendosi fuori dalla sua casa e facendo finta di parlare a un paravento di canne (in modo che comunque Noè potesse sentirlo), perché En.Lil (Yahwe) aveva fatto giurare agli altri dei di non rivelare la sua intenzione.
Le parole del testo sumero iniziano con:“O capanna di canne ascoltami! O Muro ascoltami! Abbatti questa casa, lascia qui ogni tuo bene terreno e costruisci una nave, riempila di tutto ciò che è vivo […]”.
Questa divisione dei ruoli di distruttore (EN.LIL)e di salvatore (EN.KI) nel testo sumero, nel momento in cui si sono attribuite a En.Lil (Yahwe) tutte le azioni ‘positive’ compiute da altri dei, è stata tradotta nell’improvviso quanto sospetto ‘cambiamento di idea’ che compare nella Genesi.

Anche il racconto della Torre di babele, nella Bibbia, seppur di poche righe, contiene una traccia utile a identificare En.Lil con Dio difatti mentre il popolo che si è stanziato nella ‘Valle di Shinar’ costruisce la città con la torre, “Il Signore venne giù a vedere la città e la torre che i figli degli uomini avevano costruito”.
A questo punto Dio, rendendosi conto che l’uomo era talmente civilizzato da pensare come un ‘popolo’ e non come gruppi di singoli o tribù, vede in questo un pericolo, e questa preoccupazione traspare dalle parole: <<“Guardate! Ora la gente è unita, con una sola lingua, ed ecco ciò che cominciano a fare. Compiendo questo niente sarà più loro impossibile di ciò che immagineranno”>>.
Il Signore prende quindi una decisione ed esorta altri non precisati dei a seguirlo: <<“Venite, scendiamo e confondiamo le loro lingue, così che non possano più comprendersi”>>.
La strategia di Dio è semplice ed efficace, se gli uomini fino ad allora parlando una lingua comune erano riusciti ad organizzarsi, ora con lingue diverse non ci sarebbero più riusciti.
La Genesi è un ultra condensato di racconti, e ciò fa sì che le varie parti del racconto della Torre di Babele siano riportate brevemente anche se descrivono momenti diversi distanti parecchio nel tempo,
difatti nella Bibbia subito dopo questa esortazione da parte del Signore, ci viene raccontato di come il Signore confuse le loro lingue, e scacciò gli uomini in varie zone della terra.
Ovviamente il ‘confondere’ le loro lingue non può essere un gesto immediato, e anche la dispersione degli uomini dalla valle di Shinar in altre terre non è una azione immediata, e per entrambe queste opere è richiesto un certo lasso di tempo che però viene eliminato nel racconto biblico che è appunto un sunto.
E’ bene notare come anche in questo racconto c’è un personaggio al singolare che parla a un gruppo di altri personaggi, ma agisce da solo e la distinzione singolare/plurale anche in questo passaggio è molto chiara, e abbiamo un corrispondente racconto sumero che racconta la medesima storia.
Esiste un racconto che contiene poche linee che descrivono un fatto molto simile a quello raccontato dalla Genesi, si tratta di un racconto della ‘biografia’ di Marduk, figlio di En.Ki che agli occhi di En.Lil (Yahwe) fu sempre sgradito per la sua pretesa regale.
Infatti bisogna ricordare che, quando furono divisi i regni sulla terra tra gli dei, il ruolo più importante fu dato a En.Lil, e nella ‘seconda generazione’, cioè quella dei figli di questi dei, il prescelto per il comando non fu Marduk come invece sarebbe dovuto essere, ma Nin.Ur.Ta, figlio di En.Lil.
BABELEIn questo racconto si parla di Marduk e del suo esilio e di come grazie a suo figlio Nabu tornò nelle sue terre a Canaan per raggruppare i suoi seguaci dirigendosi in Mesopotamia dove fondare una nuova città, Babilonia.
Il progetto di Marduk prevedeva una città con una grande ‘torre a gradini’ (una Ziggurat) chiamata E.Sag.Ila (Casa del grande dio), e fu allora che En.Lil, considerandolo un affronto al suo ruolo, decise di intervenire per scacciare Marduk.
Convocato suo figlio Nin.Ur.Ta, En.Lil dispose che: <<“Non più egli dovrà offendere il nostro potere, se ora il suo popolo lo eleggerà sovrano niente più potrà essergli impedito”>>.
En.Lil lancia dunque un appello a suo padre Anu, e non ottenendo il favore, si rivolge misteriosamente a Dam.Ki.Na, madre di Marduk, la quale però collerica risponde che: <<“‘Il suo numero […] il suo nome io sceglierò, al suo fianco starò”>>.
L’ enigmatica frase ‘Il suo numero’ è un riferimento al fatto che gli dei Anunnaki, come ci dicono i sumeri, avevano un grado di importanza definito da un numero, Anu che era il capo aveva rango 60, En.Lil 50, En.Ki 40 e Marduk solo 10.
A Nin.Ur.Ta, figlio di En.Lil, era stato dato lo stesso rango di suo padre quindi 50 e ciò fa capire l’astio di Marduk da cosa era dovuto.
Poche righe più avanti nel testo si legge quindi che: <<“Durante la notte il Signore del Cielo scese sulla terra ma gli uomini contro lui si scagliarono […] Egli rase allora al suolo la città, e il suo comando fu che fossero dispersi e le loro menti confuse”>>.
Al di la quindi degli epiteti e dei nomi, abbiamo gli stessi elementi che identificano il racconto biblico con quello sumero, la costruzione di una città con la torre, l’appello di un (singolare) dio ad altri dei (Nin.Ur.Ta, Anu, Dam.Ki.Na), distruzione della torre, la dispersione del popolo in varie terre, e la confusione (delle menti nel racconto sumero, nella bibbia delle lingue).
Nel racconto della Genesi si dice che: <<“‘allora questo posto fu chiamato Babele, perché qui il Signore Dio confuse le lingue dell’ uomo”>>, così il termine Babele prese da qui un significato di bolgia, confusione, che è arrivato fino a noi, ma questo termine non significa confusione ma bensì “Porta del Dio/degli dei” (Bab-ilu) quindi si vuole tramandare il nome della città assegnandogli un significato che non ha.

Finora abbiamo stabilito che, quando nella Bibbia, o meglio nel vecchio testamento, si fa riferimento al ‘Signore’ ci si riferisce a En.Lil e il nome generalmente usato in molti di questi racconti è El, e viene utilizzato sia come nome proprio sia come parte di un epiteto, come per esempio El Shaddai o anche El Elyon.
Da questa prima riflessione abbiamo visto 3 esempi in cui i resoconti biblici sono corrispondenti ad altrettanti racconti sumeri con protagonista proprio En.Lil.
Dobbiamo quindi concludere che El (Yahwe) è SEMPRE il dio sumero En.Lil?
No, perchè ci sono tantissimi altri episodi che, se presi singolarmente, identificano El (yahwe) con altre divinità, a volte discendenti di En.Lil, ma altre volte discendenti di En.Ki.
Abbiamo già visto che l’atto della Creazione di Adamo avvenne ad opera di En.Ki (Satana), e questo è il primo degli episodi che collega questa divinità al Dio ebraico.
Oltre a questo episodio abbiamo visto anche il suo intervento nel salvare la vita a Noè in procinto del diluvio, ci sono però anche altri riferimenti che sembrano identificare En.Ki (Satana) come probabile candidato a vestire i panni di Yahweh/El.
Innanzitutto En.Ki era il più saggio degli Anunnaki, era colui che deteneva tutti i segreti della scienza, della medicina, dell’estrazione mineraria etc., e nonostante tutti gli dei avessero conoscenze in questi ambiti ed alcuni addirittura eccellessero in determinati campi per cui venivano adorati, era En.Ki il più grande depositario di conoscenze.
Il simbolo di En.Ki era il serpente, e val la pena ricordare che Yahweh trasformò per prodigio il bastone di Mosè proprio in un serpente.
Uno dei nomi che veniva dato a En.Lil era Ilu.Kur.Gal che trova il suo corrispondente nell’ebraico El Shaddai, Signore delle Montagne, ma esisteva anche un altro ‘Signore delle Montagne’ nel territorio mesopotamico, precisamente nella parte più a est.
Era il figlio minore di En.Lil conosciuto dai sumeri come Ish.Kur e dagli accadi come Adad e il suo regno era la parte nord dell’Asia Minore, dove svetta la catena del Tauro.
Il nome Ish.Kur è legato alle montagne dalla radice Kur, ma il sillabico Ish è sempre stato controverso infatti può essere fatto derivare da Isha (Signore) che dunque comporrebbe con Kur proprio quel titolo di ‘signore della montagna’ di cui stiamo trattando.
Ma la parola Ish veniva tradotta in accadico con Shaddu, ed è da questo termine che deriva l’ebraico Shaddai, inoltre alcuni passi dei salmi (135:7) e del libro di Giobbe si parla di Dio come di colui che chiama la pioggia e le nubi durante l’Esodo, e in altri punti della Bibbia si parla di Dio dicendo: <<“Al suono della sua voce rombano le acque, […] egli produce i fulmini e le nubi […] e libera i venti dalle loro riserve>>”.
Dio era quindi legato alle tempeste, e Ish.Kur era appunto il dio delle tempeste e in tali veste era adorato come Adad dagli accadi e come Teshub dagli ittiti e hurriti.
La conoscenza medica e scientifica di En.Ki (Satana) venne trasmessa ai suoi due figli prediletti: Marduk e Nin.Gish.Zid.Da i quali erano venerati in Egitto con i nomi di Ra e Thot.
Uno dei lati più controversi che la Bibbia assegna a Dio era la sua capacità di guarire infatti ci sono innumerevoli riferimenti a questo ‘dio guaritore’.
Nel libro di Geremia si legge: <<” Guariscimi o Signore ed io sarò guarito […]”>>, mentre in Salmi 103:1-3 si legge: <<” Anima mia benedici il Signore, […] egli guarisce tutte le mie malattie”>>. Yahwe inoltre guarisce Ezechia salvandolo da morte certa e gli dona oltre 10 anni di vita in più e riportava in vita i morti, come in una visione di Ezechiele.
Inoltre era un architetto eccezionale, dato che diede istruzioni dettagliate per la costruzione del Tempio di Gerusalemme perfino sugli orientamenti, sugli arredamenti, sui materiali da usare.
La divinità sumera che più corrisponde a tutti questi tratti è Nin.Gish.Zid.Da, infatti fu lui che in qualità di Thot (Dio egizio) accorse in aiuto di Iside quando Horus fu morsicato da uno scorpione velenoso, e fu lui il rinomato architetto che progettò il tempio di Nin.Ur.Ta a Nippur, fu lui che secondo gli egizi progettò le piramidi e che secondo i sumeri aiutò suo padre En.Ki (Satana) a rendere i primi Lu.Lu (Adam biblici) creati capaci di procreare.

armi-atomicheC’è un episodio della Bibbia, quello della distruzione di Sodoma e Gomorra, che analizzato in alcuni dettagli (più che nella storia completa) ci rimanda a un lungo testo sumero chiamato Epica di Erra.
Entrambi i racconti contengono elementi che hanno quasi del fantascientifico: piogge di fuoco e zolfo, un vento maligno che semina morte, divinità iraconde, la distruzione di una zona geografica ben identificabile.
Nel racconto della Bibbia la distruzione arriva su Sodoma e Gomorra, due città ‘corrotte allo sguardo di Dio’, mentre nell’Epica di Erra ad essere distrutte sono Sumer e la zona del Mar Morto.
Nel racconto biblico è Dio che distrugge queste città dopo averne constatato la corruzione, mentre nel testo sumero a condurre l’attacco sono si due divinità distinte, ma delle quali una in particolare si accanisce in maniera spietata, appunto il dio Erra, questo nome è uno degli epiteti di Ner.Gal, figlio di En.Ki e fratello di Marduk.
La distruzione avviene a causa del tentativo di Marduk (ancora una volta) e di suo figlio Nabu di prendere il controllo della zona di Babilonia e di Nippur ed è per questo che Nin.Ur.Ta e Ner.Gal, chiamati rispettivamente nell’epica Ishum (colui che brucia) ed Erra (colui che annienta), vengono autorizzati a usare le ‘sette armi del terrore’ contro le città conquistate da Nabu.
Nel racconto biblico è famoso il passaggio in cui si descrive la morte della moglie di Lot che, fermatasi ad assistere alla distruzione delle città, venne tramutata in una ‘statua di sale’.
Il termine esatto che viene utilizzato nello scritto ebraico è “Netsiv Melah”, ma se come è probabile questo racconto è un eco della Epica di Erra, scritto in sumero, si deve chiarire che il termine Melah deriva dal sumero Ni.Mur che significava sia ‘sale’ che ‘vapore’.
Nell’epica di Erra, il dio Ner.Gal conducendo l’ attacco dichiara che: <<“Le genti io farò scomparire […] le loro anime tramuterò in vapore”>> e il termine utilizzato è proprio Ni.Mur.
Queste molteplici possibilità di identificare El con varie divinità, si spiega con il fatto che tra l’epoca sumero-accadica e l’avvento del monoteismo ebraico ci sono comunque oltre 1000 anni di storia, e tra la civiltà sumera e la stesura della Bibbia ci son oltre 2000 anni. Durante questo arco di tempo la Mesopotamia fu frazionata in tanti regni, si succedettero tante dinastie di re, tanti popoli, ognuno dei quali venerava un particolare dio derivato dal pantheon sumero. Questa venerazione avveniva sistematicamente riconoscendo anche gli altri dei, “enoteismo” ma eleggendone uno a ‘divinità principale o nazionale’, ed è questa la chiave che ci porta a comprendere la ‘nascita di Yahweh”.
Due popoli, con le rispettive religioni, sono essenziali in questo cammino, sono Gli Ittiti e gli Assiri.
Gli Ittiti erano un popolo proveniente dai balcani e si stabilrono nell’Anatolia del sud nel II millennio a.C., una epoca successiva all’espandersi della civiltà sumera e alla nascita del primo regno di Babilonia.
La prima vera fase in cui gli Ittiti si diffusero coincide con la adozione della città di Hattusa come loro capitale, e venendo in contatto con le popolazioni circostanti, gli Ittiti adottarono un pantheon misto che si rifaceva in gran parte alle divinità dei sumeri.
Nei loro scritti sono menzionati Utu e Teshub assieme ad altre divinità di più difficile identificazione, ma Utu è ben identificabile nell’omonimo dio del sole sumero, e Teshub è altrettanto identificabile nella versione hurrita di Ish.Kur/Adad.
Fu con gli Ittiti che molti degli dei ‘giovani’ sumeri trovarono un nuovo nome e un loro culto, ed è interessante notare che di volta in volta questi ‘dei nazionali’ venivano venerati attribuendogli opere di altri dei.
In parallelo a questa azione però gli Ittiti furono i primi a distaccarsi dalle tradizioni mesopotamiche e creare una nuova religione basata sul culto dei morti e su un nuovo concetti di aldilà, e furono con loro che gli dei, da esseri in carne ed ossa che vivevano con il popolo, diventarono delle entità da venerare come ‘incarnazioni’ di concetti astratti
Gli Assiri invece erano un popolo che abitava la zona a nord-est della Mesopotamia, ai piedi dei monti Zagros, erano fortemente imparentati con i babilonesi ed erano un popolo molto combattivo le cui tracce ci arrivano già a cavallo del 1900 a.C. con l’ inizio del loro primo regno.
La religione Assira era una versione quasi speculare di quella babilonese del periodo in cui Marduk era dio nazionale di Babilonia, il cui corrispondente assiro era Ashur, un dio molto violento, che veniva rappresentato con gli attributi di precedenti divinità sumero-accadiche.
Aleyan-BaalLa figura di Ashur successivamente si evolvette nel Aleyan-Baal, arrivato a noi tramite i fenici, ma adorato precedentemente da tutti i popoli canaanei.
Questo Baal é il punto focale della trasformazione degli dei mesopotamici nella figura che poi nell’ebraismo fu adorata come El/yahweh difatti il Baal della mitologia canaanita è la prima figura che prende su di se gli attributi di tutte le principali divinità precedenti.
Se tutte queste divinità erano ricondotte al nome El, che potremmo pensare come un ‘nome collettivo’, serviva una figura che potesse permettere il ‘grande passo’ nell’azione di creazione di una unica figura che rispondesse a tutte le caratteristiche degli dei precedenti, ma che allo stesso tempo non fosse identificabile come una ben precisa divinità tra tutte queste.
L’unico candidato possibile era il figlio di Baal e della sua sorellastra Asherah, e si chiamava, stranamente, Jaw.
Questo nome era una radice che iniziò ad apparire in molti epiteti divini e cronologicamente parlando non si hanno testimonianze di questa radice prima del 1400 a.C., ed è bene evidenziare che è questo, il XV secolo a.C., il lasso di tempo in cui si svolge l’esodo e yahweh fa la sua prima comparsa.
Nel suo apparire a Mosè, quando egli gli chiede quale nome dovesse dare agli Israeliti, rispose con le famose parole: <<“Il dio dei vostri padri mi ha mandato[…]”>>, e continuando Mosè: <<“ma se essi mi diranno: Chi è questo Dio? Come si chiama? – Io cosa risponderò loro?”>>, e yahweh gli risponde con l’ enigmatica frase: <“Io sono colui che sono![…] dirai al tuo popolo: Ehyeh mi ha mandato da voi. Questo è il mio nome, con questo titolo sarò ricordato di generazione in generazione”>>.
Ci sono ben due cose da notare in questo passaggio: innanzitutto il Dio dice a Mosè che sarà ricordato con un titolo, facendo intendere che si tratti di un epiteto e non di un nome proprio, inoltre la prima frase ‘Io sono colui che sono’ nell’originale ebraico è “Ehyeh asher Ehyeh”, che grammaticalmente non è un presente ma un futuro, e il significato letterale è “Io sono chiunque sarò”.
Questa frase è la chiave che ‘taglia’ tutte le figure divine delle varie divinità di El, e crea la figura di yahwe come unico Dio che funge da summa di tutte le precedenti.
Questa rottura è ben resa anche dal passaggio in cui yahwe dice a Mosè: <<“Ad Abramo e Isacco mi presentai come El Shaddai […] ma il mio nome yahweh loro non conobbero”>>, dando un chiaro segno di un momento, l’ incontro con Mosè, in cui questo Dio cambia identità da El a yahweh.
La frase “Io sono chiunque sarò” suona come una imposizione che vieta una ben precisa identificazione e pone un muro che taglia con le figure passate, rafforzato da quel passaggio da El Shaddai (e quindi El) a Yahweh.
Con questa serie di frasi si apre quindi una nuova era religiosa, in cui una nuova divinità viene creata raggruppando tutte le possibili divinità sotto il nome di El e cambiandogli nome in Yahweh eliminando, con la stessa definizione del nome, ogni riferimento al passato.

FONTE ==> http://gizidda.altervista.org/down/LA-NASCITA-DI-JAHWE.pdf

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IL PLAGIO DI SODOMA E GOMORRA

IL PLAGIO DI SODOMA E GOMORRA

C’è un episodio della Bibbia, quello della distruzione di Sodoma e Gomorra, che analizzato in alcuni dettagli (più che nella storia completa) ci rimanda a un lungo testo sumero chiamato Epica di Erra.
Entrambi i racconti contengono elementi che hanno quasi del fantascientifico: piogge di fuoco e zolfo, un vento maligno che semina morte, divinità iraconde, la distruzione di una zona geografica ben identificabile.
Nel racconto della Bibbia la distruzione arriva su Sodoma e Gomorra, due città ‘corrotte allo sguardo di Dio’, mentre nell’Epica di Erra ad essere distrutte sono Sumer e la zona del Mar Morto e il Sinai.
Nel racconto biblico è Dio che distrugge queste città dopo averne constatato la corruzione, mentre nel testo sumero a condurre l’attacco sono si due divinità distinte, ma delle quali una in particolare si accanisce in maniera spietata, appunto il dio Erra, questo nome è uno degli epiteti di Nergal, figlio di Enki e fratello di Marduk.
La distruzione avviene a causa del tentativo di Marduk (ancora una volta) e di suo figlio Nabu di prendere il controllo della zona di Babilonia e di Nippur ed è per questo che Ninurta e Nergal, chiamati rispettivamente nell’epica Ishum (colui che brucia) ed Erra (colui che annienta), vengono autorizzati a usare le ‘sette armi del terrore’ contro le città conquistate da Nabu.

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IL PLAGIO DELLA TORRE DI BABELE

Il plagio della Torre di Babele.

Anche questo racconto della Bibbia, seppur di poche righe, contiene una traccia utile a identificare la storia Sumera.
Nella Bibbia mentre Nimrod che con il suo popolo si è stanziato nella “Valle di Shinar”, costruisce una città con la torre, “Dio” dopo aver visto ciò che gli uomini avevano creato si rende conto che essi si erano totalmente civilizzati da pensare non più come un “popolo” o come tribù, e vede in questo un pericolo.
Il Signore prende quindi una decisione ed esorta altri non precisati dei a seguirlo (?): Gensi 11,7 Orsù, scendiamo e confondiamo quivi il loro linguaggio, sicché l’uno non capisca il parlare dell’altro!’
Subito dopo questa esortazione ci viene raccontato di come il Signore confuse le loro lingue, e scacciò gli uomini in varie zone della terra.

Il corrispondente racconto sumero racconta la medesima storia, ma qui il protagonista è Marduk che, dopo il suo esilio, insieme a suo figlio Nabu si dirige nelle terre di Canaan, dove raggruppa dei seguaci si avvia in Mesopotamia dove fonda una nuova città, Babilonia nella quale costruisce una grande torre a gradini (una Ziggurat). Fu allora che En.Lil, considerandolo un affronto al suo ruolo, decide di intervenire per scacciare Marduk, e lancia un appello a suo padre Anu e a Damkina, madre di Marduk, ma entrambi gli rifiutano il loro appoggio.
Infine Enlil insieme suo figlio Ninirta rade al suolo la città e disperse il popolo di Marduk.

Al di la quindi degli epiteti e dei nomi, abbiamo gli stessi elementi che identificano il racconto biblico con quello sumero; la costruzione di una città con la torre, l’appello di un (singolare) dio ad altri dei (Ninurta, Anu e Damkina), la distruzione della torre, e la dispersione del popolo in varie terre.

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IL PLAGIO DEL DILUVIO UNIVERSALE

Il plagio del Diluvio Universale.

La testimonianza di Grande Alluvione è onnipresente nel mondo antico con oltre 200 differenti citazioni in differenti periodi ed epoche, ad esempio la Leggenda di Gilgamesh risalente che parla di una Grande Alluvione ordinata da Dio, di un’arca che trasportava animali e perfino della liberazione e il ritorno di una colomba che corrispondono del tutto alla storia biblica.
Ma tuttavia, diversamente dalla Bibbia, la storia di Gilgamesh è sempre stata considerata una leggenda.

Nel racconto biblico Dio decide di sterminare gli uomini a causa della loro ‘corruzione morale’ e decide di mandare un diluvio che avrebbe distrutto ogni forma di vita e simbolicamente lavato il peccato dal mondo, però improvvisamente leggiamo che ‘Noè trovò grazia nel suo cuore perché era un uomo giusto’.
Quindi Dio cambia idea, va da Noè e gli dà istruzioni per costruire una barca nella quale dovrà salire con la famiglia e stipare provviste, animali e vegetali per poter far ripartire la vita dopo la catastrofe.
Il racconto sumero però è molto più dettagliato e ci dice che è En.Lil che decide di distruggere i discendenti di Adamo a causa del loro proliferare: “Le loro voci mi arrecano fastidio, il loro accoppiarsi mi toglie il sonno, […]
Nel racconto sumero però troviamo una differenza significativa infatti mentre nella Genesi è Dio a cambiare idea all’ultimo momento e decidere di salvare Noè e la famiglia, nel corrispondente passaggio sumero è En.Ki (Satana) a voler salvare Ziusutra (Noè), dirigendosi fuori dalla sua casa e facendo finta di parlare a un paravento di canne (in modo che comunque Ziusutra potesse sentirlo), perché En.Lil (Yahwe) aveva fatto giurare agli altri dei di non rivelare la sua intenzione.

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ENLILITI ed ENKILITI

ENLILITI ed ENKILITI

Gli Anunnaki aveva due fazioni in lotta tra di loro sul futuro dell’umanità. (Questo è stato codificato nei libri come il Giardino dell’Eden) :

Gli ENKILITI (seguaci di Enki) principalmente scienziati, coordinatori delle attività delle missioni quali genetisti, architetti, fisici, chimici, genetisti, ingegneri, simboleggiati dal caduceo dove possiamo distinguere il cerchio alato simboleggiante Nibiru accompagnato dalla doppia elica del DNA idealizzato da due serpenti, attraverso il quale è stato creato l’homo sapiens. Il simbolo del caduceo è utilizzato ancora oggi in ambito scientifico in particolare in medicina.

caduceo ENLILITI ed ENKILITIIl Caduceo, simbolo Enkilita (si notino i serpenti avvinghiati come il DNA)

Il retaggio della spiritualità Enkilita, necessaria a uno sviluppo sostenibile del genere umano in armonia con le risorse e le capacità del pianeta terra, è riscontrabile nelle tradizioni mistiche e spirituali di alcune culture misteriche e correnti esoteriche attuali (new age, nativi americani, tradizioni orientali,…)

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Sull’altro fronte abbiamo gli ENLILITI (seguaci di Enlil), appartenenti alla famiglia reale, principalmente soldati, generali, preposti al controllo delle attività della missione e a garanzia del raggiungimento degli obiettivi del governo Annunako presieduto da Anu.

ENLIL ENLILITI ed ENKILITIIl cerchio alato, simbolo della famiglia reale Anunnaka presieduta da Enlil

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Vi erano nella missione terra anche gli IGIGI (coloro che vedono e osservano), ovvero gli Annunaki preposti al lavoro in miniera, nelle fabbriche o nei campi agricoli. Gli Igigi sono anche i preposti agli spazioporti di Nazca, Baalbek, Isola di Pasqua e alle basi spaziali di Luna e Marte. In particolar modo da Marte, approfittando della ridotta gravità, partivano i razzi diretti verso Nibiru.
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Dopo la creazione dell’Uomo i lavori più pesanti vengono assegnati a quest’ultimo consentendo agli Igigi di concentrarsi sulle mansioni con maggiore valore aggiunto ottenendo così maggiore efficienza ed efficacia nel conseguimento degli obiettivi della Missione Terra Annunaka.

Gli Igigi allora si dividono tra Enkiliti ed Enliliti in egual misura a seconda della loro personale visione politica.

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Il problema della gestione del genere umano da parte Enkilita ed Enlilita.

Se è vero che Enki e i suoi scienziati e seguaci hanno risolto forse il più grave problema che stava per compromettere l’intera missione, è altresì vero che l’inserimento della nuova specie animale (Homo Sapiens) nell’ecosistema terrestre, circa 300.000 anni fa, comportava tutta una serie di nuove problematiche di gestione degli stessi.

Il dualismo tra Enkiliti ed Enliliti si accentua nel momento in cui gli Enkiliti contravvenendo al volere di Enlil, il quale rimaneva comunque il capo di tutta la missione e vicario di An, suo padre, con il conferimento all’uomo della capacità di procreare, fatto impossibile per le specie ibride. Ciò fu fatto per il semplice motivo che in questo modo si potevano ottenere numerosi nuovi lavoratori naturalmente, senza dover continuare al ricorso all’ingegneria genetica, costosa e poco efficiente. Rappresentava anche una necessità, considerando il ridotto ciclo vitale dei Sapiens.

Enlil e i suoi soldati percepivano invece una serie di grossi rischi che portarono alla cacciata dell’Uomo dai campi di Eden:
-Enlil non voleva gli esseri umani erano uguali a loro.
– la possibilità che Enki costituisse un esercito di Sapiens antagonista agli Enliliti per prendere il potere;
– l’incapacità dei sapiens di autogestirsi e il pericolo che questo comportava per il pianeta e le sue risorse (è importante notare come la Terra essendo un pianeta particolarmente adatto alla vita, viene tenuto in grande considerazione dagli Annunaki e non solo);
– la possibilità che i Sapiens, aumentati di numero possano un giorno ribellarsi al potere Annunako.

– Enki, invece, era favorevole a consentire agli umani un auto-dominio, il rispetto e l’uguaglianza, al fine di garantire ogni beneficio alla loro discendenza.
Gli Enkiliti, infatti, ritengono che gli uomini, se debitamente istruiti, possano diventare una risorsa importante per gli Annunaki e auspicano un futuro nel quale saranno proprio gli uomini a governare il pianeta in armonia con la natura e il proprio spirito sfruttando quelle capacità cerebrali insite nel DNA ibrido Homo-Annunaki. Certamente questo percorso prevede una ‘guida’ evolutiva di lungo periodo (decine di migliaia di anni) che però gli Annunaki Enkiliti desiderano voler percorrere.

Lo scontro tra le due fazioni e la rottura definitiva avviene verso la fine della missione Annunaka quando elementi Enkiliti si uniscono fisicamente con elementi Sapiens generando quelli che la tradizione biblica e cabalistica ebraica definisce come Nephilim, Giganti, Figli di Anak, ovvero i semi-dei, uomini famosi (così come la Bibbia stessa li descrive) che verranno utilizzati dagli Enkiliti per guidare l’evoluzione del genere umano trasferendo ad essi determinate conoscenze descritte nei miti di Lucifero, Prometeo e in generale di tutti quegli dei o semi-dei che portano luce (o fuoco) all’uomo conferendogli determinate particolari conoscenze.

Gli Enliliti non possono accettare ciò, ma non fanno in tempo a procedere altrimenti, poiché la morte di Anu e il concomitante passaggio di Nibiru, mettono fine alla missione Annunaka circa 100.000 anni fa.
Enki allora, approfittando della situazione, nonostante la decisione di Enlil di dichiarare conclusa la Missione e di ricondurre tutti gli Annunaki verso Nemesis, decide di rimanere sulla Terra avviando il suo sogno di condurre l’uomo a un livello evolutivo pari a quello dei creatori Annunaki. Enlil è contrario ma non può scatenare una guerra contro il fratello in una situazione particolare come quella che il popolo Annunako sta vivendo dopo la morte del sovrano Anu e pertanto concede a Enki questa libertà lasciando sul pianeta un avamposto con il compito di controllare l’operato di Enki, gli IGIGI; quegli stessi IGIGI celebrati dai Mohai sull’isola di Pasqua.
La permanenza di Enki e della sua fazione a partire da 100.000 anni fa darà il via a ciò che i miti ricordano come l’età dell’oro…
Questo dualismo, chiaro nelle religioni sumero-assiro-babilonesi, viene decisamente meno nella tradizione giudaico-cristiana, condizionata dalla cattività babilonese.

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In seguito al Diluvio Universale Enlil vide che nemmeno questa grande catastrofe fu in grado di estinguere l’uomo, e comprese la tenacia che questi possiedono e di conseguenza decise di concedere all’uomo la sovranità sul pianeta e vedere cosa succede.
La narrazione biblica in particolare si conclude con il dialogo tra Dio e Noè e i suoi figli con lui, dicendo:

(Genesi 9:8-11)
«Quanto a me, ecco, stabilisco il mio patto con voi, con i vostri discendenti dopo di voi e con tutti gli esseri viventi che sono con voi: uccelli, bestiame e tutti gli animali della terra con voi; da tutti quelli che sono usciti dall’arca, a tutti gli animali della terra. Io stabilisco il mio patto con voi; nessun essere vivente sarà più sterminato dalle acque del diluvio e non ci sarà più diluvio per distruggere la terra».

Il patto menzionato nel versetto biblico corrisponde al patto di tregua tra Enliliti ed Enkiliti dove i primi concedono all’umanità il pianeta Terra per un limitato periodo di tempo la cui scadenza è prevista in ciò che noi conosciamo come “Giudizio Universale”; agli Enkiliti è concesso di iniziare il genere umano alla civiltà nei luoghi che hanno resistito alla furia del diluvio.
L’accordo prevede:
– il divieto assoluto di conferire tecnologie Annunaki troppo evolute al fine di garantire armonia nello sviluppo della civiltà umana e evitare i potenziali rischi di un utilizzo spropositato.
– il divieto assoluto di perseguire unioni miste Annunaki-Umani
– e la riduzione graduale dell’intervento Annunako Enkilita nello sviluppo umano.
– infine il ruolo dell’avamposto Enlilita di controllo viene preso dagli uomini sumeri di Ur la cui discendenza diventerà, a partire da Abramo, gli Ebrei.

Se l’uomo si dimostrerà degno allora verrà concessa definitivamente la sovranità sul pianeta, in caso contrario verranno distrutti e nemmeno Enki questa volta potrà intervenire per salvarli; questo è quanto narrato nell’Apocalisse di Giovanni relativamente agli eventi dell’ultimo giorno e al Giudizio Universale, e viente rammentato dallo stesso Gesù Cristo anche nei vangeli gnostici.

Gli Enkiliti hanno tempo circa 3.600 anni, equivalenti a un’orbita di Nibiru, per portare a compimento la ‘Rinascita’ del genere umano (periodo post-diluviano), dopo di che anche gli Enkiliti torneranno su Nibiru e in patria, lasciando il pianeta in attesa del ‘Giudizio’ sugli uomini.

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